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Autore: Avah    25/01/2016    1 recensioni
Mi guardai di nuovo allo specchio: quello nel riflesso doveva essere un’altra persona, perché io non mi riconoscevo affatto. Per un momento mi sentii quasi soffocare e dovetti allentare un po’ il nodo. [...] Abbassai le mani, osservando il riflesso nello specchio: chi mai avrebbe pensato che prima o poi mi sarei trovata in questa situazione?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Don Flack
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Time for a Wedding
 
Ancora un giro e strinsi il nodo. Ormai quel gesto mi veniva naturale; per anni avevo indossato cravatte con naturalezza, ma quel giorno sembrava fatta di piombo. Mi guardai di nuovo allo specchio: quello nel riflesso doveva essere un’altra persona, perché io non mi riconoscevo affatto. Per un momento mi sentii quasi soffocare e dovetti allentare un po’ il nodo; dovevo mantenere la calma o non sarei arrivato a fine giornata.
 
Click. Anche il secondo orecchino si era chiuso. Abbassai le mani, osservando il riflesso nello specchio: chi mai avrebbe pensato che prima o poi mi sarei trovata in questa situazione? La collana che mi aveva regalato mio padre - una catenella d’oro con un piccolo medaglione - mi dava conforto e attenuava un po’ la tensione che mi attanagliava. Istintivamente, vi passai sopra le dita, come mi accadeva sempre quando ero nervosa. Se stavo calma sarei arrivata a fine giornata.
 
Ero talmente preso a contemplare la mia immagine allo specchio che nemmeno mi accorsi che qualcuno era entrato; solo quando sentii qualcosa sfiorarmi il braccio mi riscossi da quella specie di trance con un sobbalzo.
-Già nervoso a quest’ora?- scherzò Danny, dandomi una pacca sulla spalla.
Finsi di mettere a posto i polsini della camicia, cercando di nascondere le mie emozioni -Non tanto- mentii.
-Continua a fare lo spaccone, voglio vederti tra un paio d’ore come cambierai- continuò lui, ridendo.
-Tranquillo, non mi farò prendere dal panico come te-.
O almeno così speravo.
 
Mi stavo alzando per lisciare le pieghe del vestito quando sentii la porta alle mie spalle aprirsi; mi voltai e vidi mia madre.
-Tesoro, sei bellissima!- esclamò, guardandomi nel mio abito bianco.
-Tu dici?-.
Non mi sentivo per nulla a mio agio in quella nuvola di tessuto. Non sapevo se era perché era davvero pesante da indossare, perché portava con sé un significato particolare o le due cose insieme. Quello che sapevo era che più il tempo passava, più mi sentivo agitata.
-Devi stare tranquilla- mi prese le mani, vedendomi così nervosa -Quando sarà tutto finito ti sembrerà che sia stato solo un sogno-.
Sperai tanto che avesse ragione.
 
Inspirazione. Mente vuota. Espirazione.
In quei minuti di attesa, quella sequenza era diventata il mio mantra per cercare di mantenere il controllo. Si era fatta ora di andare via, e in quel momento ero lì, impaziente. Controllavo l’orologio praticamente ogni due minuti, e sembrava che le lancette fossero sempre al loro posto. Per distrarmi iniziai a mettermi a posto la giacca e i polsini, finché Danny non mi disse di piantarla.
Per un po’ riuscii a stare fermo, ma di lì a poco ripresi a muovermi. Quella volta però durò pochissimo, perché finalmente, là in fondo, la vidi arrivare.
 
Il viaggio in auto mi parve interminabile.
Da quando la macchina era passata a prendermi sembrava essere passata un’ora, mentre erano soli pochi minuti. Continuavo a torturarmi le mani, sapendo che se avessi spostato anche solo una ciocca di capelli Lindsay me l’avrebbe fatta pagare. Per poco non iniziai a mangiarmi le unghie, ma per fortuna arrivammo prima che potessi avvicinare la mano alle labbra.
Quando scesi, trovai mio padre che mi aspettava, elegante nel suo smoking. Mi prese sottobraccio e mi condusse dentro dove, là in fondo, mi stava attendendo.
 
In quel momento tutto il nervosismo, l’ansia e il terrore che mi pervadevano se ne andarono. Era così bella nel suo abito bianco, il sorriso la rendeva raggiante, e io stesso mi sentii l’uomo più fortunato del mondo; non potevo credere che di lì a poco sarebbe diventata mia moglie.
Quando arrivò di fronte a me, vidi i suoi occhi già lucidi per l’emozione. Le presi le mani e gliele strinsi, venendo subito ricambiato. Ancora poco e sarebbe tutto finito.
 
Vederlo fu un sollievo; finalmente riuscii a rilassare i muscoli e a sorridere, mentre pian piano mi avvicinavo, sempre stretta al braccio di mio padre. Dopo tante disgrazie nella mia vita, ero riuscita a trovare un po’ di pace di fianco all’uomo che, in pochi minuti, sarebbe diventato mio marito.
Quando lui mi lasciò, andai subito a cercare le sue mani, per riuscire a rendermi conto che stava veramente succedendo, e che tutto sarebbe finito in un baleno.
 
Tutto si svolse talmente in fretta che a volte mi chiedo se sia successo realmente. Della cerimonia solo pochi momenti rimasero impressi nella mia memoria, tra cui quello dello scambio delle promesse. Non ero mai stato bravo con le parole, ma visto che mi aspettavo un momento del genere mi ero preparato qualche riga.
-Jessica, sai bene che sono una frana con le parole, ma per oggi ho fatto un’eccezione- iniziai a dire, e il suo sorriso divertito mi diede il coraggio di proseguire.
-Da quando ti ho conosciuta, ho pensato che non avrei mai voluto passare la vita con nessun’altra, se non te. E ora che siamo qui, ancora non mi sembra vero- feci una pausa, cercando di ricordare tutto -So cos’hai passato nella tua vita, e ti prometto che farò di tutto perché non accadano altri episodi come quelli. Ti prometto che starò per sempre al tuo fianco, fino alla fine dei miei giorni… finché tu vorrai-.
 
Rimasi letteralmente senza parole. Quello che mi aveva detto era la cosa più dolce che avessi mai sentito, e mi fece pentire di non aver pensato a nulla per quel momento. Con tutti i preparativi e il lavoro che mi tenevano sempre occupata mi ero dimenticata di buttare giù qualche riga.
-Qualunque cosa io dica adesso sicuramente sfigurerà al confronto, ma ci proverò- dissi con un sorriso. La sua mano si strinse attorno alle mie dita, dandomi la spinta per continuare.
-Don, il modo in cui ci siamo conosciuti è stato sicuramente strano, ma non cambierei un singolo momento. Tutto il tempo passato con te è impresso nella mia memoria, e lo sarà per sempre- mi fermai un momento per raccogliere le idee, poi continuai -Non desidero altro che trascorrere altri momenti come quelli con te, e ti prometto che starò per sempre al tuo fianco, fino alla fine dei miei giorni… finché tu vorrai-.
 
Ricordo appena tutto quello che successe dopo, quando la cerimonia finì. So solo che quando uscimmo venimmo investiti da una pioggia di riso e petali di rosa senza fine, che si interruppe solo per qualche momento quando baciai la mia novella sposa.
Ancora oggi, a distanza di due mesi, mi sembra che sia stato solo un sogno. Eppure, mi basta guardarmi la mano, la sua mano, l’anello che quel giorno ci scambiammo, per ricordarmi che è tutto vero.
 
Se devo essere sincera, ricordo buona parte di quello che successe quel giorno. Non tutto, però, perché la notte sembrava non arrivare mai e il tempo scorreva troppo velocemente perché riuscissi a metabolizzare ogni cosa.
Ora che sono passati due mesi, però, sono sicura di quello che è accaduto. L’uomo che amo è sempre qui, accanto a me, mi basta guardarlo negli occhi per ricordarmi che non è frutto della mia fantasia.
 
***THE END***
  
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