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Autore: I4Malandrini    18/01/2016    2 recensioni
Nella più grande scuola di magia e stregoneria, quattro ragazzi saranno destinati ad incontrarsi. Dentro di loro un potere celato si stava risvegliando ma anche l'Oscuro era tornato a vendicarsi sui discendenti dei Grandi Quattro.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Uno - L’inizio di un Viaggio

 

 

 

L’espresso era lì sui binari, aspettando l’arrivo di nuovi e vecchi studenti pronti per andare a Hogwarts. I ragazzi del primo anno erano nervosi e agitati, si notava nei loro sguardi, non volevano abbandonare i genitori.

Tranne Merida. Già, a lei non dispiaceva, beh...non proprio, avendo passato l’intera estate sentendosi dire “Merida non fare quello!” “Merida non fare questo!”, non vedeva l’ora di partire verso Hogwarts.

 Si ok, era una scuola, tra studio, compiti e quant’altro, non c’era di che divertirsi. Ma non poteva credere che tra lì a qualche ora si sarebbe ritrovata nelle mura del castello di Hogwarts, la scuola per maghi e streghe più famosa al mondo.

 Avrebbe frequentato lezioni di magia avanzate, non i soliti trucchetti, o per meglio dire disastri, che praticava a casa, avrebbe incontrato creature magiche di ogni tipo. Immaginava in che modo avrebbe trovato la camera dei segreti, possedere una GiraTempo e avventurarsi nelle aule del castello in piena notte. La sua impresa stava per iniziare, sarebbe diventata come il protagonista della sua saga preferita. Harry Potter.

- Merida, mi stai ascoltando? - la riportò alla realtà la madre vedendo la figlia sognare ad occhi aperti.

Elinor DunBroch. Una donna dall’aspetto elegante e raffinato, che prestava la sua attenzione a curare ogni dettaglio. Essendo la loro una famiglia di Purosangue e altolocata doveva sempre fare una buona impressione. Ma non per la figlia, totalmente diversa dalla madre. Ricci indomabili, maniere poco eleganti, con una vera passione per il cibo. Si poteva definirla un maschiaccio.

- Ehm…Si mamma - le disse confusa, mentre cercava di ricordare ciò che la madre le stava dicendo, evitando di ricevere il solito rimprovero.

-Davvero? Allora ripetimi ciò che ti ho detto - appunto. Merida, con una nota di ansia, cercava di non incrociare lo sguardo della madre finendo con il notare dietro di lei un ragazzo gracile che tentava senza successo di portare il suo baule all’interno del treno.

- Hiccup! - gli urlò la rossa cercando di attirare l’attenzione dell’amico - Mamma e papà, devo andare prima che occupino tutti i vagoni - così dicendo salutò entrambi i genitori in un enorme abbraccio e velocemente si diresse verso di lui con lo sguardo della madre che la seguiva.

- Ciao Merida! - esclamò il ragazzo, felice di rivedere la rossa dopo la lunga estate. Si son conosciuti da piccoli e da lì la loro amicizia iniziò a sbocciare, passavano le intere giornate ad avventurarsi nei boschi con l’entusiasmo di Merida e il solito disappunto di Hiccup. I loro padri, Stoick e Fergus, erano amici di vecchia data ed erano appagati nel vedere i loro figli così uniti anche essendo molto diversi caratterialmente.

 Hiccup aveva capelli scuri, tendenti al rossiccio, e grandi occhi verdi, proprio come sua madre, morta quando lui era ancora un piccolo bambino. Non ricordava molto di quella notte, solo alcuni frammenti, ma una cicatrice sul mento lo riportava in quel momento. Stoick non ne parlava molto, e al sol ricordo i suoi occhi mostravano malinconia, ma dopotutto erano passati anni e suo padre Stoick, il più grande cacciatore di draghi, era pronto per vedere suo figlio diventare esattamente come lui.

 “Finalmente mio figlio ha ricevuto la lettera! Sono certo che finirai a Grifondoro!" risuonavano nella mente del ragazzo le parole del padre. Non voleva deluderlo, ma era sicuro che quella casa non gli appartenesse, era così diverso da lui, la caccia ai draghi, l’impavidità non facevano per lui, quelle erano cose da Merida.

- Pronto per la scuola? - disse la rossa all’amico con uno strano sorriso.

- Sì, sono solo preoccupato per lo smist.. aspetta fammi indovinare, vuoi che ti aiuti con la tua “grande impresa”, vero? - roteando gli occhi al cielo, la conosceva troppo bene.

- Esattamente! E sarà una grande impresa! Allora mi aiuterai? - incrociando le braccia fingendo di essere offesa.

- ..Okay d’accordo - sbuffò Hiccup, sapeva già che sarebbe finito nei guai ma ormai ci aveva fatto l’abitudine. E spinse amichevolmente Merida.

Si sentì un fischio partire dal treno. Le undici erano rintoccate e i due ragazzi si dirigevano velocemente verso gli scompartimenti, molti dei quali erano pieni.

Erano arrivati infondo all’espresso, fortunatamente c’era uno scompartimento libero e isolato dal resto.

- Una cabina tutta per noi! - esclamò Merida soddisfatta, buttandosi come un sacco di patate sul sedile, lasciando Hiccup sistemare il baule negli appositi contenitori.

- Merry, il tuo baule è ancora lì - la avvisò, non intuendo che avrebbe dovuto essere lui a sistemarlo.

Guardò l’amica lanciargli sguardi da cucciolo che cercava invano di convincere l’amico a sistemarglielo per lei.

- Eh no, non ci pensare nemmeno - alzò le mani e si rilassò sui sedili.

Merida sbuffando si apprestava a sistemare il proprio baule quando la porta della cabina si aprì e un ragazzo dai capelli castani si sistemò all’interno, con aria da sbruffone, lasciando i due ragazzi sorpresi.

- Ehi! - richiamò l’attenzione del ragazzo, irritata, essendo entrato senza chiedere il permesso.

- Cosa c’è? - gli rispose sorridendo e poi prendendo posto di fianco al finestrino.

- Come cosa c’è?? Umprf.. - Merida stava per tirargli il baule ma l’amico la fermò - Ehm niente, piacere io sono Hiccup - calmò gli animi della rossa, dimenticando quando appena successo, non voleva iniziare la scuola con odio nell’aria.

- Jack Frost - rispose il ragazzo - E tu Ricciolina? - rivolgendosi divertito a Merida, che appena sentì quanto detto, i suoi occhi accennarono uno sguardo infuocato.

- COME MI HAI CHIAMATA?! - gli urlò ma prima che potesse saltargli addosso, si aprì di nuovo la porta della cabina, una ragazza dai lunghi capelli biondi, si affacciava timidamente nello scompartimento - Ehm ciao, vorrei sapere se posso unirmi a voi, le altre cabine sono piene - chiese speranzosa.

- Certamente - rispose Merida e lanciò uno sguardo omicida verso Jack che da fare da innocente alzava le mani per poi tornare a guardare fuori dal finestrino.

Mentre la bionda tentava di entrare, sentì i propri capelli essere tirati fuori dallo scompartimento. Voltandosi per tirarli a sua volta notò un ragazzo inciampato su di essi. 

- Ops…scusami - gli disse rossa d’imbarazzo - forse dovevo legarli - li raccolse e tornò dentro la cabina trovando posto accanto a Merida.  All’interno i presenti la fissavano intensamente, o per meglio dire i suoi capelli. Non li aveva mai tagliati fin dalla tenera età, e non lasciava nessuno avvicinarsi. Al sole i suoi capelli risplendevano donandogli riflessi dalle mille sfumature. Quando la madre si ammalò, la ragazza le stava accanto in ogni momento, le cantava spesso la stessa canzone che da piccola la madre cantava a lei, non ricordava bene le parole ma una notte i suoi capelli iniziarono a splendere come il sole, prese la mano della madre e continuò a cantare. La madre si svegliò notando un bagliore provenire dalla figlia, per un momento fu spaventata ma dentro di lei sapeva che era stata sua figlia ad aiutarla.

- Mi chiamo Rapunzel - disse lei porgendo la mano ai ragazzi, cercando di distogliere l’attenzione dai suoi capelli.

- Piacere Merida e lui è Hiccup - si presentò la rossa e indicando poi l’amico che le porse la mano sorridendole.

- Piacere sono Jack…allora, sono mooolto lunghi i tuoi capelli - affermava osservandoli.

- Ha parlato il ragazzo tinto! - ribatté Merida che non ci pensava due volte a contrastare Jack, tra loro era guerra.

- Cosa? Non sono tinti, e comunque..- iniziando a fare il solito sbruffone - mi preoccuperei della tua di chioma, chissà cosa ci potrei trovare lì dentro se ci dessi un’occhiata - affermò ridendo.

- COSA HAI DETT- Merida fu interrotta dalla porta della cabina che si aprì (ancora), salvando Jack da una brutta fine. Una vecchia signora, coperta da un mantello grigio e logoro, osservava i ragazzi e chiese loro - Qualcosa dal carrello, cari? - sorrise mostrando una storta dentatura e un lungo naso bitorzoluto che non si riusciva a non notare.

La rossa si fiondò sul carrello, Gelatine TuttiGusti+1, Zuccotti di Zucca, Api Frizzole, Cioccorane! Per Merida è il paradiso!

- Allora tre bustine di Gelatine TuttiGusti+1, due pacchetti di Cioccorane e una bustina di Api Frizzole, voi ragazzi? - continuando osservare le squisitezze presenti nel carrello, per poi tastare la tasca alla ricerca dei soldi.

Rapunzel guardava i dolci incuriosita, non ne conosceva nessuno - Che cosa sono le Cioccorane? - chiese mentre prendeva un pacchetto.

Sono rane di cioccolato, e all’interno ci puoi trovare figurine di maghi famosi, io sto ancora cercando quella di Harry Potter - disse Hiccup mentre pagava la signora.

- Rane? Ehm…meglio di no. Prendo un pacchetto di TuttiGusti+1 - disse Rapunzel mentre riponeva l’altro dolce.

- E tu Jack? - chiese Hic notando il ragazzo che restava seduto non avendo preso ancora nulla.

- Eh? No, non voglio niente…sai non mi piacciono molto - disse Jack evasivo, sebbene non conoscesse i sapori di ognuno di quei dolci. Era un Nato Babbano e la sua famiglia non passava bei momenti, possedevano una piccola casa dove lui, sua madre e la sua piccola sorellina, Emma, vivevano. Non avevano molto e ogni giorno cercava qualcosa da dar loro ma puntualmente finiva nei guai, e ora che lui non c’era, passava ogni momento a pensare come stessero andando le cose. La madre lo aveva convinto ad andare a Hogwarts “Avrai un’opportunità migliore lì” gli disse, ma si chiedeva spesso se non avesse fatto un errore a lasciarle.

Hic notò tristezza nel suo sguardo tuttavia non gli chiese nulla e cercò di offrirgli qualcosa.

- Ragazzi che ne dite di assaggiare tutti insieme le gelatine? - propose Merida tornando a sedersi e guardando gli altri con sfida.

- Sì, perché no - dissero all’unisono i ragazzi, e presero ciascuno una.

- Pronti? Uno..Due..Tre! - esclamò Merida e tutti si misero una gelatina in bocca.

La degustarono attentamente, a Merida capitò una alla fragola e continuò a masticarla con un sorriso soddisfatto, a Hic una alla mela verde e a Rapunzel al limone, mentre Jack d’istinto la sputò appena cominciò a masticarla, il suo viso era disgustato e con le maniche della felpa si puliva rapidamente la lingua rabbrividendo a quel sapore.

- Di cosa sapeva la tua? - chiese ridendo il moro, notando l’espressione disgustata del ragazzo.

- Ah ragazzi! Fareste meglio a non saperlo - tutti scoppiarono in una risata, persino Merida “Dai non è poi così male quel ragazzo” pensò.

Il viaggio continuò senza intoppi e l’amicizia tra i quattro cresceva, con qualche solito litigio tra Jack e Merida. Parlarono del mondo magico, spiegando come avveniva lo smistamento, come si disponevano le case e quali caratteristiche richiedeva ognuna.

 

Il treno cominciò a fermarsi, e fuori dagli scompartimenti gli studenti che si accalcano nel corridoio per uscire. Entusiasti per l’arrivo.

I ragazzi aspettarono che l’ondata di gente passi, per non ritrovarsi spiaccicati all’interno del treno, nell’intento di uscire.

Ma come non detto, i quattro si impigliarono nei capelli di Rapunzel e caddero per terra, aggrovigliati nella chioma bionda.

- Ehm…ragazzi tutto bene? - chiese imbarazzata, anche lei per terra impigliata nei suoi stessi capelli.

- Si non c’è male qui, un po’ stretti - sdrammatizzò Jack, facendo ridere gli altri.

- Ok ma è meglio se ci sbrighiamo, non vorremmo rimanere la notte qui sul treno - disse Hiccup ansioso mentre si alza dalla forte presa dei capelli.

Dopo essersi liberati, i ragazzi scesero dal treno e si diressero verso la voce del guardiacaccia. Che richiamava i ragazzi nuovi.

- Primo anno! Primo anno! Da questa parte! - un omone con una gamba di legno e un uncino al posto della mano, richiamò gli undicenni verso di lui.

Alcuni nuovi studenti bisbigliavano tra loro chiedendosi se fosse sicuro avere un uomo con un uncino in giro per la scuola.

- Hey! Skaracchio - esclamò Hiccup andando verso la direzione del guardiacaccia.

- Ciao Hic! Pronto per la scuola? - chiese al ragazzo voltandosi verso di lui, dopo aver radunato i nuovi.

“Ma perché tutti me lo chiedono?” pensò, - Ehm..si lo sono - gli disse, mentre guardava gli amici sconvolti. Avevano gli occhi e la bocca spalancati, increduli.

- Lo conosci?! - chiesero spostando lo sguardo da Hic al guardiacaccia.

- Sì.. è un amico di mio padre - spiegò evasivo il ragazzo, che aveva notato lo sguardo dei ragazzi.

- Che cosa è successo alla tua mano? - chiese Rapunzel osservando l’uncino dell’uomo, incuriosita.

- Allora tutto è cominciato quando ero solo un ragazzo.. - iniziò l’uomo che adorava raccontare quella storia, Hiccup si batté una mano sulla faccia, aveva ascoltato quella storia tantissime volte - Meglio un’altra volta, ora dobbiamo proprio andare - gli disse spingendo gli amici verso le barche.

Per sfortuna di Hiccup, Skaracchio era con lui e Jack nella stessa barca e si dovette sorbire di nuovo la storia di come perse la mano. Incrociava le dita sperando che non raccontasse anche quella della gamba.

Merida e Rapunzel erano su un’altra barca e guardavano il castello imponente che si ergeva oltre il lago che stavano solcando. Le ragazze erano meravigliate, non avevano mai visto qualcosa di così possente.

 

Scesi dalle barche, una professoressa li accolse, aveva lunghi capelli ricci e corvini e un vestito che tendeva al mogano. Guardava con interesse ogni nuovo studente soffermandosi di volta in volta.

-Benvenuti a Hogwarts ragazzi! Io sono la vostra professoressa di pozioni, il mio nome è Gothel. Seguitemi verso la Sala Grande, lì ognuno di voi sarà smistato in una delle quattro case - disse mentre si dirigeva verso la sala.

- Hic, dici che i suoi capelli superano quelli di Merida? - sussurrò Jack in una risata, essendo poi sorpreso dallo sguardo adirato della professoressa che, a quanto pare, aveva sentito.

I ragazzi la seguirono ed entrarono. La Sala era immensa, delle candele levitavano sopra quattro tavoli e si poteva notare oltre ad esse un enorme cielo notturno stellato, dove erano presenti tantissime costellazioni. In fondo, erano presenti i professori e il preside North. Un grande uomo, con una folta e lunga barba bianca che accoglieva i nuovi studenti con un forte accento russo.

- Benvenuti ragazzi, io sono North, vostro preside. Professoressa Gothel chiamerà nome di uno di voi, e sederete qui indossando cappello che deciderà quale casa appartenete - indicando lo sgabello vuoto, dove un vecchio cappello logoro li aspettava per lo smistamento.

Molti dei ragazzi erano sorpresi, altri abbozzarono dei sorrisini poiché un cappello, e per lo più vecchio, avrebbe dovuto decidere in quale casa sarebbero stati, dopotutto era un cappello.

Gothel prese una pergamena arrotolata, e quando la aprì, rotolò per terra ai piedi dei ragazzi.

- Arendelle, Anna - esclamò la professoressa, la ragazza corse verso il cappello entusiasta, lanciando sguardi speranzosi verso una ragazza seduta al tavolo dei Serpeverde.

Le fu posato il cappello sulla nuca, e dopo un paio di attimi urlò: -TASSOROSSO! - dal tavolo della casata si sentirono urla e applausi, e la ragazza in modo goffo corse verso di essi.

- Corona, Rapunzel - esclamò Gothel, soffermando il suo sguardo su di lei.

Rapunzel sussultò per un momento, poi l’amica Merida la spinse verso la direzione del cappello e la incoraggiò ad avanzare. Si sedette sullo sgabello e appena il cappello si posò sulla nuca, tutto intorno a lei sparì.

- Ciao, Fiorellino - disse il cappello.

Impaurita, la ragazza spalancò gli occhi - Ma…ma tu parli? Sei un cappello! - continuò lei.

- Beh sì, siamo nel mondo magico ricordi? - le disse - allora vediamo, sei una ragazza dolce, buona e che tieni agli amici, ma anche molto curiosa con una grande voglia di imparare -

Rapunzel non sapeva cosa rispondere, lasciando il cappello continuare - Ci sono... CORVONERO! - Dal tavolo si levarono fischi e urla e lei rassicurata, si avviò verso di essi che la accolsero con allegria, sussurrando agli amici “Buona Fortuna”.

- DunBroch, Merida - la rossa si avviò verso il cappello, sicura di se stessa e sicura che sarebbe andata a Grifondoro, dopotutto era tale e quale a suo padre.

- Mmh…è difficile, sei coraggiosa e hai una grande nobiltà d’animo ma anche molto ambiziosa.. - Merida malediceva il cappello per averla paragonata a una Serpeverde.

- Ignorerò ciò mi hai detto…GRIFONDORO! - entusiasta si diresse verso il tavolo, ma continuando a prestare attenzione agli amici, era preoccupata per Hiccup, conoscendo il padre.

- Frost, Overland Jackson - “Doveva proprio dirlo tutto il nome” pensò mentre malediceva il cappello.

- Ignorerò anche tu ciò che hai detto…vediamo ti piace il divertimento non pensando alle conseguenze, testardo ma anche molto furbo. Bene…SERPEVERDE! - si girò verso il tavolo e notò una ragazza dai capelli molto chiari che lo fissava.

- Haddock, Hiccup Horrendus III - si levarono dei risolini mentre si avviava verso il cappello. Era nervoso, gli sudavano le mani e notò che i professori si scambiavano parole guardandolo.

“Si chiederanno se sono un vero Haddock” pensò Hic.

- Si lo sei, un po’ diverso, allora curiosità, ingegno, gentilezza proprio come tua madre - iniziò il cappello.

- Mia madre? Aspetta cosa? - chiese Hic stupito dal fatto che la conoscesse, dopotutto era un Mezzosangue.

- Non c’è tempo…TASSOROSSO! - si diresse verso il tavolo ancora stupito da cosa gli aveva detto di sua madre. Come faceva a conoscerla?

- Ciao Hiccup, giusto? Mi chiamo Anna, sono Tassorosso anch’io, beh si lo sai già, visto che sono seduta a questo tavolo, anche se volevo ci fosse mia sorella che è seduta lì al tavolo dei Serpeverde accanto al tuo amico, sai non ci parliamo molto, comunque volevo sapere se tuo padre è Stoick Haddock il cacciatore di draghi… - la ragazza continuava a parlare, non si fermava un attimo, e Hic non riusciva a scorgere nulla di quanto detto.

- Ehi, che ne dici di iniziare a mangiare? - propose alla fulva.

Poi si voltò per guardare gli amici, non sapendo che questo era solo l’inizio.

 

 

 

 

(A.A.)

Ciao a tutti! Ecco il capitolo uno aggiornato, noterete che mi sono soffermata sullo spiegare il passato dei quattro. Spero vi piaccia in questo modo, aspetto recensioni e anche le critiche sono ben accette, aiutano a migliorarmi.

Alla prossima ;)

   
 
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