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Autore: TheUncertaintyprinciple    27/01/2016    0 recensioni
Evangeline Harvey è una donna speciale. La sua vita è veramente inziata al raggiungimento dei 18 anni, quando la famiglia che si prese cura di lei la mandò a lavorare per il teatro Campbell Palace, di proprietà di un suo lontano parente.
Evangeline ha delle passioni: la scultura e la pittura che coltiva nel tempo libero. E' una donna senza vincoli, che non conosce il significato di confine. Lei è un'osservatrice della realtà, affezionata a tutto e niente, sempre in cerca di nuove avventure. Ma sul teatro cadde una terribile disgrazia che lo portò alla chiusura agli albori della Seconda Guerra Mondiale.
P.S. Sono presenti riferimenti storici. Ambientato nell'Inghilterra Edoardiana all'inizio, sino alla Seconda Guerra Mondiale, di cui farò pochissimi riferimenti, per non sbagliare. ATTENZIONE: la Storia (del mondo) potrebbe essere modificata! Spero di non averne bisogno.
Questa è la seconda storia che inizio, pur non avendo finito la prima (come sono pretenziosa!): Divertitevi, aggiornerò quando possibile.
Genere: Introspettivo, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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~~Capitolo quarto: Consapevolezza.
(Lettera agli spiriti)
Più imbratto di corvino la mia tela, più i pensieri si fanno deboli, come la volontà di continuare. Eppure sono solo all’inizio, ma sono così stanca.. e comincio ad invecchiare.. ho 39 anni, ormai, la vita però quasi più non mi appartiene. Elaine, torna da me, torna.. voglio solo rivederti felice. Non fuggire dalla mia presa, non ho cattive intenzioni, non voglio farti del male. Elaine, ti prego.. torna da me..

Codeste furono le parole di quella lettera sciagurata che scrissi dopo lo sfacelo che colpì la vita ridondante del teatro, soprattutto dopo la scomparsa di Elaine. Ingiustizie, iniquità, sciagure.. si presentavano sempre nella porta della mia dimora, ogni dì, ed erano sempre più simili a spettri sibilanti, smaniosi di nutrirsi della mia anima, talmente affamati che cominciarono ben presto a diventare reali in quegli anni funesti.
Prima della gravosa perdita, scrissi invece una lettera che mai fu recapitata. Forse gli spettri che assalgono con collera il mio cuore la recapiteranno per me, io non farò altro che riportarla così come è stata scritta.

Mia alma Venere,

mirarti mentre armeggi armoniosa con il trucco per diventare chissà quale altra persona è sempre una gioia per i miei occhi di mera peccatrice, ed è sempre disprezzo verso me stessa quello che provo ripensando a ciò che vorrei realmente vedere di te, così sgargiante di virtù, dalle più ordinarie alle più particolari, dalla tua bellezza diafana alla tua incalcolabile intelligenza. Ed è sempre così incantevole la tua immagine davanti allo specchio che tenta disperatamente di allacciare il corsetto che andrà a cingerti quelle tue forme sinuose e che con fare infantile borbotta parole candide e innocenti quasi a giustificare il fatto che per te allacciare quelle corde sia difficoltoso.
La tua incomparabile bellezza farebbe invidia alla più bella delle Muse Elicone e la tua mente alla più sagace delle Dee Olimpie.
Scrivo questa lettera per confessarti che oramai sei diventata la mia ragion d’essere: non c’è giorno a teatro che non passi osservandoti, tentando disperatamente di reprimere quello che provo per te, cercando di rivolgerti la parola, passandomi sempre tra le dita quel bottone così luminoso che mi ricorda i tuoi occhi, più splendenti della luce del sole, più di quella della luna e delle stelle del cielo.
Candido fiore di maggio, mea Lesbia, mia condanna.. scappa insieme a me da questo stato intollerante. Andiamocene, o se resteremo, dimmi d’amarmi ed io resterò per te se lo vorrai.
Sono parole confuse quelle che cadono sulla carta, inchiostrandola, e non meravigliarti delle lacrime sulla carta.
Elaine.. Elaine.. perché continuo ad imboccare la strada che mi condurrà alla morte? Perché mi rendo ancella di un’empia dottrina? Dio solo lo sa e mi perdoni per ciò che penso.
Splendore di grazia, mia stella del mattino che ogni giorno ti ergi dal buio della notte per illuminare il mio peccaminoso volto, rispondimi il prima possibile.
Accetterò persino il tuo rifiuto come un angelico dono del cielo.
Con passione, tua E.

Non so quali ragioni mi abbiano spinto a scrivere una lettera tanto ardita, e anche se ce ne fossero state, non le avrei mai ricordate perché non così importanti rispetto a tutto quello che provavo per quella donna, quell’angelo. So solo che non fu mai consegnata ad Elaine poiché fui troppo pudica per potermi anche solo avvicinare a lei con un tale scempio in mano. Tenni in ogni caso la lettera poiché portatrice della consapevolezza raggiunta: amavo Elaine ed era oramai inutile negarlo. L’ho amata sin dal giorno in cui mi persi nelle sue parole quel giorno in treno.



Angolo dell'autrice: Scusate il ritardo, spero di aggiornare al più presto, ma ecco a voi il capitolo quarto! Spero vi piaccia.






 

  
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