Film > The Amazing Spider-Man
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Autore: fedetojen    21/01/2016    1 recensioni
"E' facile sentirsi pieni di speranza in una bella giornata come oggi, ma davanti a noi ci saranno anche giorni bui. Giorni in cui ci sentiremo soli, è allora che serve la speranza. Non importa quanto in fondo sarà seppellita, o quanto perduti vi sentirete, dovete promettermi che mai rinuncerete alla speranza. Mantenete la vita, dobbiamo essere più forti delle nostre sofferenze. L'augurio che vi faccio è di diventare voi stessi speranza. La gente ha bisogno di questo e anche se falliamo non c'è modo migliore di vivere. Guardando oggi intorno a noi, tutte le persone qui che ci hanno aiutato a diventare ciò che siamo, so che apparentemente ci stiamo dicendo addio ma porteremo un pezzo di tutti in ogni cosa che faremo in futuro. Per ricordarci sempre chi siamo e cosa vogliamo davvero."
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Peter Parker
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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E se davvero Spider-Man esistesse?

7.Responsabilità

 

Essere la ragazza di Spider-Man le faceva un certo effetto: quasi non ci credeva mentre girava per le strade di New York.
Subito sentì un braccio intorno al suo collo.

“Ei” disse Peter baciandola appena si girò.

“Ciao” disse sorridente Susan, mentre lo guardava.

“Come va?” chiese stringendole la mano tra la sua.

“Bene, direi” disse impacciata. Non era abituata a quelle piccole attenzioni: gli sguardi, i sorrisi, le mani strette, tutto era nuovo per lei.

“C’è qualcosa che non va?” chiese preoccupato Peter, guardandola con cura.

“Assolutamente” disse Susan scuotendo la testa, sorridendo a Peter, che strinse la sua mano e sorrise ritornando a camminare. Lei notò gli occhiali da vista di Peter,
pensando di quanto fosse bello anche con gli occhiali.

“A cosa pensi così intensamente?” ridacchiò Peter, facendole il solletico sul fianco.

“A quanto gli occhiali ti donino, ti danno un’aria intellettuale” disse divertita Susan.

“Ma io sono intellettuale” disse guardandola, abbassandosi di poco gli occhiali, facendo un occhiolino accompagnato da un bellissimo sorriso. Susan, scoppiò a ridere, coprendosi la bocca con le mani, cercando di attirare il meno possibile l’attenzione dei passanti vicino a loro.

“Non ridere sciocchina! Vado a lavoro” disse lasciandole un bacio sulla fronte dividendosi da lei, controvoglia dal suo corpo, per andare via. Mentre una macchina stava passando con il rosso, Susan stava attraversando le strisce pedonali e se non fosse stato per il riflesso di Peter che la trascinò da sé con le ragnatele, lei non c’è l’avrebbe fatta.

“Peter!” disse sbattendo contro il suo petto, guardandolo spaventata.

“Stai bene?” le chiese subito controllandola e stringendola a sé il più possibile.

“Sì, grazie” disse lei sospirando rumorosamente ancora con il cuore in subbuglio.

“Sta’ attenta, non può esserci sempre Spider-Man a salvarti” disse sorridendole, lasciando un bacio sulle sue labbra prima di scappare a lavoro. Susan, sorrise ancora, vedendolo andare via, passandosi le dita sulle labbra, sentendo ancora il calore delle labbra di Peter. Peter era già lontano ma si fermò voltandosi un’ultima volta facendo una faccia buffa a Susan, che rise per poi salutarlo ancora e andare ognuno per la proprio strada.

“Pronto?” disse Susan rispondendo al suo telefono.

“Signorina avevamo un appuntamento alle 18 l’altro giorno. È l’ultima possibilità che le do: arrivi nel mio ufficio appena può!” disse l’uomo evidentemente arrabbiato. Fortunatamente si trovava a pochi isolati dall’ufficio dove ebbe il colloquio.

“Arrivo subito!” disse correndo via, mentre chiudeva la chiamata. Arrivata con l’affanno alla destinazione bussò alla porta.

“Avanti” si sentì dire severamente dalla stanza. Entrò e si sedette.

“Signorina, vorrei comunicarle che ha un posto all’interno del mio giornale come blogger su Spider-Man” disse sorridendole.

“Grazie, grazie mille! Ma l’altro ragazzo...Peter?” chiese preoccupata.

“Aveva già rifiutato signorina. Può andare ci vediamo la settimana prossima” disse facendola uscire.

Dopo un lungo giro in città ritornò a casa, che era ormai sera. Cenò con i suoi genitori e si chiuse poi in camera aprendo la finestra per far arieggiare.
Si stese sul letto a guardare il soffitto: nessuna notizia di Peter, ne una chiamata ne un messaggio.
Andò nel bagno della sua stanza a lavarsi i denti e appena ritornò in camera vide entrare Peter dalla finestra.

“Ei che ti è successo?” disse correndo verso di lui, aiutandolo ad entrare.

“Un poliziotto mi ha ferito per caso” disse ridendo appena.

“Cretini” disse arrabbiata Susan, notando il sorriso di Peter nonostante le sue ferite.

“Ti prendo delle bende” disse andando in bagno a prendere il kit di pronto soccorso, nel frattempo Peter si era cambiato ed era a petto nudo, dando modo a Susan di medicarlo senza problemi.

“Hai parecchi lividi” disse Susan passando la mano sul suo petto.

“I lividi passano” disse Peter mentre la osservava con precisione. Adorava le lentiggini sul suo volto, le sue labbra carnose e i suoi capelli lisci e lunghi.

“Hai rifiutato il lavoro” disse Susan sentendo la pressione dello sguardo di Peter su di lei.

“Sì, l’avrebbero dato a te: non sono un blogger, mi piace fotografare tutto qui” disse mentre digrignava i denti per il bruciore.

“Ti faccio male?” chiese Susan accorgendosi dei denti digrignati di Peter. Scosse la testa, sorridendole, combaciando le loro fronti.

“Passerà” disse avvicinandosi a lei, per baciarla.

“Devo…finire” disse tra un bacio e l’altro Susan.

“Sei più importante tu” disse posando la mano sulla sua guancia.

“Per me lo sono le tue ferite” disse spostandosi da lui, Susan.

“Ritornerai da me sempre in queste condizioni? Dovrò sempre ricucirti? Perché se vuoi inizio medicina” disse severa Susan, indicando il suo petto.

“Non…non fare così, ti prego” disse supplicante Peter, allungando una mano verso di lei, con sguardo addolorato.

“Perché? Ti ricordo Gwen?” chiese subito lei, a braccia conserte, stringendo nella mano la benda sporca di sangue.

“Sì” disse affranto, Peter, con il volto basso.

“Ma è la verità, Peter…non puoi sempre rischiare la vita” disse avvicinandosi a lui, alzandogli il volto.

“Hanno bisogno di me là fuori” disse guardando verso la finestra, per poi guardare Susan.

“Io ho bisogno di te…non è abbastanza?” chiese con sguardo preoccupato, Susan. Peter, sospirò abbassando ancora il capo.

“Devi scegliere, Peter” disse Susan staccando le mani dal volto di Peter.

“Non di nuovo” disse guardando con la mascella serrata, Susan.

“Allora, qui abbiamo finito” disse Susan allontanandosi, aprendo così la finestra dalla quale Peter era entrato.


ANGOLO SCRITTRICE: Gente, come va? Vi ringrazio per le recensioni, anche se ho visto un calo. Spero che la storia vi piaccia. Secondo voi cosa farà Peter? Voglio sapere le vostre idee :D

Peter

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