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Autore: Sarija    21/01/2016    3 recensioni
"Tutti mi avevano preparata alla sua pericolosità, malvagità e brutalità, ma nessuno, dico nessuno, mi aveva preparata alla possibilità di trovar piacevole la sua compagnia."
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il vento sferzava violento sulla cresta delle dune che si stagliavano nere contro il fuoco del tramonto.
Mi sfregai le mani per riscaldarmi un poco e contrastare il gelo che soffiava impetuoso.
Sbuffai.
Il giorno stava giungendo al termine, eppure non mi decidevo a tornare in quel buco spartano e buio che chiamavo casa, perché sapevo, con certezza assoluta, che quando mi sarei svegliata la giornata si sarebbe ripetuta.
Come il giorno precedente.
Così come era stato per anni.
Mi alzai lentamente e mi rassettai le vesti facendo cadere i piccoli granelli di sabbia che poi venivano spazzati via dalla violenza del vento. Mi incamminai verso casa, passando davanti alla capanna dove soleva stare Poe, Poe Dameron. Sospettavamo fosse della resistenza, e sapevamo che se lo avessimo denunciato al Primo Ordine avremmo ricevuto qualche vantaggio, ma nessuno osava farlo.
Sapevamo che il senso di colpa sarebbe stato terribile.
Allungai il passo: non volevo sapere assolutamente di cosa stavano parlando lui e quel vecchio; giravano strane voci sul comandante del Primo Ordine, Kylo Ren, come il saper leggere la memoria utilizzando … ah sì, la Forza. Se solo sapessi cosa sia … ma nessuno di noi lo aveva incontrato personalmente.
Fortunatamente.
Sapevo poche cose di quel uomo (se mai fosse vero ciò che mi era stato detto): sempre vestito di nero, una voce diabolica e una spada laser rossa, rossa come il sangue.
Sentii nella capanna BB-8 in fermento: il piccolo droide di Poe aveva captato qualcosa.
Quel piccoletto aveva un radar per i guai!
Non feci in tempo a correre via che Poe uscì e mi vide.
“Ti prego Sahr, proteggilo”, mi supplicò indicando il droide.
Alzai le mani in segno di resa, “Non voglio averci a che fare, Poe”, risposi scuotendo la testa.
“Ma aiuteresti la Resistenza!”.
“Appunto per questo!”, indietreggiai di qualche passo.
In lontananza sentii dei rombi di motore che, sapevo con certezza, appartenessero a dei caccia imperiali e … merda.
“Muoviti BB-8! Dobbiamo nasconderci” urlai e voltandomi intravidi un lampo di gratitudine passare sul volto del pilota.
Corsi velocemente nella direzione opposta ai caccia mentre il sole spariva alle mie spalle. Accelerai all’avvicinarsi dei rombi e la sabbia iniziò ad alzarsi impetuosa come durante una tempesta.
Mi coprii il volto come potei senza perdere di vista il droide, che con i suoi versetti spaventati cercava di stare al mio passo.
Un cerchio di luce si disegnò ai miei piedi, proiettando la mia ombra nera sulla sabbia bianca.
Mi avevano vista.
Non ero stata abbastanza veloce.
Tirai un calcio a BB-8 per toglierlo dal cerchio di luce, sperando che il buio del deserto lo avrebbe nascosto.
Mi fermai con il fiato corto e mi voltai lentamente.
Non vedevo assolutamente nulla a causa della luce accecante e il turbinio della sabbia; il rumore attutito di urla e colpi di blaster delle truppe del Primo Ordine che sentivo scendere infinite dalle navi.
La luce si spense e potei finalmente vedere la figura imponente dell’uomo più temuto da tutti,
scendere anch’egli dalla rampa: Kylo Ren.
Deglutii rumorosamente mentre una piccola goccia di sudore freddo si faceva strada lungo tutta la schiena tremante.
Cercai di muovermi, ma le gambe erano come bloccate, ma ai miei piedi non vedevo nulla, se non sabbia. Guardai Kylo Ren appena sentii un colpo di blaster poco lontano da me: Poe aveva tentato di sparargli.
Pazzo.
Chiusi gli occhi in attesa dei colpi delle truppe, ma non successe nulla di tutto ciò  che la mia immaginazione si era aspetta.
Nulla.
Lentamente aprii gli occhi timorosa di ciò che avrei visto e rimasi interdetta, attonita … allibita!
Il colpo di blaster era sospeso a mezz’aria, mentre Poe era in ginocchio ai piedi Kylo Ren. Lui, con il volto coperto dalla maschera nera, si volse nella mia direzione e, con un lieve gesto delle dita, mi indicò di avvicinarmi.
E così il mio corpo fece.
Con il respiro affannoso per lo sforzo di fermare le mie gambe che inesorabilmente avanzavano, capii dove malauguratamente stavo andando: proprio sulla traiettoria del colpo di blaster.
La tipica fortuna!
Mi fermai, o meglio, il mio corpo si fermò, a soli pochi centimetri da quella che sarebbe stata la causa della mia morte.
Una lieve folata di vento mi asciugò un poco la fronte imperlata di sudore.
Mi costrinsi a rimanere calma, mentre Kylo Ren e Poe si scrutavano in silenzio.
Avevo il cuore a mille e l’impressione che, in quel silenzio insopportabile, tutti quanti potessero sentire il frenetico battito del mio cuore.
“Dimmi dov’è”, la sua voce. Così profonda, mostruosa, mi invase la mente come una piena. Un lungo e piacevole brivido mi percorse la schiena. Ma che problema avevo?
Poe rimase in silenzio.
“Altrimenti lei …“ e mi indicò con un dito inguantato di nero, “… morirà … con lo stesso colpo che hai sparato tu stesso”.
Merda.
Cercai nuovamente di ordinare alle mie gambe di muoversi, ma invano. Ero completamente paralizzata dalla sua semplice volontà. La sentivo bruciare come fuoco nelle vene, nella mia mente confusa.
“Lei è fuori da tutto questo. Non sa nulla”, finalmente Poe parlò.
“Questo lo so”, risposte l’altro.
Altra confusione.
Altri dubbi.
Come faceva a …
Mi scappò un risolino: se poteva paralizzarmi, perché non leggermi nel pensiero?
Poe mi guardò con un sopracciglio sollevato.
Effettivamente …
Tornai quindi seria e alla consapevolezza che molto probabilmente Kylo Ren mi avrebbe uccisa.
Ma che bella serata.
Io ero abbastanza inutile per lui.
Lo guardai: speravo di aver un’espressione sicura ed imperturbabile, ma mi conoscevo abbastanza da sapere che in realtà avessi il volto stravolto dalla paura.
Kylo Ren tese il braccio verso Poe, che si accasciò a terra immediatamente dopo.
Non dirmi che …
Si volse verso di me e …
 
… un lieve e continuo dondolio, come di mare, mi cullava dolcemente.
Un piacevole torpore mi invadeva le membra, e nelle tenebre del dormi-veglia mi lasciai coccolare da quelle piacevoli sensazioni …
 
… il bagliore di una luce bianca attraversò le sottili palpebre; il lieve cullare del mare era sparito, lasciando il posto alla carezza leggera di lenzuola setose.
Aprii gli occhi lentamente per abituarmi alla luce che invadeva la stanza. Mi guardai attorno confusa: dove cavolo ero?
La stanza era spartana e vuota se non per il letto su cui ero sdraiata, coperta da lenzuola candide, le pareti completamente bianche eccetto per la porta nera.
Scesi dal letto e mi accorsi di essere scalza appena sentii il freddo del pavimento. Controllai nella stanza e trovai gli scarponi ben sistemati in un angolo. Nell’avvicinarmi la porta si aprì.
Aggrottai la fronte: non ero una prigioniera?
Indossai velocemente i miei fidati e sfondati scarponi e uscii.
“Signorina, aspetti!”, un soldato del Primo Ordine era appostato alla porta da cui ero appena uscita.
“Kylo Ren arriverà a momenti. La prego di aspettarlo qui”.
Lo guardai dubbiosa: prima mi voleva uccidere e ora … ?
“Perché?”, chiesi.
“Non ero autorizzato a chiedere”, e si rimise sull’attenti con le spalle al muro.
Rientrai nella stanza e mi sdraiai nuovamente sul letto tenendo i piedi a terra per non sporcarlo.
Sospirai profondamente.
Non sapevo neanche quanto tempo fosse passato dagli avvenimenti su Jakku. Sapevo solamente che la mia vita era stata drasticamente cambiata.
Forse il detto “attento a ciò che desideri” era corretto: volevo una vita diversa e ora dovevo affrontare Kylo Ren.
Chiusi gli occhi cercando di scacciare quei pensieri fastidiosi …
 
Un uomo incappucciato.
Gli occhi ardenti, lo sguardo di fuoco.
“Anakin”, la voce di una donna, lontana, un sussurro indistinto.
“Anakin …”
 
Aprii gli occhi di scatto e mi spaventai ulteriormente nel vedere chi stava seduto ai piedi del letto (sperando che quel gridolino non fosse stato mio …): Kylo Ren.
Ritrassi i piedi e mi sedetti a gambe incrociate vicino a lui, in attesa, cercando di rallentare il respiro frenetico.
“Hai paura”, ancora quella voce distorta dalla maschera che indossava mi fece rabbrividire senza farmi comprendere se fosse paura … o altro …
Deglutii, “C-credo sia una reazione abbastanza normale”, lui inclinò il capo per guadarmi meglio in volto, “Da quanto tempo sono qui?” chiesi.
“Da poche ore”.
Beh, almeno quello …
“Ti starai chiedendo perche non ti ho uccisa”, riprese.
Io annuii lievemente, “Già. Non credo sia solo fortuna”, risposi incrociando le braccia al petto. In effetti, perché dovrei aver paura?
Aveva avuto l’occasione per uccidermi … eppure …
“L’uomo che hai sognato poco fa. Non è la prima volta che ti accade vero? L’ho visto … nella tua mente”, affermò.
Oramai non mi chiedevo più come facesse a sapere cosa avevo sognato o cosa stessi pensando …
Avvicinai le ginocchia al petto e vi ci appoggiai il mento, “Sì, è vero. Se vuoi sapere chi sia … ho solo un nome che mi ronza in testa: Anakin”.
“No, io so già chi sia. Sono più interessato al fatto che tu lo veda”.
“Davvero sai chi sia!?” esclamai euforica. Quel uomo esisteva veramente! Non ero pazza!
Gli presi la mano con la mia, “Ti prego, dimmelo”, lo supplicai con voce tremante.
Sentii la mano bruciare al contatto con la sua e la ritrassi subito, aggrottando la fronte.
Lui si alzò in tutta la sua altezza facendomi sentire minuscola … indifesa … quale ero.
“Tutto a tempo debito. Tra poco arriverà qualcuno per portarti un pasto”.
Allungò una mano verso il mio viso, e le sue dita inguantate di nero mi accarezzarono lievemente una guancia facendomi arrossire violentemente.
Lui, come se fosse rimasto scottato, si ritirò velocemente e velocemente uscì dalla stanza, lasciandomi sola in quelle pareti bianche.
Tutti mi avevano preparata alla sua pericolosità, malvagità e brutalità, ma nessuno, dico nessuno, mi aveva preparata alla possibilità di trovar piacevole la sua compagnia.
   
 
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