“L’allegria è uno stato dell’animo che cresce e sostiene la forza del
corpo ad agire, la tristezza è al contrario uno stato d’animo che diminuisce e
ostacola la forza dell’agire. L’ allegria è dunque cosa buona.”
( Baruch Spinoza )
1.
Le vacanze erano ormai finite; era tempo di andare a scuola.
Anastasia s’ era appena alzata, aveva preso il suo caffellatte e si
stava dirigendo a scuola con il suo motorino. La madre non voleva che andasse a
scuola con la macchina. Era in ritardo; molto probabilmente prenderà una
sgridata dal suo professore.
Sono le 8,15.
“ Caminetti Anastasia…”il professore stava facendo l’appello.
Anastasia arrivò in quel momento tutta affannata.
“ E’ lei Caminetti?”il professore era scocciato.
“ Sì…mi scusi per il ritardo.”
“ Male per il primo giorno, vada a prendere il suo posto .”con tono
critico proferì il professore battendo la mano sulla scrivania.
La sua amica Natasha aveva preso il posto anche per lei e glielo
indicò. I capelli d’Anastasia lunghi s’erano tutti spettinati per il vento che
tirava fuori. Era aria di pioggia e ormai l’estate pian piano se ne stava
andando.
Il professore cominciò a parlare. Era il nuovo supplente d’inglese
Matthew Daniel Mannelli, italo- americano che avrebbe sostituito la loro
professoressa perché aveva preso l’aspettativa. Era in cinta.
Anastasia guardava dalla finestra e vedeva una madre che portava i suoi bambini a scuola….Pian piano la sua
mente cominciò a vagare.
Il professore se n’accorse e la sgridò:
“ Caminetti…Caminetti…”
“ Eh…”
“ Benvenuta fra noi. Di cosa stavo parlando?”
“ Della delicatezza…della dolcezza che il nostro autore vuole
comunicare al lettore….Come l’allegria di un cucciolo smarrito di aver trovato
la sua tana…di essere protetto dai suoi simili….”.
“ Molto bene Caminetti…molto bene.” Il professore era risentito.
“ Come hai fatto? Ti ho visto? Eri incantata.” Chiese Natasha dopo che
il professore s’era allontanato, ma Anastasia non rispose….
Finite le lezioni della mattinata Anastasia stava uscendo dalla scuola,
mentre il professore d’inglese stava facendo retromarcia con la macchina nel parcheggio della scuola, la vide di
sfuggita.
Il professore si diresse verso casa. Mentre stava dentro la macchina, rifletteva
su se stesso e sulla sua decisione di essersi trasferito dall’America
all’Italia.
“ COMBINA QUALCOSA DI BUONO NELLA VITA”, questo le diceva sua
madre. Sua madre lo criticava sempre
nonostante i suoi sforzi. Suo padre d’origine italiana s’era trasferito in
Italia con un’altra donna. Il padre lo stimava, credeva in lui, ma poi se n’andò facendosi un’altra famiglia.
Matt sapeva dov’era: viveva a Pavia con la sua nuova moglie. Un giorno
suo padre gli scrisse una lettera, ma lui non rispose. Si sentiva tradito, frustrato
come un cane abbandonato dai suoi padroni. Alla fine Daniel prese la decisione
di andarsene anche lui dall’America. Ormai aveva 24 anni, voleva rifarsi una
vita lontano da suo madre che lo mortificava in ogni situazione. Matt Daniel, un
uomo determinato a cambiare il destino delle cose, cercava qualcosa o qualcuno
che l’ avrebbe aiutato. Arrivò a casa, parcheggiò la macchina, salì sulle scale
ed entrò in casa. Si mise a cucinare, mentre
cucinava veniva nei suoi pensieri lo sguardo malinconico di una ragazza.
Ania si dirigeva verso il
motorino con Natasha, così le diede un passaggio. Durante il tragitto le due
amiche chiacchieravano e ridevano. Natasha aveva i capelli ricci e lunghi
biondi cenere, occhi azzurro intenso….Bella
ragazza, alta, dolce,voleva molto bene ad Ania.
“Non hai detto più una parola stamattina dopo che il professore t’ ha
sgridato, cos’ hai?”
“Ho capito che c’è sempre qualcosa da imparare e che dobbiamo sempre
perfezionarci nelle cose in cui crediamo come ha fatto il gabbiano Jonathan
Linvigston che ha ritentato e ritentato fino a giungere in un altro mondo senza
più limite di spazio e di tempo.”.
“ Leggi troppo Ania!”disse Natasha impressionata.
“ Dai scendi, sei arrivata!”
“ Grazie…ora che ci penso, ci vieni al compleanno di Daniela?”chiese
Natasha.
“Non lo so…ti faccio sapere!”Ania abbassò gli occhi.
“ Lo voglio sapere, perché risparmiamo di meno se facciamo il regalo in
due.”.
“ Va bene!”ma Ania era poco convinta, accese il motore e poco dopo
arrivò a casa.
In quel momento, cominciò a piovere. Anastasia mangiava con la madre
e Giancarlo, il fidanzato della madre:
suo padre era morto quando lei aveva solo 10 anni.
L’ amore e la vita: due cose che vivono nello stesso istante.
La felicità e la tristezza: due sentimenti intensi, ma struggenti.
La fede e la certezza: una cosa unica.
Tutto ciò provava Anastasia, ma aveva una paura quella di perdere
tutto. Tutto comprendeva la sua immaginazione, la sua energia dove l’emozioni
si fondevano e diventavano una cosa unica.
Nel pomeriggio, Anastasia chiamò Natasha per dirle che non sarebbe
venuta al compleanno di Daniela.
Dopo varie chiacchiere chiuse la
cornetta del telefono. Aveva smesso di piovere, ma una fresca brezza era
rimasta nell’aria con molti odori….Di speranza, di ricordi, di gioia, di amore,
di vita: un bambino correva veloce per prendere una palla vicino al prato di
casa sua. Per Anastasia vedere un bambino significava vedere la vita che
nasceva: tutto cresceva e si emanava come un onda di musica che sprigionava
emozioni.
“Anastasia, possibile che bisogna chiamarti per ore ?”disse con tono di
rimprovero la madre aggrottando le sopraciglia e mettendo le mani in vita, poi
si rilassò.
“ Mi devi fare un favore: devi fare un salto al supermercato, perché ho
dimenticato di comprare la carne per stasera.”.
“Non ci puoi andare tu, ho da fare.”Ania aprì il libro di filosofia.
“No, fra poco ho il turno all’ospedale.”
“Mandaci quel deficiente di Giancarlo .”Gli occhi di Ania si riempirono
di un’assoluta mancanza di stima.
“Non ti permetto di mancargli di rispetto, inoltre è da un po’ che è
andato via…non l’ hai neanche salutato.”.
“Lui non è mio padre.”
“Hai 18 anni, è da 1 anno che sto con lui, fino a quando avrai
intenzione di comportarti così? La madre aveva rancore verso la figlia per questo motivo.
“ VAI VIA. ”urlò.
“Io me ne vado…ma non puoi continuare così, prima o poi lo dovrai
accettare. Anche a me manca tuo padre…tantissimo…ma ho cercato di rifarmi
un’altra vita, perché penso che tuo padre voglia che guardiamo al futuro non
che lo compiangiamo.”. Gli occhi della madre si resero pieni di lacrime ed uscì
dalla stanza.
Ania pianse….Ieri non è null’altro che il ricordo di oggi, il domani è
il sogno di oggi e per Anastasia ieri e domani comprendevano suo padre.