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Autore: Ciulla    17/01/2016    9 recensioni
Idea malsana che mi è balzata in testa dopo un incontro avvenuto oggi in centro e che è poi evoluta spontaneamente.
"“Buongiorno!” Disse infervorato uno dei due. “Mi chiamo Matteo ed oggi vorrei parlare della parola di Dio. Si è mai chiesto se Dio ha un nome?”
“Certo che ce l’ha!” Rispose energicamente il gatto allungando una zampa. “Piacere, mi chiamo Beerus”."
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lord Bills, Whis
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Un maestro per sempre'
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È risaputo, in ogni punto del vasto universo, che Whis l’alieno non può più effettuare una vacanza in solitario; troppe cose sono accadute quando ne ha avuto il permesso, troppe sventure già narrate e schernite in abbondanza. Eppure la sua sorte non è stata così sciagurata: molti alieni riferiscono di averlo visto numerose volte in diversi luoghi di villeggiatura, sempre accompagnato dal dio della distruzione, ovviamente, ma pur sempre in totale relax. È stato avvistato sul pianeta Spurg a fare immersioni subacque, mentre un grosso gatto antropomorfo spaventava i pesci per dargli fastidio. È stato visto sul pianeta Caraff a fare Bunjee Jumping estremo, mentre un felino viola gli tagliava la corda dell’elastico per farsi quattro risate. È stato notato in diverse occasioni anche sul pianeta Terra; alcuni Olandesi riferiscono di averlo visto ad Amsterdam mentre si rigirava curiosamente tra le mani dei funghetti colorati, mentre altri affermano con assoluta certezza di averlo riconosciuto persino nel Bel Paese italiano, mentre da bravo turista si faceva scattare una foto fingendo di sostenere la torre di Pisa, o mentre tentava di riparare il Colosseo per renderlo più piacevole alla vista. 
Fu proprio in questo paese che ai due alieni accadde qualcosa di strano e, ai nostri occhi, incomprensibile e portatore di grande perplessità.
Beerus stava camminando da solo per i viali di una piacevole città chiamata Bergamo. Lui e il maestro vi erano giunti spinti da un’ingorda curiosità nei confronti del cibo chiamato “polenta”; il nome era così gustoso che già da solo riempiva loro la bocca e dava una sensazione di appagamento alle papille gustative. Da quando erano lì la avevano assaggiata in tutte le combinazioni possibili: polenta e formaggio, polenta e salsiccia, polenta e funghi; avevano persino mangiato un dolce chiamato “polenta e osei” che con la polenta non aveva assolutamente nulla a che spartire, però era molto gustoso. Così gustoso che Whis, avendone divorati troppi, si era recato alla ricerca di una fontanella per risciacquarsi il volto dallo zucchero che gli circondava le labbra. Vederlo sporco era una scena spassosa; il maestro era sempre impeccabilmente perfetto e attento al proprio decoro, e una qualunque macchia stonava sul suo grazioso viso azzurro.
Immerso in questi pensieri, Beerus si scontrò con una coppia di terrestri impettiti che lo avevano raggiunto con decisione, piazzandosi davanti a lui e bloccandogli la strada.
“Buongiorno!” Disse infervorato uno dei due. “Mi chiamo Matteo ed oggi vorrei parlare della parola di Dio. Si è mai chiesto se Dio ha un nome?”
“Certo che ce l’ha!” Rispose energicamente il gatto allungando una zampa. “Piacere, mi chiamo Beerus”.
I due uomini si guardarono con aria interrogativa, poi decisero di ignorare questa strana affermazione e tentarono un approccio diverso.
“Le interesserebbe vedere la Bibbia da un’angolazione diversa?”
“Che cos’è la Bibbia?”
“La parola di Dio”.
Tutto questo discorso stava divertendo non poco Lord Beerus, che si era visto prima tirato in causa e poi messo da parte, in quanto era sicuro che, pur essendo un dio, egli non aveva mai scritto qualcosa con lo strano nome di Bibbia. C’era un’unica spiegazione possibile: i due uomini non stavano parlando di lui. 
“Scusate, ma chi è questo dio di cui continuate a parlare? Di quale dio si tratta?” Chiese per dar voce ai propri dubbi.
Gli uomini spalancarono gli occhi, come se Beerus avesse detto una gravissima blasfemia.
“Quale Dio?! L’unico Dio!”
“Ma non c’è un unico dio nell’universo!” Cercò di farli ragionare Beerus. “Ci sono gli dei creatori, ovvero i Kaioshin, e poi ci sono quelli come me, gli dei della distruzione. Chi di noi ha scritto questa Bibbia di cui parlate tanto?”
“Veramente”, obiettò Matteo, “Siamo piuttosto sicuri che non possa esistere un dio della distruzione. L’unico essere che porta dolore e distruzione e che può vantare l’immortalità è Satana”.
“Beh, se questo è il nome con cui mi conoscete da queste parti, allora io sono Satana!”
Spaventati e confusi, i due uomini decisero che era giunto il tempo di andarsene da quell’essere strano sia nell’aspetto che nell’animo, ma appena prima che potessero farlo li raggiunse alle spalle il fedele assistente del gatto. “Lord Beerus!” Esclamò questi. I due uomini si voltarono di scatto e si trovarono di fronte ad un uomo divertito, affascinante, slanciato e azzurro.
“Scusi”... Chiese titubante Matteo. “Perché lei ha la faccia blu? Assomiglia ad un puffo gigante...”
“Un puffo?! Chi è un puffo?”
”I puffi sono degli esserini satanici che istigano alle arti oscure e alla stregoneria...”
“Oh, io me ne intendo un po’ di stregoneria!”
Terrorizzati e convinti che la fine del mondo conosciuto fosse ormai giunta, i due uomini si allontanarono di corsa lasciandosi alle spalle due alieni divertiti.
”Ha registrato tutto?” Chiese Whis sottovoce al suo dio.
Beerus annuì. “Ed anche questa è fatta. Devo dire che sconvolgere i Testimoni di Geova è stato molto più divertente che vederti sotto l’effetto dei funghi allucinogeni”.
“Secondo lei riusciremo a completare tutti i punti della lista di Bulma prima di Goku e Vegeta?”
”Dobbiamo farcela!” Esclamò Beerus. “Ricordati che il vincitore avrà diritto ad un prelibato ed esclusivo banchetto!”
“Veramente non ho molta fame...” Obiettò il maestro. “Soprattutto dopo tutta la polenta che abbiamo dovuto mangiare...”
“Non arrendiamoci ora!” Lo scongiurò il dio. I suoi occhi brillavano per l’ingordigia che il premio in palio gli suscitava, ed anche se la lista delle sfide architettate da Bulma si era rivelata in certi punti imbarazzante e difficile, mancava poco alla fine.
“Va bene”, acconsentì Whis esasperato. I milioni di anni trascorsi insieme non avevano minimamente aumentato la sua resistenza ai fantastici occhi dolci che il gatto gli rivolgeva quando voleva veramente convincerlo a fare qualcosa. “Qual è il prossimo punto?”
Lessero insieme il foglio incriminato. “Uno dei due si faccia fotografare con un’acconciatura strana”.
I due alieni si guardarono. “Io non ho intenzione di cambiare acconciatura!” Esclamò Whis.
“Devi farlo tu per forza!” Ribattè Beerus. “Io non ho i capelli!”
Tra una discussione e l’altra, i due ritardarono così tanto che persero miseramente la sfida. 
In compenso, i testimoni di Geova intensificarono ancora di più la loro opera, convinti che Satana fosse ormai giunto sulla Terra e stesse aspettando l’occasione giusta per trascinarla nella disgrazia definitiva.
Non potevano sapere che Satana non avrebbe trascinato nessuno in disgrazia, intento com’era ad inseguire Whis per fargli le trecce...








NDA
Con questo racconto non intendo offendere nessuno. Ho usato alcune convinzioni/frasi tipiche dei TdG e ho pensato a come avrebbero potuto reagire Beerus e Whis, senza voler schernire nessuno. Se siete testimoni di Geova o avete parenti che lo sono, sappiate che non intendo offendere, rispetto le convinzioni altrui e ho solo fatto un po’ di ironia, per cui spero che non vi arrabbierete e prenderete la fanfiction per quello che è: il paradosso dell’incontro tra chi crede ad un unico Dio e chi sostiene di essere uno dei tanti dei dell’universo.
Già che ci sono e che non li faccio mai, DISCLAIMER! Beerus e Whis non mi appartengono, appartengono a Toryama/TOEI animation,

   
 
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