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Autore: Midori No Esupuri    26/01/2016    2 recensioni
[WARNING: BENEDICT CUMBERBATCH/TOM HIDDLESTON]
C'era qualcosa tra di loro a cui non si potevano opporre e che li incendiava senza chiedere il permesso.
#prompt suggerito sul gruppo Facebook WhoLindtLock Drabble.
Dal testo:
È soltanto una cena tra amici, Tom l'ha sempre avuto quel vizio di leccarsi spesso le labbra. Durante le pause sul lavoro, un'intervista, mentre legge o parla al cellulare. Sta reagendo come se non lo avesse mai visto fare un gesto simile, come se nessuno al mondo lo sappia fare come lui... E non va bene per niente.
'Benedict.' si chiama mentalmente, appoggiandosi con la schiena contro le mattonelle gelide del bagno.
'Sei un uomo sposato. È solo un amico.'
Un amico tremendamente affascinante, vestito più casual del normale ma non meno attillato. Un amico che non fa che piantargli gli occhi addosso e leccarsi le labbra.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Te quiero

Sa che deve calmarsi, iniziando magari dal respirare in maniera meno affannosa di come sta facendo da diversi minuti. Si guarda per un attimo nello specchio ovale del piccolo bagno, il viso allungato che luccica ancora un po' umido, mentre srotola le maniche della camicia e riallaccia i bottoni sul polso. 
È soltanto una cena tra amici, Tom l'ha sempre avuto quel vizio di leccarsi spesso le labbra. Durante le pause sul lavoro, un'intervista, mentre legge o parla al cellulare. Sta reagendo come se non lo avesse mai visto fare un gesto simile, come se nessuno al mondo lo sappia fare come lui... E non va bene per niente. 
'Benedict.' si chiama mentalmente, appoggiandosi con la schiena contro le mattonelle gelide del bagno. 
'Sei un uomo sposato. È solo un amico.'
Un amico tremendamente affascinante, vestito più casual del normale ma non meno attillato. Un amico che non fa che piantargli gli occhi addosso e leccarsi le labbra. 
-Cristo.- mormora allarmato, si è alzato da tavola da cinque minuti ormai. È estremamente maleducato, ma non riesce ad uscire dal bagno del ristorante e raggiungere il suo migliore amico. Magari sta ingannando l'attesa versandosi del vino, bevendolo piano, a piccoli sorsi per farlo durare un po' di più. Rabbrividisce, Benedict, immaginando le labbra di Tom sul vetro, morbide, che si aprono appena. 
Deve assolutamente darsi una calmata. 

 
--- --- --- ---

Tom guarda l'orologio ancora una volta, il piatto di Benedict deve essere quasi freddo ormai, come il suo. Il suo migliore amico si comporta in modo strano, è saltato in piedi all'improvviso durante un pacifico discorso sugli ultimi film che hanno visto in televisione ed è in bagno da troppo. Che si senta male? Sospira, sistemandosi meglio sulla sedia appena imbottita del ristorante, e medita se inviargli un sms. 
No, forse c'è solo la fila per il bagno, si sta solo preoccupando per niente. 
Comunque quella pausa dalla vicinanza di Benedict fa bene anche a lui, è difficile trattenersi dal guardare ogni minima espressione, ogni lineamento, per non parlare di quegli occhi dal colore insolito. Un misto di verde, azzurro, oro. Non sa nemmeno definirlo, ma pagherebbe l'intero incasso di ogni suo film, Tom, pur di svegliarsi al mattino e ritrovarsi quegli occhi addosso.
Alla fine si alza, percorrendo tutto il locale fino a bloccare un cameriere, chiedendo del bagno. 
Ovviamente, in fondo al corridoio, a destra.
'Uhm, non c'è nessuna fila.' sì dice, perplesso. Bussa alla porta.
-Ben?

 
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È quasi tentato di bagnarsi di nuovo il viso, lo sente già andare a fuoco come prima, ma non fa in tempo ad aprire il getto d'acqua che la voce di Tom si fa sentire oltre la porta. Istintivamente, Ben porta una mano alla maniglia, bloccandola. 
-Sì, arrivo. Prima di me c'è stato un cliente che ci ha messo un sacco di tempo. 
Che balla assurda. Tom però non replica, anzi, sta in un silenzio abbastanza sospetto. 
'Va bene.' lo sente rispondere alla fine. 
Vorrebbe dirgli che invece non va bene per niente, ma evita di aprire bocca e abbassa la maniglia, aprendo la porta. Ha ancora caldo, fin troppo caldo. 
E Tom lo guarda perplesso, mentre replica quel gesto stupido che manda Benedict in cortocircuito. Si lecca le labbra, rapido, ma non abbastanza da ritirare la lingua mentre Benedict lo trascina oltre la porta, dentro al bagno. E chiude la porta, con un colpo secco. 

 
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A vederlo, Benedict non sembra star bene. Gli zigomi affilati sono rossi, probabilmente il viso è caldo, gli occhi sono lucidi e brillano più del normale. 
-Ben?- chiede solamente, trovandosi costretto tra la porta scura e l'amico. Come mai lo ha preso così di forza, proprio lui che è sempre calmo nei modi di porsi? 
'Strano.' pensa, ma non è l'unica frase che gli gira nella mente. Vorrebbe avvicinarsi, come tante volte è stato sul punto di fare. Avvicinarsi e far proprie quelle labbra tanto strane, chiarissime, tanto carnose da non ispirare altro che morsi. E nemmeno tanto quieti. 
'Tom.' risponde lui, continuando a fissarlo. Maledizione, quegli occhi. 
Deglutisce lento, temendo di essere persino rumoroso, e nello schiudere le labbra vede Benedict avvicinarsi di più. 
Gli sarebbe saltato addosso, se ce ne fosse stato bisogno, ma semplicemente alza il viso e raggiunge l'amico, lasciandosi trascinare in un bacio al sapore di vino rosso... E di tanti, tanti sbagli. 

 
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Alla fine è stato facile. Più facile di quello che pensava. Tom non si è minimamente opposto, gli ha concesso un bacio così umido da farlo avvampare ancora di più. Sente il petto esplodere da quanto gli batte forte il cuore tra le costole, che strusciano contro la camicia azzurra di Tom, leggera in quella serata invernale.
-Dio.- si lascia sfuggire tra le sue labbra, leccandole, mordendole, succhiandole finché un sonoro bussare non li fa trasalire.
'Chi osa?' pensa, infastidito a morte. Proprio ora che si è deciso a lasciarsi andare, qualcuno deve avere bisogno del bagno? 

 
--- --- --- --- 

Non capisce più niente. La testa gli gira, l'aria lo soffoca, è quasi irraggiungibile e il petto brucia da quanto è emozionato. Benedict gli tortura le labbra, Tom si domanda se fa certe cose anche con Sophie, si chiede se quella donna sa quanto Benedict è capace di baciare davvero qualcuno, di fargli frizzare il cervello in preda a scariche così forti da far perdere il senno.
Oppure si domanda se è solo un suo privilegio, un suo momento di gloria, in cui Benedict prova cose nuove con lui, e con lui soltanto. Lo vorrebbe... Dio, se non lo vorrebbe. 

-Occupa-Ah!- tenta di far presente a chiunque si trovi oltre la porta, a chiunque abbia avuto la maleducazione di disturbarli, di distruggere quel momento irripetibile. Sente i denti di Ben affondare sulla pelle morbida del suo collo, inaspettatamente, ma troppo piano per provocare dolore. Abbastanza forte da farlo gemere, da fargli affluire sangue dove sarebbe meglio evitare, nel bagno di un locale pubblico. Ma evidentemente a Benedict non importa, perché senza dubbio lo ha notato. Accidenti ai pantaloni stretti. Accidenti alla sua idea di volerlo impressionare ogni volta. All'essere una causa persa ormai da tempo. 
La gamba magra di Benedict sì insinua tra le sue, la stoffa sibila appena, il calore che raddoppia in un attimo. 
-Tu...- sussurra incredulo, avvertendo il bacino dell'altro strisciare contro il proprio. 
Fuoco contro fuoco, si dice, mordendosi il labbro inferiore. 

 
--- --- --- ---

Così è riuscito a farlo ansimare. Un singolo morso sul collo... Deve ricordarselo, ma non sarà difficile, è anche il suo punto debole. Quasi quasi spera che Tom lo capisca presto. 
Sarebbe il tipo capace di attendere e arrivare a casa, ma al momento è così eccitato da non riuscire nemmeno a pensare. Così se ne frega anche del cliente fuori dalla porta, sempre se sia ancora lì, e riprende a baciare Tom con la voglia di averlo, in qualsiasi senso sia possibile intenderlo. Si sposta un po', giusto qualche centimetro, e muove lento il bacino contro quello dell'amico, il corpo in fiamme. 

 
--- --- --- --- 

'Cosa... Cosa...' 
Più se lo domanda, e meno Tom sa rispondersi. Alla fine smette di interrogarsi, anche e soprattutto perché l'aria sta diventando irrespirabile e Benedict si muove contro di lui, mandando piacere ad ogni parte del suo corpo magro. Lo sente contro di sé, eccitato e caldissimo, proprio come lo è lui, e allarga le gambe per fargli spazio, per farsi toccare ancora, di più, ancora un po'. 
È meraviglioso, accidenti. E sarebbe anche meno educato, se solo non fosse cresciuto con la tipica morale inglese. 
-Ben...- chiama, aggrappandosi alla camicia, alla giacca, al suo collo lungo e caldo. Però non può trattenere molto, non per quanto ha desiderato quel momento...
-Ben!- ripete, più forte, affondando il viso nell'incavo del suo collo e stringendogli le spalle, bisognoso di lasciarsi andare. 
Riesce a pensare solo che sono ancora vestiti, entrambi, e che forse... 
Dannazione. 
Si sente venire nei pantaloni, le gambe sudate e molli, Benedict lo guarda con il respiro corto. 
-Paghiamo, per... Favore. - sussurra, slacciandosi un bottone al colletto della camicia. -Paghiamo e andiamo a casa, Ben. 
Lo vede sorridere, socchiudendo gli occhi liquidi.
'Stavo proprio aspettando che me lo chiedessi.'
  
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