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Autore: Mortarjenny    26/01/2016    0 recensioni
E' successa una rottura tra i due, ritorneranno insieme, il loro amore è così potente come si pensa?!
Max si bloccò all’instate, corse in camera da letto e prese i vestiti, si mise i pantaloni e corse verso la porta d’entrata.
-bene, sa che le dico Signor RADKE, che per i prossimi quattro anni puoi anche fare a meno di chiamarmi-
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta
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I due ragazzi se la spassavano bene insieme, giocavano, ridevano, scherzavano e si strappavano moltissimi baci. Erano passati alcuni giorni, Ron iniziava a rimpiangere un po’ le serate in cui stava fuori fino a tardi, prima che arrivasse Max in villeggiatura in casa sua, quando andava in discoteca o nelle feste private, che si ubriacava e faceva un sacco di cazzate; voleva tornare a rifarle tutte, dalla prima all’ultima però sapeva che c’era Max, e dopo tanto tempo che non si rivedevano non voleva rovinare questi momenti scappando e dimostrandosi il vecchio Ronnie che ad occhi occasione di far festa lui c’era sempre, voleva farsi vedere diverso, il solito Radke prima della prigione non esisteva più. Il carcere l’aveva cambiato ,in tutt’altro modo, e questo voleva dimostrarlo al suo Max.
-che facciamo amore?- chiese Ron alle undici di mattina, sdraiati sull’letto con il ventilatore al massimo.
-bho, oggi fa troppo caldo per pensare- disse Max parlando con la bocca semischiusa.
-hai ragione ma… dovremmo fare qualcosa prima o poi, non possiamo stare in casa tutta la vita mangiando pizza e hamburger- disse Ron alzando il tono della voce.
- si ma…gli hamburger che mangiamo sono fatti con la carne biologica, in teoria, quindi sono sani- ribattè Max sempre con voce stanca.
- si vabbè, questo è quello che ti fanno credere. Volevo solo dire che là fuori c’è un mondo da scoprire, perché dobbiamo sempre stare in casa a pascolare dal divano al letto e dal letto alla cucina?! Tra poco rotoliamo da quanto siamo grassi cazzo !-
-bhe, quando vai fuori cosa fai ? gli unici passi che fai sono quelli dalla macchina all’entrata del McDonald…-
Ronnie si alzò di scatto e disse:
-cazzo! Ma lo vuoi capire che ho una vita anche io ?! Ho da portare avanti una band che non vedo da tre giorni e stiamo progettando un nuovo album !-
Max iniziò a capire che il discorso di Ronnie era serio e che forse nelle viscere del suo cervello qualcosa era veramente cambiato.
-si allora signor gentilezza, magari invece di incazzarti con me potresti cortesemente dirmelo senza che mi sclerarmi contro, no ?!
Ronnie annuì e andò in cucina furioso.
-dove vai ora ?!- chiese Max seguendolo e urlandogli alle spalle.
-nulla,nulla cazzo !- Ron urlò.
Max si bloccò all’instate, corse in camera da letto e prese i vestiti, si mise i pantaloni e corse verso la porta d’entrata.
-bene, sa che le dico Signor RADKE, che per i prossimi quattro anni puoi anche fare a meno di chiamarmi-
Max se ne andò sbattendosi la Porta alle spalle correndo via, verso la macchina parcheggiata sul ciglio della strada.
Ron lo osservava correre per il prato, dalla finestra della cucina si aveva la visuale di tutto il giardino, “brutto verme” pensò Ron, “non ti facevo così stronzo”.
Prima di salire in macchina Max si girò, e guardò Ronnie dritto negli occhi, come se sapesse che si trovava affacciato alla finestra e fu in quel momento che Max alzò il braccio facendo ben vedere il dito medio alzato in direzione della casa, o meglio, in direzione di Ron.
Ronnie andò su tutte le furie e corse sul letto a disfare le lenzuola, le portò in garage e con una bomboletta sprai ci scrisse nero su bianco “GRAN FIGLIO DI P*****A” (ovviamente non censurato), lo ripiegò e lo mise nel baule dietro alla sua macchina dicendo –mi servirai…-.
Ritornò in casa ed iniziò a riprendere in contatti con la sua band e soprattutto con la casa discografica e la sala registrazione, voleva assolutamente scrivere un nuovo album per girare pagina ed eliminare tutti i soggetti che gli facevano venire in mente la prigione.
Invece, a chilometri di distanza da lui c’era il suo amico, Max, disperato. Voleva solo stare con il suo Ron era l’unica cosa che chiedeva. Lo sapeva che aveva sbagliato ed era colpa sua doveva rimediare. Le lacrime rigavano il suo viso e sbatteva la mani sul volante pensando “si…ho sbagliato io”, non sapeva che fare, dove andare, con chi stare, non voleva più mangiare, e tra poco, neanche respirare.
Arrivò in un campo in un parcheggio alla fine di Beverly Hills, la città era sempre cotica, scese dall’auto e andò in un bar, per prendere qualcosa, magari lasciandosi alle spalle tutto quello che aveva fatto di male.
 
 
 






























ANGOLINO DELLA SCRITTRICE
Salve a tutti, è la mia terza fa fiction che scrivo e spero che i capitoli precedenti vi abbiano preso. Vi volevo gentilmente chiedere se per piacere potevate lasciare un commentino, solo per sapere come vanno le mie storie sotto punti di vista esterni, ve ne sarei molto grata ! Grazie 1000 a tutti !
 
   
 
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