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Autore: Addison_for_life    18/01/2016    0 recensioni
Possono due persone lasciarsi, dimenticarsi, ritrovarsi e reinmamorarsi?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Addison Montgomery Sheperd, Derek Sheperd, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
Capitoli:
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Vedendo il nome “Derek” scritto sul display del telefono, Addison si ritrovò a sorridere, e non ad arrabbiarsi perché l’aveva svegliata. Fece squillare un paio di volte, giusto per darsi il tempo di riprendersi dal post-sonno, e poi finalmente rispose.

-Derek. Quando eravamo sposati non mi hai svegliata una volta. Che è sta storia che adesso chiami all’alba?

-Non è l’alba. Sono le dieci…

-Le dieci!? Mi prendi in giro vero?!

-Mi dispiace ma no. Stavo dicendo… tu sei ancora qui a Seattle vero?

-Certo. Per la cronaca sono ancora nel letto di un albergo di Seattle, e due minuti fa ero ancora tranquillamente immersa nel mondo dei sogni, quindi qualsiasi cosa tu voglia sputa il rospo!

-Sai com’è… avrei una paziente con un aneurisma… che è a metà dell’ottavo mese di gravidanza…

-Derek. Sul serio?

-Sul serio.

-Ok, ho capito. Sono lì tra mezz’ora. 

-Grazie

-Figurati. E’ un piacere.

-Sicura?

-Si si.- Gli confermò. Si rese conto che non stava mentendo. Era veramente felice di avere una scusa per passare un altro giorno a Seattle. Ma che le stava mai succedendo?

Ripensò alla giornata precedente. Si, aveva fatto parecchie cose non da lei. Come, ad esempio, confidarsi con Karev. Le era sembrata la cosa più naturale del mondo, lì sul momento, ma  a ripensarci… Lo aveva fatto sul serio? Sì, stava perdendo colpi. Causa di Seattle, della pioggia, si disse. Accantonò il problema. Non aveva tempo di capire che cosa le stava succedendo.

Dopo neanche mezz’ora era già in ospedale. Entrando, la prima cosa che notò era che tutte le infermiere erano raggruppate in un angolo e sembravano protestare per qualcosa.  Wow, stava lì due giorni e si beccava pure lo sciopero. Si rifiutò di farsi prendere dal malumore. Cercò Derek con lo sguardo, non lo trovò ma in compenso vide arrivare Mark, che le si avvicinò.

-Buongiorno! Perché c’è tutto questo casino?- Le chiese

-Non ne ho la più pallida idea. Non sono io quale che lavora qui!

-Già, infatti. Non dovresti essere già a Los Angeles da ore?

-Si, ma come ben sai ieri sera ho perso il volo perché sono rimasta bloccata nell’ascensore, e prima Derek ha chiamato perché ha una paziente incinta e allora ho rimandato ulteriormente, ma…

-E vuoi dirmi che sei rimasta SOLO per il caso?

-Dimmi un alto motivo per cui dovrei rimanere…

-Sai, c’è un certo tipo dai capelli neri perfetti e gli occhi del colore del mare da cui non ti stacchi un attimo..

-Mark cosa vorresti dire?

-Ti ho vista, come lo guardavi, ieri in ascensore…

-E come lo guardavo, sentiamo?- ribatté la rossa, convincendosi che Mark aveva le allucinazioni.

-Nel vostro modo!

-Nel nostro che?

Venderlo interrotti dall’arrivo del soggetto della loro discussione, che porse ad entrambi un caffè.

-Buongiorno signori! Addie, grazie ancora per essere venuta… perché le infermiere stanno scioperando?

-Non lo so.- gli rispose Mark con un sorriso, -Non eri tu quello fidanzato con un’infermiera?

-Si, ma dal momento che non la vedo da ieri sera non posso sapere che cosa stia succedendo. Spero solo che non duri a lungo, questa cosa, oggi oltre alla donna incinta con l’aneurisma ho il secondo intervento del progetto sperimentale.

-Soggetto X in avvicinamento…- Sussurrò Mark.

I due ex coniugi si voltarono contemporaneamente, per vedere Rose dirigersi verso di loro. L’infermiera salutò Derek con un bacio veloce, al che Addison si rese conto di provare una sorta di gelosia, ma la accantonò velocemente. Non poteva permettersi di essere gelosa di Derek, non un altra volta.

-Rose, perché le tue colleghe stanno scioperando?

-Ehm io… non ne posso parlare, non in questo momento, almeno. Ma sono sicura che la cosa sarà resa pubblica nel giro di qualche minuto… io… dovrei andare ora… a dopo!-

-Non mi piace.- Borbottò Addison, per poi rendersi conto di ciò che aveva detto e correggersi, -questa storia dello sciopero, ovviamente!-

-Io l’avevo capita in un altra maniera!- Le sussurrò Mark all’orecchio, mentre se ne andava.  Lo fulminò con lo sguardo, poi si girò verso Derek e cominciarono a parlare del più e del meno, quando fu finalmente annunciata la causa dello sciopero delle infermiere. Fortunatamente, stavano scioperando contro un solo chirurgo, dissero. 

Addison e Derek, sempre più curiosi, si fissarono l’un l’altra, per poi scoppiare contemporaneamente a ridere nel momento in cui scoprirono contro chi e per quale ragione era la protesta. 

-Quindi abbiamo deciso di rifiutarci di lavorare insieme al dottor Mark Sloan a tempo indeterminato, a causa del fatto che ha la sgradevole abitudine di avere rapporti intimi ogni notte con un infermiera diversa, di approfittarsi della nostra ingenuità e non richiamare mai al mattino, spesso anche ignorandoci totalmente sul lavoro!

Si voltarono, sempre in contemporanea, verso l’amico, la cui faccia misto fra sorpreso/mortificato/divertito gli fece solamente ridere di più. E andarono avanti a ridere, e ancora e ancora, come se il resto del mondo non esistesse, e non esistesse nessun matrimonio, nessun tradimento, nessun divorzio. In quel momento erano solamente Addison e Derek, null’altro. E tutto, in quel momento speciale, andava esattamente come doveva andare. 

Stavano ancora ridendo quando vennero interrotti da Meredith, che ricordò all’ex fidanzato che alle 11 e 30 avevano l’intervento. Come se Derek avesse potuto dimenticarsene. 

 

Qualche ora più tardi, Addison stava girovagando a vuoto per i corridoi dell’ospedale. L’intervento con Derek era solamente alle 4 del pomeriggio, e visto che, a detta sua, era lì solamente in visita, aveva rifiutato di prendere altre pazienti. Ed era seriamente convinta che non si sarebbe lasciata convincere da niente e da nessuno, quando le si avvicinò Izzie Stevens.

-Dottoressa Montgomery, potrei parlarle un momento?

-Stevens, non voglio pazienti ne qualsiasi cosa che assomigli ad un paziente, a meno che tu non abbia qualcosa di veramente particolare.

-In se non ho niente ma…

-Niente ma, Stevens. Sono in visita, e se cominciassi a controllare tutte le donne incinte di questo ospedale non tornerei mai più a LA. Mi dispiace

-Si tratta di Rebecca Pope…- Si trattava di Rebecca? Beh, a quel punto forse avrebbe potuto fare un piccolo sforzo, ma solo per fare un favore ad Alex.

-Ok, ti ascolto.

-Non è incinta.

-Che!?- Cosa significava che Ava non era incinta? Aveva mentito a Karev? E a quale scopo? 

Le centinaia di domande della dottoressa rossa vennero interrotte dalla risposta di Izzie

-Non è incinta. Ho qui le lastre. Sto pensando, visto quello che ha subito, che abbia una gravidanza isterica.

-E’ possibilissimo. Le hai già parlato?

-No, in questo momento penso sia a casa mia… a casa di Meredith… Ma l’ho chiamata e le ho chiesto se può venire qui. Preferisco dirglielo da dottoressa, anziché da quasi coinquilina.

-Fai bene. E preparati che se è veramente gravidanza isterica non ti crederà e vorrà rifare gli esami. Tu assecondala, in ogni caso.

-Certo. Ma il fatto è che non so come dirlo ad Alex. Insomma, non posso certo dirglielo come dottoressa della sua ragazza, non trova?

-Si, hai ragione. E’ un medico anche lui, in fin dei conti. Forse faresti meglio a parlargli prima. Magari, sentendo anche il suo parere, Rebecca si arrenderà meglio all’evidenza.

-Si, è quello che ho pensato anch’io, ma non so se Alex mi crederà… insomma… ha fatto appena in tempo ad accettare la gravidanza che scoprirà che non esiste nessun bambino… Neanche per lui deve essere facile.

-Infatti, quindi, se vuoi, magari provi a dirglielo prima te, e se non ti ascolterà gli parlerò io. Va bene?

-Grazie mille dottoressa Montgomery!-

Wow, era scomparsa pure la possibilità di non parlare con Alex. Per l’ennesima volta in quella strana giornata, Addison si rese conto che era quasi sollevata dall’avere una scusa sensata per parlargli. Gli faceva piacere avere qualcuno che la sapesse ascoltare. Da quando in qua Karev la sapeva ascoltare? Si, stava andando di matto. Di nuovo, diede la colpa alla pioggia.

 

A pranzo si sedette insieme a Derek e Mark. Per stare un po’ con entrambi, si disse. Per stare un po’ con Derek, pensava.

Mentre mangiavano, passò George O’Malley con dei moduli da firmare. 

-Dovete scrivere i nomi di tutte le persone con cui avete avuto relazioni sessuali, che lavorano o hanno lavorato in questo ospedale. Dottoressa Montgomery, il capo ha chiesto se potrebbe compilarlo anche lei. Ha intenzione di inviarlo a tutte le persone che se ne sono andate nell’ultimo anno, e visto che lei è già qui…

-Si, nessun problema. Grazie, O’Malley.

-Proprio tutte tutte?- Chiese Mark, dopo che lo specializzando se ne fu andato, con un tono quasi disperato.

-Eh già. Vai con calma, mi sa che ne avrai per un bel po’…- Gli rispose Derek, trattenendo un sorriso.

-Che simpatico… Sai come fa… Jen?… di cognome?

-No, dovrei saperlo?

-Ieri hai detto che conosci i nomi di tutte le infermiere.

-I nomi, non i cognomi.- ribatté Derek, scambiandosi uno sguardo complice con l’ex moglie, la quale dovette fare un serio sforzo per non scoppiare a ridere di nuovo. Dovette ammettere che le era mancato stare a scherzare con quei due nella pausa pranzo. Per qualche istante, le sembrò di essere ritornata indietro ne tempo, a New York, prima di Mark, prima di tutto, e, per la prima volta dopo tanto tempo, si sentì veramente felice.

 

La donna con l’aneurisma aveva avuto le doglie mentre Derek la operava, così Addison era intervenuta con un cesareo d’urgenza, ed era riuscita a salvare madre e figlio. Aveva dato a Derek delle indicazioni su come fare nel caso la cicatrice alla pancia le dolesse, e adesso sarebbe veramente potuta tornare a casa, ma, dentro se, non ne era più così tanto convinta. Stava bene a Seattle, dopotutto. Così, aveva deciso che non sarebbe tornata a LA. Non quel giorno, almeno. Aveva chiamato Naomi, per prendersi un permesso di qualche settimana, ed ora stava andando nell’ufficio di Richard per chiedergli se poteva lavorare lì per un po’ di tempo, sicurissima che avrebbe risposto di si.  Non sapeva nemmeno lei perché lo stesse facendo, ma in fondo sapeva che era la cosa giusta, che lo era sempre stata. LA era fantastica, ma non l’aveva mai considerata casa sua. Non che considerasse Seattle come tale, per lei casa sarebbe stata sempre e solo New York, ma si sentiva molto meglio lì che in California. Mentre attraversava il corridoi, vide Alex e Izzie che discutevano. Si avvicinò quel tanto che bastava per sentire la loro discussione. Aveva una copia dell’ecografia di Ava con se, che le aveva fatto quando era arrivata in ospedale in seguito alla chiamata della Stevens. Effettivamente, nel suo ventre di un bambino con c’era nemmeno l’ombra. Comunque, aveva anche recuperato le lastre di un altra donna, incinta anch'essa di due settimane, in modo che, se ce ne fosse stata la necessità, avrebbe potuto mostrarle a Karev.    

-Izzie!- Lo sentì esclamare, -Perché mi è stato detto che Rebecca è in ospedale?

-L’ho chiamata io…

-C’ero arrivato. Perché è qui?

-Ecco… vedi Alex… lei non è incinta…

-Cosa!? Izzie mi stai prendendo in giro, vero? Lei è incinta, eccome se è incinta, ne mostra tutti i sintomi!- Era sconvolto. Decisamente sconvolto.

-I test non evidenziano nessun bambino, Alex… mi dispiace sul serio…

-I test! Rifalli, Izzie! Avrai sbagliato qualcosa! Di sicuro!

-Alex io…- la ragazza venne interrotta dal suo cercapersone,- devo scappare, scusami.-

Lo specializzando, sconvolto, furioso con tutti e nessuno, si voltò, per incrociare gli occhi di Addison, che gli si avvicinò.

-Karev, posso parlarti un secondo?

-E’ urgente? Perché non so se hai sentito quello che mi ha detto Izzie… devo correre da Ava.

-E’ proprio riguardo a questo che ti dovrei parlare…

-Addison non puoi dirmi che Izzie ha ragione… ti prego… non può essere vero!-La supplicò, mentre cominciava a capire ed accettare la verità.

-Mi dispiace tanto, sul serio.

-Ma ha avuto tutti i sintomi di una gravidanza… come è possibile?

-Credo si tratti di gravidanza isterica… è plausibile dopo quello che ha passato negli ultimi tempi…

-Non può essere vero. E’ impossibile. Deve esistere una spiegazione… E’ alla seconda settimana, magari il feto e più piccolo del normale e non si vede…- Addison sapeva bene che lo specializzando stava delirando, sapeva perfettamente che, se alla seconda settimana il feto non si vedeva era perché non c’era nessun feto, ma nonostante ciò gli mostrò comunque le due lastre.

Una volta che si fu arreso all’evidenza, Alex le chiese se poteva accompagnarlo in modo di spiegare a Rebecca la storia della gravidanza isterica, lui era troppo coinvolto e non sarebbe stato capace di darle una spiegazione sensata. 

Mentre si dirigevano verso la stanza di Rebecca, uno al fianco dell’altra, Addison vide passare, sorridenti e mano nella mano, Derek e Rose e si sorprese ad essere innegabilmente ancora gelosa. Ma, la cosa che la stupì di più era che le era mancata da morire, quella sensazione terribile che provava per l’ex marito. 

 

Alla fine della giornata, Addison era ancora con il suo non più ex specializzando, sempre nel corridoio della sera precedente. Stavano parlando di Rebecca e delle emozioni contrastanti che Alex provava per lei, quando si rese conto che la rossa stava fissando la sagoma dell’ex marito al di là della porta di vetro.

-Addison?

-Si, ci sono… scusami, ero un attimo soprappensiero!

-Un attimo? Stavi fissando Derek in un modo con cui non fissavi neanche me!

La dottoressa scoppiò a ridere, e scusandosi ancora una volta si concentrò e si mise ad ascoltare Karev, ma nonostante stesse veramente attenta lo sguardo le fuggì più di una volta oltre la porta, fino a che Derek e Rose non si allontanarono.

-Non capisco che cos’abbia di così speciale quell’infermiera…- commentò Alex.

-No, neanch’io.. non sono gelosa eh!

-Farò finta di crederci.-Le promise sorridendo lo specializzando.

-E’ grave?

-No, ci sei stata insieme per undici anni, più due mi sembra di fidanzamento… e ammetti che non l’hai mai dimenticato del tutto…

-Erano tre, gli anni di fidanzamento… e pensavo di averlo dimenticato, sul serio, ma non posso farci niente. Non lo faccio apposta, te lo giuro!- Ecco, si stava confidando con lui. Di nuovo. Non poteva farci niente. Da quando in qua si fidava così illimitatamente del suo specializzando? La risposta rimase un mistero.

Andarono avanti a parlare ancora per un bel po’ fino a che lui decise che sarebbe stata una buona cosa tornare da Rebecca, ed Addison a quel puntò andò in albergo dove, a dispetto delle aspettative, si addormentò immediatamente.

NdA
Eccomi qui finalmente! In realtà il captolo era pronto da un bel po' di tempo, ma ho avuto una sorta di blocco nel momento di pubblicarlo... non mi era mai successo finora, ma fortunatamente l'ho superato... ed eccomi qui!
Che dire... sono soddidfatta di come sta venendo la storia, anche se tante cose avrei vouto tralasciarle (L'amicizia assurda di Addie e Alex, ad esempio. Come coppia gli ho sempre amati, ma come amici... eppure sembra che un diavolo si sia impossessato della tastiera del mio computer e abbia deciso di fare da solo... comunque devo dire, che anche se non è molto da loro, mi piace come si sta sviluppando questo improbabile rapporto... Non so, sicuramente è un po' OOT, ma non penso così tanto da doverlo mettere negli avvertimenti... nel caso ditemelo in una recensione e provvederò subito.)
Per quanto riguarda la scena dello sciopero delle infermiere, sicuramente allunga il racconto, e non so se sia una cosa positiva o negativa, ma è fin dalla prima volta che ho visto qell'episodio che mi sono immagginata una scena con Addie, e l'occasione si è presentata a pennello... non son  riuscita a resistere alla tentazione!
Per quanto riguarda i due veri protagonisti, sicuramente in questo capitolo si sono approfonditi i loro rapporti... in particoloare per quanto riguarda Addison... Anche se volevo aspettare ancora un po' per farle ammttere i suoi sentimenti, ho deciso di non tirarla troppo per le lunghe... ho intezione di fare ancora tre, al massimo quattro capitoli, non voglio dilungarmi troppo in particolari inutili... spero condividiate il mio punto di vista!
Per quanto riguarda il prossimo capitolo, posso solo dirvi che l'ho gà iniziato, e che, pur mantenendo un certo humor, sarà meno spensierato di questo, e un terribile fattaccio scovolgerà i nostri protagonisti...
Un bacione! :) 

   
 
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