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Autore: SamuelRoth93    18/01/2016    0 recensioni
In un universo parallelo, precisamente nella piccola cittadina di Rosewood, ci sono quattro giovani e affascinanti bugiardi che lottano ogni giorno per nascondere i loro segreti. Perseguitati dalla misteriosa figura di A e dall'oscuro mistero che si cela alle sue spalle, riusciranno a mantenerli? Ma, soprattutto, riusciranno a sopravvivere?
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO DUE

“Pilot (Part II)”

 

Finalmente erano dentro l’abitazione, le luci erano accese. Si sentiva solo il rumore della televisione, poco lontana.

“Anthony?” gridò Rider, il suo nome, mentre avanzavano verso e scale, uno dietro l’altro.

Nessuna risporta.

“Anthony??” gridò Nathaniel, stavolta, avvicinandosi al soggiorno.

La prima cosa che vide, fu la televisione accesa e una bottiglia per terra. Poi si addentrò ancora di più e il suo sguardo, inevitabilmente, si posò sul corpo disteso a terra, dentro una pozza di sangue.

“Oh mio Dio!” esclamò, indietreggiando, scioccato dalla scoperta.

Eric sopraggiunse alle sue spalle, portandosi una mano alla bocca: “Oh, cavoli!”

Fu la volta di Sam, in un grido incontrollato: “OH MIO DIOO!”

Rider, invece, era salito al piano di sopra e stava tornando giù, gridando il nome dell’amico, ancora ignaro del corpo ritrovato dai suoi compagni: “Aaaanthoonyyyy??”

Raggiunse i ragazzi a quel punto: “Ragazzi, di sopra non… - si bloccò, trovandosi anche lui davanti al corpo. Più disorientato che spaventato – C-che cos’è quello?” indicò, fissando i suoi amici. Scolvolti.

“M-mi prendi in giro? E’ il padre di Anthony! Morto sul pavimento!” esclamò Nathaniel, allibito dalla stupida domanda.

Rider iniziò  a prendere coscienza della cosa, spaventandosi: “Ok. Bene. Cioè, no, non va bene per niente. Lui dov’è?”

“Ciao, ragazzi!” spuntò proprio Anthony, alle loro spalle, facendoli sobbalzare.

Sam, con una mano sul petto, deglutì prima di rivolgergli la parola: “C-ciao, ragazzi? Dici sul serio? Anthony, qui in soggiorno c’è tuo padre che galleggia in una pozzanghera di sangue!”

“L’hai ucciso tu?” gli chiese Eric, diretto.

Anthony, apparentemente tranquillo, aveva il volto pallido, gli abiti in disordine, i capelli bagnati e si sfregava le dita come un disturbato: “Io-io…Lui mi ha aggredito, era ubriaco, mi sono dovuto difendere!”

Nathaniel prese il telefono, iniziando a digitare dei numeri: “Ok, è legittima difesa allora!”

Ma Anthony lo fermò bruscamente: “Ehi, NO! Non chiamare nessuno!”

“Cosa? DEVE farlo!” esclamò Sam, trovando assurdo il comportamento di Anthony.

Quello, quasi piagnucolò: “Ragazzi è una cosa grossa questa, non potrei sopportarla. Inoltre, potrei andare in galera se qualcosa non torna, insomma, avete visto anche voi quei film in cui la gente innocente va in galera, no?”

Intrevenne Eric, ora: “Sì, ma quelli sono solo film! E poi, cosa pensi di fare, tagliare tuo padre a pezzettini e metterlo nel congelatore in stile Dexter Morgan?”

Quello si limitò a rimanere in silenzio, fissandolo.

Rider era a dir poco sconcertato: “Oh mio Dio, ci stai davvero pensando?”

Anthony, allora, si decise a parlare: “No, ma…Sentite, ho messo la casa in disordine e ho preso tutti i contanti dalla cassaforte, lasciando aperto lo sportello. Sembrerà che siano entrati i ladri e…”

Nathaniel lo fermò, sbalordito, reagendo male: “E cosa? Vuoi che ti colpiamo in testa e ti trasciniamo vicino a tuo padre per creare una falsa scena del crimine?”

“NO, niente di tutto questo! L’unica cosa che dovete fare è accompagnarmi alla stazione di Rosewood, ok?”

“Ancora non capisco cos’hai in mente!” esclamò Sam, disorientato.

Rider intuì: “Io, forse, sì. – fissò Anthony, psicanalizzandolo – Vuoi sparire, fingendo di essere stato rapito, non è così? Ti serve un passaggio da noi, perché se prendi la tua auto potrebbe risultare strano…”

Dopo qualche secondo, Anthony annuì: “Sì, hai indovinato. – guardò ognuno di loro, fragile – Ragazzi, non posso rimanere qui. Aiutatemi!”

I quattro amici si guardarono fra loro, dando rapide occhiate anche al cadavere. Ci rifletterono e finalmente arrivarono ad una decisione.

*

 

Erano tutti nella macchina di Rider, diretti verso la stazione di Rosewood. Prima, però, erano passati a casa di Sam per lasciare la sua auto, dato che era di strada.

Improvvisamente, Rider fermò l’auto, preso dalla paranoia: “E se avessimo contaminato la scena del crimine? Potrebbero trovare un nostro capello, in media perdiamo molti capelli al giorno e le ruote…Potremmo aver lasciato dei segni di preneumatico quando abbiamo parcheggiato!”

E mentre gli altri sembravano presi dalla paranoia quanto lui, lo sguardo perso, Anthony roteò gli occhi, aprendo la portiera e scendendo dall’auto. Aprì la portiera di Rider, a quel punto: “Scendi!”

“Cosa?” quello lo fissò, stranito.

“Mettiti al mio posto, tu non sei in grado di guidare e io non ho tempo da perdere!”

I due fecero il cambio di posto, poi ripartirono.

“Restate calmi, abbiamo passato dieci minuti a scegliere il percorso più sicuro, che non include negozi con le telecamere di sorveglianza o altre zone videosorvegliate. Nessuno saprà che mi avete visto questa notte o che eravamo in giro per la città!”

E tutti annuirono, ripetendosi che sarebbe andato tutto bene, mentre Anthony andava sempre più veloce.

La velocità con cui andava, però, preoccupò Rider, che si stava reggendo: “Forse dovresti rallentare, non siamo così lontani dalla stazione!”

Anthony lo guardò attraverso lo specchietto retrovisore: “Rider, sta calmo, prima arriviamo, prima…”

Ma non potè completare ciò che stava dicendo, perché in mezzo alla strada spuntò fuori qualcuno, che investì letteralmente. Il corpo colpì il parabrezza per poi rotolare sul tettuccio e cadere dall’altro lato. Anthony, sotto le urla dei compagni, frenò l’auto.

Inizialmente, ci fu silenzio, mentre i cinque, a bocca aperta e occhi sgranati, fissavano la strada davanti a sé. Non riuscivano nemmeno a muoversi, consapevoli che alle spalle della loro auto c’era un corpo disteso sull’asfalto.

Dopo aver deglutito, Anthony trovò il coraggio di scendere a vedere.

In un breve stacco di tempo, anche gli altri scesero, benchè sconvolti, raccogliendosi intorno al corpo.

Anthony si chinò, girando il corpo, dato che era rivolto a pancia sotto.

Con sua grande sorpresa, conosceva quella persona: “Albert?”

Gli altri, che avevano lo sguardo basso per il disagio, lo sollevarono, al suono di quel nome.

Sam avanzò, incredulo, per vedere meglio: “Albert… - si rese conto di aver alzato troppo la voce, guardandosi poi intorno, ritentando con voce più bassa – Albert Pascali?”

“Ma che ci faceva in giro a quest’ora?” domandò Rider, scambiandosi un’occhiata con i suoi amici.

“Sì, ma è morto?” volle sapere Eric, terrorizzato dalla risposta che poteva ricevere.

“Sì… - controllò – è morto!” esclamò Anthony, facendo precipitare a terra il morale di tutti.

“Tutto questo non sta accadendo davvero!” pensò Nathaniel, sconvolto, camminando avanti e indietro, accanto all’auto, le mani tra i capelli.

“Io-io non ci sto credendo, che facciamo adesso?” sussultò Sam, cercando una risposta negli occhi degli amici, spaesanti quanto lui.

Anthony, intanto, aveva iniziato a frugare negli abiti del ragazzo, attirando su di sé strane occhiate.

Eric fu l’unico a trovare le parole per chiedergli cosa stesse facendo: “Ma che fai adesso?”

Ma quello non rispose, trovando ciò che stava cercando: il telefono di Albert.

Dopo averlo maneggiato per qualche istante, esclamò energicamente: “Sì! Lo sapevo che eri tu A!”

A? Ma di che stai parlando?” Nathaniel faticava a seguirlo, mentre Rider no, ricordandosi del messaggio a scuola, restando comunque zitto in merito.

“Ho un’idea!” Anthony si voltò verso di loro, serio, ignorando le perplessità di Nathaniel.

“Ho paura ogni volta che hai un’idea, Anthony. Una paura tremenda!” esclamò Sam.

“Torniamo a casa mia, mettiamo il corpo di Albert accanto a quello di mio padre e appicchiamo un’incendio. Il fuoco distruggerà il DNA e la polizia darà per scontato che si tratti di me e mio padre. Niente omicidio, niente galera!”

“Avevi detto che era leggittima difesa!” esclamò Eric, agghiacciato quanto gli altri per il modo di ragione di Anthony.

“Lo è stata, infatti! – ribadì Anthony, cercando di convincere poi i suoi amici ad aiutarlo – Ragazzi, vi prego, aiutatemi con Albert, poi mi lascerete in stazione e ognuno di voi potrà tornare a casa a fare sogni tranquilli!”

“Sogni tranquilli? Ho il parabrezza rotto e sto tremando. Sarebbe più opportuno parlare di incubi: questa è la notte più assurda della mia vita!” pensò Rider, trovando assurda ogni parola che usciva dalla sua bocca.

“Ok, mettiamo che tutto fili come dici tu, ma come la mettiamo con Albert? Qualcuno si accorgerà che è scomparso!” sollevò la questione, Nathaniel.

Rider seguì la scia del suo discorso, nervoso e paranoico: “E troveranno il suo sangue sulla mia auto e a quel punto io andrò in galera, mentre tu sarai a Las vegas o chissà dove con addosso una ghirlanda di fiori!”

“Metti l’auto nel tuo garage, lavala con il tubo e il sangue verrà via. I tuoi torneranno Mercoledì, no? Più tardi ti darò il numero dell’autofficina di un mio amico, và da lui e tutto tornerà come nuovo. Per quanto riguarda Albert, non c’è niente che ci collega a lui e il suo telefono me lo porterò via con me. – cercò di convincerli ancora una volta – Forza ragazzi, si può fare! Non posso fermare la mia fuga per Albert. Ormai è morto e voi non volete guai, vero?”

Quelle ultime parole, parvero quasi una minaccia, come se Anthony avrebbe trascinato giù anche loro. I quattro si guardarono e senza avere scelta, aiutarono il loro leader, subito dopo, a mettere Albert nel bagagliaio.

                                                     *    

Tornati nel soggiorno di casa di Anthony, esausti, avevano appena messo il corpo di Albert accanto a quello del Signor Dimitri. Rider aveva in mano una tanica di benzina, che Anthony gli prese dalle mani.

“Fortuna che Rider è un tipo previdente e ha sempre della benzina di riserva!” esclamò quello, sorridendo.

Rider, però, non sorrideva per niente: “Possiamo fare in fretta, per favore? Non ce la faccio più!”

“Voglio andarmene anche io, sto perdendo la testa!” esclamò Eric.

“Già, facciamola finita, Anthony! Muoviti!” aggiunse Nathaniel.

Anthony smise di sorridere, sentendo che i suoi compagni non lo sopportavano più. Ma poco gli importava e allora iniziò a versare la benzina sui corpi, senza ritegno né morale. In maniera fredda, come gli assassini.

Una volta versata la benzina, rimasero tutti e cinque impalati e increduli.

Sam scosse la testa, lo sguardo perso e spento: “E pensare che adesso dovrei essere con Chloe, nella mia camera, a vedere How to get away with murder!”

Nel silenzio generale, Rider scoppiò in una risata isterica: “Annalise Keating ci offrirebbe la sua consulenza per quanto siamo messi male!”

Anthony lo riprese: “Non essere sciocco, ne usciremo come se non fosse accaduto nulla!” e dopo aver acceso il fiammifero, lo gettò sui corpi, che presero fuoco.

“Forza, andiamo!” esclamò loro, che uno alla volta, lo seguirono fuori dall’abitazione.

*

Parcheggiati davanti alla stazione, Anthony era davanti al finestrino, accanto all’auto, con i ragazzi che lo guardavano da dentro.

Con il borsone sulla spalla, salutò i suoi amici: “Beh, è arrivato il momento, a quanto pare…Voi-voi tornate ognuno a casa propria e fate finta di niente. Ma, soprattutto, non fate parola con nessuno di quello che è successo stanotte. – fissò Sam, in particolare – Sam, dico a te. Non dire nulla a Chloe, so quanto siete amiconi voi due!”

Quello nemmeno lo guardò, pieno di odio: “Mi vergognerei a raccontare di questa notte a me stesso, davanti allo specchio, figuriamoci ad un'altra persona!”

Anthony, allora, annuì, rendendosi conto che il tempo era scaduto: “Adesso devo andare, statemi bene... – tutti avevano lo sguardo che puntava da altre parti, freddi – Beh, Buona vita!” e capì che non sopportavano più la sua presenza, così si voltò e camminò verso l’ingresso della stazione.

Finalmente, poi, trovarono il coraggio di voltarsi e guardarlo allontanarsi.

“Ed ecco a voi l’ultimo grande discorso di Anthony Dimitri. Dove non si è pentito di assolutamente nulla!” commentò Nathaniel.

“Dovrei essere felice che sia finalmente uscito dalle nostre vite, eppure…” pensò Sam, inquieto.

“Fai passare qualche giorno e vedrai che lo sarai. Lo saremo tutti, quando questa storia sarà archiviata!” aggiunse Rider, fiducioso per il meglio.

“Adesso, vorrei solo andare a casa!” esclamò Eric, esausto.

“Bon Voyage, Anthony!” augurò Rider, accendendo il motore e portando finalmente tutti a casa.

 

TRE GIORNI DOPO

 

Nella bianca chiesa di Rosewood, si erano appena svolti i funerali di Anthony Dimitri. Gli abitanti che avevano preso parte alla funzione, la stavano lasciando, scendendo per le gradinate. Tra questi, quattro ragazzi: i migliori amici di Anthony.

Fermi davanti alla chiesa, mentre tutti andavano via, cercavano di mantenere le apparenze.

“Chloe è andata a prendere la macchina, vado via con lei!” esclamò Sam.

“Accidenti, c’è più gente di quanto pensassi!” esclamò, subito dopo, Nathaniel.

“Direi che è finita, no? Tutto è andato come previsto da Anthony!” si sentì più sollevato, Eric.

“Rider, cos’hai fatto per la tua auto?” gli domandò Nathaniel, parlando a bassa voce, mentre la folla si dileguava lentamente.

“Come nuova, l’amico di Anthony è stato bravo. Mi ha anche fatto uno sconto per il lutto!”

Qualche secondo di silenzio e una brezza, investì il gruppo, che stava appena realizzando un qualcosa che non provavano da molto.

Sam fu il primo ad esternare quella sensazione, accennando man mano un sorriso: “Per quanto sia stata orribile quella notte e quello che è successo al povero Albert, noi non abbiamo colpa di nulla. Non abbiamo ucciso nessuno. E, per la prima volta, dopo tanto tempo, mi sento finalmente…”

“Libero?” completò Nathaniel per lui.

“Sì! – rise Sam – Che bella sensazione, vero?”  e gli altri non poterono che essere d’accordo.

“Assaporate la vita senza Anthony Dimitri!” respirò la pura aria, Rider, mentre continuavano a ridere, incuranti della gente che li fissava basiti.

Improvvisamente, però, quel sorriso dovette spegnersi, nel momento in cui i loro telefoni iniziarono a suonare nello stesso momento, notificando un messaggio.

Trovando strana la cosa, si lanciarono una rapida occhiata, prima di aprire quello che era un allegato al messaggio: un video.

Mostrava Anthony che aspettava il treno, da solo, quella notte. Chi stava filmando, si stava avvicinando alle sue spalle, ma non fu così silenzioso da non rivelare la sua presenza.

“Oh, guarda chi c’è! – finse di guardare l’orologio, Anthony, restando tranquillo – Sto aspettando una cugina, arriva dall’Oklahoma. Non sto partendo come sembra!”

Eric commentò il video che stavano guardando: “Perché sta mentendo?”

“Non puoi far credere di essere morto nell’incendio di casa tua, se qualcuno ti vede lasciare la città!” spiegò Rider.

“Mi ha appena mandato un messaggio, ha detto che prenderà il treno di domani. – rise – A saperlo prima, mi sarei risparmiato tutto questa strada fino a qui. – iniziò ad allontanarsi – Ora credo proprio che tornerò a casa, ci si vede!” concluse Anthony.

Quella persona, però, sembrò seguirlo ed Anthony se ne accorse.

“Ok, si può sapere che stai cercando di fare? – notò qualcosa di nascosto – Ehi, ma-ma mi stai filmando?”

La videocamera si abbassò, facendo bruschi movimenti. Qualcosa accadde subito dopo

“Aspetta! No no NOO!” urlò Anthony.

“Ehi, ma che sta succedendo?” domandò Sam, mentre spostava lo sguardo tra lo schermo del telefono e i suoi amici, sconvolto. Si sentirono strani rumori, come di una persona che sta soffocando.

Improvvisamente, il video si bloccò e comparve una scritta.

“Tutti credono di essere andati al funerale di Anthony...Ma se questo fosse davvero il funerale di Anthony? Siamo in gioco, stronzetti!”

-A

I quattro si scambiarono uno sguardo agghiacciato, realizzando che la libertà era molto più lontana di quanto credessero.

 

CONTINUA NEL SECONDO CAPITOLO

 

 

 

 

 

                                                     

 

 

 

 

 

 

 



 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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