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Autore: Sweetcurry    16/03/2009    4 recensioni
«Ma la smetti con questo Ville Valo??» ribatto io sospirando, mentre accelero per superare un cretino che sta in mezzo alla strada con una carretta da due soldi. «Te lo sei fatto pure sul palco, Bert! Dovrei fare insinuazioni io sulla vostra possibile storia, ma oh, no scusa, ci sarebbero più possibilità con uno che abita a due metri da casa tua con i capelli biondi e ossigenati» finisco lasciandolo confuso.
Vedo che ci rimane qualche minuto a pensarci molto concentrato. Poi apre la bocca e da voce ai suoi pensieri che non riuscirò mai a capire del tutto. «Ma che c’entro io scusa? Stiamo parlando di te e dei tuoi piani per farmi le corna, non di quelli che mi sono fatto, che poi saranno almeno il triplo dei tuoi.» constata molto seriamente.
«Cosa?!» prorompo irritato. Da quando viene fuori con queste cose? Oddio, si è messo pure a contarli sulle dita, e oddio, fra quelli c’è un sacco di gente che conosco!
[Bert McCracken x wiL Francis]
Genere: Romantico, Comico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash, Yaoi | Personaggi: Altri, The Used
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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wilbert

-Sono tutti fatti completamente inventati, i personaggi qui presente non sono di mia proprietà e non intendo fare alcuna insinuazione sulle loro preferenze sessuali. Non c'è nessuno scopo di lucro.-

 I'm sure we'll wake up dead
but I still love him

-prologue

 

«Bert! Sbrigati, rincoglionito che non sei altro!» urlo giù dalle scale di casa sua, mentre lo aspetto. Osservo casa sua, ci sono entrato molte volte sì, ma ogni volta è sempre diversa. Bert ha il suo casino, ha la sua cucina senza cibo nel frigorifero, ma con cinque o sei birre. Gli armadietti dove dovrebbero stare i cereali, il caffè, il pane sono vuoti. Ha qualche piatto, ma giusto lo stretto necessario. Lui non usa piatti. Usa il cartone della pizza ogni volta che ne ordina una. Nella sua spazzatura ci entrano solo bottiglie o lattine accartocciate di birra vuote e cartoni di pizza unti.
Bert se mangia a casa sua ordina pizza e birra.
Ho mangiato solo questo da lui. Ed è esilarante il fatto che a lungo andare non ingrassi. Cioè, quell’adorabile pancetta da birra ce l’ha sempre –Dio non sa quanto l’adoro-, ma Bert è di costituzione mingherlina e anche bassa, ma quest’ultima cosa non facciamogliela notare.
Butto uno sguardo sul portatile lasciato acceso sul tavolino posizionato di fronte al divano rosso. Bert adora il rosso, come adora il nero e il giallo. E vi prego non chiedetemi cosa sembra quando si mette quei colori indosso contemporaneamente.
Okay, è risaputo che noi musicisti ci vestiamo proprio da cani, per citarne alcuni: Jared Leto, io, Bert e stiamo qui pure tutta la sera che la lista è lunga quanto vogliamo. Ma Bert ha il suo gusto personale, oddio, se mi presento davanti a lui con quella maglietta perfettamente colorata di tutte le tonalità esistenti sulla faccia della terra non mi manda certo a fanculo.
Mi fissa stupito quando gli dico che la maglietta indossata dal manichino nella sua vetrina preferita è carina, perché quella maglietta due minuti dopo se la sta provando, per farmi constatare quanto stia bene su di lui e che non è carina, ma “fottutamente figa”. Parole sue.
Da quando l’ho conosciuto, l’unica cosa che ho scoperto non andargli giù sono le magliette di rete, che diciamocelo sono le mie magliette preferite. Dice che con indosso su quelle sembro un po’ una puttanella. Da quando l’ho scoperto ho nascosto tutte le magliette a rete che avevo in casa –non dico neanche il numero di esse- e se le indosso è di sicuro solo per un live o un servizio fotografico. Credo che se mi chiedesse di bruciarmi i capelli io correrei a cercare un accendino nella tasca del giubbotto.
Bert ci tiene alla gente, Bert accetta tutti i gusti degli altri, non fa storie per le magliette che lui non indosserebbe neanche sotto tortura. O quei pantaloni che ho usato nell’ultimo video che gli fanno venire il cancro agli occhi da quanto sono osceni, ma se l’indosso, lui non mi ordina affatto di togliermeli. Cioè, me lo ordina, ma mica perché gli fanno schifo.
A volte credo che nel suo disastro Bert sia perfetto.
Quando mi agguanta all’improvviso per darmi un bacio e mi fa rovesciare tutta la birra che ho nel bicchiere a terra. E quando io gli dico che ha fatto un disastro e che devo andarne a prendere dell’altra, lui prende un respiro staccandomisi dalle labbra e mi dice: “Sai quanto me ne frega della birra?”.
Io credo che Bert, con il suo carico di problemi, mi porti felicità in ogni momento della mia giornata.
Vado a mettere in standby il portatile che ha mollato lì quando sono entrato in casa sua, con il mazzo di chiavi che mi ha dato lui, l’altro giorno. Per le emergenze.
E’ da circa due mesi che entro in casa sua. Prima ci frequentavamo solo in tour e tra varie cose alla fine quando è finito il festival mi ha chiesto se volevo venire qui, in Orem. Dove ha passato tutto. Momenti brutti, brutti peggio della fame, quando prendeva droghe pesanti, quando è stato cacciato di casa, quando lei è morta.
Me le ha raccontate lui quelle cose, solo la notte ci riesce, quando non posso veder che espressione ha sul viso, nonostante si trovi a pochi centimetri da me, e condivida con me lo stesso letto, lo stesso lenzuolo, la stessa aria. Quando arrivano quei momenti è fresca la serata, non dormo molto la notte io, e lui, boh, sta sveglio finché non ha più niente da dire o da farmi, carezze o baci quel che siano. Finisco sempre giù dal cuscino quando dormo con lui, e quindi va a finire che quando mi racconta queste cose devo sforzarmi in un modo quasi disumano per alzare lo sguardo verso di lui, che alzando un braccio e piegandolo per poi poggiare la fronte contro il palmo, si mette a parlare. Comincia distaccato, quasi sempre, non mi tocca con le dita, non mi sfiora. Sono io ad incastrargli fra le gambe il mio ginocchio per sentirmi più vicino a lui. Poi dopo aver spiegato leggermente quel che è successo, passa a quel che ha provato in quel frangente e allora capita che io mi avvicini al suo petto nudo, per affondarci la faccia, e lui mi stringa a sé, o mi passi le dita fra i miei capelli neri.
Alcune cose, la sua storia, me l’aveva raccontata già qualcuno, precedentemente, ma è niente, nulla, in confronto a sapere cosa Bert ne pensa, o ascoltarlo nel silenzio pronunciare quelle frasi lente riguardanti lui e solo lui.
Me ne sento in qualche modo partecipe.
Bert non ha difetti.
Ho sempre pensato che la gente che chiamava il suo compagno o la sua compagna “amore” sia terribilmente sciocca. Oddio, l’ho sempre odiato, faceva così tanto “famiglia felice” quel nomignolo, e sinceramente, dopo aver della gente che crede che tu abbia una band satanista la cosa dell’ “amore”risulta leggermente un controsenso. Ma quando Bert ha trovato utile chiamarmi “piccolo”, che fa solo ed esclusivamente quando c’è intimità fra noi due –non è che quando andiamo a bere una birra con le band mi chiede “Piccolo quante birre per i tuoi?”, siamo musicisti seri perdio-; ho trovato che quella parola detta da lui sia incredibilmente perfetta nel suo essere.
Quando mi chiama “piccolo” io mi sciolgo. No, perché per lui viene totalmente naturale farlo, lo fa mentre io sono in sala e sto cercando quel dannato dvd che ha voglia di vedere proprio in quel preciso momento e mi dice, dalla camera da letto, chiamandomi piccolo, che l’ha trovato lui e che era sotto il letto. Seriamente, un giorno Bert mi troverà a terra sciolto.
Mi fa sentire completamente suo, per quanto possa sembrare insensato esser chiamati piccoli, quando lo sovrasto di una spanna bella e buona. Ma andiamo, non è così terribilmente “abituale” avere un nomignolo?
Sbattendo i piedi come un bisonte, quale non è affatto, scende i pochi scalini che portano alla zona notte e mi cerca, trovandomi subito dopo piegato sul tavolino stile giapponeseattaccatoalpavimento che cerco di spostare alcuni bicchieri mezzi pieni dal computer.
«Will?» mi chiama inconsciamente, anche avendomi trovato un  secondo dopo. Rimettendomi dritto, perché quel cazzo di tavolino è sul serio basso, sorrido nella sua direzione e mi dirigo insieme a lui verso la porta. Allungo la mano verso l’attaccapanni e prendo quella specie di giacca semitrasparente che mi sono messo questa mattina in un attacco di schizofrenia, anche perché è talmente inutile da essere di troppo, la maggior parte delle volte la infilo solo perché mi sta dannatamente bene –abbasso la modestia- e mi lascia scoperto il collo, e i tatuaggi. Già, oltre al fatto che Bert ci può comodamente poggiare le labbra quando vuole, il che è molto utile.
Una volta sull’uscio Bert con le chiavi fra le mani lancia imprecazioni perché non riesce a trovare quella giusta, sorrido consigliandogli magari di eliminare tutte quelle chiavi delle catene dei miliardi di biciclette che gli hanno fregato e che stanno attaccate al mazzo per la bellezza di farlo disperare ogni giorno.
Mi manda al diavolo e rido di gusto. Finalmente dopo qualche minuto riesce a dare qualche giro di chiave e a scollarsi da quella porta.
«Che cazzo ti ridevi eh?» chiedi pizzicandomi un fianco, mi ritraggo ridendo. «Perché sempre in quel punto molli i pizzicotti, Bert?!» sbotto ridendo.
«Se ti vesti come una donna con la pancia di fuori mica sono problemi miei, piccolo» risponde con una scrollata di spalle.
Tiro giù la camicia che essendo già corta si è alzata nel ridere e infilandomi gli occhiali da sole m’incammino per il vialetto mezzo smorto,  che Bert odia talmente tanto da lasciarci crescere solo erbacce. «Comunque, “piccolo”» ricomincia raggiungendomi e affiancandomisi. «Dove cazzo hai detto che mi devi portare?»



°°°
Sweetcurry's Time!
Okay, ho appena scoperto che quasta ff che ho scritto un po' di tempo fa mi piace piuttosto tanto e al posto di andare a dormire (anche perchè il concerto dei FOB mi ha distrutta xD) l'ho postata sperando che piaccia in qualche modo.
Mi rendo conto che cambio stile in ogni ff che posto XD, ma sinceramente mi piace abbastanza questa cosa x°D....  E' una Bert/wiL... una delle coppie che preferisco, semplicemente perchè c'è Bertie (questo era stra-sottointeso xD) e perchè wiL è terrbilmente bello assieme a lui. Li trovo una bellissima coppia, sicuramente meglio della Quinn/Bert che sinceramente non mi piace molto.... Anche il fatto che Will sia così.... diverso da Bert è molto affascinante.
Il titolo della ff proviene da una strofa di "Goodbye We're Falling Fast" degli Aiden per l'appunto.

Spero vi piaccia sia la fiction che la coppia, perchè davvero, sono terribilmente belli >.<
Magari una recensione da parte vostra mi farebbe scrivere un po' meglio magari *buaw adora i ricatti*, vorrei solo sapere cosa ne pensate.

Un bacio dolciosoloso,

Curry
   
 
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