Dream.

Come disse una volta un saggio, "siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i sogni". Beh, sulle orme di un altro saggio, anche io posso essere fiera di affermare che "io ho un sogno". Sogno uguaglianza. Sogno pace. Sogno amore. Sogno che un giorno, domani, tra un anno o forse tra mille,  una ragazza possa andare da sua madre e dire: "Ciao mamma, lei è la mia ragazza" senza paura di non essere accettata, senza paura del giudizio di qualcuno che, ottusamente, ritiene sbagliato tutto ciò che non è "conforme". Conforme a cosa, poi? Non lo so, chiedetelo a loro.
Sogno che quella stessa ragazza non riceva porte in faccia a causa del suo amore. Che sua madre l'abbracci e le chieda se è felice, o come si sono conosciute, e non rimanga shoccata dalla notizia, senza bisogno d'altro. Solo di un "Hey, io e questa persona ci amiamo e volevo condividerlo con te", senza coming out, senza grandi rivelazioni. Prima di essere gay, lesbo, bisex o etero, siamo persone. Solo persone. Ed è indifferente chi ci piace, qual è il nostro orientamento. Un etero va dai genitori a dire "sai, sono eterosessuale"? No, naturalmente. Sarebbe strano. E allora perché dovrebbe farlo un LGBT? L'uguaglianza sta anche in questo.
Spero soltanto che come l'ennesimo saggio, un eroe della mia infanzia e anche della mia vita adulta, diceva sempre "il sogno realtà diverrà".