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Autore: PathosPie    22/01/2016    0 recensioni
Un uomo con una passione smisurata a dir poco per le opere teatrali trova un libro di un'opera sconosciuta, mai sentita prima d'ora. Questo copione, tuttavia, è del tutto avvolto nel mistero più fitto, un mistero che forse era meglio non rivelare...
Genere: Generale, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non posso credere che la mia vita faccia davvero così schifo: sono sottopagato, i miei colleghi di lavoro sono degli ubriaconi che passano il loro tempo libero a scolarsi di birra e quant'altro, mia moglie non fa altro che stare sempre fuori, ed è anche una donna che non conosco nemmeno a fondo, per come hanno organizzato il nostro matrimonio combinato. C'è solo una cosa che riesce a sollevare e a farmi dimenticare la dannatissima vita che io vivo: si tratta del teatro. Qual nobile passatempo, qual nobile arte se non il teatro. Immergendomi nelle storie che i personaggi desiderano raccontare, riesco ad eliminare queste paturnie legate alla mia maledetta vita

Proprio ora, mentre ripenso per quale motivo frequento incessantemente il teatro, si conclude il quarto atto della Boheme. La maniera di recitare dei protagonisti viene accolta con un calorosissimo applauso da parte del pubblico, incluso il mio: Mimì è riuscita ad interpretare in maniera eccezionale il suo ruolo, coinvolgendomi del tutto. Prima di uscire, faccio rimbombare nel teatro un'altra serie di applausi, a dimostrare la mia estrema felicità nell'aver assaporato quell'opera.

Intento nei miei passi a casa, ascolto il rumore del mio quartiere malandato, la cui atmosfera tenebrosa è esaltata dalla notte di luna nuova. Mi ritrovo davanti la porta di casa quando, improvvisamente, osservo un tomo particolarmente grosso per terra.

Mi avvicino cautamente e scruto con attenzione: si tratta veramente di un tomo. Riporta il titolo "Una storia triste e priva di lieto fine" e , da quello che comprendo, appare come un copione teatrale in tutto e per tutto. Probabilmente a qualcuno sarà caduto per terra; penso di riportarlo al legittimo proprietario domani. Perciò, prendo il libro con me e apro la porta con le mie chiavi.

Mia moglie ancora non c'è, probabilmente non sa ancora che io mi ero recato in teatro e sarei tornato in breve tempo. Decido di riscaldare un pezzo di pizza. Ma ciò che mi attira davvero l'attenzione è questo tomo: sono sempre stato appassionato di teatro, non posso negare la mia curiosità nei confronti di questo tomo. Chissà che c'è dentro...Nel frattempo che la pizza si riscalda, decido di leggere un po' il tomo...e con mia sgradita sorpresa, all'occhio mi risalta un particolare: il testo...è tutto scritto con del sangue umano. Inizio immediatamente a rabbrividire e chiudo il tomo: doveva essere per forza il diario di qualche delinquente maniaco depravato. Decido di non dare conto alla pizza e, appena pronta, la rimetto subito in frigo.

Non riesco ad addormentarmi: dopo aver osservato quella scrittura fatta con sangue, non riesco a distogliere la mente da tale pensiero e rabbrividisco al solo pensarci. Però...forse voleva lasciare in qualche modo il suo marchio peculiare nel mondo del teatro, questo pazzo scatenato. Forse non c'è niente di male, se gli do tosta una sbirciatina. Così, per cercare di conciliare il sonno, provo a leggere quest'opera teatrale.

Il mattino dopo, mi preparo per un'altra estenuante giornata di lavoro: mia moglie ronfa in quel divano rovinato, sarà tornato da un rave party. Cerco di ricordarmi la trama di ciò che ieri sera avevo letto: un uomo, solo e depresso, aveva conosciuto la donna della sua vita, con la quale condivideva le sue caratteristiche; tuttavia, entrambi depressi per l'orribile vita passata, decidono di suicidarsi insieme. Ammetto che, a primo impatto, riconoscevo il protagonista in me ed ero tentato di chiudere il libro, per evitare di richiamare in me note dolenti.

Ripensando a ciò, accade l'inimagginabile: sto per mangiare il mio toast, mentre la mia mano si ferma, come dotata di sua spontanea volontà. E posa il toast. Com'è possibile? Ho bisogno di mangiare, soffro di diabete, non posso non mettere qualcosa sotto i denti. Ma, inutilmente, provo a oppormi al mio corpo: non riesco a portare alla bocca il toast. Provo a portare la bocca al toast, ma, niente, anche la testa si rifiuta di obbedire al mio cervello.

Come diavolo è possibile?

   
 
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