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Autore: GreenCats    18/01/2016    1 recensioni
L'amore non fa a pezzi, l'amore ci distrugge completamente.
Harry sta cercando di superare l'abbandono di Louis, un modo per superare indenne quella mancanza che lo sta lacerando dentro. Sono passati sei mesi dall'ultima volta che l'ha stretto a sé ed i ricordi iniziano a farsi sempre più pesanti, come il suo stomaco che continua a crescere.
Harry/Louis // Harry!Mpreg // OneShot (2/2) spirata a 'If This Was A Movie' - Taylor Swift // Presenza di contenuti forti
Genere: Angst, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Mpreg
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Piove. 
Piove da sei mesi ormai ed Harry non sa se succede davvero oppure è la sua testa a crearla, la pioggia. Visto che lui le sue lacrime le ha versate tutte, ora lo lascia fare al cielo.
Piove e lui non riesce a dormire, non con quel vuoto nel petto. Non quando la metà del suo letto è fredda, nonostante lui si sia intestardito a dormire nel centro, a cercare di riempire gli spazi che qualcuno ha lasciato. 
Ma non ce la fa perché lui stesso si sente freddo e vuoto, come quel letto dove nessuno più ci fa l'amore, dove un tempo ha seriamente pensato di essere felice, dove nessuno lo abbraccia più. Si domanda ancora perché Louis sia andato via, cerca di capire ma non ha risposte e lui ha staccato completamente il telefono, ogni contatto, ogni legame. Harry si sente come amputato, di un braccio, di una gamba, del cuore, non lo sa. Ma sa di non essere più lo stesso da quando nel mezzo della notte ha sentito la porta sbattere e tutto farsi a pezzi. Vorrebbe alzarsi alzarsi, vorrebbe andare via ma non può, deve rimanere ed aspettarlo, perché Harry lo sa, lo sa che prima o poi tornerà e lui deve farsi trovare a casa, a casa loro. Gli viene da piangere mentre con la coperta addosso guarda fuori dalla finestra, tra il giardino ed il vialetto, scorge solo una macchina. No, Louis non è ancora tornato, non ha parcheggiato di fianco la sua Range Rover e non ha urlato di essere a casa. 
Harry vorrebbe piangere ma non ce la fa, nei suoi occhi verdi sente solo un'amara stanchezza e nel suo stomaco la bile sta facendo i capricci – "Non ora, ti prego" – spera ma è inutile, perché qualche minuto dopo si ritrova nel bagno a maledire se stesso e la cena appena rimessa. Ma non si arrabbia con la sua pancia, non potrebbe mai farlo.

È convinto che il bambino che porta in grembo possa sentirlo, quindi cerca di controllarsi e di non prendersela mai con lui o lei – non l'ha voluto sapere - alla fine non ha colpe, Harry lo sa. Vorrebbe solo vomitare meno e dormire di più o avere meno voglie di gelato al limone ed involtini primavera. Ora ha voglia di Skittles ma sa che non può chiamare la sua assistente per questo genere di cose, anche se crede fortemente che sia un'emergenza non da poco ma non vuole disturbarla nel bel mezzo della notte per delle stupide ma buonissime caramelle di cui sente di avere bisogno e dire che quelle palline colorate a lui non sono mai piaciute.
La gravidanza è strana, se lo ripete da sei mesi, dal giorno in cui l'ha scoperto ed ha iniziato a volere dannatamente delle cose che mai nella sua vita ha mangiato. Come quella volta che aveva spedito Liam in piena notte a comprare della salsa Vinegar da mettere sul gelato oppure quando ha letteralmente svuotato l'intero reparto panetteria da Tesco. Si passa una mano sulla pancia ormai grande, non sa cosa fare ma non è preoccupato, sta gestendo bene la gravidanza nonostante sia rimasto solo ed obbligato dai suoi manager a rimanere segregato in casa, non possono permettersi uno scandalo come quello, non saprebbero come gestirlo ed in verità nemmeno Harry.
Ha pensato più volte di fare qualcosa, si è chiesto spesso cosa penseranno le fan quando lo vedranno con un bambino, ha immaginato già i titoli di giornale dire - 'Harry Styles dei One Direction padre' – e domandarsi da dove diavolo sia uscito quel bambino, ma lui la verità non può dirla e preferisce tenere quella sua speciale capacità solo per se stesso, la sua famiglia e gli amici, per quelli che sono rimasti.

Anne – sua madre – non vede l'ora di diventare nonna e non la smette di comprare tutine, bavagli e quant'altro, ha persino preparato una camera per il bambino in casa sua, con tanto di culla e sedia a dondolo ed ha già ben messo in chiaro che almeno un fine settimana al mese, quell'esserino deve passarlo con lei. Gemma segue fiera le orme di sua madre, portandogli ogni giorno nuovi vestiti e con quella scusa si ferma a fare due chiacchiere col fratello, ad accertarsi che stia bene ma non glielo dice mai quanto lo vede spento, senza luce, da quando Louis è andato via. Quello è un pensiero comune a tutti ma nessuno ha il coraggio di dirglielo, non dicono neanche quel nome in presenza di Harry, l'ultima volta che è successo ha pianto ininterrottamente per ore e nessuno vuole vederlo così, non fa bene al bambino e soprattutto non fa bene ad Harry, ma quella sera è diversa. Johannah lo passa a trovare ogni tanto ma si sente in colpa per ciò che suo figlio ha fatto e da un po' di tempo quindi ha iniziato a non andare più, si limita a chiamarlo, chiedergli se tutto procede bene e dargli qualche consiglio, alla fine è un'ostetrica ma soprattutto è una mamma che ha partorito sette figli, è autorizzata. Vorrebbe farlo sentire meglio ma non sa come fare, è incazzata anche lei con Louis per ciò che ha fatto – 'Tale padre, tale figlio' ironizza – quindi opta per la strada più semplice non chiedendogli nulla, limitandosi a parlare dell'arrivo del suo primo nipotino. Quel bambino che legalmente non avrà nulla a che fare con lei - perché sarà uno Styles - perché suo figlio ha deciso completamente di lavarsene le mani, non riconoscendolo e scappando via. Ma Harry le ha promesso comunque di farglielo vedere ogni volta che vuole, dimostrando ancora una volta la sua estrema bontà.

Sente un calcio Harry e poi un altro movimento poco sopra il suo stomaco - 'Non sono l'unico che non riesce a dormire' – pensa, mentre si infila un paio di cuffie e con non poche difficoltà scende le scale di casa. È alla ventottesima settimana e si sente troppo grosso – e grasso – ora fa fatica a fare anche le cose più semplici ed odia dover chiedere alle persone aiuto per piccole cose ed odia ancora di più non poter mettere i suoi stivaletti in camoscio ma quelle orrende scarpe da ginnastica, coi piedi gonfi che si ritrova sono le uniche cose che riesce ad infilarsi. Non rimpiange però il suo fisico oppure i suoi muscoli, porterà fiero quelle smagliature e la cicatrice sotto il ventre se questo vuol dire avere finalmente suo figlio tra le braccia, non vede l'ora, spera solo di essere un bravo papà e di farcela. Si è chiesto se dovrà parlargli o parlarle di Louis, ma ci sarà tempo per raccontare di come l'unico amore della sua vita l'abbia lasciato due giorni dopo aver saputo della gravidanza, tradendolo con quello che per cinque anni aveva considerato non solo un amico, ma un fratello. Ed eccolo il famoso Harry Styles, ventiquattrenne, ex membro della boyband più titolata al mondo, incinto e solo davanti al camino mentre rimugina su ciò che una volta era la sua vita e lo fa a ritmo della playlist che Louis gli aveva creato qualche mese prima.
Vorrebbe mandarle tutte avanti o mandare indietro il tempo di sei mesi o qualcosa in più, ma si limita a stendersi sul divano con una tazza di Yorkshire Tea, che beve solo per ricordare il gusto delle labbra di Louis, e non dire nulla, perdendosi ancora nei ricordi di quando non c'era dolore, di quando si sentiva sempre a dieci centimetri da terra per la felicità.

«Non riesci a dormire?» - la voce gli arriva da dietro le spalle, non vorrebbe stoppare la canzone che sta ascoltando in quel momento, quella che lui stesso ha scritto per Louis ma lo fa e si volta verso il suo amico, che per quelle cose sembra avere sempre un sesto senso. Guarda Niall stare lì in piedi davanti a lui, col petto nudo e una vecchia tuta smessa, i capelli ora scuri, incasinati ma gli occhi sempre vispi. Harry si ferma un attimo di troppo ad osservarli meglio, sono azzurri eppure sono così differenti dai suoi, chiude un attimo gli occhi e cerca di ricordare tutte le sfumature di quell'azzurro che gli manca da morire. Le foto che trova sul Web non sono abbastanza, non rendono davvero l'intensità di quello sguardo, le sfumature che possiede quando è arrabbiato, felice, quando si è appena svegliato o è prossimo all'orgasmo. Louis ha una sfumatura di azzurro per ogni cosa nella sua vita ed Harry ha paura di dimenticarle tutte.

«Va tutto bene?» - domanda ancora Niall sedendosi accanto a lui ed Harry annuisce accompagnando quel gesto con un sorriso, peccato che non convince nessuno, né l'irlandese, né se stesso.

Niall non sa che cosa fare o dire, vorrebbe abbracciarlo e scusarsi per cose che lui non ha fatto, ma non è abbastanza, spera però che la sua sola presenza sia sufficiente, non è bravo a consolare le persone ma vedere uno dei suoi due migliori amici così lo sta letteralmente consumando, deve fare qualcosa. È preoccupato, lo sono tutti in fin dei conti, ma lui a differenza degli altri – soprattutto di Liam – non lo dice. Non vuole opprimere Harry in nessun modo, sa che sarà lui a parlare, a cercarlo, se ne avrà bisogno. Quindi lo lascia crogiolare nella sua tristezza, ma resta lì con la mano tesa, pronto a tutto.
Harry è grato di avere nella sua vita Liam e Niall, sono rimasti insieme nonostante il nome One Direction non esista più. Loro tre la promessa l'hanno mantenuta.

Zayn e Louis no.

«Ho finito il tuo Ben&Jerry's, mi dispiace» - ci prova l'altro ma non riesce a dissuadere Harry dai suoi pensieri, vede il suo sguardo perso sul telefono e vorrebbe non sapere il perché ma purtroppo non è così - «Sono uscite sue nuove foto?»

Ma scuote la testa, sono mesi che evita qualsiasi tipo di social network per non incappare nell'ennesima notizia di Louis con qualche ragazza, fuori da un locale o altro, gli viene il magone solo a pensarlo, non ce la fa a vederlo ma le notizie lo raggiungono sempre e fanno male, maledettamente tanto. Le fan, quelle che sono rimaste, sono preoccupate per Harry, ma ora ha altri problemi a cui badare. "Se solo i giornali sapessero quanto ci siamo amati" – pensa ogniqualvolta che incappa in un articolo riguardante Louis. Nonostante tutto lo difende ancora da tutte quelle calunnie che i giornalisti scrivono.

«È capitata 'If I Could Fly' nella riproduzione, quanti anni fa l'ho scritta Nì?»

«Tre o quattro anni fa. Tu e lui eravate da poco tornati insieme» - risponde Niall, dandosi dell'idiota esattamente qualche secondo dopo per aver rimesso Louis in mezzo.

«Non siamo stati insieme solo per cinque settimane, non è così tanto»

«Sì è vero, ma quelle cinque settimane sono state davvero lunghe! Io e Liam non sapevamo mai cosa dire o con chi stare, se passavamo troppo tempo con te, ci ritrovavamo lui incazzato, tu facevi lo stesso. Zayn già non c'era più ed è stato difficile trovare un equilibrio! Poi tu ti eri intestardito tanto da metterti a buttare i suoi vestiti dal tour bus!». Niall ricorda quelle cinque settimane come un vero incubo ma comunque col sorriso, era quasi divertente vederli bisticciare, non si incazzavano mai davvero con l'altro e le offese rivolte non erano niente in confronto a quelle che ricordava tra Perrie e Zayn o Sophia e Liam, quelle tra quei due non si potevano definire nemmeno vere e proprie litigate. "Ti auguro un amore come quello di Harry e Louis" aveva detto una volta a Josh e okay, non intendeva un amore omosessuale per suo cugino – no che ci fosse stato niente di male – ma con quella frase intendeva dire un amore vero, qualcosa che va contro tutto e tutti ma resiste.

Almeno così pensava fino a sei mesi prima.

«Se mi ha fatto così male perché mi manca?» - lo dice con un filo di voce - «Poteva dirmelo...Avrei abortito, avrei fatto tutto per lui, poteva dirmelo. Poteva, perché non l'ha fatto?». Niall si precipita ad abbracciarlo, non ce la fa a vedere il suo migliore amico in quelle condizioni, con gli occhi verdi coperti di lacrime e le guance rosse. Non ce la fa più a vedere Harry ridotto al peggio, senza l'ombra di un sorriso addosso. 
'Non è più lo stesso' – pensa mentre lo stringe a sé e non lo dice perché è cambiato fisicamente, per quella pancia grande o i capelli tenuti più corti degli anni precedenti. Lo vede e non sa più che fine abbia fatto quel ragazzo innamorato della vita, con la sua solita luce negli occhi e le fossette dalla felicità.

Non è vero che l'amore fa a pezzi, nel caso di Harry Styles, l'amore l'aveva completamente distrutto.

«Se n'è andato sei mesi fa senza toccare niente delle sue cose, non si è portato niente dietro. Ha preso solo il portafogli e le chiavi della macchina, lasciando sul letto l'anello che gli ho regalato. Avrei abortito se solo me lo avesse chiesto. Avrei fatto tutto per lui e lo farei ancora...»

Niall non risponde, sa che se lo facesse direbbe solo cattiverie e non vuole, perché anche lui è incazzato con Louis, soprattutto lui ma non lo dice e continua ad accarezzare i boccoli dell'amico. Spera solo che Liam legga il suo messaggio ed arrivi il prima possibile, ne ha bisogno, perché è il loro amico ad avere sempre le parole giuste in quel genere di situazione. Lui è stato messo solo vicino ad Harry come guardia, per evitargli di fare cazzate o finire ogni notte come quella. Si è trasferito in casa Stylinson – come una volta simpaticamente la chiamava – per tenere d'occhio Harry, per cercare di tirargli sempre fuori un sorriso, non importa se per qualche mese ha fermato la sua carriera da produttore o quella da golfista. Era stato Liam ad avere quell'idea, subito dopo aver saputo della gravidanza e dell'abbandono: in un primo momento avevano fatto dei turni, alternandosi tra loro due, Gemma, Anne, persino Nick aveva dato una mano a sorvegliarlo e ad aiutarlo in momenti davvero pietosi in cui il riccio mai si sarebbe voluto far trovare, poi Niall aveva deciso di restare lì fino alla nascita del bambino e tutti gli altri avevano solo acconsentito.

«Non pensi proprio a dimenticarlo? Hazza sono passati sei mesi...»

«Mi manca ogni singolo giorno Nì. Ogni mattina prima di aprire definitamente gli occhi, spero, prego per svegliarmi immerso in un suo abbraccio. Lui è stato il mio primo tutto: la mia prima cotta, il mio primo bacio dato ad un ragazzo, la mia prima volta. Come posso anche solo pensare di dimenticarlo?». Niall lo fissa a bocca aperta, a quell'ora tarda la sua mente non è reattiva come vorrebbe, ma non fa in tempo a rispondere che Harry è già con le mani sulla sua pancia, lo sguardo basso ed è tornato a parlare: «Non lo odio. Tutti voi lo fate per me ma non è giusto. L'ho odiato solo per una piccola frazione di tempo ma me ne sono pentito immediatamente. Non posso odiarlo come non posso pensare di andare avanti. Ci sono persone che non si possono rimuovere dalla vita e Louis è la mia. Mi fa male Nì, mi fa un male cane perché mi manca, mi manca tutto il tempo ed io non so più a chi appigliarmi. È devastante guardarmi attorno e non vederlo. Guardo la mia pancia e spero che questo piccolo esserino qui non esca con i suoi occhi, può assomigliargli in tutto ma non gli occhi, ti prego – dice in lacrime Harry rivolgendosi al suo bambino, a se stesso – non potrei sopportare di vedere due occhi così simili ai suoi ma non lui. Sarà un dolore eterno, so che lo sarà, perché l'ho amato più di quanto fosse possibile, ma non è bastato. Zayn evidentemente è stato più bravo di me».

Harry (02:55):
Lou, torna da me.

Harry (02:56): 
Torna da me, torna da me, torna da me, torna da me.

Harry (02:59):
È meglio di me?

Non parlano più, nessuno dei due lo fa, Niall vorrebbe ma non sa cosa rispondere. Vorrebbe vederlo felice ma non ci riesce, è ancora lunga la salita che porta a qualche tipo di contentezza. Sa che ci sarà sempre il macigno di Louis Tomlinson a gravare sulla vita di Harry, sul suo cuore. Tra i loro rispettivi pensieri e borbottii, sentono il campanello suonare e l'irlandese si precipita alla porta per aprire a Liam - «Ce ne hai messo di tempo!» - lo rimprovera subito.

«Io ed Andy eravamo dall'altra parte di Londra, questa maledetta città è trafficata anche in piena notte!»

«Tu ed Andy, eh?»

«Stai zitto folletto!» - sbuffa infastidito. Andy è il suo migliore amico da quando ne ha memoria e non ha mai pensato a lui in quel modo. Certo, si era fatto delle domande quando aveva scoperto di Harry e Louis e forse – forse – lo aveva convinto anche a scambiarsi un innocente bacio e no, non lo avrebbero fatto mai più. Niall gli dà una pacca sulla spalla e - «Dai seguimi, è davvero giù» - lo indirizza verso l'enorme salone bianco senza aggiungere nulla o accendere la luce, ormai entrambi conoscono quella casa come le loro tasche: quando erano ancora una band – o semplicemente tutti erano amici – passavano quasi tutti i fine settimana in quella residenza, tra una partita all'X-Box, un paio di birre di troppo, canzoni e chiacchiere. Erano come cinque fratelli e stupidamente pensavano di durare per sempre, in fin dei conti se lo erano promesso.

Ma non era andata così e Liam rimpiangeva i bei vecchi tempi andati, gli mancava la spensieratezza di quei giorni vissuti ma ancora di più gli mancavano Louis e Zayn, ma non l'avrebbe mai ammesso, almeno non in quella casa dove pensare una cosa del genere, equivaleva quasi a bestemmiare. 'Louis e Zayn' era un argomento che nessuno toccava più, lo aveva chiesto espressamente Harry e nessuno gli aveva dato contro. Era giusto non parlare di quella relazione segreta che aveva distrutto tutto, che aveva mandato tutto a puttane.

Era stato Zayn ad inculcare quell'idea a Louis, era stato lui a convincerlo a raggiungere Los Angeles, era stato il ragazzo di Bradford a fare tutto ed Harry impassibile non aveva fatto nulla.

«Dici che dovremmo dirglielo?» - chiede Liam mostrando il suo telefono a Niall, già a conoscenza di quelle foto, scuote la testa convinto - «No, lo farà Louis, se vuole». Liam non pensa di ribattere, sa che il suo amico ha ragione e mostrare ad Harry quelle foto non è convenevole - «Anche a te le ha inviate Preston?» - chiede, indicando la loro fidata ex guardia del corpo e Niall annuisce solo, senza aggiungere altro.

«Pensavo che sarebbe stato lui fino alla fine, me lo aveva promesso...» - i due ragazzi sentono parlare e non hanno il tempo di arrivare in salone che già capiscono cosa sta succedendo: Harry sta parlando al bambino di Louis, succede spesso e non ne sono stupiti, solo rattristati. Sanno che il loro amico sta soffrendo e loro non possono fare nulla. Avevano provato ad andare a Los Angeles – posto dove Louis si è ritirato o meglio, nascosto – prima Niall insieme a Gemma ed infine Liam, ma era stato tutto vago. Il più grande non si era fatto vivo nemmeno una volta, rifugiandosi invece da Zayn che gli aveva dato asilo politico.

Non avevano detto nulla ad Harry.

«Stai raccontando al piccolino come vi siete conosciuti tu e Lo-lui?» - chiede Payne, spogliandosi di giacca, cappello e felpa fino a restare a maniche corte, le braccia interamente tatuate in mostra, da qualche parte, all'interno dell'avambraccio, ci sono anche i nomi dei suoi amici, di tutti e quattro, voleva ricordare in quel modo l'esperienza più bella e assurda della sua vita. Lascia anche per qualche minuto il suo inseparabile telefono, posizionandolo sopra il camino. Avrebbe fatto il suo lavoro anche da lì. Non è cambiato molto nel tempo ed Harry è felice, perché sembrano tutti andare avanti, crescere – invecchiare – ma non Liam, ha solo messo un po' di massa muscolare sul petto, ha definito i muscoli delle spalle ma è rimasto uguale, non ha cambiato neanche taglio di capelli ed ha desistito dal farseli allungare nuovamente, come quando aveva sedici anni.

«Piccolino te la raccontiamo noi la vera storia» - Liam e Niall sanno che è sbagliato quello che stanno facendo, che non è giusto rivangare il passato ancora, non fa bene alle speranze di Harry ma si lasciano andare ai ricordi, vedendo il riccio sorridere - «C'erano una volta cinque ragazzi, di cui uno davvero bello, cioè io-»

«Liam!» - sbottano in coro gli altri due, Liam alza le mani in segno di scuse e poi le posiziona sopra il pancione dell'amico speranzoso di sentire il suo nipotino muoversi - «Okay dicevo, c'erano questi cinque ragazzi che volevano cantare...»

«Riempire le arene...» - suggerisce Niall seduto ai piedi del divano - «Okay, volevano riempire le arene. Nessuno di loro si conosceva ma tutti eravamo uniti dallo stesso sogno, eravamo piccoli e non sapevamo nulla, volevamo solo cantare»

«Lì mi fai piangere però!»

«Niall la vuoi smettere?»

«Non sapevamo che saremmo diventati presto famosi. Ci siamo conosciuti, abbiamo iniziato a cantare insieme e speravamo che quello che stavamo vivendo non potesse mai finire perché lo volevamo, lo volevamo con tutto noi stessi. I tuoi papà si sono conosciuti in bagno, mentre facevano la pipì. La pipì è davvero importante nella vita di loro due: Harry ha scoperto di te facendo pipì su un bastoncino rosa! Comunque, io, Zio Niall e Zayn avevamo notato che c'era qualcosa che non andava nei tuoi papà, erano sempre appiccicati uno all'altro ed Harry, beh papà guardava Louis come qualcuno che si vuole sopra ogni cosa. Non ho mai visto sguardi così e loro cercavano di nasconderci tutto, ma non ci sono riusciti perché nemmeno nel giro di un mese, li abbiamo beccati...» - Niall interrompe Liam non appena nota che sotto le loro mani c'è un Harry tremante ed in lacrime e non ce la fanno più a guardarlo in quel modo, ma con un cenno del capo di quest'ultimo, tornano a parlare ma questa volta lo fa Niall.

«Si sono amati tanto i tuoi papà e non è colpa tua se ora sono un po' lontani. Tu sarai la cosa più bella che hanno creato. Alcune volte però la gente che si ama tanto ha paura. L'altro tuo papà, non questo in cui sei dentro, ora ha paura di tante cose, ma sono sicuro che capirà cosa si sta perdendo. È come un film d'autore, lo apprezzi solo dopo averci pensato su bene»

«Se fossimo in un film Niall, ora Louis sarebbe fuori dalla porta, sotto la pioggia con un cartellone in mano con su scritto 'Mi dispiace'. Ma sai cosa sarebbe divertente? Io sarei come la protagonista stupida del film che non ci pensa neanche due minuti, lo abbraccerei e gli direi che mi, anzi, ci è mancato. Se fossimo in un film, io non vorrei nessun monologo, solo un diretto 'Mi dispiace' ed una promessa, quella di farcela insieme, mi basterebbe questo, come nei film. Ma non lo siamo e Louis è a 5640 chilometri da me, non mi risponde al telefono e forse in questo momento si starà scopando Zayn, come un film porno. Tanto è già successo, no?» - Harry non ce la fa a tenersi tutto dentro, sputa quelle parole con rammarico, forse anche un po' di odio, ma se lo può permettere, alla fine è lui quello che è stato lasciato solo ed incinto e non è giusto, per nulla - «Ecco il film che Louis sta vivendo! Il mio è solo un horror girato male che non finisce mai».

Niall e Liam vorrebbero replicare ma non lo fanno, sospirano solo e si allontanano da lui, ognuno con le proprie cose da fare, conoscono il loro amico e sanno che adesso vuole solo stare solo e così fanno, non parlano neanche tra di loro ma si capiscono ed in silenzio tornano alle loro cose, lasciando Harry ai suoi pensieri.

Guarda fuori e non piove più. 
Ma è triste lo stesso. 
Il dolore non lo lascia mai.

Se fosse per lui prenderebbe un aereo diretto per Los Angeles, solo per vivere al sole, ma non può per due semplici ragioni: è incinto di sette mesi e in quel posto, c'è casa sua. E con questa non intende un'immobile, c'è Louis lì e non è ancora pronto per condividere la sua stessa aria senza stare male. Sa che è in una delle loro casa, una delle governanti lo ha informato di questo ma quando ha provato a chiamare gli ha risposto Zayn e non ha avuto il coraggio di parlare, ha solo represso un singhiozzo o due ed ha riagganciato. Spera solo di non essere stato riconosciuto, ma sa che non è così. È come se il mondo gli fosse caduto addosso ancora.  Ma dovrebbe aspettarselo, Louis sta solo continuando la sua vita, Harry non può. Lui mantiene la promessa, resta fermo a Louis, lo farà sempre.

Si sente disperato ed ancora una volta non sa che fare, Louis non risponde ai suoi messaggi – come sempre – ma si promette di non inviarglieli più almeno per quella sera, solo un altro.

Harry (03:32):
Stiamo bene, oggi ha scalciato un paio di volte. Se sarà un maschietto sarà un bravo calciatore, lo dice Liam. Okay, dimmi se ti danno ancora fastidio questi messaggi, non lo so.
Mi manchi Lou.

Harry (03:34):
Buona vita senza di me, Louis. 
Sarai sempre nel mio cuore.
Ti amo, tuo sempre, Harry.

Sospira ancora una volta, è incerto ma manda quel messaggio e sente il cuore ancora pesante, non sa che cosa sta facendo, dove sta andando, gli manca solo Louis.  È l'unica costante che ha in questo momento la sua vita, insieme alla sua pancia. Sono due costanti unite, una reazione di un'altra.
Gli manca Louis, gli manca maledettamente tanto stare con lui e con non poche difficoltà si alza, sale le scale e con un lungo sospiro, abbassa la maniglia di una porta che teneva chiusa da settimana ed entra. Chiude inizialmente gli occhi e vorrebbe fare la stessa cosa col suo setto nasale, ma la gravidanza gli fa sentire ogni più piccolo odore ed appena entra, lo sente: il profumo di Louis.

Gira in solitudine verso la grande camera - non sa dove guardare prima - se sfiorare i tasti del pianoforte che ogni tanto suonava per lui, se fermarsi a guardare tutte le loro foto appese al muro, da quando erano due ragazzi ad X-Factor, le prime uscite, le foto dei diciott'anni di Harry e quella dei ventuno di Louis. C'erano foto delle loro vacanze, del loro cane, delle loro famiglia, c'era persino Lux che ora non è più così piccola, foto con Niall, Liam, Zayn e poi ce n'erano decine che ritraevano loro, felici ma soprattutto innamorati. Non pensava sarebbe stato così difficile dimenticarsi di Louis Tomlinson, l'amore della sua vita, suo marito.

Senza accorgersene prende una vecchia felpa dell'Adidas che lui aveva lasciato buttata sul divanetto nella stanza, vorrebbe indossarla ma è troppo piccola ed allora la stringe al petto, l'annusa e torna a piangere.

Louis (04:01):
Harry.


***
Continua...

  
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