Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: Evoladler    26/01/2016    2 recensioni
Raccolta di flashfics a tema vario, prevalentemente johnlock
1. Otto possibili scenari (johnlock)
2. The box
3. L’incubo (Sherlock x John)
4. La domanda (johnlock)
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
L’incubo. 
 


Mezzanotte passata.

Stavano camminando per ritornare a casa, dopo aver risolto un caso che sembrava da sette, quasi un otto, ma poi si rivelò essere un caso da sei scarso.

Sherlock stava camminando insieme a John, deluso e in più non c’erano taxi in quella strada.

“Non essere così scontroso. In fondo hai impedito un altro omicidio.” Cercò di consolarlo il blogger.

“Certo. Di una fidanzata gelosa che ha ucciso i nonni paterni di lui come avvertimento.” Rispose lui indifferente.

“Beh, il ragazzo la tradiva continuamente e invece di lasciarlo ha deciso di uccidere la sua famiglia come avvertimento. E la prossima vittima sarebbe stato suo padre”. Disse John e aggiunse:

“Se tu non avessi capito il suo piano.” E fece un piccolo sorriso.

È fiero di me per un caso così scarso?” pensò Sherlock confuso da quel sorriso.

“Ma questi sono delitti frivoli, di una persona malata di gelosia che non è stato in grado di elaborare un omicidio più complesso, almeno per confondere la polizia. Forse perfino Anderson chi sarebbe arrivato.” Spiegò lui, con tono quasi scontroso.

John sopirò e chiese: “Ma possibile che non ti accontenti quasi mai dopo aver risolto un caso? Hai impedito un omicidio, ma per te se il caso non è contorto o malato non ti piace?”

e lo guardò con aria paziente e aggiunse: “Insomma non ti accontenti di quello che fai per gli altri? Insomma… haaa! Non importa.” E continuò a camminare un po’ deluso.

Sherlock lo guardò, pensò alle sue parole, guardò in basso. Voleva dire qualcosa ma non sapeva cosa dire, cosi decise di restare muto.

Pochi minuti dopo, si fermarono davanti a un semaforo pedonale rosso e rimasero ad aspettare sulle strisce; Anche se Sherlock, in realtà, avrebbe attraversato comunque, visto che non cera nessuno, ma John glielo impedì, cosi decise di accendersi una sigaretta sfilandola dalla tasca del capotto e cominciò a fumare.

L’amico lo guardò con aria ancora più paziente, dicendo: “Andiamo Sherlock! Hai appena risolto un caso! Si può sapere perché adesso ti metti a fumare?”

“Perché ogni tanto, anche io devo smettere di pensare. E il fumo e la nicotina mi aiutano su questo fatto.” E fece un'altra tirata di fumo.

John lo guardò infastidito: “Pensavo che il fumo ti servisse come anti stress per la noia.”

“Si, anche per quello.”

E il dottore sopirò ancora più forte e guardò in basso e finirono per rimanere in silenzio.

Ad un certo punto Sherlock fissò John, lo sguardo del dottore, da severo di colpo diventò spaventato e alzò lestamente la testa e le mani in altro.

Il consulente investigativo lo guardò confuso ma allo stesso tempo preoccupato dicendo: “John?”

“Sorpresa! Disse una voce maschile, l’uomo dal buio si fece vedere nella luce del lampione.

Moriarty?!” pensò lui scioccato.

Era proprio lui. Dietro alle spalle di John, che gli stava puntando una pistola alla testa, con il suo solito sorriso sicuro.

Sherlock era immobilizzato dalla paura e non sapeva che cosa fare o cosa dire.

Ma in un giro di poco secondi Jim fece un sorrisetto beffardo, e disse calmo: “Bang” e sparò in testa a John.

Il suo sangue schizzò fino alla faccia di Sherlock.
All’inizio rimase impietrito, poi iniziò a gridare per la disperazione di vedere John per terra, senza vita, con un buco in testa e il sangue dappertutto.

Sherlock stava urlando di disperazione e di rabbia. Aveva una sola cosa da fare, ovvero proteggere John dal suo mondo, dove anche il dottore sapeva che c’erano rischi, ma aveva scelto di restare vicino al detective e in cambio lui doveva solo proteggerlo.

Ma aveva fallito, aveva visto morire il suo migliore amico per causa di Moritaty e sua. E si sentiva morto dentro.

Chiuse gli occhi, si mise le mani sulla testa e iniziò a piangere di disperazione vedendo solo il buio vuoto dei suo occhi.

“John!” Urlò Sherlock, aprendo gli occhi e alzandosi di scatto. Aveva il cuore che batteva forte fino in gola e il fiatone.

Si girò attorno e anche se era buio riconobbe la stanza, era la sua camera da letto, ma questo non lo tranquillizzava.

Così si alzò, prese la sua vestaglia blu e corse in camera di John.

Aprì la porta gridando il suo nome e senti un sospiro sorpreso, accompagnato da una specie di mugolio assonato.

Sherlock si sedette del bordo del letto e cominciò a scuoterlo chiamandolo. Alla fine si alzò dicendo con tono arrabbiato:

“Sherlock! Si può sapere che cavolo sei venuto a fare in camera mia a quest’ora?! E si può sapere il perché sei cosi agitato?” e lo guardò con la faccia imbronciata.

Il detective lo guardò sorpreso e con gli occhi lucidi. E finalmente capì che era solo un sogno, un orrendo sogno, e che John era ancora vivo.

Cosi lo abbracciò stringendolo forte, come se avesse paura di perderlo e cercò di frenare le lacrime e gli singhiozzi.

L’amico era confuso dal quell’ abbraccio inaspettato, e chiese con tono un po’ perplesso: “Sherlock va tutto bene?”

“Si John va tutto bene.” Rispose lui, cerando di non piangere.

Ma John capi subito la situazione “Hai avuto un incubo, non è vero?”

Al quel punto il consulente investigativo non riusciva più a trattenessi e cominciò a singhiozzare dicendo: “Si… ho avuto un incubo!” e pianse, appoggiando la testa sulla spalla di John.

In quel momento Sherlock si sentiva patetico a piangere cosi, soprattutto davanti agli occhi del suo migliore amico.

E probabilmente, se Mycroft lo avesse visto il quel momento, lo avrebbe rimproverato del suo comportamento e poi gli avrebbe fatto di nuovo il discorso dei rischi e pericoli dei sentimenti.

Ma in quel momento non gli interessava. Voleva solo sfogarsi, dimenticando quell’incubo e essere contento che John stesse bene.

John ricambiò l’abbraccio, stringendo quel corpo cosi magro e cercando di farlo sentire al sicuro.

“E.. Ti va di parlamene?” chiese lui con tono nomale ma allo stesso tempo confortante.

Sherlock fece un cenno con la testa dicendo: “No! Non ho voglia di panarmene!” e lo strinse ancora più forte.

Lui fece un piccolo sorriso pensando: “Lo sapevo…”
Ma sentendo l’amico sfogarsi cosi, per la prima volta, lo fece sentire al sicuro. Almeno non stava tenendo tutto dentro.

Dopo due minuti che sembrarono ore (ma nel senso buono) di abbraccio, John si staccò, lo guardo in faccia e rimase un po’ sorpreso dalla sua espressione.

Cerava di mantenere il suo sguardo neutro, ma gli occhi rossi per le lacrime lo tradivano e non lo guardava in faccia.

John fece un piccolo sorriso dicendo con voce tenera: “Hey, ti va se andiamo in cucina, ti preparo un bel tè caldo, cosi ti calmi e se hai voglia, mi racconti di quell’ incubo?”

Sherlock alzò gli occhi, guardò l’amico e fece un cenno con la testa.

Lui gli prese la mano dicendo: “Allora andiamo.” E si alzarono.

Sherlock rimase un po’ perplesso da quella presa di mano, così delicata e dolce, ma sorrise.

E capi che questa era la realtà e che nulla al modo avrebbe potuto portate via John da lui. Nel bene e del male.

Finché ci sarà lui a proteggerlo.
Ma in quel momento era John a proteggere lui.
 
----------------------------------
Note della autrice:
Ed ecco la mia nuova storia!
E questa volta è un pò più seria.
Ovviamene mi sono epispiarata
con una bella Fan Art che vi l'ascierò
sotto.
Spero che vi piacuta!
Alla prosima
Evola.
Fan art:

https://s-media-cache-ak0.pinimg.com/originals/20/f3/6c/20f36cc989ef473e9b173b1e2fa0e40a.jpg

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Evoladler