Anime & Manga > Detective Conan
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Autore: _happy_04    18/01/2016    5 recensioni
Conan è arrivato alla soluzione del caso, ed è pronto per mettere fine ai giri dell'Organizzazione Nera, ma c'è un imprevisto: Vodka è andato da Ai per farla tornare tra i corvi... la ragazza accetterà? Questo potrebbe essere il capolinea per il Detective dell'Est...
--tratto dal testo--
"Io non le do' mai retta, ma la mia vocina interiore mi dice che stavolta sarà diverso, che stavolta ci sarà un motivo in più per contrastare e rischiare. O per accettare e tornare al lato oscuro. O forse, più semplicemente, voglio smettere di cercare di mimetizzarmi nel bianco del foglio nonostante io sia il nero di seppia. Forse voglio solo rassegnarmi al fatto che il nero non viene più via dal cuore."
Genere: Azione, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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  1. Sherry

 

Scuola elementare Teitan, ore 13.00. Due bambini sono seduti sul gradino dell'entrata, un ragazzino e una ragazzina. Lui cerca di contattare qualcuno a telefono, lei rimane tranquilla ad aspettare che l'amico riceva risposta. Il ragazzino però è sempre più nervoso, comincia a borbottare. Probabilmente, dall'altro capo non arriva nessun suono, solo il tuu-tuu monotono della composizione del numero.

 

[(Haibara)]

 

Uffa, certo che Kogoro ce ne mette a rispondere. Accanto a me, Conan cerca di chiamare il numero di casa Mori, aspetta un po' con il telefono all'orecchio, borbottando nervoso, poi attacca e sbuffa facendosi scappare ogni tanto un'imprecazione. Saranno dieci minuti che chiamiamo da entrambi i numeri per avvisare Kogoro che stiamo uscendo da scuola (e già che non conosca l'orario di uscita non è affatto un bene), ma lui non sembra accorgersene: per quanto proviamo, o il cellulare squilla a vuoto, o risponde la segreteria telefonica. Non possiamo neanche chiamare Ran, perché, a quanto dice Conan, le lezioni continuano fino alle due. Così, io e lui ci ritroviamo ad aspettare una risposta seduti sui gradini della scuola.

Alla fine, per la quarantottesima volta (non c'è molto da fare, contare le chiamate che Conan ha fatto a Kogoro è stata la cosa più interessante che mi sia venuta in mente), Conan chiude la chiamata e si alza in piedi. “Beh, Haibara, mi sa che ci toccherà andare a piedi da soli.” annuncia, rassegnato.

A me però è venuta un'idea, caro il mio detective. Non ci voleva molto per arrivarci. Faccio un numero sul telefono e, nel giro di dieci secondi, mi risponde la voce simpatica di un vecchio signore. “Dottor Agasa, stiamo venendo da te dopo la scuola, okay?”. Mentre il professore mi risponde, me la rido sotto i baffi nel constatare che Conan è davvero sorpreso e sbigottito, come se si desse dell'idiota nel notare che non aveva pensato a una soluzione così semplice. Mi dà una certa soddisfazione aver in qualche modo superato il detective più brillante del mondo. “Allora, andiamo?” chiedo, con un sorriso da angioletto, avviandomi nel vialetto, mentre lui continua a fissarmi come un ebete. Ripensando all'espressione di Conan, non riesco a trattenermi dallo sghignazzare a tutta forza. “Conan, tu non vieni?”

Lui si sveglia dalla sua trance e mi corre dietro fino a raggiungermi. “Questa volta me l'hai proprio fatta, Haibara.” ammette, continuando a guardare fisso davanti a sé. Non riesco a capire se ce l'ha con me o è imbarazzato a morte, fatto sta che rimango zitta e cammino.

Continuiamo a camminare, le strade di Tokyo quasi tutte uguali, quando mi accorgo di star passando davanti all'insegna di 'MORI INVESTIGAZIONI'.

“Ehi, Conan, casa tua è qui.” Lui fa spallucce. “Ti accompagno a casa tua” “Ehi, guarda che non ho bisogno di guardie del corpo!” “Se lo dici tu...” Conan sembra perplesso, ma, probabilmente, vedendo la mia espressione, quelle guance rosse e gli occhi gelidi che riportano a caratteri cubitali “GUAI”, decide di lasciarmi fare. “Ciao, Haibara!” “Ciao, e sta' tranquillo, non c'è l'uomo nero che viene a prendermi dietro l'angolo!”

Oh, come mi sbaglio.

 

[(Haibara)]

 

Ecco, appunto. L'uomo nero.

Non appena giro l'angolo, mi ritrovo una pistola puntata alla tempia. “Fossi in te, non mi muoverei.” Il suono di quella voce mi gela il sangue nelle vene. Sono passati tre anni dall'ultima volta che l'ho sentita, ma la riconoscerei tra mille. Vodka. Un attimo. Magari...

Recito la parte della bambina spaventata come mai prima d'ora. Perché in questo momento è questo che sono. Una bambina spaventata. Tendo i muscoli della faccia, facendomi inumidire gli occhi, e poi scoppio in lacrime e singhiozzi. “Mamma, mamma, aiuto, questo signore cattivo mi vuole fare male!” e di nuovo giù a piangere, invocando la mia fantomatica mammina, frignando in modo da far piangere il cuore. Ma Vodka non si fa fregare. Fa un sorriso sghembo, aumentando la pressione della pistola. “Tsk. Non sei mai stata una brava attrice, Sherry. Gli occhi ti tradiscono.”

Gli occhi? Strano, mi dicevano sempre che avevo gli occhi costantemente freddi e gelidi. Come se mi avesse letto nel pensiero (fatto che mi inquieta non poco), Vodka finisce la frase con cui lo avevo interrotto. “Non riesci a trasmettere false emozioni, quando non dimostri quelli che provi veramente, i tuoi occhi sono come specchi: vedi riflesse solo le tue emozioni, ma quello che c'è dietro è invisibile.”

Non riesco a trattenere un'imprecazione, ma mi decido a dire a Vodka quello che vuole sentire. “Cosa vuoi da me?” Lui sorride, un sorriso perfido, che sta a significare che sta per avere ciò che vuole. “Ho una proposta da farti.”

Di male in peggio. Di solito, le proposte dell'Organizzazione sono convenienti solo per loro. “Di che si tratta?” Cerco di non far trapelare nessuna emozione, ma il mio cuore batte all'impazzata. Io non le do' mai retta, ma la mia vocina interiore mi dice che stavolta sarà diverso, che stavolta ci sarà un motivo in più per contrastare e rischiare. O per accettare e tornare al lato oscuro. O forse, più semplicemente, voglio smettere di cercare di mimetizzarmi nel bianco del foglio nonostante io sia il nero di seppia. Forse voglio solo rassegnarmi al fatto che il nero non viene più via dal cuore.

“Torna tra noi. Riavrai il tuo corpo, potrai tornare una scienziata...” “Non mi interessa.” “... e potrai riavere Akemi.”

Non appena sento nominare quelle cinque lettere, quel battito inarrestabile del mio cuore si ferma e rallenta, insieme a tutto il resto del mondo. Akemi... Akemi, la sorella che ho perso troppo presto, che mi ha convinto prima ad andare avanti e poi ad abbandonare tutto. La ragazza che era finita in giri troppo grandi per lei ed era finita male per riavere me, la sorellina che le era stata affidata e poi strappata dalle mani. La ragazza per cui avevo pianto giorni interi, per cui avevo passato notti insonni, e che era morta senza lasciarmi niente all'infuori di grossi guai e segreti pericolosi. Avevo sempre pensato che la gente muore e basta, che tutto ciò che potessimo fare fosse rassegnarsi e andare avanti. Il pensiero di poter riavere indietro la mia amata sorellona mi era sempre sembrato irraggiungibile... fino a ora.

“L'idea ti attrae, vero, Sherry?” chiede Vodka. Nonostante gli occhiali scuri, noto uno scintillio nei suoi occhi. “In cambio c'è solo una cosa che voglio da te: l'Apotoxin completo... e la vita di Shinichi Kudo.”

Mi sembra che il cielo mi sia caduto in testa. Ho paura di non aver capito bene. Per riavere mia sorella dovrei uccidere il mio migliore amico? Decido di recitare ancora un po'. “Shinichi Kudo? E io che ne so di lui? Magari è già stato buttato sotto da una macchina, o ucciso da qualcun altro.”

Maledizione. Vodka non si beve neanche quest'altra bugia. “Sei proprio uno schifo a mentire. Noi sappiamo già gli effetti di quel medicinale che stavi realizzando. E grazie all'efficiente servizio dei nostri agenti, soprattutto la tua amica Vermouth, siamo riusciti a capire le mentite spoglie dietro cui si nasconde Shinichi Kudo.” “Brutto verme...” sibilo.

Vodka mi allunga la valigetta che ho lasciato in laboratorio contenente i miei effetti personali e una bustina di carta. “Allora, Sherry? Il tuo corpo, tua sorella e la possibilità di non dover seguire regole in cambio della vita di uno stupido ragazzino. Ci stai?”

Le sue parole mi rimbombano nella testa. Ci stai?. Non capisco più nulla. Ho bisogno di un punto fermo, un punto di partenza da cui poter ricominciare. Ricominciare. Forse è vero. Ho capito cosa devo fare.

Alzo gli occhi. La nebbia si è dissolta, e nelle iridi azzurre ho una decisione nuova. “Accetto.”

--Angolo dell'autrice--
Ciao a tutti!
Questa è la mia seconda ff su questo sito. 
Ok, so che ad alcuni la prima non è piaciuta granché.
Spero che questa vi piaccia! XD
Probabilmente per un po' non riuscirò ad aggiornare, vista la chiusura del quadrimestre, ma farò del mio meglio per darvi quanto più possibile in meno tempo possibile! ;)
<3, _happy_04

   
 
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