Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
Segui la storia  |       
Autore: ChiaraBJ    20/01/2016    3 recensioni
….la piccola tolse le mani dalla ferita, strinse in un ultimo abbraccio Ben e chiuse gli occhi, il suo amico se ne era andato per salvare lei; triste pensò che, se non lo avesse conosciuto, lui sarebbe ancora vivo e questo la fece stare ancora peggio. L’aveva protetta fino all’ultimo, ma non era servito a niente. Niente. Poi un’arma sparò.
Consigliata, ma non indispensabile la lettura de “la stanza dei specchi”
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Jager, Nuovo personaggio, Semir Gerkan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Legami speciali ed indissolubili'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic

Il Rasoio di Occam.
 
“Come scomparsa?” balbettò Semir alzandosi dal letto e scendendo velocemente le scale.
Davanti a lui si materializzò la figura di Ben ed era decisamente arrabbiato “Ecco te l’affido e tu…tu la perdi…bell’amico sei…”
“Cosa c’entro io…” gli rispose quasi stizzito Semir, ma poi ritornando alla realtà chiese alla signorina Kladden “E’ sicura che non sia in giro per la struttura, magari è andata in bagno…”
“Non c’è…ho guardato ovunque…o mio Dio…cosa può essere successo, dove può essere andata” il tono della ragazza era terrorizzato.
A Semir si gelò il sangue nelle vene , possibile che i servizi segreti tedeschi l’avessero rapita?
Volevano davvero finire il lavoro?
Consideravano veramente la piccola una potenziale futura spia?
Ma poi ebbe una folgorazione.
Una sua versione del principio logico del Rasoio di Occam.
Forse la soluzione era la più semplice e la meno catastrofica.
“Si calmi signorina Kladden e mi dica…c’è ancora la chitarra di Livyana?”
“La chitarra? Ispettore temo di non capire…” balbettò perplessa la ragazza.
“Sì ha capito bene controlli e mi dica se c’è ancora la chitarra con cui è arrivata la piccola…resto in attesa”
Seguirono interminabili minuti di silenzio, Semir pensò ancora una volta che se Ben si fosse svegliato e avesse saputo della scomparsa della piccola sarebbe sceso dal letto in un nanosecondo, portandosi dietro flebo e tutto il resto.
Inoltre non gli avrebbe risparmiato una ramanzina, anzi una sfuriata di quelle che solo e soltanto Ben sapeva fare.
“Ispettore…” disse la signorina Kladden dall’altra parte del telefono riportandolo coi piedi per terra “La chitarra non c’è…ma non capisco…”
“Signorina Kladden” disse un po’ sollevato Semir  “Mi ascolti se la piccola fosse stata rapita ci sarebbe ancora la chitarra e Livyana tiene troppo a quello strumento, rappresenta molto per lei, la piccola è…in fuga”
“Ciò non mi tranquillizza molto ispettore” rispose la giovane alquanto perplessa.
“Vedrà la troverò, anzi ho già una mezza idea di dove sia. Le farò sapere appena la trovo, se non è come penso io avvertiremo chi di dovere. Abbia fiducia in me” Semir cercò di rassicurare in qualche modo la giovane donna.
Poi chiuse la comunicazione lasciando dall’altra parte del telefono un’esterrefatta signorina Kladden con la cornetta sospesa a mezz’aria.
 Semir si vestì velocemente, lasciò un biglietto ad Andrea sul suo cuscino e uscì di casa.
Salì sulla sua BMW prendendo la strada che conduceva all’ospedale.

Intanto un paio d’ore prima della telefonata che Elise Kladden aveva fatto a Semir, la piccola Livyana si stava silenziosamente vestendo nella sua camera da letto che condivideva con altre tre bambine.
Evitando qualsiasi rumore prese le scarpe, mise a tracolla la custodia della chitarra e si avviò verso l’uscita della struttura.
Stava quasi per arrivare davanti  alla porta d’ingresso, quando dietro di lei sentì dei passi avvicinarsi, quindi si nascose dietro ad una enorme tenda.
Una signora stava controllando tutte le porte e le finestre e inserendo gli allarmi. Uscire dalla porta principale sarebbe stato impossibile.
Stava per desistere quando ancora una volta le venne in mente una frase di Ben :
Chi dice che una cosa è impossibile, non dovrebbe disturbare chi la sta facendo’
Livyana si mise a pensare poi come se avesse avuto una specie di folgorazione si ricordò che molto vicino alla finestra del salone che c’era al secondo piano dello stabile c’era un maestoso albero.
Furtivamente risalì le scale e una volta arrivata davanti alla finestra in apnea l’aprì. Aveva paura che fosse allarmata anche quella, ma fortunatamente non fu così.
Strappò il filo della tenda e con quello calò a terra la custodia della chitarra.
Mai e poi mai si sarebbe separata da quello strumento, troppi ricordi erano legati ad esso ed erano ricordi stupendi.
La piccola quindi infilò le scarpe poi si arrampicò sul davanzale.
Era molto brava a salire e scendere dagli alberi,  la sua ‘palestra’ era stata una maestosa quercia vicino alla casa dove abitava con i suoi genitori.
Saltò su un ramo dell’albero poi piano piano lo discese fino a toccare terra con i piedi.
“Lo so Ben, ti arrabbierai tantissimo, ma io lì dentro non ci voglio stare, preferisco scappare, ma prima vengo a salutarti” e dopo aver pensato a questo si avviò verso l’ospedale di Colonia che dalla casa famiglia era poco distante.
Durante il tragitto Livyana si trovò a pensare che il mondo era veramente strano; possibile che nessuno notasse una bambina a quell’ora di notte che gironzolava per la città prima e poi per i corridoi dell’ospedale dopo con una custodia per chitarra a tracolla?
E ancora una volta pensò a quanto gli mancassero i suoi genitori e il suo amico Ben.
Già Ben.
L’amico che se lei non avesse conosciuto magari in quel preciso istante sarebbe appena sceso da un palco dopo aver cantato per ore con la sua band, oppure sarebbe stato di pattuglia per le strade di Colonia con il suo collega Semir, oppure semplicemente a letto a dormire. Sicuramente non in un letto d’ospedale a lottare tra la vita e la morte per avergli salvato la vita.

La piccola arrivò davanti alla stanza di Ben mezz’ora dopo la sua fuga e davanti ad essa trovò seduta su una sedia una giovane donna ed un uomo anziano.
Livyana li riconobbe subito, erano la sorella e il padre di Ben, li aveva visti in alcune foto appese al muro della sala prove.
“Che ci fa lei qui?” tuonò Konrad appena la vide alzandosi di scatto dalla sedia.
“Papà ti prego, calmati è solo una bambina” rispose dolcemente Julia.
“E’ colpa sua se Ben sta lottando per vivere…voglio che se ne vada e subito!” replicò furioso.
“Io…io…non volevo che Ben…io voglio solo salutarlo…poi non mi vedrete più, promesso” balbettò sull’orlo delle lacrime la piccola.
“Non se ne parla…” ma Konrad fu interrotto nuovamente dalla figlia.
“Papà, ti prego, questa bambina …per Ben è come…come una figlia”
Quelle parole per Konrad furono come una pugnalata al cuore, e la figlia se ne rese subito conto.
 “Papà ti prego, ascoltami…Ben mi ha parlato di lei…lasciaglielo vedere…farà bene anche a lui”
Konrad sbuffò rabbioso: “Vado a prendere un po’ d’aria” e se ne andò.
“Io non volevo farlo arrabbiare…mi dispiace tanto signora…” si scusò la piccola abbassando lo sguardo guardandosi i piedi.
“Non ti preoccupare piccola, è suo padre è normale che si preoccupi” rispose con dolcezza Julia.
“Come sta Ben?” chiese poi.
“E’ come se stesse dormendo…dobbiamo aspettare che si svegli…” e una lacrima le solcò il viso.
“Mi dispiace è colpa mia…” farfugliò la piccola e a Julia salirono prepotenti le lacrime.
 “Coraggio ora vai da Ben prima che qualcuno ti veda entrare…”
“Non dica a nessuno che sono qui…non voglio tornare in quella casa…lo saluto e poi vado via…” 
La piccola abbracciò forte Julia e, sempre con la chitarra in spalla, entrò nella stanza chiudendosi la porta alle spalle.
Appena entrata appoggiò la chitarra al muro, si avvicinò al letto prendendo una mano di Ben tra le sue.
“Che mano fredda che hai…dovresti metterti una coperta…un pigiama” gli disse con tenerezza disarmante la piccola.
Livyana continuava a guardarlo e più lo guardava e più stava male.
“ Sei…bianco…immobile…non sono abituata a vederti così” continuò la piccola e come se Ben potesse sentirla proseguì a parlargli “Scusami, io non volevo che finisse così, se non fossi stato gentile, se non ti avessi conosciuto…adesso non saresti così. Mi dispiace tanto sai…”
Cercò di scacciare dalla mente quei terribili minuti che avevano portato Ben ad essere lì, inerme, in un letto d’ospedale. Col dorso della mano asciugò una lacrima che le stava rigando una guancia.
Poi senza rendersene nemmeno conto salì sul letto e si distese accanto al giovane, non poteva abbracciarlo, quindi con le sue piccole manine  cinse il braccio di Ben,  poi chiuse gli occhi e nel giro di pochi minuti si addormentò.

Passò un po’ di tempo, Julia stava sonnecchiando sulla sedia, mentre il padre era andato a casa.
Era molto provato e la figlia lo aveva caldamente invitato ad andare a dormire in un comodo letto.
Se ci fossero state novità lo avrebbe richiamato.
Semir arrivò tutto trafelato davanti alla porta della stanza dove era ricoverato Ben, e Julia si svegliò.
“Julia…” esordì un preoccupato Semir, ma la donna capendo subito al volo il perché Semir fosse lì lo rassicurò immediatamente.
“Se stai cercando Livyana è dentro la stanza che sta facendo compagnia a Ben” e nel medesimo istante dalla stanza uscì il medico di guardia.
Il medico salutò entrambi.
“Dottor Forst, come sta Ben?” chiese subito Julia e subito si avvicinò anche Semir.
“Il ragazzo ha una tempra molto forte, è giovane…e io sono fiducioso e poi avere qualcuno accanto, gli sarà molto d’aiuto…Ora scusatemi, ma devo continuare il giro delle visite”
“Dottore” chiese piano Semir “Posso entrare? Solo un minuto?”
“Certo” replicò bonario e il piccolo ispettore entrò nella stanza.
Nella semioscurità vide la sagoma del suo amico steso sul letto e ancora una volta ebbe l’impressione di ricevere una pugnalata al cuore.
Non ne poteva più, gli sembrava di vivere un continuò déjà-vu, ma questa volta c’era qualcosa di diverso.
Come al solito, appena entrato nella stanza, veniva in un certo senso accolto dai soliti fastidiosi macchinari che emettevano i loro “bip-bip”, davanti a lui steso sul letto c’era Ben, la flebo attaccata al braccio, il colorito pallido, quasi cadaverico e una fasciatura sul capo e una enorme sul torace che si alzava e s’abbassava ritmicamente.
Tuttavia non gli sembrava che l’amico stesse soffrendo, anzi l’impressione che aveva Semir di Ben era di una persona che stesse dormendo pacifico e rilassato.
Poi capì il perché.
Acconto a lui c’era Livyana che dormiva beata.
Chissà da quanto tempo la piccola non riposava così bene.
Il piccolo ispettore lì guardò con tenerezza, mentalmente fotografò la scena, poi silenziosamente come era entrato, uscì.
Poi si allontanò un po’ dal corridoio e telefonò ad Elise Kladden.
Voleva rassicurarla subito; Livyana  era stata trovata ed ora era in buonissime, anzi ottime mani: quelle di Ben.
Poi dopo aver rassicurato la ragazza il piccolo ispettore tornò a far compagnia alla sorella di Ben, in attesa che il giovane riprendesse conoscenza.
Si preparò quindi ad una lunga ed estenuante attesa.

Angolino musicale: cari fedeli lettori, nel prossimo capitolo comparirà la scritta completa…ci sono ancora alcuni punti da chiarire, ma siamo ormai arrivati alla fine. Nell’attesa  godetevi un Ben dormiglione, una Livyana beata e un Semir in attesa…
Elton John Skyline Pigeon (piccione all’orizzonte)
Per ascoltarla: https://www.youtube.com/watch?v=nPzlGklVNb0
Liberami dalle tue mani Lasciami volare verso terre lontane Oltre i campi verdi, gli alberi e le montagne Oltre i fiori e le cascate della foresta La mia casa si trova lungo i sentieri del cielo Perché questa stanza buia e solitaria Proietta un ombra nell'oscurità E i miei occhi sono specchi Del mondo esteriore Che pensano a come Il vento riesca a far cambiare direzione alla corrente E queste ombre Da porpora, diventano grigie Proprio come un piccione all'orizzonte, Che sogna all'aria aperta, Che aspetta il giorno Per poter spiegare le ali E volare via di nuovo Vola via, piccione all'orizzonte, vola Verso i sogni Che ti sei lasciato dietro…
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11 / Vai alla pagina dell'autore: ChiaraBJ