Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: alida    16/03/2009    5 recensioni
L'altalena ci permette di fare avanti e indietro nella nostra vita per tutto il tempo che desideriamo, di rallentare o accelerare a seconda del ritmo che vogliamo darci. Ma per provarci gusto bisogna lasciarsi andare. I personaggi appartengono a J.K.Rowling, la ff non ha scopo di lucro
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Minerva McGranitt, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Non tutti i bambini di undici anni hanno la stessa maturità. Alcuni sono più infantili, altri più responsabili. C’è chi vuole mettersi alla prova e chi vorrebbe restare per sempre piccolo. Spetta agli adulti tenere per mano queste anime e aiutarle a percorrere la loro strada verso l’adolescenza senza timori e ansie, spiegando loro che crescere è sempre un’avventura entusiasmante.

Minerva McGranitt e Severus Piton insegnavano da tanti anni e, anche se favorivano gli studenti delle loro rispettive case a discapito degli altri, mai avrebbero demoralizzato uno studente colpendolo nel suo carattere e nella sua dignità.

Sarebbe stato fin troppo facile per Minerva tirare le orecchie del  Serpeverde-Newlet  e dirgli: “Le tue battute sarcastiche nascondono solo la tua infinita insicurezza con la quale, si ricordi, non arriverà da nessuna parte!”, oppure per Severus mettere una mano gelida sulla spalla del Grifondoro-Bursty e sussurrare: “Il suo coraggio è scadente come la tunica che indossa da due anni!”.

Di fatto nessuno dei due avrebbe mai tenuto un comportamento tale, e del resto gli studenti, che nel tempo si erano susseguiti, sembravano essere tutti uguali e nessuno gli aveva mai messi alla prova. Ogni anno si potevano trovare un nuovo Newlet e un nuovo Bursty, tuttavia nella rosa dei maghi non c’era mai stato un elemento come Patrizius Arium.

Era un bambino dai capelli neri, corti, lisci e generalmente ordinati ma talvolta indomabili. I suoi pensieri sapevano essere profondi, le sue azioni infantili, il suo sguardo disarmante. Sorrideva per gentilezza ma quando lo faceva di cuore, tanta era la bellezza e la delicatezza del suo gesto, che  sembrava non riuscisse a contenere la gioia e non di rado provocava negli altri un nodo alla gola che riempiva di lacrime gli occhi.

Non era mai sgarbato e a dir la verità il coraggio non era la sua caratteristica primaria. Il Cappello parlante lo aveva sistemato tra i Tassorosso perché, a suo dire, gli ricordava la dolcezza d’animo della cara Cosetta.

Durante una lezione di Trasfigurazione, notando come i compagni non riuscissero a trasformare un foglio in una posata, Patrizius si avvicinò alla McGranitt e stringendola delicatamente in vita le disse: “Non si preoccupi, ci vorrà del tempo ma poi i suoi sforzi verranno ripagati. Lei è una brava insegnante!”.

La donna, imbarazzata, lo aveva allontanato da sé assicurandolo di essere in grado di sostenere la delusione e tuttavia per tutto il mese quelle semplici parole l’avevano riscaldata il cuore.

E cosa dire del pomeriggio che Patrizius aspettò due ore davanti all’ingresso dei sotterranei per incontrare Piton e regalargli con un sorriso sincero un’ampolla di vetro dicendogli: “Questa è in sostituzione di quella che è stata rotta a lezione. E’ verde perché penso che sia il suo colore preferito. Lo so che ne ha tante ma ai grandi pozionisti una in più non guasta mai!”. 

E Severus rispose soltanto: “Non era necessario!” ma conservò l’ampolla nelle sue stanze perché non fosse rotta in aula da qualche studente distratto .

Una mattina  Patrizius non si presentò a lezione. Non andò neanche a pranzare e i suoi compagni non lo trovarono  nel dormitorio. Subito Silente e i professori cominciarono le ricerche. Il castello fu rivoltato in ogni angolo, ma niente. Si cercò nel cortile ma fu vano. Infine si provò nel terreno che precedeva la Foresta proibita e fu lì che venne trovato il bambino mentre si dondolava su un’altalena legata ai rami del Platano picchiatore.

“Signor Arium! Si può sapere cosa sta facendo?” domandò Piton alzando la voce?

“Mi dondolo sull’altalena, professore” rispose Patrizius pensando che il professore non dovesse stare bene perché di solito non faceva mai domande se, palesemente, intuiva la risposta.

“Si rende conto che sono le tre del pomeriggio e abbiamo trascorso le ultime due ore cercando lei?” chiese la McGranitt, livida in volto.

“Sono già le tre! Oh Merlino, ho perso le lezioni! Scusate non mi sono reso conto che era passato tanto tempo!” disse il ragazzino mentre con un salto scendeva dall’altalena.

“Chi ha messo questo giocattolo sull’albero?” domandò Minerva.

Patrizius sembrò non capire la domanda e Severus intervenne: “Non è un giocattolo, è un gioco babbano! I bambini ci si siedono sopra per poi dondolarsi”.

“Ah sì! Bene. Allora chi è che ha messo questo “gioco babbano” sul Platano picchiatore?”.

“Sono stato io” disse Patrizius “Sono venuto qui questa mattina e ho sistemato tutto ma non mi ero accorto di esser così lento. Mi dispiace!”.

“E il Platano picchiatore non ti ha colpito coi suoi rami?” chiese incuriosita la donna.

“No, perché dovrebbe colpirmi! Lui si muove, ma è sempre molto delicato quando mi avvicino. Secondo me capisce che non gli farei mai del male e allora si comporta bene!”.

La risposta  spiazzò i due insegnanti. “Non credo che il motivo sia questo! In ogni caso, signor Arius, sarebbe ora che crescesse un po’! Lei è qui per imparare le arti magiche non per dondolarsi sull’altalena come un bambino di cinque anni!” disse Severus.

“Con le sue stranezze ci ha fatto perdere solo del tempo. Inoltre le consiglio di parlare in modo più consono ad una persona normale o la gente penserà che in lei ci sia qualcosa che non va!” aggiunse Minerva.

Patrizius chinò la testa, non si era mai reso conto di parlare in modo non appropriato e credeva di essere un bravo studente. Riusciva sempre a preparare le pozioni, a trasfigurare gli oggetti ed era bravo in erbologia. Davvero non sapeva come interpretare le parole dei suoi insegnanti.

“Adesso si muova il preside ci sta aspettando nel suo ufficio!” disse Severus rivolto al ragazzo mentre Minerva era già diversi passi avanti. Quel bambino le piaceva ma al contempo la faceva impazzire. Il Platano picchiatore non poteva riconoscere la gentilezza d’animo delle persone. Dondolarsi non serviva a niente e le manifestazioni d’affetto in pubblico non erano di suo gradimento.

Anche Severus condivideva queste idee, tutte tranne una!

Silente ricevette i tre e dopo aver sgridato Patrizius e datogli una punizione in accordo con il capocasa dei Tassorosso disse al ragazzo che quella sera l’altalena sarebbe stata tolta. Era auspicabile che non se ne trovassero altre nel territorio della scuola. Il bambino rattristito uscì dall’ufficio lasciando gli adulti con un grande peso nel cuore: del resto c’erano studenti che creavano molti più problemi.

Il preside informò i due professori che Hagrid avrebbe tolto l’altalena ma Severus disse che avrebbe fatto lui perché voleva studiare la reazione del Platano, per Silente non ci furono problemi.

Quella sera Severus si avvicinò all’albero con un dolce ricordo: lui e Lily si dondolavano sempre nelle altalene del parco del quartiere! Lui spingeva Lily più in alto che poteva fino a che non la sentiva ridere di felicità e lei gli poggiava le sue mani nella schiena e dava spinte sempre più forti fino a quando i piedi di Sev non toccavano il sole.

Purtroppo era notte e il sole era già andato via da parecchio tempo, Piton si avvicinò all’altalena e il Platano si fermò. Poi, invece di sganciarla subito dai rami, toccò le funi come ad accarezzare uno dei suoi più grandi desideri e lentamente si sedette sull’altalena. Il Platano, da solo, cominciò a muovere i rami e a far dondolare l’altalena e Severus.

 Il professore chiudete gli occhi, si sentì tirare indietro e poi lanciare in avanti mentre il viso di Lily gli sorrideva, poi andava sempre più veloce e potè risentire le sue risa unite a quelle dell’amichetta e infine quando aprì gli occhi si accorse di avere le gambe tese mentre i suoi piedi raggiungevano la luna e sul suo volto compariva un sorriso dimenticato.

Lasciò che il Platano continuasse a muoversi fino a quando stanco si addormentò, allora Severus scese piano dall’altalena e con un colpo di bacchetta, e uno al suo cuore, la fece scomparire. Il Platano si svegliò di scatto e cominciò a dimenarsi contro le ingiustizie del mondo.

Piton andò a coricarsi e sdraiato nel letto sentì il suo corpo vibrare come fosse nell’aria.

La mattina dopo il professore incrociò Patrizius nei corridoi, non potè fare a meno di osservarlo. Era come se il giorno prima non fosse successo niente, era esattamente lo stesso bambino indecifrabile. Lo fissò e dopo poco Patrizius ricambiò lo sguardo per sfoggiare uno dei suoi migliori sorrisi e, portandosi una manina davanti alla bocca, sgranò gli occhi in segno di stupore.

“Signor Arium, ha per caso visto un fantasma?” domandò Severus.

Il bambino strinse una mano al professore e disse“No, è che anche a me piace andare avanti e indietro nei miei ricordi per ritrovare le persone che amo ma che non ci sono più!”.

Severus rimase pietrificato e con un filo di voce, ricambiando piano la stretta di mano, disse: “Vada o arriverà tardi a lezione”.

Il bambino corse via. Piton si stava dirigendo verso la sua classe quando Silente lo chiamò. “Severus, hai fatto scappare il giovane Patrizius, allora quanti punti hai tolto ai Tassorosso per quell’altalena?”.

Severus si sentì galleggiare nei ricordi e rispose: “Nessuno, me ne sono scordato! Avrò modo di toglierli per altri motivi!”.

-----------------------

Mi è venuto in mente che adoro le altalene e così ho scritto queste righe. Spero vi piaciano e se potete corrette a dondolarvi su un'altalena! Baci, Alida

 

  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: alida