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Autore: Angioletto Zodiacale    24/01/2016    1 recensioni
Non si può mai superare da soli la perdita di una persona cara, figuriamoci quella di 4 amici che hanno condiviso con te i momenti peggiori e migliori della loro vita.
Per Shun sarà difficile ma con un grande aiuto nulla sarà impossibile.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Andromeda Shun, Saori Kido
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pov Shun Mi sento solo, ho paura, non riesco a guardare, giorno dopo giorno, altro che la foto di noi 5 appesa al muro del mio appartamento ormai in completo disordine. le mie giornate sono diventate flashback continui, uno più doloroso dell'altro: la morte di ognuno dei miei compagni è il più terribile dei miei incubi; avevano dato la loro vita per proteggermi dal Dio degli Inferi, che voleva impossessarsi nuovamente del mio puro corpo di fanciullo. Avrei preferito sacrificare la mia vita per loro, perché da solo sono debole, senza identità, e sto lasciandomi andare. Prego ogni giorno fino allo stremo il Sommo Ade perché mi restituisca i miei compagni, come Orfeo lo pregava di restituirgli la sua Euridice. Come di routine me ne sto con una tazza di tè e lo sguardo perso contro la parete della mia stanza, quando qualcuno bussa alla porta: è strano perché la mia vicina è già passata con la spesa ieri. Con uno sforzo sovrumano mi alzo dal divano, vado ad aprire e mi trovo davanti ad una donna splendida, dal viso conosciuto. Resto immobile dinanzi la porta e la donna mi dice di chiamarsi Saori. Ritorno alla realtà e, con un velo di vergogna per il disordine, la faccio accomodare sul piccolo divano, poi prendo una sedia per me. La mia Dea mi aveva rintracciato, nonostante fossi stato sollevato dal mio incarico di cavaliere, tramite il debole cosmo che brucia ancora dentro di me (a causa dell'allenamento sull'Isola di Andromeda e le battaglie combattute); ora è qui e mi sta dicendo che ha percepito angoscia e debolezza nel mio fievole cosmo e che, essendo l'unico rimasto dei bronze saint, è subito corsa a cercare di attenuare le mie angosce. In questo momento provo gioia per la visita di milady, ma anche anche rabbia perché ha profanato il mio dolore e il mio lutto: lei se ne accorge e il suo volto si colma di tristezza e mi cinge il collo con le sue braccia, lisce e fragili di donna ed io mi apro lasciando uscire il mio dolore con un pianto isterico. Saori interrompe quel dolce contatto umano, del quale ormai da tre anni avevo dimenticato il tepore. Iniziò a raccontarle che non avevo accettato la morte dei 4 cavalieri miei compagni, in particolare non riuscivo ad accettare la perdita di Ikki, che non era solo mio fratello, ma tutta la mia famiglia . Milady sa tutto ma mi ascolta e, con fare materno, mi accarezza i capelli ormai nodosi e crespi per la trascuratezza. Vedo però comparire sul suo viso una lacrima e capisco che quella visita non è solo per confortare me, ma anche lei, nel suo silenzio, ha bisogno di sfogarsi: allora le prendo la mano e gliela stringo con vigore senza farle male, anzi facendola sorridere...infondo anche lei aveva perso coloro che la amavano e che avevano sempre rischiato la vita per proteggerla. Dopo due ore abbiamo finito di riordinare il mio appartamento e Saori mi invita per una passeggiata al parco, io accetto e, giunti alla fontana posta al centro del giardino, mi consegna una foto nella quale riconosco me da bambino mano nella mano con il mio fratellone Ikki. Stranamente non piango, ma sorrido al ricordo di quei due fanciulli che, ignari del loro destino giocavano felici tra i prati fioriti di Villa Kido. Cinque anni dopo Sono passati ormai cinque anni dalla visita di Milady e ci teniamo ancora in contatto. Io ho finalmente ripreso a vivere ed ora ho una splendida famiglia con due splendidi bambini, Ikki e Hyoga (come mio migliore amico). I miei due ometti sanno anche il perché dei loro nomi ed entrambi hanno voluto una foto dei loro eroi nelle loro camerette.Anche io ho aggiunto una foto nella mia stanza, quella di me ed Ikki, ed oggi ne ho scattata una ai miei due bambini proprio mentre si tenevano per mano e l' ho appesa vicino alle altre due: non le attribuisco più a ricordi dolorosi e tristi, ma bensì a pezzi di vita che hanno reso la mia esistenza un po' più speciale
   
 
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