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Autore: elichan_    23/01/2016    1 recensioni
Dopo che avevano perso contro la Inashiro era cambiato tutto. Ovviamente erano tutti tristi e giù di morale, specialmente i senpai dato che questa era l'ultima opportunità per andare ai nazionali, e lui non faceva eccezione. Provava un misto di tristezza e rabbia per non aver fatto di più, per non aver fatto vincere la squadra. Per non aver vinto per il suo senpai.
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Questa è la mia prima fanfiction, e ancora non so usare tanto bene EFP...comunque spero vi piaccia^^
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ryosuke Kominato, Youichi Kuramochi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo che avevano perso contro la Inashiro era cambiato tutto. Ovviamente erano tutti tristi e giù di morale, specialmente i senpai dato che questa era l'ultima opportunità per andare ai nazionali, e lui non faceva eccezione. Provava un misto di tristezza e rabbia per non aver fatto di più, per non aver fatto vincere la squadra. Per non aver vinto per il suo senpai.

Durante la partita si era accorto che qualcosa non andava con il piede di Kominato senpai, ma guardandolo negli occhi aveva viso in lui il desiderio di continuare a giocare, per vincere. Quando, poi, fu costretto a uscire dal campo, Kuramochi si era ripromesso che avrebbe vinto per permetterli di giocare ancora con la squadra, e per poter vedere ancora il sorriso che aveva quando le giocate, per cui si erano allenati tanto duramente insieme, riuscivano senza sbagli. Lui adorava quel sorriso, un sorriso che sembrava riservasse solo a lui.

In realtà lui adorava tutto del suo senpai: il sorriso che coinvolgeva anche gli occhi, il suo fisico esile, il suo carattere gentile, adorava anche le battute taglienti che faceva spesso. Ma più di tutti adorava come non si abbattesse neanche dopo una sconfitta. Lui andava spesso (per non dire sempre) dal senpai, dopo aver perso una partita, perché era l'unico in grado di tirarlo su di morale, non sapeva spiegarlo, ma dopo aver parlato con Kominato senpai si sentiva sempre tranquillo e sereno.

Quella volta però era diverso. Dopo la partita sul volto del senpai c'era un'espressione strana, un'espressione che Kuramochi non riusciva a decifrare, inoltre quando si era avvicinato per parlargli, per sentirsi dire come al solito che andava tutto bene e che aveva fatto del suo meglio, Kominato senpai si era allontanato senza neanche guardarlo.

Quella sera era l'ultima sera che i senpai passavano al dormitorio, dal giorno successivo avrebbero dovuto lasciare la squadra e concentrarsi sugli studi. Erano passati due giorni dalla partita, due giorni in cui Kominato senpai l'aveva completamente ignorato, due giorni che erano sembrati infiniti.

Kuramochi si rigirò più volte nel letto incapace di dormire sebbene fosse mezzanotte passata, dando la colpa al russare di Sawamura. Dopo l'ennesimo tentativo di addormentarsi, decise di andare a fare una passeggiata. I piedi lo portarono inconsciamente sul posto dove lui e Kominato senpai si erano allenati sui loro passaggi veloci e precisi. Scorrendo il paesaggio con gli occhi notò una fisura seduta per terra e, anche se era lontano, lo riconobbe subito: era il suo senpai.

Kuramochi rimase lì fermo per qualche minuto prima di decidere cosa fare, poi si fece coraggio e
decise di andare a parlargli: non poteva permettere che il senpai se ne andasse dalla squadra senza che lui avesse avuto l'occasione di dirgli ciò che voleva.

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Quando sentì dei passi avvicinarsi si voltò di scatto e lo vide, illuminato dalla luna. Indossava una semplice t-shirt bianca che lasciava trasparire i suoi addominali scolpiti, e gli ci volle tutta la sua forza di volontà per non saltargli addosso. Lo osservò mentre si sedeva accanto a lui.

"Senpai" incominciò Kuramochi "mi dispiace molto per non essere riuscito a vincere…se solo mi fossi allenato più duramente…". Kominato si accorse che la voce del kohai era debole e tremava leggermente. Dopo qualche istante Kuramochi continuò "avremmo potuto…avremmo-" si bloccò improvvisamente. Kominato si voltò e vide che stava piangendo e la forza di volontà che aveva avuto fino a quel momento per evitare di abbracciarlo scomparve.
Si girò verso di lui e lo strinse forte a sé, le sue braccia avvolte intorno alle larghe spalle del kohai e la testa di quest'ultimo appoggiata sull'incavo tra il suo collo e la sua spalla. Lo tenne stretto a se finché non sentì che si era calmato, a quel punto lo allontanò per guardarlo negli occhi e iniziò a tranquillizzarlo come faceva tutte le volte dopo una sconfitta.

Quando ebbe finito ci fu un attimo di silenzio, dopodiché Kuramochi gli tirò un debole pugno sulla spalla. Kominato, incredulo, guardò prima il punto in cui era stato colpito e poi il suo kohai che sembrava stesse per mettersi a piangere di nuovo.

"Perché mi hai ignorato in questi giorni? Pensavo fossi talmente arrabbiato da non volermi nemmeno parlare" disse Kuramochi quasi sottovoce "eppure sapevi che questi sarebbero stati gli ultimi giorni per passare del tempo insieme" concluse in tono ancora più basso.

Kominato lo sapeva fin troppo bene. Per questo aveva deciso di ignorarlo. No, non di ignorarlo, ma di mantenere una distanza di "sicurezza". Quando il punto finale fu segnato lui sapeva che presto avrebbe dovuto lasciare la squadra e la sera, mentre erano nel refettorio del dormitorio, aveva lanciato uno sguardo a Kuramochi. Vedere la sua espressione fece quasi rendere vani tutti gli sforzi fatti fino a quel momento per nascondere i suoi sentimenti, quindi aveva deciso di stargli alla larga per questi ultimi giorni, e ce l'aveva quasi fatta.

Il suo corpo fu più veloce della sua mente e prima che potesse fermarsi le sue labbra erano già su quelle di Kuramochi. Sentì il kohai irrigidirsi, ma subito dopo rilassarsi al bacio, e Kominato ringraziò qualsiasi divinità per questo, il suo cuore non sarebbe sopravvissuto de Kuramochi l'avesse allontanato.

Poco dopo si staccò e lo guardò negli occhi e alzandosi disse: "lo so che erano gli ulimi giorni in cui facevamo parte della stessa squadra, ma comunque io frequenterò ancora le lezioni qui a scuola, inoltre verrò spesso a trovarvi e magari aiutarvi con gli allenamenti" i suoi occhi tornarono a fissarsi su quelli del kohai e continuò "per cui non pensare che da domani ti sarai liberato di me". Poi, sempre continuando a guardarlo negli occhi, si abbassò di nuovo in modo da essere al suo stesso livello e gli diede un altro bacio veloce prima di andarsene con un sorriso stampato sulla faccia, lasciando Kuramochi ancora seduto a rielaborare quanto accaduto.

   
 
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