Serie TV > Downton Abbey
Ricorda la storia  |      
Autore: __aris__    25/01/2016    1 recensioni
Non ho mai rimpianto quel viaggio fino a quando non ho incontrato te. Se ti avessi conosciuto all’ora saremo sposati ed io potrei vivere con la donna che amo. Tu saresti mia moglie, la mia confidente e la mia amante. Nessuno dei miei tesori varrebbe quanto te.
-- OS dedicata a Ledy Violet e al Principe Kuragin, ambientata durante il viaggio in Russia.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Violet Crawley
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Per un istante le nostre vite si sono incontrate... le nostre anime si sono sfiorate.
Oscar Wilde
 
 
 
1874, Russia
 
 
Dalla piccola finestra vedeva solo i fiocchi di neve che, sospinti dal vento, ammantavano ogni cosa creando un paesaggio irreale. Lo stesso rifugio in cui si trovava, visto da fuori, sembrava fatto interamente di neve ghiacciata.
Violet si avvicinò al fuoco ancora troppo infreddolita per togliersi i guanti ed il cappello di pelliccia. Si chiedeva come fosse finita lì, in quale momento aveva messo da parte tutto ciò in cui aveva fermamente creduto in tutta la sua vita per qualcosa che non riusciva nemmeno a spiegarsi. Igor le aveva proposto quella fuga al ricevimento della sera prima: tutti i nobili inglesi sarebbero andati a caccia di volpi bianche con lo Zar e suo marito non avrebbe scoperto mai nulla. Avrebbe dovuto tirargli uno schiaffo lì, in mezzo al gran salone da ballo del Palazzo di Inverno, per difendere il suo onore e il suo matrimonio. Invece non aveva detto niente e si era fatta semplicemente trovare pronta per il momento stabilito. Aveva corrotto la cameriera perché non dicesse nulla ed era uscita per quella gita sulla neve. Non pensava che avrebbero incontrato una tormenta così violenta.
La porta in legno si aprì ed Igor entrò accompagnato da una ventata di neve. “Voi inglesi non sapete come riscaldavi senza del brandy.” Disse divertito vedendo la donna rabbrividire per l’ennesima volta. “Massaggia qui e le braccia si scalderanno da sole.” Sussurrò portandole le mani sui fianchi.
Violet sentiva la barba dell’uomo punzecchiare sulla guancia mentre lui le postava le mani ai lati del costato e ripensò a tutte le volte in cui aveva trovato fastidiosi i leggeri baffi del marito. Si scoprì a spostare all’indietro il proprio corpo per appoggiarsi a Igor in un gesto che non pensava le potesse appartenere. Le braccia del Principe Kuragin la cullarono per secondi in cui tutto parve fermarsi e restare immobile.
Sei pentita?” le sussurrò all’orecchio.
Dovrei esserlo.
L’uomo sorrise compiaciuto: “Però non lo sei.”
No.” Ammise in un sospiro.
Igor le baciò il cappello e la lasciò per rintuzzare il fuoco che si mise subito a scoppiettare. Per una donna come Violet, che aveva sempre creduto nel matrimonio e nelle regole della società, era già molto essere lì, con lui; non poteva pretendere che dimenticasse di avere un marito e due figli. “I cani sono al riparo nel retro, ma la tormenta non sembra voler finire.” Disse mettendo una bottiglia di Champagne vicino al fuoco perché si scongelasse.
La donna alla sue spalle sospirò leggermente aggrottando la fronte: se la tormenta non fosse finita avrebbero dovuto trascorrere lì la notte. La prima notte passata con qualcuno che non era suo marito. Avrebbe dovuto sentire che quello che stava facendo era sbagliato, ma l’assenza del senso di colpa era una lama che la inchiodava al pavimento e le toglieva l’aria. Non avrebbe dovuto accettare l’invito di Igor ma, allo stesso tempo, non voleva essere da nessun altro posto.
Lord Grantham tornerà tra una settimana, non lo saprò mai.” Le ricordò cercando di rassicurarla. Anche se era sicuro che non era la paura di essere scoperta che tormentava la sua compagna.
Violet aspettò che si voltasse per guardarlo dritto negli occhi fiera e spavalda quanto lui. Intransigente quanto lui. “Non sono l’unica ad essere sposata.”
Igor sorrise divertito. “Vorrei che gli amanti di Irina si preoccupassero per il mio matrimonio la metà di quanto fai tu!”
Qualcuno tra noi deve farlo.” Rispose seria per ricordare ad entrambi la realtà.
Tuo marito ha detto che la tua annata di Champagne preferito è il ’53. Ho impiegato tutta la mattina per trovare l’ultima bottiglia di quell’anno nelle mie cantine.” Non gli interessava la realtà, ciò che c’era oltre quella tempesta di neve: Irina, Lord Grantham, perfino lo Zar ed il suo immenso palazzo d’oro potevano scomparire. Per una notte non sarebbero esistiti che lui e Violet.
Non avrebbe dovuto dirtelo.”
Infatti lo ha confidato al Gran Duca Ilianovich, non a me. Comunque hai ragione: nessun marito dovrebbe svelare i segreti per sedurre la propria moglie.”
Violet sorrise, trovando finalmente il coraggio di togliersi la pelliccia ed il colbacco. Igor ammirò i suoi capelli biondi illuminati dal fuoco e si chiese come sarebbe stato vederli sciolti e poterci passare le dita dentro. Immaginare di accarezzare la pelle coperta dai vestiti fu un passo troppo facile, una discesa troppo ripida per essere affrontata.
Se hai fame ci dovrebbe essere della carne secca in qualche madia.” Disse il Principe sedendosi accanto a fuoco, sopra un tappeto d’orso.
No grazie.” Rispose sedendosi accanto a lui. Avrebbe dovuto scegliere una sedia più lontana ma a quel punto non aveva senso rispettare il galateo. Nulla in quel momento lo rispettava.
Quindici anni fa stavo per venire in Inghilterra.” Iniziò a raccontare con sguardo assente “Volevo vedere il tuo Paese. All’epoca non ero sposato e viaggiavo spesso. Ho visitato l’Italia, la Francia, perfino la Persia.”
Perché non lo ha fatto?
Perché mi ruppi una gamba cadendo da cavallo. Non ho mai rimpianto quel viaggio fino a quando non ho incontrato te. Se ti avessi conosciuto all’ora saremo sposati ed io potrei vivere con la donna che amo. Tu saresti mia moglie, la mia confidente e la mia amante. Nessuno dei miei tesori varrebbe quanto te.”
Uno strano brivido scosse la giovane Contessa. Mai suo marito le aveva detto parole del genere, mai la sua voce era stata tanto gentile e possessiva. Mai aveva fatto trasparire quel genere di sentimenti. Da romanzo, li avrebbe definiti in altre circostanze, ma non poteva ignorare che, anche se per un istante solo, si era sentita sprofondare in un vortice da cui non riusciva ad uscire.
Nulla mi avrebbe impedito di sposarti.” Continuò il russo con amarezza infinita.
Ma sei caduto da cavallo.” Gli rammentò l’altra, aggrappandosi alla consapevolezza che la loro era una relazione clandestina come le altre. Nonostante l’impeto dei suoi sentimenti.
Non sono disposto a lasciarti tornare da tuo marito.” La voce di Igor era tornata ad essere quella dell’intransigente Principe Kuragin, disposto a pagare qualunque prezzo per ciò che voleva.
Siamo sposati, Igor. Oramai è tardi e tra poche settimane tutto questo sarà solo un sogno.”
Gli occhi di Igor si puntarono nel fuoco, come se cercassero qualcosa nelle fiamme che danzavano. Aveva sempre avuto tutto, ogni capriccio del potente principe Kuragin era sempre stato esaudito, ogni donna gli si era concessa senza sforzo. Avrebbe restituito tutto per                     avere Violet, per non vederla allontanarsi ogni volta tenendo il braccio di Lord Grantham. Perché doveva cedere il passo in nome di un giuramento fatto davanti ad un ministro di Dio? E non era forse il suo amore tanto solenne quanto profano? L’assenza di una benedizione lo rendeva forse meno vero? “Fuggi con me. Andremo lontano e vivremo come marito e moglie.”
Igor … non possiamo.”
Perché no? Dimmi che una parte di te non lo vorrebbe e non lo dirò più. Dimmi che non mi ami e questa notte non sarà mai esistita.”
La giovane Contessa abbassò lo sguardo. Non poteva lasciare Lord Grantham, Robert e Rosamund! Cosa sarebbe stato di loro? Come avrebbero sopportato lo scandalo? La Contessa di Grantham fuggita con un principe russo. Come avrebbero fatto l’ingresso in società i suoi figli? “Io… io… non posso.”
Kuragin la afferrò le spalle costringendola a guardarlo negli occhi. “Non puoi o non vuoi Violet?” la sua voce era imperiosa e penetrante quella domanda era troppo importante e la risposta di Violet insoddisfacente. Se lo amava quanto lui cosa importavano stupide convenzioni sociali? Avrebbero vissuto come marito e moglie, lui avrebbe passato ogni giorno della sua vita amandola ed onorandola. Avrebbe rinunciato ai suoi tesori per Violet e sarebbe stato un uomo molto più ricco di prima.
Non posso. Siamo sposati davanti a Dio Igor e nemmeno tu puoi cambiare questo.” La realtà era tutto ciò che importava. Era dolorosa, ogni parola lo era stata, ma era immutabile.
Dio saprebbe che la nostra unione sarebbe più vera dei matrimoni combinati. Senza preti, senza formalità, senza etichetta: solo noi. Io non rinuncio a te Violet, non posso. Non potrò mai.”
Lei distolse lo sguardo altrove, senza vedere. “Non dirlo! Non puoi sapere cos’accadrà in futuro.”
Perché non dovrei? Ho avuto più amanti di quante mi faccia piacere ammettere e so che nessun’altra donna vale il tuo mignolo. Io ti amo. Non ho paura ad ammetterlo e so che sarà sempre così. Solo se mi dirai che non provi gli stessi sentimenti ti lascerò andare altrimenti lotterò per averti, sempre.”
Igor io …
Dimmi che non mi ami Violet!” le comandò imponendole di scegliere se mentire anche a sé stessa o no.
Si ritrovò gli occhi affollati di lacrime che scendevano silenziose e copiose sulle guance ed il Principe la liberò dalla presa temendo di aver osato troppo. Avrebbe dovuto negare. Avrebbe dovuto essere rimasta a San Pietroburgo. Avrebbe dovuto ricordarsi che aveva sempre creduto nel matrimonio e nella sua fedeltà al marito. Ma sarebbe stata lì se non amasse Igor? Se non lo avesse sentito simile a lei fin dal primo baciamano? Se un suo sguardo le turbava molto più delle intime carezze del marito? Violet si conosceva troppo per sapere che a sé stessa non poteva mentire. Lentamente rialzò la testa dal tappeto asciugandosi le lacrime con un fazzoletto. “Ti amo. Molto più di quanto sarebbe giusto.” Disse piano, quasi avesse paura che i mobili potessero sentirla e carpire il momento in cui la sua compostezza si sgretolava.
Igor ricominciò a respirare lentamente, scoprendo che perfino nell’aria c’era qualcosa di diverso. Raccolse con il pollice la lacrima che era scivolata via durante la confessione accarezzando la guancia di Violet con tutta la devozione di cui era capace. Poi si avvicinò e iniziò a baciarla mentre lei si abbandonava completamente a lui. Fu come un primo bacio. Fu come giacere la prima volta con una donna. Fu come sentire la terra tremare e sprofondare insieme per trovare il proprio posto nel mondo.
Avrebbe lottato fino allo stremo, per entrambi. Perché cosa importava del resto del mondo davanti a qualcosa di così perfetto?
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Downton Abbey / Vai alla pagina dell'autore: __aris__