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Autore: bapchin    22/01/2016    0 recensioni
[Nine Muses]
Si tratta di una raccolta di one-shots riguardanti la vita quotidiana, e perché no, amorosa di queste otto muse.
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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«Minha, dove vai? Perché non rimani un po' con me?»

Il gruppo aveva passato l'intera giornata nella sala prove, dalle nove del mattino quando erano arrivate sino alle dieci di sera.
Il coreografo aveva mandato via tutte le ragazze per farle riposare, sarebbe dovuta rimanere solo Kyungri che doveva perfezionare uno dei passi per una canzone che non le veniva abbastanza bene, per il loro primo concerto tutto sarebbe dovuto essere perfetto, proprio tutto.
La ragazza però non voleva rimanere sola, probabilmente avrebbe passato almeno un'altra ora in quella grande sala, e non voleva essere da sola, per cui ferma Minha, la ex maknae, prima che possa varcare la soglia dell'uscita, come al solito era stata l'ultima a finire di prepararsi per uscire.

«Uh... beh, perché no. Non è che abbia di meglio da fare.» la mora sorride alla più grande e posa il borsone che conteneva i vestiti che aveva indossato tutto il giorno in un angolo della sala.

In realtà avrebbe avuto di meglio da fare, mangiare e dormire. Quelli erano i chiodi fissi di Minha, ma passare un po' di tempo con Kyungri non le dispiaceva, soprattutto se sarebbero state sole. Era da un po' che aveva iniziato a vedere la più grande in modo diverso, nemmeno lei sapeva spiegarsi in che modo, sapeva solo che era così e che voleva passare sempre più tempo con la sua adorata unnie, l'avrebbe guardata ballare per ore intere, ma riesce a resistere appena una mezz'oretta prima che la stanchezza avesse la meglio su di lei portandola in una condizione di dormiveglia, avrebbe dovuto monitorare gli eventuali progressi della più grande, ma le palpebre chiuse erano un po' un impedimento.
Notando la condizione della più giovane, Kyungri le si avvicina, battendole poi le mani davanti al viso. Lo spavento che si prende Minha sarebbe stato da registrare, nulla sveglia più di un sano spavento. Una delle cose belle del rapporto fra le due era la continua alternanza di momenti di assoluto divertimento e gioco, e momenti più “romantici”, per così dire.

«Direi che è l'ora del caffè!» dice in modo scherzoso Kyungri.
«Ma sono le undici – la ragazza fa una piccola pausa, guardando la maggiore – infatti tu stai scherzando.»
«Puoi andare a casa se sei stanca.»
«Ho detto che sarei rimasta, e poi ormai hai finito, sei perfetta.»
«Mi hai almeno guardata?»
«...Sì.»
«Sei una pessima bugiarda.»

Entrambe le ragazze fanno una piccola risata, poi la stanchezza sembra prendere il sopravvento anche su Kyungri, che fino a pochi secondi prima sembrava nel pieno delle proprie energie. Anche lei si siede, accanto a Minha. Nessuna delle due parla, non ne hanno le forze, e nessuna delle due si muove per lo stesso motivo. Però sarebbero dovute arrivare a casa, in un modo o nell'altro.
Il silenzio era quindi calato in quella stanza, si sentivano solo i respiri delle due ragazze andare in quasi perfetta sincronia.

«Ho una domanda.» Kyungri spezza il silenzio che si era creato, e aveva quasi fatto addormentare del tutto Minha, che non risponde, si limita a fare un verso quasi incomprensibile, ma che si sarebbe potuto tradurre, forse, in un “dimmi”.
«Come fai a dire che sono perfetta?» Di nuovo il silenzio, poi pochi secondi dopo, Minha mugola qualcosa, la stanchezza inibiva le sue capacità di comunicazione, già scarse in condizioni normali.
«Lo so.» ecco cosa dice.
«E come fai a saperlo?» Minha sbuffa, poteva dire addio al suo sonno, evidentemente avrebbero dovuto tenere una conversazione, povera illusa lei che pensava di averla chiusa con la sua risposta.
«Lo so e basta, è perché sei tu, Park Kyungri. E tu, come tutti sanno, sei perfetta.»
«Io non lo capisco.»
«Non c'è nulla da capire: sei bellissima, talentuosa e anche divertente. È normale che la gente ti adori.»
«La gente?»
«Tutti.»
«Anche tu?»
«Soprattutto io.»

La minore fa una piccola smorfia e raccoglie le sue forze per alzarsi finalmente da terra. Si avvicina allo specchio e si guarda per qualche istante, a volte le pareva incredibile quanto contasse l'aspetto fisico in quell'industria, eppure è tutto quello che ha.
Lo sguardo di Minha poi ricade sulla figura di Kyungri che era rimasta seduta contro al muro.

«Non è così che migliorerai, stando seduta.»
«Sto pensando.»
«Tu pensi?»
«Molto divertente.»
«A che pensi?»
«A te.»
«Mi stava giusto fischiando l'orecchio.»
«Tu mi adori?»
«Te l'ho detto.»
«In che senso mi adori?»

Minha volta le spalle allo specchio e guarda Kyungri, le aveva fatto una bella domanda. “in che senso la adori?” si ripeteva nella sua testa. In che senso. Fa qualche passo verso la più grande, per avvicinarsi a lei. È bellissima, anche quando è così stanca, con un trucco improvvisato e sbavato. Una bellezza. Bellezza accompagnata da una quantità innumerevole di qualità secondo Minha. Credeva di scoprirne di nuove ogni giorno, e ogni giorno voleva sapere qualcosa di più. Era un po' come se fosse gradualmente diventata la sua fan numero uno.

«In che senso?»
«Mh.» Kyungri annuisce.

Ancora nella mente di Minha, però, la risposta era lontana. Ne aveva una parte sola, si sentiva attratta da lei. Da qui però nasceva nuovamente la stessa domanda: in che senso?
Quello che succede dopo, succede quasi senza che Minha abbia il controllo di se stessa. La ragazza avvicina il viso a quello di Kyungri e posa delicatamente le labbra sulle sue.
In questo senso.
Ecco la risposta alla domanda. Avrebbe voluto che quel contatto durasse di più, più di qualche misero secondo, ma l'imbarazzo presto avrebbe pervaso l'aria dell'intero edificio, non solo della sala prove.
Quando Minha allontana le proprie labbra da quelle della più grande, fa un leggero sorriso.

«Ti adoro in questo senso.»

Questa era la sua risposta definitiva. La risposta imbarazzante definitiva. Fa qualche altro passo per allontanarsi e prende il suo borsone, uscendo poi per tornare a casa, finalmente. Dietro di lei, rimane Kyungri in uno stato confusionale, si porta una mano sulle labbra, non riesce a dire nulla finché ormai Minha non è uscita, avrebbe voluto dirle qualcosa anche lei.

«Park Minha, ti adoro anche io.»
 



Allora, premetto di sapere di avere una storia incompleta -- in realtà due, ma tralasciamo -- e credo che rimarrà tale fino a che non troverò un briciolo di idea su come continuarla.
Questa raccolta si basa su una challenge che ho trovato per caso su facebook, ho scelto le Namyu perché sono il mio ultimate group e perché nessuno scrive mai abbastanza su di loro, so, enjoy.
   
 
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