Anime & Manga > Akatsuki no Yona
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Autore: Nico_Tina    26/01/2016    3 recensioni
Introdurre una storia mi risulta sempre difficile. Fanfiction molto "awh" su Hak e Yona (dal punto di vista di lei) che dovrebbe essere una della raccolta su Akatsuki no Yona che ho creato, quindi vi consiglio di leggere prima questa ---> http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3203479&i=1 e questa --> http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3252843&i=1
Se non avete voglia fa nulla, vi basta almeno leggere questa HAHAHAHHAHA
ENJOY!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Son Hak, Yona
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Da bambina adoravo fare un gioco con i pollici. Di solito giocavo con Soo Won, fu proprio lui a insegnarmelo: ci posizionavamo uno di fronte all'altro nei nostri futon, così vicini da poter sentire il calore dei nostri aliti, ci davamo la mano e giocherellavamo con ì pollici finchè uno dei due schiacciava l'altro. Andavamo avanti per ore e ore finchè non crollavamo dal sonno. Spesso era lui a vincere, ha sempre avuto una qualitá innata nel pianificare strategie, ma per farmi contenta a volte fingeva di farsi sconfiggere, facendomi credere di essere forte. Ricordo ancora la fierezza che provavo quando mi faceva vincere.
"Yona qualche volta dovremmo chiedere ad Hak di giocare con noi" mi disse una volta mentre stavamo combattendo con i pollici. Ricordo ancora la rabbia che mi colpì all'improvviso. Non volevo condividere i miei momenti insieme a Soo Won con nessuno, volevo che lui guardasse solo me e nessun altro.
"No! Non voglio!" esclamai duramente.
Lui sgranò gli occhi "Perchè Yona-chan? Lui è nostro amico"
Sbuffai, alzando gli occhi al cielo, non volevo parlare di Hak  quando c'era Soo Won. Vedevo il suo volto quando si parlava di Hak, aveva gli occhi che gli brillavano, sembrava sempre affascinato da tutto ciò che faceva, mi faceva sentire sempre in secondo piano agli occhi di Soo Won.
"Hak è uno stupido, mi prenderebbe solo in giro...a volte.. a volte vorrei che scomparisse". Sputai le parole senza pensare, influenzata solo dalla gelosia. Ricordo benissimo il suono che produsse la mia guancia allo scontro con la mano di Soo Won. Lo guardai negli occhi e restai sorpresa, non avevo mai visto il suo sguardo così duro.
"Non dire mai più una cosa così, mai" le sue parole mi trafissero come una lancia. Piansi per tutta la notte. Il giorno successivo mio cugino mi  ignorò per tutto il tempo e lo passò andando a caccia con Hak.
Mio padre percepì la mia tristezza e mi fece capire che ormai Soo Won era diventato un giovane adulto, non avrebbe più giocato con me per tutto il giorno come aveva sempre fatto, ma avrebbe praticato passatempi da uomo, sarebbe cresciuto addestrato al combattimento come suo padre. Quello fu uno dei giorni più tristi della mia infanzia che io ricordi.
 

 
Non avrei mai immaginato di ritrovarmi nella stessa posizione, a giocare lo stesso gioco ma con una persona diversa. Non avrei mai immaginato che lo avrei fatto in mezzo a un bosco, distesa sull'erba, con Hak.
Siamo distesi talmente vicini, uno di fronte all'altro, che il suo calore, l'unica fonte di riscaldamento in mezzo a questo buco nero in mezzo al nulla, riesce a farmi venire i brividi nella schiena. I nostri volti sono talmente vicini che se mi sporgessi di qualche centimetro le nostre labbra si incontrerebbero.
"Allora Principessa, non sei stanca di perdere?" mi punzecchia Hak sogghignando. La mia mano intrecciata alla sua, in mezzo a noi, sembra così piccola e fragile. La sua è grande e possente, quasi da farmi imbarazzo.
"Dai Hak fammi vincere almeno una volta!" piagnucolo nella speranza di suscitare in lui un minimo di compassione. Lui mi guarda ma il suo sguardo si fa ancora più malizioso.
"Perchè dovrei?" dice lasciando la mia mano e avvolgendo le sue braccia intorno a me. Subito il suo calore diventa anche il mio, il suo profumo mi annebbia la mente.
"Perchè sono la principessa di Kouka, colei che salirà al trono del regno, dopo che avrò ucciso l'attuale re". Penso davvero ciò che ho detto e ne sono convinta. Ormai ho lasciato dietro di me la paura. Ormai nulla può fermarmi.
Hak sembra fare un'espressione compassionevole, mi guarda come se fossi una bambina che cerca di fare qualcosa di più grande di lei. Mi abbraccia nascondendo il viso nei miei capelli che ormai sono diventati più lunghi di quando abbiamo cominciato questo viaggio insieme. Sento una punta di orgoglio bruciarmi nel petto. Hak pensa che io non ne sia davvero capace?
"Pensi davvero che io non ne sia in grado?" gli sussurro all'orecchio.
"Ti sbagli" mi sussurra piano all'orecchio. "Sono convinto invece che tu adesso voglia farlo per davvero. In fondo sei tu quella che ha sofferto di più. Hai perso tuo padre, hai perso tuo cugino, hai perso la persona che amavi, tutto il tuo mondo,la vita a cui eri abituata. Io ho perso solo un amico e un grande sovrano".
Hak appoggia leggermente la sua bocca alla mia fronte continuando a stringermi delicatamente a sè. Questa volta non piango, ho già versato troppe lacrime. Tutto ciò che mi aspetta d'ora in poi sarà completamente nuovo per me, ma so che avrò Hak accanto a me.
"Sono felice di averti al mio fianco" dico sottovoce, quasi come se lo stessi confessando più a me stessa che a lui.
Lui sorride, sfiorandomi il naso con le labbra e io faccio lo stesso. Non avevo mai provato fino ad adesso questo tipo di sensazioni, sentire il contatto della pelle contro quella di un'altra persona, essere talmente vicini da sentire il calore del respiro di qualcuno e sentirsi avvolti da braccia come quelle di Hak. Sento che questo è il mio posto, questo è ciò che desidero.
Hak mi bacia il naso e poi, lentamente, poggia la sua bocca sulla mia. Mi stringe più forte a sè, come se volesse eliminare qualsiasi millimetro di distanza tra noi.
Adesso so bene ciò che ha sempre provato, perchè è ciò che provo io in questo momento e ogni volta che tra noi la distanza diminuisce, lo provo ogni volta che mi guarda negli occhi, come se fossi l'unica cosa per cui vivere.
Hak mi abbassa con la schiena a terra e continua a baciarmi. Mi sorprendo del suo autocontrollo, della sua delicatezza e del suo rimanere lucido, mi sfiora come se non volesse passare il limite. Ho sempre ammirato la sua devozione e il suo rispetto nei miei confronti. Si stacca per un momento da me, appoggiando il suo viso al mio collo. Restiamo così per un po', io allungo le braccia e lo stringo a me ancora di più, nonostante il suo corpo sia imponente sul mio, esile e piccolo sotto di lui. Rimaniamo così finchè non mi sento quasi soffocare, lui si gira, cosicché io riesca a incastrarmi perfettamente tra il suo braccio e il suo petto e così ci addormentiamo.

   
 
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