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Autore: Notteinfinita    21/01/2016    2 recensioni
Un urlo riecheggiò per la stanza nel momento esatto in cui la corrente andava via ed un fulmine squarciava il buio della notte.
Raggomitolata sotto al piumone, gli occhi lucidi, Diana osservava il temporale scatenare la sua furia fuori dalla finestra.
Quando quella mattina aveva salutato sua madre in partenza per un convegno che l'avrebbe tenuta fuori fino al giorno dopo non si aspettava certo che nel frattempo si sarebbe scatenato il finimondo.
A causa delle missioni del Centro era stata costretta ad affrontare mostri di ogni tipo ma ciò non le aveva minimamente fatto passare la paura che aveva dei temporali. Inoltre, di solito, in quelle occasioni c'era Martin con lei mentre adesso era completamente sola in quell'enorme casa vuota e buia.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Diana Lombard, Martin Mystère
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un brutto temporale


Un urlo riecheggiò per la stanza nel momento esatto in cui la corrente andava via ed un fulmine squarciava il buio della notte.

Raggomitolata sotto al piumone, gli occhi lucidi, Diana osservava il temporale scatenare la sua furia fuori dalla finestra.

Quando quella mattina aveva salutato sua madre in partenza per un convegno che l'avrebbe tenuta fuori fino al giorno dopo non si aspettava certo che nel frattempo si sarebbe scatenato il finimondo.

A causa delle missioni del Centro era stata costretta ad affrontare mostri di ogni tipo ma ciò non le aveva minimamente fatto passare la paura che aveva dei temporali. Inoltre, di solito, in quelle occasioni c'era Martin con lei mentre adesso era completamente sola in quell'enorme casa vuota e buia.

Già, Martin, il suo migliore amico. Il ragazzo di cui era segretamente innamorata da quando, a dodici anni, gli aveva dato il suo primo bacio nel corso di uno stupido gioco tra compagni di scuola.

Al pensiero del ragazzo la mano scattò automaticamente verso il cellulare ma, mentre stava per chiamarlo si bloccò: non poteva fare sempre affidamento su di lui, non ci sarebbe stato per sempre. Un giorno avrebbe trovato una ragazza e lei si sarebbe dovuta fare da parte. A quel pensiero gli occhi le si fecero nuovamente lucidi, stavolta per una paura ben diversa.

L'idea di perderlo la faceva stare malissimo.

Tentennante, guardò ancora una volta il display per accorgersi che non c'era campo.

Sconfortata, poggiò il telefonino sul comodino e si portò le ginocchia al petto.

C'era un temporale tremendo, era sola e i telefoni erano isolati. L'ambientazione perfetta per un film horror.

Mentre si crogiolava in questi tristi pensieri un fascio di luce penetrò dalla finestra. Un sorriso le sorse spontaneo appena si rese conto che erano gli occhiali Alpha di Martin.

Immediatamente andò alla finestra e fece un cenno di saluto, anche se la luce negli occhi le impediva di vedere.

Appena l'ebbe fatto la luce sparì per poi riapparire ad intermittenza.

Al Centro avevano insegnato loro l'alfabeto Morse per i casi d'emergenza così non le ci volle molto a capire il messaggio.

ARRIVO”

In quel momento quella le parve la parola più bella di tutto il vocabolario.

Facendosi luce col telefonino raggiunse la porta d'ingresso e l'aprì quel tanto che le bastava per poter sbirciare fuori.

Appena ebbe avvistato una figura incappucciata in arrivo la spalancò per permettergli di entrare e subito dopo, con un certo sforzo a causa del vento, la richiuse alle sue spalle.

«Grazie!» esclamò gettando le braccia al collo dell'amico e stringendosi a lui.

Martin rimase un attimo interdetto da tanta espansività ma subito ricambio l'abbraccio, intenerito dalla paura della ragazza.

«Ma sei zuppo!» strillò la ragazza staccandosi da lui e rabbrividendo.

«Sai com'è, fuori piove...» commentò il biondo con sarcasmo.

«Potevi prendere un impermeabile, no?»

«Non riuscivo a trovarlo.» spiegò, evitando di aggiungere che, in realtà, appena era mancata la luce aveva pensato solo a raggiungerla al più presto, sapendo quanto odiava i temporali.

«Ti prenderai un malanno.» sentenziò la ragazza scuotendo la testa.

Tenendolo per mano, Diana salì le scale alla luce dei suoi occhiali e lo condusse in camera sua.

«Vediamo cosa posso darti per cambiarti.» disse, iniziando a rovistare nei suoi cassetti.




«Mi sa che a parte la mia vestaglia non c'è nulla che io possa prestarti.» affermò poco dopo prendendo l'indumento dal letto e porgendoglielo. «Cambiati, intanto io cerco delle candele. Non vorrei ti si scaricassero gli Occhiali-Alpha.»

Dandogli le spalle riprese a rovistare sul fondo dell'armadio cercando di non guardare quello che stava succedendo dietro di lei.

Sapere che Martin si stava spogliando proprio alle sue spalle le metteva una certa agitazione.

«Non sono sexy?» chiese il ragazzo.

Quando si voltò Diana lo vide con la sua vestaglia indosso intento a far roteare la cintura con finto fare sensuale.

La scena era così buffa che non poté fare a meno di esplodere in una fragorosa risata.

Non avrebbe trovato la scena così esilarante se avesse potuto sentire i pensieri del suo amico in quel momento. Se avesse saputo della sua necessità di sdrammatizzare la situazione per non indugiare in fantasie poco caste che la riguardavano.

Lei, però, non era capace di leggere nel pensiero così, continuando a ridacchiare, posizionò le candele che aveva trovato sul comò, recuperò un accendino dalla borsa e le accese.

«Da quando hai iniziato a fumare?» domandò Martin, spegnendo gli occhiali e avvicinandolesi, perplesso.

«Non fumo. L'accendino lo tengo solo per eventuali necessità.» spiegò.

«Dimenticavo che sei la nipote di Mary Poppins!» esclamò, dandole una pacca sulla spalla.

A quel contatto Diana sussultò; la mano di Martin era gelata.

«Vieni a metterti sotto le coperte o rischi di congelare.» propose. «Il riscaldamento è fuori uso senza elettricità.»

Nonostante la mancanza del riscaldamento Diana non poteva certo dire di sentire freddo.

Era nello stesso letto con Martin. Lui indossava solo la vestaglia (o quasi) e lei, essendo in pigiama, non portava il reggiseno.

Come se ciò non bastasse la luce delle candele profumate alla vaniglia contribuiva a rendere la situazione ancora più equivoca.

Da quando il suo amico l'aveva raggiunta il temporale sembrava essersi quietato ma lo stesso non poteva dirsi di lei che cercava disperatamente un modo per distrarsi.

Nonostante il suo cervello non volesse obbedirle, Diana tentava freneticamente di trovare un argomento innocuo che potesse riempire il silenzio che si era venuto a creare quando un lampo più forte di tutti gli altri illuminò la stanza a giorno.

Terrorizzata, la ragazza si aggrappò all'amico nascondendo il viso sul suo petto.

Un attimo dopo avvertì il tocco delicato della sua mano sui suoi capelli.

«Non avere paura, ci sono io qui con te.» le sussurrò all'orecchio.

Istintivamente alzò gli occhi ritrovandosi con il viso a meno di un centimetro da quello di lui.

Sentiva il cuore batterle furiosamente nel petto, sarebbe voluta fuggire lontano e al tempo stesso non avrebbe voluto muoversi da lì per nulla al mondo.

Martin le accarezzò una guancia osservandola con sguardo confuso.

Aveva sempre saputo di tenere moltissimo a Diana ma in quel momento, più che mai, non erano certamente sentimenti fraterni quelli che sentiva.

Con fare esitante le sfiorò le labbra con il pollice e la vide sgranare gli occhi senza però ritrarsi.

Un nuovo fulmine squassò il cielo ma lei neanche lo notò, la tempesta che aveva dentro di se era mille volte più forte.

Incapace di trattenersi ulteriormente, Martin incollò le labbra a quelle di lei.

Non ci volle molto perché il bacio si facesse più profondo sotto la spinta della passione che entrambi provavano e che finalmente aveva modo di esprimersi.

Stringendola a se la fece sdraiare portandosi sopra di lei e continuando a baciarla.

Sentirla rispondere con passione pari alla sua non fece che aumentare la sua eccitazione.

Ben presto la vestaglia finì sul pavimento seguita dal pigiama di Diana.

Mentre fuori la bufera infuriava, dentro la stanza i due ragazzi sperimentavano la gioia di trovarsi, di scoprirsi, di amarsi. Come avevano sempre desiderato, come non pensavano avrebbero mai fatto.



Angolo dell'autrice: C'è poco da dire, la voglia di scrivere era più forte di quella di andare a dormire...e mi sa che si vede dai risultati... PS:Non so perché ma non riesco a rendere il testo omogeneo. Mi dispiace.



  
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