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Autore: fearlesslouis    18/01/2016    2 recensioni
In cui Louis se ne è andato e Harry ne sente la mancanza.
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Abbiamo sbagliato fin dall'inizio, Lou. Fin da quando ci hanno detto per la prima volta che avremmo dovuto nasconderci e noi abbiamo pensato che farlo sarebbe stato facile. Ma io ho perso un pezzo di me ogni volta che ho visto la tua mano stretta a quella di qualcun altro. Il tuo sorriso si è spento un po' di più ad ogni contatto che non potevamo avere.
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Scritta durante il periodo che Lou ha passato in Francia con Danielle.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Let me love you, goodbye


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È troppo tempo, amore, che noi giochiamo a scacchi
mi dicono che stai vincendo e ridono da matti
ma io non lo sapevo che era una partita
posso dartela vinta e tenermi la mia vita.


 

06/01/2016

 

 

Caro Louis,

mi ritrovo qui a scriverti una lettera perché ormai questo è l'unico modo che mi rimane per parlarti. E' strano pensare che qualche anno fa bastasse uno sguardo, mentre ora non riusciamo neanche a guardarci negli occhi. E' strano avere la consapevolezza di non sapere più chi sei e di non conoscere le tue abitudini, quando una volta ero un pezzo di te e la mia quotidianità era anche la tua.

Oggi sono uscite le tue foto con Danielle. Liam mi aveva avvertito che sarebbe successo, mi aveva detto che avresti dovuto baciarla e che Twitter sarebbe stato invaso. Ho saputo di non essere pronto nel momento in cui le fan hanno cominciato ad inviarmi la foto in cui la baci.

Non sei ancora bravo a fingere, Lou. I tuoi occhi sono spalancati e le tue labbra toccano il suo mento. Come con Eleanor. Come con tutte le ragazze che sei stato costretto a baciare in questi anni.

Solo che prima tornavi a casa e mi dicevi “bacio solo te”. Oggi non è successo. Oggi sei ancora in Francia a sciare con lei, e non tornerai da me perché questa non è più casa tua.

Mi chiedo cosa faresti se avessimo la possibilità di tornare indietro. Se diresti di no a tutta questa fama oppure rinunceresti di nuovo al nostro amore.

Non ti do nessuna colpa, Lou. Quando tutto è cominciato non avremmo mai potuto immaginare come sarebbe andata a finire. In realtà, io non pensavo che sarebbe finita. Eravamo solo due ragazzi di sedici e diciotto anni che cercavano di realizzare il loro sogno. Poi il mio sogno sei diventato tu, mentre il tuo è rimasto quello di cantare le tue canzoni davanti a migliaia di persone.

Non ho mai dubitato del tuo amore, non lo faccio neanche ora. So che mi hai amato, so quanto hai lattato per me, so che lo faresti ancora se non ti avessero tolto la forza di continuare a provarci.

Pensavo che sarei stato abbastanza, ero convinto che il nostro amore avrebbe superato tutti gli ostacoli. Ci siamo riusciti per cinque anni, ma poi il peso delle bugie ci è crollato addosso e non abbiamo potuto né saputo fermarlo. Erano troppe e troppo grandi.

Abbiamo sbagliato fin dall'inizio, Lou. Fin da quando ci hanno detto per la prima volta che avremmo dovuto nasconderci e noi abbiamo pensato che farlo sarebbe stato facile. Ma io ho perso un pezzo di me ogni volta che ho visto la tua mano stretta a quella di qualcun'altro. Il tuo sorriso si è spento un po' di più ad ogni contatto che non potevamo avere.

Il nostro amore è diventato proibito perché considerato diverso. All'inizio non ce ne curavamo. Eravamo due ragazzini con l'ingenuità dipinta in volto e l'amore che ci cresceva dentro. Ho imparato ad amarti sulle scale di X Factor, mentre realizzavamo insieme il nostro sogno e diventavamo la band più famosa del mondo.

La prima volta che mi hai sentito cantare eravamo due sconosciuti, ma mi hai detto comunque che avrei fatto strada e che sarei arrivato lontano. Ricordo di aver pensato che fossi bellissimo, e che i tuoi occhi fossero pieni di sogni e di speranze. Solo dopo ho scoperto le tue insicurezze, l'abitudine di nascondere la tristezza dietro un sorriso, il tuo cercare di coprire gli insulti ridendo rumorosamente. Non ti sei mai sentito abbastanza, hai sempre pensato di non meritare quanto me, Liam, Niall e Zayn tutto il successo che hai oggi.

Ricordo quanto stessi male ai tempi di X Factor, quando ogni settimana speravi di poter far sentire la tua voce e invece gli assoli non arrivavano mai. Ti chiedevo perché il tuo sorriso stesse diventando meno contagioso, ma tu mi guardavi e semplicemente dicevi “ti voglio bene, Haz”.

In tutti questi anni sei stato il mio scudo di difesa, hai preferito crollare in silenzio piuttosto che farmi sentire il rumore dei pezzi che andavano in frantumi.

Ti avrei aiutato, Lou. Avrei fatto spazio sulle mie spalle per alleggerire i pesi che portavi sulle tue. Ti avrei riscaldato nelle notti troppo fredde, ti avrei abbracciato forte finché quei pezzi non si fossero riuniti tutti. Proprio come tu hai fatto con me quando ho stonato per la prima volta su quel palco ancora troppo grande per un ragazzino di sedici anni.

Quella sera, abbracciati stretti sul nostro letto, ho capito per la prima volta quanto fossi importante per me. Non eri il mio migliore amico, non eri come un fratello, non eri semplicemente il mio compagno di band. Eri le mani calde che mi riscaldavano e le parole che non sapevo pronunciare. Le braccia che mi impedivano di cedere alla pressione di tutto ciò che ci stava accadendo, i sorrisi che qualche volta non avevo la forza di regalarti.

Tu mi hai fatto crescere, Lou. Sei stato l'esempio che ho seguito ogni volta in cui non mi sono sentito all'altezza delle condizioni che la vita ci ha imposto.

Quando gareggiavamo per vincere X Factor pensavo spesso che non avrei incontrato mai più qualcuno come te. Per questo ho avuto paura quando si è avvicinata la fine del programma. Per questo in quel periodo ho cercato di allontanarti il più possibile. Io mi ero innamorato di te, tu eri fidanzato con Hannah, X Factor sarebbe finito e noi avremmo preso strade diverse. Ma avevo cominciato a dipendere dai tuoi sorrisi e non conoscevo un modo per smettere. Eri una luce così grande, con la tua allegria e il tuo sorriso e la passione che mettevi in tutto, che riuscivi ad accecare chiunque. Avevi quella capacità di entrare in una stanza ed attirare gli sguardi di tutti i presenti.

Ma dicevi sempre che il mio sguardo era l'unico di cui ti importava, l'unico che i tuoi occhi inseguivano costantemente. Ed era vero, Lou, solo che a volte l'ho dimenticato. Quando hai smesso di guardarmi io ho scordato quanto i tuoi occhi brillassero a contatto con i miei. Quando non erano più tue le braccia che mi tiravano su ho dimenticato quanta forza eri stato in grado di donarmi. Quando non era il mio sguardo quello che inseguivi con il tuo, mi era difficile ricordare che non saresti stato capace di inseguirne altri.

Ma poi tornavi tu, perché tu torni sempre. A ricordarmi quanti pezzi di te stesso hai investito in questo amore che di garanzia non ce ne ha mai data nessuna. A cantarmi in faccia quanto per te sia stato facile, naturale e spontaneo amarmi a diciotto, ventuno o ventiquattro anni. A raccontarmi con gli occhi che continuano ad inseguire i miei tutti i sentimenti che non riesci più ad esprimere. Perché ti hanno tolto la forza, i motivi, la speranza che possa esserci un lieto fine. Io però continuo a sperare. E potrei farlo per tutti e due, se solo tu me lo permettessi. Se solo tu ora non fossi in Francia con persone che non si accorgono della falsità dei tuoi sorrisi, io cercherei di darti un motivo per sorridere davvero. Proverei a farti vedere quanto continui a splendere riflettendo la tua luce, come ho fatto per tutti questi anni. Ti direi che sei bellissimo anche con le guance scavate e i vestiti scelti a caso. Preparerei i biscotti al miele che ti piacciono tanto, ti imboccherei solo per vederti sbuffare e dire “sei un fottuto romanticone, Haz”.

Mi mancano tanto i nostri momenti, Lou. Mi mancano le partite del Manchester, le tue parolacce per qualche azione sbagliata e il tavolo pieno di avanzi di pizza. Mi mancano i litigi da niente e quelli in cui te ne andavi sbattendo la porta. Vederti uscire di casa dopo una qualche brutta discussione mi faceva sempre paura, ma non ho mai pensato che non saresti più tornato.

La prima volta che abbiamo litigato pesantemente è stata anche la prima in cui abbiamo capito quanto sarebbe stato doloroso fingere. Quella mattina tu ed Eleanor avreste dovuto farvi fotografare dai giornalisti in giro per i negozi di Londra. Io ero rimasto a letto, e per tutto il giorno avevo immaginato quanto sarebbe stato bello poter uscire liberamente con te, far sapere al mondo che le tue mani erano fatte per avvolgere le mie e quelle di nessun'altro. Tu eri tornato troppo tardi perché potessi considerarla solo un'uscita forzata, ed io mi ero innervosito. Ho finito per tirarti addosso tutto il dolore e il rancore che provavo verso altre persone, parole che non meritavi e che non avrei mai voluto pronunciare. Quella notte non hai dormito a casa, il letto era vuoto e freddo, tra le mie braccia c'era il cuscino e non il tuo corpo.

A pensarci bene non sono cambiate molte cose da allora. Tu non torni a casa da un po' e il letto è vuoto da tanto tempo.

A volte la tua mancanza si sente così tanto che il tempo resta fermo, Lou. Mi sembra di vivere una vita che non mi appartiene, perché in questi anni non è mai esistito un 'io' che non comprendesse anche te. Avevo imparato a muovermi seguendo i tuoi passi, e quando hai deciso di andartene ho perso la strada. Vorrei davvero trovare un motivo per ricominciare da capo. Vorrei poterti dire che tutto tornerà bello e semplice come quando ciò che contava era unicamente il nostro amore. Vorrei ripercorrere la strada che mi porta da te senza tener conto di tutto ciò che c'è nel mezzo. Le bugie, il coraggio mancato, i litigi, le brutte parole, i baci che ho posato su labbra che non erano le tue e quelli che tu non mi dai da troppo tempo.

Il nostro primo bacio è stato dopo l'ultima esibizione ad X Factor. Quella sera abbiamo perso, ma io avrei provato lo stesso dolore anche se fossimo arrivati primi e non terzi. Perché entrambe le possibilità prevedevano che tu ed io prendessimo strade diverse. Ti ho sussurrato tra le lacrime che mi saresti mancato mentre cercavo di rimettere in ordine la valigia, nella calma della stanza che ci aveva visti complici ed innamorati scoprirci per la prima volta. Ricordo i tuoi passi lenti dietro di me, le tue braccia ad avvolgermi la vita, il tuo respiro caldo a solleticarmi il collo. Mi sono voltato con l'intento di abbracciarti, ma in un secondo le tue labbra erano sulle mie. Non c'è stata nessuna farfalla nello stomaco, niente tremore alle gambe, non ho visto i fuochi d'artificio dietro le palpebre e le mie mani non sudavano. C'era solo la sensazione travolgente che le tue labbra mi provocavano e il tuo profumo da uomo che si fondeva con il mio. A distanza di anni posso affermare di essermi sentito completo solo in quel momento, quando ho davvero realizzato che non sarei più potuto tornare indietro e che tu eri il pezzo mancante del puzzle. Lo sei ancora, Lou. Non è cambiato nulla. Continui ad essere l'altra metà di me ed il tuo cuore è ancora l'unico che batte a ritmo del mio. Solo che prima riuscivo a sentirlo, quando ci abbracciavamo stretti sul letto della nostra camera con i petti a contatto e le mani unite. Quando ci bastava uno sguardo per superare una giornata andata male. Ora questa stanza è tremendamente fredda, priva del tuo profumo e del calore che sapevi darmi, ed il tuo cuore è mille miglia lontano dal mio.

A volte, mentre passo da una stanza all'altra, mi sembra di sentire l'eco della tua risata. E' che qui dentro abbiamo riso così tanto e abbiamo trascorso dei momenti talmente felici, che i muri sembrano saper riprodurre quelle immagini e conoscere a memoria il suono della tua voce. Ti vedo

dappertutto, Lou. Sei sul primo scaffale in alto a destra della cucina, dove tengo ancora le bustine del tuo tè preferito, sei nelle impronte che hai lasciato sul divano, nelle macchie di cioccolata che sono rimaste sulla mia felpa verde, quella che hai indossato ad Orlando. Ti sento nelle canzoni che ci siamo dedicati in questi anni, nelle lacrime che non sei più tu ad asciugare, nei pezzi rimasti di questo amore che ha saputo riempirci e svuotarci di ogni cosa.

Mi basterebbe la certezza che tu stia bene, Lou. Mi basterebbero le rughette intorno agli occhi e le guanciotte piene per essere pronto a lasciarti andare. E invece nelle foto che sono uscite prima di Capodanno eri di nuovo troppo magro e troppo ubriaco. Quando le ho viste ho pianto un po', perché sapevo che fosse colpa mia. Ho sempre cercato di regalarti solo sorrisi, e invece sono state poche le volte in cui sono riuscito a ritrovare i pezzi del tuo cuore che si sono persi per strada. Tu dicevi che bastasse un mio sorriso per renderti felice, mentre io ti vedevo dimagrire e riprendere peso senza poter controllare ciò che stava accadendo.

Mi dispiace se il nostro amore non è bastato, Lou. Se non sono stato in grado di alleggerire i pesi che ti portavi dietro. Se i miei “ti amo” non erano abbastanza forti da coprire le critiche e gli insulti. Tu con me ci sei riuscito. Quando ho letto quelle brutte ed immotivate parole su Twitter, agli inizi della nostra carriera, e mi sono chiesto cosa avessi fatto di male per meritare così tanto odio. Quello è stato il nostro primo “ti amo”, ed è stata anche la prima volta che ho capito quanto più facile sarebbe stato affrontare il mondo con te al mio fianco. Avrei voluto essere forte quanto te, ma non ci sono mai riuscito. Ho pianto quando sei stato costretto ad uscire con Eleanor, ho lasciato la città quando hai accettato di non passare con me il giorno del tuo compleanno. Ho aggiunto altri pesi a quelli che già c'erano, e me ne rendo conto solo ora che non c'è più niente da recuperare. Sei sempre stato tu quello che più ha lottato per tenere in piedi questo amore, nonostante ti abbiano dato mille motivi per smettere. Poi il dolore è diventato semplicemente troppo, quindi hai fatto le valigie e te ne sei andato. Non ti ho fermato, Lou, perché sapevo che non sarebbe servito a niente. Perché meriti di essere felice, e con me non lo sei più da troppo tempo. Ci siamo illusi che saremmo potuti tornare i due ragazzini spensierati che si sono innamorati inseguendo il loro sogno, ma non ci siamo riusciti. Ciò che fa male, però, è questo amore che non vuole andarsene. E' rimasto qui, incastrato nelle parole che ti ho scritto e nelle crepe troppo profonde del mio cuore, intrappolato tra le rughette intorno ai tuoi occhi e tra gli spazi delle tue dita che sembrano così vuoti senza le mie a riempirli.

Se ne andrà mai, Lou? Questo dolore che si è annidato anche nei più piccoli spazi delle nostre giornate, finirà o continuerà a tormentarci? I tuoi occhi saranno spenti ancora per molto o troveranno un motivo per tornare a splendere?

Se tu non brilli non lo faccio neanch'io, Lou. Perché tu sei il Sole ed io sono la Luna. Perché ho imparato a vivere della tua luce e dei tuoi baci e del blu dei tuoi occhi, e se tu non ci sei più io non riesco a ritrovare me stesso. Sono un puzzle incompleto, un cuore che funziona per metà.

Ma va bene se tu sei felice, Lou.

Magari un giorno saremo di nuovo felici insieme. Magari ritroveremo la strada di casa e i nostri cuori torneranno a battere allo stesso ritmo. 
Io continuo a sentire il rumore del tuo.

Ti amo, Louis.

Da sempre e per sempre tuo,

H.

   
 
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