Lo scalpitìo dei tacchi sui gradini di pietra copriva parzialmente il placido fluire del fiume in lontananza e il cinguettio degli uccellini risuonava nelle orecchie della giovane che stava percorrendo la lunga scalinata che portava al tempio e alle aree circostanti.

Camminava a passo svelto, con l’unico scopo di arrivare là e cercare di rilassarsi e non pensare, per almeno qualche minuto, a tutte le cose che nelle ultime ore aveva scoperto e che l’avevano lasciata basita e sconvolta.

Al penultimo gradino fece un salto, attenta a non cadere per colpa dei tacchi a spillo che aveva deciso di indossare quel giorno, arrivando di fronte alla gigantesca porta in legno del tempio, ma non era quella la sua destinazione, non ancora, per il momento. Percorse tutto il perimetro del tempio fino a trovarsi nell’immensa distesa fiorita che c’era proprio dietro di esso e quando vide che l’albero al centro durante quegli anni non era stato sradicato da nessuno vi corse in contro sorridendo e abbandonando finalmente l’espressione tetra e preoccupata che aveva occupato il suo viso per la maggior parte di quell’estenuante e disastrato giorno; poi, appoggiando prima un piede e dopo l’altro e aiutandosi anche con le mani si arrampicò su di esso e si sedette sul ramo più robusto e più in alto di tutti.

Dopo essersi seduta comodamente, appoggiando la schiena al tronco scabro e rugoso, tenendo la gamba sinistra stretta al petto e la destra distesa lungo il ramo, spostò una ciocca di capelli che le era caduta sugli occhi per guardare meglio ciò che aveva di fronte: una città moderna, piena di fabbriche, grattacieli colmi d’uffici, tantissimi negozi di vario genere e molteplici strade su cui viaggiavano innumerevoli auto, ma nonostante la modernità della città tra un edificio e l’altro spuntavano aiuole ricche di fiori stupendi e parchi pieni di bambini felici e spensierati che giocavano.
Appoggiò, senza un motivo ben preciso, una mano sul petto, all’altezza del proprio cuore: era bello sentirlo battere, ed era altrettanto confortante sapere che aveva avanti a sè ancora parecchi anni di vita durante i quali forse si sarebbe sposata e avrebbe avuto dei figli.

Sorrise, era strano per lei pensare a quelle cose, ma era cambiata molto nel corso di quell’anno e molto sarebbe cambiata negli anni a venire ora che, finalmente, quell’oscura presenza non occupava più il suo cuore e la sua mente e tutto ciò grazie a loro, mai avrebbe scordato il giorno in cui li aveva incontrati...

Ciao a tutti!

Ed eccomi qui con il mio terzo tentativo di scrivere questa fanfiction!

Non ho molto da dire, voglio solo chiedervi di segnalarmi eventuali errori presenti nel testo e di farmi sapere il vostro parere tramite una recensione perchè per me è molto importante sapere se sto svolgendo un buon lavoro, se vi piace e in cosa potrei migliorare.

Grazie di cuore alla mia bravissima beta, Sleeping Satellite, che ha il coraggio di correggere tutti i capitoli pieni di orrori che le mando e che mi aiuta sempre e 
grazie anche a tutte le persone che leggeranno, recensiranno e/o metteranno questa fanfiction tra le preferite/seguite/ricordate.

Ciao a tutti!

Aurora :)