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Autore: Sheyral    23/01/2016    0 recensioni
La storia narra di un ragazzo liceale di nome, Ryuuko Sakahuo, che, con l'aiuto di alcune persone, a ricostruire la verità sull'accaduto della propria città, come in tutto il mondo, incontrando innumerevoli difficoltà, e magari anche dei buoni avvenimenti.
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta, Violenza
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– Introduzione –

... “Oggi è il giorno degli esami, sono spacciato...” continuavo a pensare. Prima di “quello” era il mio solo e unico pensiero. Mi stavo incamminado verso la stazione, come un’automa, senza accorgermi di quello che accadeva al di fuori della mia mente. Ero nervoso e scombussolato.
Aspettando al treno, mi sedetti per ragionare e rilassarmi. Subito un paio di minuti dopo sentii un’allarme. Era assordante, talmente tanto, che per un po’ riusciva a silenziare le grida della gente. Io ero rimasto seduto, non sapendo cosa stesse per accadere...
Una persona mi prese il braccio e iniziò a scuotermi e a parlarmi. Non sentivo niente, solo un fischio. Dopo nemmeno un minuto mi alzò e corsi. Vedevo delle persone che cadevano e venivano calpestate da altri che continuavano a correre. Ma dove?...
Passati dei minuti, riuscivo di nuovo a sentire. Urla, solo urla. Poi spari.
Continuando in avanti si iniziava a vedere di più che persone. Preso dai miei pensieri mi accorsi che il signore che mi aveva portato con sè, era sparito. Scorsi un cancello aperto e mi feci strada lì. Cercai di riprendermi dall’affanno.
La folla era come l’acqua di un fiume che si spandeva nel letto.
A un certo punto finì. Niente più urla, niente più rumore. Era quasi fastidioso.
Incuriosito, uscii dal cancello. Il vomito era inevitabile. La strada era stata coperta da cadaveri e da corvi... ed io mi ero salvato da quel macello. “M-ma... perché è morta questa gente?!”, avevo le lacrime agli occhi. Ero shockato. Poi mi venne da correre a casa a vedere se la mia famiglia era sana e salva. Ero mentalmente stremato, continuavo a ripetere “71”, il numero di casa mia. Correvo, correvo e pensavo a cosa poteva succedere. Lacrimavo, ma non di tristezza, di rabbia e stanchezza.
Mi gettai sulla porta. Era aperta... Mi fermai all’entrata, e mi misi a gridare “Mamma! Papà! Siete qui?!”, nessuna risposta. Volevo uscire e scappare, ma perlustrai tutta la casa, fino a quando... Fino a quando vidi quel che non volevo ne vedere ne sapere. Mia madre, all’entrata della cucina, squartata. Mio padre, in salotto, spezzato in due. L’unica che non vidi era mia sorella più piccola. E come un dannato, mi misi a cercarla. Subito mi venne in mente che, quando aveva tanta paura, si andava a nascondere nell’armadio dei miei genitori. Entrai nella camera, aprii l’armadio, e la vidi. Aveva le lacrime e stava per impazzire. La presi in braccio e la calmai, ripetendo che andata tutto bene.
Quando arrivò il momento, le dissi di coprirsi gli occhi. La presi sulla mia schiena e corsi fuori di casa. L’atmosfera era già cambiata. Il cielo era nuvoloso, il silenzio era mortale. Dissi a mia sorella (Masami) di stare con gli occhi chiusi fino a quando le dicevo di aprirli.
Corsi per le strade per trovare un luogo con delle persone, ma niente. In meno di due ore, la città, da sovrabitata, divento desertica. Neanche animali, anche se prima di un’ora fa era pieno di cani e corvi.
Inizio a calare il sole, e a farsi più freddo. Non ero vestito neanche bene, per sopportare quel freddo, e nemmeno mia sorella. “Merda, merda, merda!” pensavo.
Continuavo a camminare senza sapere dove andare. “Fratellone, fa freddo...” mi disse mia sorella, con un tono di voce basso, “È buio, vero?...”. “Si, sta facendo notte, non ti preoccupare” risposi io. “Hey, fratellone...”, disse quasi sussurrando. “Che c'è, Masami?”, le dissi. “Vedo una... bella.. luce che...”. Le sue mani avevano mollato la presa.
Mi fermai, disperato. La situazione era così sconvolgente che, lacrimando, mi misi a ridere come un pazzo. Per quella risata volevo uccidermi cento volte. Sentivo un dolore al petto, come se il mio cuore stesse per implodere in migliaia di pezzi. Continuai a fissare il suo corpo privo di vita. Guardai per l'ultima volta la sua bellissima faccia da bambina. Sembrava quasi dormire... aveva gli occhi chiusi e un bellissimo sorriso. "Masami... Masami!!” e con quelle ultime grida disperati, mi lasciai cadere a terra, per chiudermi in un’oscurità più profonda di qualsiasi oceano...
   
 
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