Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: oceanvash    18/01/2016    2 recensioni
Dove Gennaro ha bisogno della mano di Alessio stretta alla sua per non affogare.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Era tardi in quella casa, in quella stanza, talmente tardi che le parole ed i movimenti rimanevano quasi sospesi in aria, incastrati tra due anime distrutte e spaccate. I due ragazzi si guardavano tanto intensamente che, visti dall'esterno, riuscivano a dire, a gridare, ad urlare di disperazione. 
Gennaro guardava Alessio, ed il suo viso era bagnato di quelle lacrime così sbagliate, così amare e dolorose, quelle lacrime pesanti di una persona senza più nulla nel cuore, quelle lacrime riservate solo alle persone che avevano smarrito la propria anima. 
Alessio aveva perso la parola, e non perché non sapesse cosa dire, o perché avesse compiuto azioni stupide, no, era rimasto senza parole perché la sua persona, la persona che faceva parte di lui più di chiunque altro, il suo intero pensiero, quella sua persona, gli ha confessato di aver pensato al suicidio. Ed è senza parole perché sta immaginandosi una intera vita senza di lui, senza il sorrisetto strano, senza il suo non guardarmi sussurrato nel sonno, con la voce roca e gli occhi chiusi, senza il suo caffè tanto forte da fare schifo, senza le sue teorie mezze inventate per i telefilm, senza il suo posizionare i libri per casa, la loro casa, solo allo scopo di mostrare a chi entra che loro leggono. Senza la sua costante e presenza, si immagina questo Alessio mentre lo guarda in silenzio, non lasciandosi sfuggire una lacrima. 

"Non farlo, promettimi che non ci penserai" Parla ad un certo punto Alex, con la voce piccola di chi ha paura, di chi sa che nulla farà la differenza, che le persone continueranno a vivere la loro vita, ma lui no, lui non vivrà più la stessa vita. Sa di essere troppo poco per quello. 
"Posso provarci, posso dirti che non lo farò, ma se tu un giorno dovessi andartene, rinfacciandomi le mille cose che ti ho fatto passare, rinfacciandomi quanto in quel momento mi odierai, e gridandomi quando sono sfigato e quanto mi fingo vittima io penserò a prendere un fottuto coltello e piantarlo da qualche parte perché potrei voler morire piuttosto che passare un minuto senza di te. Perché ho subito così tante ingiustizie nella mia vita e tu sei la prima cosa bella e solida e stabile e si, posso prometterti che non ci penserò, posso farlo ma sarebbe una bugia. Perché quando tu mi abbandonerai per lo schifo che sono quel pensiero tornerà" Grida Genn, un urlo fatto di dolore e lacrime, paura e sofferenza, ma non di voce. Questo è un grido silenzioso, sussurrato appena, quasi fosse realmente in fin di vita, bloccato in quello strano limbo dove hai paura ad entrare, ma allo stesso tempo ne sei attirato. 
"Il vero problema é che non starò bene, non tanto facilmente. Sono solo in questo mare, perché so che tu pensi a me, e sei convinto di sapere tutto e di sapere che mani nessuno ci separerà. Ma siamo già separati, distanti, perché la morte mi ha preso senza davvero prendermi.
Ma l'hanno fatto sempre tutti quello di lasciarmi, e-e io non riesco più a respirare da solo. Perché ogni persona che incontro invece di tirarmi fuori dall'acqua nella quale sto annegando mi spinge sempre più in basso, a fondo, nell'acqua gelida, senza lasciarmi respirare, ridendo di me, prendendosi gioco di me. Tu sei il primo che mi ha teso la mano e se tu molli io scivolo a fondo, non ho più le forze di lottare da solo Alex. Quindi o vai da lei o resti con me, ma se resti, dio se una minima parte di te ti obbliga a restare, ti prego, comportati da adulto. La scelta per te sarebbe quindi semplice, o scegli me ed ami me, o scegli lei ed ami lei." Nessun muscolo si muove in quei pochi secondi, secondi nei quali Alex non pensa, perché non ha bisogno di altro tempo per capire chi ama, secondi nei quali semplicemente sta zitto e lo guarda, lo memorizza per il casino che é quel ragazzo, con la felpa rovinata e scolorita di tre o quattro taglie più grande, i capelli stravolti, arruffati ed incasinati, il viso bagnato di lacrime che lui asciugherà, gli occhi urlanti, di grida di puro dolore. 
E poi lo fa un movimento, in avanti, verso Gennaro. Muove le gambe ed i piedi, tutto il corpo in sincronia, respira profondamente avvicinandosi al ragazzo che gridando silenziosamente lo implorava di amarlo. 
Ed "Amo te" sono state le due parole che ha sussurrato sulle sue labbra prima di baciarlo, e di zittire le urla di dolore dei suoi occhi.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: oceanvash