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Autore: telesette    27/01/2016    3 recensioni
Dall'episodio "Il Gatto e il Cardellino", liberamente ispirato alla tenera situazione sentimentale tra l'ispettore Giuseppe Fazio e il sostituto vice-commissario Barbara Bellini, ecco un missing moment appena appena arancione ma neanche troppo esplicito...
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'In memoria di un'amica'
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In memoria di un'amica:

Nata a Chieti, il 4 marzo del 1977, Gina Ciriegi era una persona di animo semplice e molto creativa. 
Oltre a scrivere, sapeva creare delle bellissime riproduzioni e decorazioni angeliche. Molto brava anche col photoshop, con il quale sapeva creare delle immagini molto tenere coi personaggi di varie serie animate. Inguaribile e dolcissima romanticona, amante delle storie d'amore e dei finali lieti. Fedelissima conoscitrice dei vari capolavori di animazione DISNEY ( "Gli Aristogatti", "La Carica dei 101", "La Sirenetta", "Il Re Leone", e molti altri ancora ). Sognatrice e sensibile, nonostante le tante difficoltà della vita, sempre volta a rincorrere le tante piccole gioie che ogni persona desidera per sé: la serenità, la pace, gli affetti, l'amore... 
Gina si spegne il 7 marzo 2013 all'età di 36 anni, lasciando un grande vuoto nei cuori di molte persone ( me compreso! ), e un dolore immenso in tutti coloro che la conoscevano per la persona meravigliosa che era. 
Di tutte le cose che ho ancora di lei, e della nostra bellissima amicizia nata su Facebook, senza dubbio rimane il ricordo delle nostre interminabili chiacchierate. C'erano così tante idee in lei, così tante storie da creare, perciò vorrei tentare di riportarle su queste pagine a nome suo. Nelle mani uno strumento, nella mente un pensiero, ma il cuore è quello che lega entrambi alla fantasia che abbiamo condiviso assieme. 
Ciao Gina!

***

Barbara prende l'iniziativa
immagini tratte da internet

Povero Fazio!
Quando Barbara uscì dall'ufficio quella sera, notando di sfuggita la sua espressione assente con il pollice e l'indice stretti davanti agli occhi socchiusi, non poté fare a meno di sorridere teneramente. Lo conosceva solo da pochi giorni e, pur avendo intuito la sua grande timidezza, era in grado di riconoscere il senso del dovere e l'attaccamento al lavoro solo con uno sguardo. Non c'era da meravigliarsi che Salvo nutrisse grande considerazione verso di lui, oltretutto considerando la quantità di incarichi che era solito affidargli, e certo quella non doveva essere né la prima né l'ultima notte che il povero Fazio era costretto a trascorrere in bianco davanti a chili e chili di scartoffie da esaminare con cura.
Di primo impulso, pensando fosse meglio non disturbarlo, Barbara allungo la mano per prendere la giacca e la borsa e decise di oltrepassare l'ufficio in punta di piedi. Tuttavia, quando questi cacciò un lungo sbadiglio, non le riuscì di trattenere una risatina divertita. Subito Fazio scattò in piedi, allarmatissimo, e salutò il sostituto vice-commissario con grande rispetto.

- Giuseppe - esclamò Barbara, guardandolo soavemente.
- Vice-commissario Bellini - rispose l'altro, scusandosi con un inchino, cercando di rimettere nervosamente in ordine i fogli sparsi sulla scrivania. - Non... Non l'avevo sentita, mi scusi...
- Ma figurati, scusa tu - lo tranquillizzò subito lei. - Ti ho visto occupato e non volevo disturbarti, ma avevi un'espressione talmente buffa che... Scusami, davvero!
- Ma no, scherza? - subito il volto di Fazio s'imporporì dall'imbarazzo. - E' che sulla vita di questo Landolina non c'è niente di niente: uomo irreprensibile, vita tranquilla, mai dato fastidio a nessuno, nessun movimento strano di denaro... A parte che ha messo incinta quella ragazza, mi sa che non ci sono proprio altre ipotesi sul movente dell'omicidio!
- Salvo che dice?
- Eee... il commissario che deve dire? M'ha detto di controllare, per poter escludere ogni altra possibilità, perciò... Insomma, devo passare la notte qua!

Barbara scosse la testa.
Fazio scorse il dito velocemente sul mucchio di fogli impilati, lasciando intendere che la consultazione sarebbe andata avanti ancora per diverse ore, e ricambiò lo sguardo comprensivo di Barbara con una smorfia ironica di rassegnazione. Entrambi tacquero per un momento, senza trovare alcunché da commentare, dopodiché scoppiarono a ridere a crepapelle.

- Da quanto sei in polizia, Giuseppe?
- Ah, beh, è di famiglia - rispose Fazio. - Mio padre lavorava qui, quando il signor commissario fu appena trasferito a Vigata, io allora ero picciriddu! E che dire? Sa com'è, si cresce, si seguono le orme dei genitori...

Barbara annuì.

- Anche Salvo m'ha visto praticamente bambina - disse con una punta di nostalgia. - Da piccola c'avevo pure una cotta per lui che non finiva cchiù! Era... come si dice?
- Bello?
- Sì, ma... No, "bello" veramente no, però... piuttosto il fascino, quel nonsocché!

Fazio incassò zitto zitto.
"Commissario Montalbano, che grannissimo deretano"... pensò.
Vedendolo ammutolire, Barbara gli chiese se c'era qualcosa che non andava.

- No no, macché - rispose subito Fazio. - Il commissario poi... è... il commissario, appunto!
- E che c'entra, scusa?
- No, niente, dicevo così... Poi lui è fidanzato!
- Sì, vabbé ma io ti parlo di dodici anni fa, è roba vecchia!
- No no, certo, lo capisco... infatti, stavo dicendo, appunto che... che... che stavo dicendo?
- Ah, beh, se non lo sai tu!

Silenzio.

Costretto dal suo fortissimo imbarazzo, la bellezza seducente della dottoressa Bellini che ogni volta quasi gli mozzava il fiato, Fazio avrebbe tanto voluto prendersi a schiaffi. Stava facendo la figura dell'emerito cretino, pure se cretino non era, e forse nemmeno Catarella si sarebbe messo a farfugliare in modo sconnesso tanto quanto lui in quel preciso momento.
Che fare?
Dimenticare che costei era comunque un suo diretto superiore, abbracciarla fortemente e assaporare quelle splendide labbra carnose e porporine che risvegliavano in lui pensieri proibiti ed immagini peccaminose?
Così bella era, dolce e sensuale, in ogni suo aspetto...
Fazio non ricordava di essersi mai preso una simile sbandata per nessuna, prima di allora, né tra i vecchi ricordi di scuola né tra le femmine odierne ed ultravaccinate di Vigata.
Barbara non era soltanto bella: era intelligente, colta, dotata di formidabile intuito e capacità cognitive. Lo capiva benissimo che, dietro agli occhi fissi ed ipnotizzati di Fazio, vi era un giovane timido ed appassionato che non sapeva in che modo dar voce ai propri sentimenti.
Certo, poteva provare ad incoraggiarlo, offrendogli magari un modo per uscire da quella terribile sensazione d'imbranataggine.
Ma se lui non avesse afferrato il senso?
Se si fosse messo a pensare a lei come una seduttrice, una "mangiatrice di uomini" come si usava di solito sparlare tra comari pettegole, avrebbe potuto invece perdere sia la stima di Fazio che il suo rispetto.
Tuttavia, se Fazio si fosse fatto avanti facendo mostra di un minimo di coraggio, non avrebbe avuto alcun motivo per negarglisi.
Era un bel giovanotto, serio e con ottime qualità, e non le dispiaceva affatto.

- Allora - domandò lei, sperando in una qualche reazione.
- Cosa? - esclamò Fazio, scuotendosi dal torpore.
- Non lo so, mi stavi dicendo qualcosa... credo!
- Mmm... no, io veramente, non so è che devo... devo finire di leggere queste carte, dottoressa, le chiedo scusa!

Barbara sospirò.

- Vabbé - disse lei, infine, con una lieve scrollata di spalle. - Cerca di non stancarti troppo, Giuseppe, mi raccomando!
- No, ma ci mancherebbe, sono abituato! 

Ciò detto, Fazio tornò nuovamente alla scrivania e ad affondare il volto tra i suoi noiosissimi fogli di carta, cercando invano di scacciare dalla mente ogni possibile fantasia sulla dottoressa Bellini e sulle curve di lei perfettamente delineate dal suo vestito.
Barbara capì che era inutile.
Evidentemente, per Fazio, era impossibile mettere i ruoli da parte e dirle chiaramente ciò che provava nei suoi confronti. Il che poteva anche dirsi ammirevole, per certi versi, ma anche profondamente triste.
La donna afferrò il soprabito, indossandolo con un unico e semplice movimento, e salutò nuovamente Fazio facendo per uscire dalla porta. Una volta sulla soglia però, quasi obbedendo ad un irresistibile impulso, tornò sui propri passi e si avvicinò piano al giovane collega. Fazio era talmente assorto dalla lettura che non se ne avvide senonché, non appena la borsa di lei ricadde sulla scrivania con un tonfo, subito alzò lo sguardo e vide distintamente la luce insolita negli occhi di Barbara.

- Qualcosa non va, dottoressa?

Nessuna risposta.
Fazio parve smarrito, confuso, ma cercare di nascondere il proprio imbarazzo nei fogli non aveva molto senso. Barbara era a pochi centimetri da lui con uno sguardo intenso, bella come non mai, e poco lasciava dubbi circa le sue intenzioni.

La sua mano sfiorò appena la guancia di Fazio, indugiando le dita morbide sui lineamenti di quest'ultimo, e un attimo dopo Fazio si ritrovò a baciarla senza neppure accorgersene.
Come al rallentatore, le labbra di lei si chiusero sulle sue, senza fretta ma con passione e desiderio evidenti.
Con quel semplice bacio, Barbara dissipò in un attimo ogni dubbio e perplessità dal cuore dell'altro. Fazio parve come ridestarsi da un sogno, ma sogno non era, e l'istinto gli suggerì di abbracciarla con altrettanto trasporto. Da un primo bacio, ecco seguire il secondo, e poi un altro e un altro...
Senza fretta ma soffermandosi, l'uno sul dolcissimo sapore dell'altra e viceversa, mentre i loro corpi abbracciati parevano non volersi mai più staccare.
Fazio le cinse forte la schiena, indovinando al tatto ciò che i vestiti ancora gli nascondevano alla vista, mentre lei cercava di slacciarsi i bottoni più in fretta che poteva. La giacca di Barbara scivolò a terra senza un rumore, giusto accanto al giubbotto di pelle sgualcito del suo affascinante ispettore, allorché lei e Fazio, sempre abbracciati, si adagiarono dolcemente sulla scrivania... ignorando le scartoffie che scivolavano via una dopo l'altra.
Sentendo via via più crescente il desiderio che aveva di lei, il profumo della sua pelle nuda e dei lunghi capelli corvini, Fazio armeggiò alla cieca per toglierle il reggiseno. E quando il famigerato gancio cedette, lasciandolo sostare un attimo alla vista di tanta magnificenza, ormai non capiva più niente.
Era pazzo di lei, semplicemente pazzo, tanto da desiderarla più di qualsiasi altra cosa al mondo.
Anche Barbara non riusciva a pensare ad altro che a lui, stringendolo forse per timore che potesse allontanarsi, e i loro respiri affannosi divennero tuttuno con la passione avvolgente dei due corpi uniti.
Nessuna logica.
Nessuna domanda.
Nessun timore o dubbio... Solo due amanti sinceri, nel silenzio di un commissariato vuoto, facendo di una dura scrivania legnosa il nido più caldo ed accogliente del mondo. 

FINE

   
 
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