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Autore: ibegyourhate    18/01/2016    0 recensioni
Tadashi decide di preparare una torta di fragole per avere un parere da Tsukishima, ma non calcola che prepararla sarà più difficile del previsto.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kei Tsukishima, Tadashi Yamaguchi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Rosso come una fragola”

Pairing: Kei Tsukishima x Tadashi Yamaguchi

Anime: Haikyuu!!

Oddio. Sono tornata su EFP dopo quasi tre anni. Mi fa uno strano effetto, lo devo ammettere.
Spero che questa piccola one-shot piaccia a qualcuno, dato che non leggo molto negli ultimi tempi e di conseguenza le mie skills sono peggiorate.
Enjoy (?)


 

Gli allenamenti di pallavolo della Karasuno stavano diventando sempre più insostenibili, ogni giorno che passava era sempre peggio. Tadashi stava pian piano migliorando nelle sue capacità, ma ogni volta che vedeva gli altri mettersi continuamente alla prova, si sentiva maledettamente inferiore.

Si ripeteva sempre che doveva metterci tutto se stesso, se voleva giocare nelle partite. Di lì a poco ci sarebbero stati i campionati nazionali, e non poteva permettersi di rilassarsi. Tutti erano in tensione.
L'allenatore Ukai pensò però che un giorno libero avrebbe fatto bene ai ragazzi, quindi decise di farli ritornare a casa.Tadashi da una parte era preoccupato, perché oramai ogni suo allenamento era fondamentale, ma da un'altra parte si sentì sollevato. Alla fine, un pomeriggio libero non avrebbe fatto male a nessuno.Tutto quello stress sarebbe stato dimenticato un po', per lasciare spazio a qualcosa che a Tadashi piaceva fare.

Fin da piccolo, Tadashi era stato particolarmente affascinato dalla cucina, passione che gli era stata trasmessa da sua madre.
Lui aveva sempre preferito mangiare cibi salati, dato che il suo cibo preferito erano le patatine fritte, ma adorava cucinare i dolci.
Per questo, non appena le lezioni terminarono quella mattina a scuola, decise che avrebbe invitato Tsukishima a casa sua.
Negli ultimi tempi si sentiva strano quando stava con lui. Lo aveva sempre considerato un ragazzo “figo”, quindi l'ammirazione era una naturale conseguenza di qualcosa di molto più importante. Ma Tadashi non se ne era ancora reso conto. Tsukishima era sempre stato il suo migliore amico, niente di più.

«Tsukki! Tsukki!» Tadashi lo chiamò più di una volta cercando di rincorrerlo per il corridoio: la moltitudine di studenti gli impediva di raggiungerlo, ma perderlo di vista era impossibile, vista la sua altezza.
Tsukishima si accorse di essere chiamato, e si voltò. «Mh? Yamaguchi, non alzare la voce così»
«Scusa, Tsukki! Volevo chiederti una cosa» disse, cercando di andare subito al dunque.
Il ragazzo biondo annuì, aspettando che Tadashi parlasse.
«Senti.. pensavo di invitarti da me oggi, che ne pensi?» sorrise nel proporglielo, cercando di strappare un sorriso anche all'amico. Tsukishima non sorrideva spesso, ma qualche volta capitava.
Solo quando era con Tadashi.
«In realtà avrei altri programmi oggi..» rispose il più alto, reggendo con una mano la cartella sulla spalla.
«Cos'hai da fare?» domandò Tadashi. Si rese conto solo dopo che era risultato un po' invadente, ma si disse che ormai se lo poteva permettere. Insomma, si conoscevano da tanto tempo.
Tsukishima si mise una mano dietro la testa, grattandola leggermente.
«Io e mio fratello.. volevamo fare una maratona dei film di Jurassic Park..» lo disse a bassa voce, come se non volesse essere sentito.
A Tsukishima erano sempre piaciuti i dinosauri. Aveva una passione per quei grandi rettili fin da quando era piccolo, e ogni cosa che li riguardasse lo incuriosiva. Inoltre, aveva sempre adorato quella saga di film.
E inutile dire quante volte avesse trascinato la famiglia a vedere le mostre dedicate alla preistoria.
«Oh.. ma li hai già visti tante volte, Tsukki! Io volevo che assaggiassi la torta di fragole che preparerò..» Tadashi gli rivelò cosa aveva in serbo per lui quel pomeriggio, sperando che cambiasse idea.
Forse poteva risultare noioso, ma ci teneva davvero.
Oltre che appassionato cronico di rettili giganteschi, Tsukishima a volte poteva risultare un critico di cucina molto severo. Soprattutto quando si trattava del suo piatto preferito.
«Torta di fragole?» mormorò Tsukishima, mentre le sue pupille stavano quasi per tramutarsi in cuoricini.
«Si! Mi piacerebbe avere un parere da parte tua!» Tadashi alzò gli occhi al cielo, poi spostò una mano dietro la schiena, dove teneva due dita incrociate.
Voleva assolutamente stare con il suo Tsukki, quel pomeriggio libero.
«V-va bene..» non impiegò molto tempo per convincere il biondo. Alla fine, sapeva quali erano i suoi punti deboli.

Durante il tratto di strada tra la scuola e la casa di Tadashi, regnava il silenzio.
Il moro non sapeva il perché, ma negli ultimi tempi non capiva cosa ci fosse che non andava nella loro amicizia. Era diventato un rapporto strano, pieno di incomprensioni, e tutto solo perché Tadashi si sentiva strano ogni volta che stava con lui.
Forse lo idolizzava troppo, pensava, ma ogni volta che lo vedeva non sapeva cos'altro ci fosse di più perfetto. Una volta, mentre ci pensava, gli balenò in testa l'idea di essersi preso una cotta.
Che stupido, si disse, impossibile.
Quel tratto di strada sembrava così dannatamente lungo. Tadashi teneva lo sguardo fisso a terra, solo alcune volte incrociava quello del più alto, per poi scostarsi imbarazzato.
Che stupido.

Per fortuna arrivarono a casa, e dopo essersi tolti le scarpe e aver posato le borse, la cucina diventò la loro unica priorità.
Tadashi la sera prima era andato a fare spesa, tutti gli ingredienti per preparare la torta erano pronti.
«Allora, per prima cosa dobbiamo frullare le fragole» disse Tadashi con fare impacciato. Prese il frullatore, e per poco non lo fece cadere a terra. Fu la mano di Tsukishima a salvarlo prontamente, afferrandolo subito.
«Attento!» esclamò, rimettendo il frullatore sul piano della cucina.
Già in quel momento, Tadashi avvampò.
Si sarebbe spalmato le fragole sulla faccia pur di non far vedere che era diventato rosso come loro.
Prese un coltello per togliere le foglie verdi dalle fragole, per poco non si tagliò.
Una volta fatto, inserì le fragole nel frullatore, premendo il pulsante per accenderlo. Ma non successe nulla.
«Idiota, devi prima sigillarlo» disse Tsukishima, prendendo il coperchio e chiudendo il frullatore.
«Ah..! Si, che sbadato!»
Che diavolo gli stava succedendo? Era così dannatamente distratto.
Riuscì a frullare le fragole, poi aggiunse la panna, i tuorli delle uova e lo zucchero. Dovette fare appello a tutta la sua concentrazione, perché Tsukishima era dietro di lui ad osservarlo.
«Vuoi assaggiare?» chiese Tadashi, prendendo con un piccolo cucchiaio un po' di quella crema.
Tsukishima si avvicinò a lui, gli prese il polso e accidentalmente il cucchiaio cadde a terra.
Tadashi sussultò, abbassandosi per raccoglierlo.
Maledizione, stava tremando.
Tremava perché non poteva sorreggere lo sguardo di Tsukishima, non poteva stare con lui se si comportava così.
Per un attimo si pentì di averlo invitato. Aveva bisogno di riflettere.
«Yamaguchi.. stai bene?» domandò il biondo, forse un po' preoccupato.
Ecco, si disse. Hai toppato anche stavolta Tadashi, complimenti.
«Ah? Eh- si, perché?» borbottò, intento a maneggiare oggetti poco sicuri in cucina.
Qualsiasi cosa pur di non incontrare il suo sguardo.
Tsukishima infilò un dito nell'impasto, e se lo portò alle labbra per assaggiarlo. Lo assaporò, dopodiché mise di nuovo il dito nell'impasto e lo porse a Tadashi.
«Manca un po' di zucchero, non trovi?»
Quello era veramente troppo per il moro. Guardò quasi sconvolto il dito di Tsukishima, per poi borbottare qualcosa di incomprensibile.
«Yamaguchi, quanto ti ci vuole per ammetterlo?» esordì il più alto, avvicinandosi pericolosamente a Tadashi. Lo confinò in un angolo della cucina, lontano da ogni possibile aiuto. Il suo sorriso faceva quasi paura.
«Eh..? Cosa..?» il più basso era diventato completamente rosso. Lo era anche prima, ma in quel momento aveva raggiunto il massimo.
Voleva scappare a tutti i costi da quella situazione, ma le braccia di Tsukishima gli bloccavano il passaggio. Sentiva che stava per impazzire.
Quest'ultimo si avvicinò ancora di più a lui, incitandolo ad assaggiare l'impasto.
Molto timidamente, Tadashi si fece coraggio e leccò appena il dito del biondo, chiudendo gli occhi.
«Già..» borbottò. «Forse manca un po' di zucch--» si interruppe. Ma non lo fece perché era imbarazzato, ma perché le sue labbra avevano incontrato un ostacolo.
Sentendo il sapore, pensò che fosse il dito di Tsukishima intriso di impasto, ma quando aprì appena un occhio, si rese conto che non era quello. Erano le labbra di Tsukishima.
Tadashi si scostò subito, con il fiatone, spaventato.
Non aveva mai baciato nessuno, tantomeno un ragazzo. Quel ragazzo.
«Ma che stai facendo?» avrebbe voluto urlarlo, ma dalla sua bocca uscì fuori solo un filo di voce spezzata. Portò entrambe le mani sul petto del biondo, cercando di farlo allontanare.
Tsukishima sorrise, avvicinandosi nuovamente al proprio amico, che ormai tanto amico non era più.
«Pensavi che non me ne fossi accorto?» domandò il biondo, cercando lo sguardo del moro.
«D-Di cosa? Dello zucchero?» Tadashi non era bravo ad ammettere certe cose, tuttavia la parte del finto tonto non gli riusciva affatto bene.
Tsukishima iniziò a ridere, mentre il più basso lo guardava corrucciato.
Per lui era divertente, eh?
Non era affatto carino che lo prendesse in giro così, penso Tadashi, ma non era quello l'intento del biondo.
Tsukishima si avvicinò di nuovo pericolosamente al moro, e lo baciò sulla punta del naso.
«Sei adorabile» rispose, guardandolo dritto negli occhi. Gli teneva una mano sul mento, nel caso gli venisse l'idea di abbassare il volto e non incrociare più i suoi occhi dorati.
La reazione di Tadashi fu abbastanza insolita.
Circondò il torace del biondo con le proprie braccia, iniziando a singhiozzare.
«Idiota. Sei un idiota, Tsukki..»

Era solo il suo modo di dirgli che lo amava, e che non c'era modo più imbarazzante di quello per farglielo ammettere.

  
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