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Autore: PathosPie    22/01/2016    0 recensioni
Questa è la storia di un mamba nero, il serpente più velenoso al mondo, temuto da generazioni di uomini. Sono stanchi di essere ritenuti degli esseri senza cuore che non pensano altro che uccidere con il loro veleno.
E io sono uno di loro
Genere: Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Io sono un mamba nero. Sono stato progettato per uccidere e prevalere sulle mie prede, fatto su cui si basa la legge della natura. E io non sono d'accordo con ciò: mi nutro di foglie di alberi e di rugiada mattutina, dato che non voglio vedere animali soffrire per colpa mia. Ma c'è qualcosa che mi rammarica ancora di più: la paura che io trasmetto agli esseri umani, che urlano o implorano pietà quando vedono me o miei simili. È orribile, non riesco a pensare di dover mostrare quest'immagine di me: siamo creature di Dio, con la stessa dignità e origine, perchè dobbiamo avere paura tra noi fratelli.

La penso così, fino a un giorno: mentre vado a caccia di prede, decido di inoltrarmi verso il confine tra la foresta e il villaggio degli umani, dato che, a causa di un enorme siccità, inizia a scarseggiare il cibo; penso che sia un'azione troppo rischiosa, ma devo sopravvivere E lo vedo: un giovane bambino, armato di una fionda, probabilmente anch'egli alla ricerca di cibo. Mi dileguo, per non doverlo spaventare o per non rimanerci secco, nel caso mi attaccasse. Ma è troppo tardi: gli occhi del piccolo bimbo sono puntati su di me, non so se è paura o decisione ad uccidermi. Mi scruta con attenzione, per provare a predire le mie azioni. Io rimango fermo, non voglio fargli del male.

Alla fine mi inizia a parlare:"Sai, io non voglio uccidervi" e getta la fionda: ho ringraziato quel bambino nella mia mente, probabilmente non lo avrebbe capito se avessi provato a comunicare con lui. "Ma non c'è più cibo. Non c'è pioggia e non crescono le piante da cui prendiamo cibo" sembra davvero sincero, come tutti i bambini e i cuccioli di animale. Poi fa per andarsene, lasciando la fionda ancora per terra. Riflettendo sulle sue parole, "Non c'è pioggia e non crescono le piante da cui prendiamo cibo" si spiega il fatto che gli uomini sono entrati nella foresta: probabilmente, i miei simili, percependo il pericolo di morte, sono diventati più aggressivi contro gli uomini. Vorrei tanto trovare una soluzione al problema, in modo da poter ritrovare l'armonia tra uomini e mamba.

Mi reco ad un torrente locale per abbeverarmi un po', dove molti animali si radunano per ripristinare le loro energie. A un certo punto, i miei occhi vengono abbagliati da una luce fortissima e celestiale

"Ascoltami" una voce celestiale mi chiama dal nulla. È il Signore, padrone di ogni essere vivente

"O Grande Padre" m'inchino al suo cospetto "non sono degno di ascoltare la tua Parola Sacra"

Dio mi risponde:"Non vergognarti di dover ascoltare il mio comando: se desideri tanto che la tua specie venga rispettata e non più temuta, devi uccidere e portare agli uomini il membro più forte della tua famiglia, il maschio Alpha. Devi sfidarlo ed ucciderlo"

Io sussulto"Ma..."

"So che lo farai, perchè la Volontà di Dio è immutabile. Ora va"la luce si affievolisce completamente e ora non ho altro in mente che compiere la mia missione. Però...per sapere che devo uccidere il maschio Alpha, ho qualche risentimento; io non sono mai stato un tipo che uccide, soprattutto il maschio Alpha. Perchè...

"Mi dispiace, ma domani ti devo uccidere" quando parlo con il maschio Alpha, lui mi guarda con odio e disprezzo

"E così tu hai intenzione di sfidare ME, il maschio Alpha? Sei uno stupido" e mi striscia attorno, soffiando in maniera minacciosa "I miei genitori, i più forti del branco, hanno affidato a ME, il ruolo di maschio Alpha della mia specie, e tu, debole e codardo che non sei altro, hai intenzione di usurparmi il titolo così" un uccello di passaggio diventa la sua vittima, venendo colpito da un fulmineo morso del maschio "questa sarà la tua fine: miserabile e fulminea. La tua ora è segnata. E poi..." sibila ancora più minacciosamente "per chi vorresti combattere,  per quelle scimmie che hanno infangato la natura devastandola e mostrando un briciolo di rispetto per la foresta e i suoi abitanti come noi. Sei solo un traditore. Ti voglio uccidere ora, non domani, per quanto mi fai schifo;" e se ne va " al tramonto, al centro della foresta"

E, al calare del Sole, mi sono preparato per uccidere il maschio Alpha, non che avessi un briciolo di speranza. Tutti i miei simili sono qui, ad aspettare la mia morte,  alla quale assisteranno anche altri animali. Il Maschio Alpha inizia ad alzare la parte superiore del corpo, provocandomi ad attaccarlo: " Che aspetti, codardo?" apre la bocca per mostrare tutto l'interno nero come la pece. Anch'io alzo la mia testa, ma non riesco ad essere abbastanza minaccioso, ne' ad aprire la bocca, tanto che mi attacca all'improvviso; per fortuna, evito in fretta l'attacco, o sarei finito.

"Mi basta un morso per eliminarti" dice "ma tu puoi fare altrettanto con me" tengo a mente le parole del mio avversario: basta un morso per eliminarlo. Provo ad attaccare, ma Alpha schiva giusto in tempo e mi insulta:"Come credi di potermi abbattere così facilmente, verme da strapazzo?" e contrattacca, ma evito il colpo"Sei solo debole, non fai altro che difendere quegli umani, scemo. Ti rendi conto di quello che fanno?" E mi sta col fiato al COLLO " TI RENDI CONTO" la sua ira è immane, ma decido di usarla a mio vantaggio: appena è l'occasione, lo colpisco con una codata nella pupilla, facendolo urlare dal dolore, e lo mordo senza sosta al collo, fino a che il veleno non fa effetto e muore.

Il pubblico accanto a me è in silenzio: non si aspettava questo finale.

"Lunga vita al Maschio Alpha" un'ovazione pazzesca, condita alla mia tristezza nei confronti del mio avversario.

"Perdonami...fratello"

Vado verso il villaggio degli uomini, cercando di capire da dove era venuto il bambino, trascinando nella mia bocca il defunto fratello. Per un momento, appena mi vedono, gli uomini urlano selavaggiamente: "MAMBAA! !" e passano subito all'attacco;

"FERMII! !" il bambino dell'altra volta urla prima che mi possano ferire "Guardate" indicando il Mamba morto nella mia bocca. Tutti mi osservano in silenzio, mentre poggio il Mamba a terra.

A un certo punto, il cielo si copre di nuvoloni carichi di...pioggia che scende a catenelle dal cielo, sopra lo sguardo incredulo degli umani; un fragoroso urlo di felicità rompe il silenzio che ci sovrastava. Decido di tornare nella foresta, notando un segno di ringraziamento da parte del bambino e orgoglioso ma triste dell'esito del mio compito

   
 
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