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Autore: CrazyNeneEureka    27/01/2016    0 recensioni
–Io penso, signori e signore ascoltatori- cominciò –che questa sia tutta una messinscena di Era. Infatti, perché aspettare 3.000 anni per chiedere un divorzio? –
A quel punto si sentì in sottofondo l’acuta voce della dea che rispondeva: “forse perché non l’avevano ancora inventato, idiota!”, ma le sue parole si persero nell'aria perché, stranamente, il suo microfono ebbe un cortocircuito.
Genere: Comico, Generale, Satirico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti ^-^ Recentemente mi è capitato sottomano questo testo che avevo scritto l'anno scorso (a dire il vero sarebbe un tema che abbiamo fatto per scuola eheheh) e, rileggendolo, mi sono accorta di quanto fosse carino e comico ^-^ Quindi, sotto consiglio di una mia amica, ho deciso di pubblicarlo. Sarebbe un testo satirico scritto per evidenziare la mancanza di sincerità e l'egoismo che a volte caratterizza i nostri rapporti, specialmente nel mondo dello spettacolo, a cui sono ispirati i personaggi degli dei (specie per il fatto che, spesso, per noi "comuni mortali" i personaggi famosi sono quasi come divinità da adorare). Spero vi piaccia!
Buona lettura
Irene
 


Questo divorzio non s'ha da fare!
 
Una donna dai capelli biondi era al centro dello studio televisivo, circondata da parrucchieri, truccatori e chi più ne ha più ne metta.
-Tra un minuto si va in scena!- annunciò una voce.
-Oh Zeus, sciò, via tutti, adesso è il mio momento!- esclamò con enfasi la conduttrice, cacciando in malo modo la driade che al suo fianco stava finendo di metterle la cipria.
-In onda tra 3, 2, 1... Vai!-
-Buongiorno a tutti, dei e dee, è la vostra amata Afrodite che vi parla! Eccoci di nuovo insieme per una nuova puntata di “Agorà”! Quest’oggi parleremo di un caso molto interessante e decisamente particolare. Infatti i nostri ospiti di oggi sono Zeus, il padre degli dei ed Era, sua moglie... Vedremo ancora per quanto. Ma non voglio anticiparvi niente, perciò accogliamo con un caloroso applauso la nostra sempre bellissima (ma mai quanto me) Era!- gioì la più bella tra le dee, dando il via all'applauso.
La regina degli dei fece il suo ingresso con la sua solita aria superiore, facendo risuonare i tacchi a spillo, rossi come il rossetto che aveva sulle labbra gonfie di botulino.
-Salve, Era- la salutò Afrodite.
-Buongiorno- ricambiò la dea.
Afrodite decise di non fare altre domande e perciò introdusse con un gran applauso il grande Zeus.
Il re degli dei entrò in studio sistemandosi la cravatta con la spilla a forma di saetta, cercando di mettere bene in risalto i poderosi muscoli che si intravedevano dalla camicia.
-Afrodite- salutò per primo con un cenno del capo, come per dimostrare alla moglie che era più educato di lei.
-Salve anche a te, Zeus- rispose la dea mentre Zeus prendeva il suo posto di fronte alla consorte.
-Adesso che siete qui possiamo cominciare. Ma prima, salutiamo il nostro giudice, la dea della giustizia Diche!- Afrodite si spostò al suo fianco, salutandola con un: –Buongiorno, Diche. La sentenza del caso di oggi sarà molto difficile. Riuscirai a prendere la giusta decisione?-
Diche si schiarì la voce. –Certo che ce la farò- rispose –è il mio lavoro!-
-Sì, sì, certo- Afrodite la bloccò con un gesto della mano, voltandosi dall'altra parte e tornando ai due importanti ospiti.
-Perfetto. Era, cominciamo da te? Un bravo “gentildio” lascia sempre per prima una dea, giusto, Zeus?- chiese Afrodite.
-Certamente, mia bella- acconsentì il dio.
Afrodite rispose con una risatina di piacere. –Ehm ehm- li interruppe Era.
-Oh, giusto- ritornò in sè la dea più bella – Allora, come mai siete qui?- domandò
Era si sistemò sulla sedia. –Voglio chiede il divorzio da Zeus e un rimborso di 10 miliardi di dracme per i danni arrecati alla mia persona- annunciò.
L’intero studio rispose con un “ooooh” di stupore.
-E come mai, si potrebbe sapere?- s’incuriosì la dea, pur conoscendo già la risposta.
-Oh, ci sono molte motivazioni. Quella più nota è scritta nella maggior parte dei miti che gli uomini raccontano: un figlio di Zeus qua, un figlio di Zeus là... E per mascherare le sue troppe scappatelle gli hanno pure cambiato nome in “Giove”! Oppure, vogliamo parlare del fatto che io, nonostante sia sua moglie e sorella, sono colei che lo vede meno? O del fatto che preferisca stare con comuni mortali che con me? Oh, è perché non avete sentito l’ultima! Adesso ha deciso pure di mascherare le feste che fa per divertirsi dicendo che sono cene di lavoro! Di lavoro!- si rivolse al diretto interessato –Qual è il tuo lavoro? Passare la notte con ingenue ninfe per farmi fare brutta figura?-
-Certo che no, cara- rispose pacato il dio. –Se ti dico che sono cene di lavoro, sono tali. Perchè mai dovrei mentirti?-
-Perchè mai dovresti mentirmi? Questa è bella. Vogliamo ricordare quella volta in cui...-
-Ok, ok, prenditi un attimo di pausa, Era.- la interruppe Afrodite, cercando di evitare che la vena del collo della regina degli dei diventasse più grossa di quella che già era. –Lascia parlare Zeus, sentiamo la sua versione.-
Era, che durante la foga del suo discorso si era sporta forse un po’ troppo verso il marito, si zittì imbronciata e incrociò le braccia sotto il prosperoso seno rifatto su consiglio di Afrodite.
Zeus annuì, come per accertarsi che la moglie finalmente se ne stesse zitta. Poi, prendendo esempio dai grandi oratori romani, si alzò in piedi, andando al centro dello studio con lo sguardo fisso sulle telecamere. –Io penso, signori e signore ascoltatori- cominciò –che questa sia tutta una messinscena di Era. Infatti, perchè aspettare 3.000 anni per chiedere un divorzio? –
A quel punto si sentì in sottofondo l’acuta voce della dea che rispondeva: “forse perchè non l’avevano ancora inventato, idiota!”, ma le sue parole si persero nell'aria perché, stranamente, il suo microfono ebbe un cortocircuito.
Così Zeus, dopo una pausa ad effetto, continuò soddisfatto il suo discorso: - Era vuole il mio trono di capo degli dei. Ecco la verità!-
Il pubblico fu scosso da un’esclamazione di sorpresa, che coinvolse anche Afrodite e la stessa Era, che cominciò a brontolare.
-Non solo, vi dico: vuole tagliarmi completamente fuori dalla scena divina, ingrandendo ogni piccola azione non giusta, secondo i suoi canoni, che faccio, per mettermi sotto una cattiva luce. E per trovare questi minuscoli misfatti, ha ormai azzerato completamente la mia privacy, standomi perennemente col fiato sul collo e volendo sapere in modo assillante e pesante ogni cosa che faccio. Insomma, in 3.000 anni passati sempre con la stessa moglie, qualche piccola scappatella ci può stare, per ravvivare un po’ il rapporto...-
-Qualche scappatella?!?- s’intromise Era che, intanto, aveva trovato un altro microfono in cui gridare –Mi sono segnata tutte le tue “piccole scappatelle”- esclamò, tirando fuori dalle tasche una pergamena dai bordi rovinati per i tanti anni a cui era sopravvissuta –Guarda!- ringhiò, mentre la pergamena cominciava a srotolarsi, mostrando una fila di nomi lunga fino al pavimento e oltre. Gliela sventolò davanti al naso. –Qualche?-
Zeus spalancò gli occhi e diventò paonazzo.
Intanto, Era si era voltata verso il pubblico in modo che tutti potessero sentire.
E cominciò a leggere. – La prima fu la titanessa Temi, la seconda la ninfa Maia, la terza la dea Demetra, poi l’oceanina Eurimone! Ma non citerò tutte, altrimenti resteremmo tutti qui all’infinito.
Fino ad ora ho citato solamente amanti immortali. Di ogni genere, certo, ma immortali, esattamente come me. Ma il nostro caro e innocente Zeus non poteva farsi mancare anche amanti mortali, come Europa, Semele, Leda, Danae e Alcmena. E con loro ebbe altrettanti eroi...-
-Non pensare sempre al lato negativo, Era- si sbrigò a interromperla Zeus –Pensa a come sarebbe stata triste e monotona la vita dei poveri mortali senza i miei fantastici eroi! Dove sarebbero state le loro avventure che si raccontano nelle leggende?-
-Oh, certo, le loro avventure. Che mi dici di Elena? Lei era tua figlia ma ha fatto scatenare una guerra-
-Ehi, no, aspetta, questa volta non è colpa mia! È ad Afrodite che devi chiedere conto, non a me! È stata lei, infatti, a fare un incantesimo a Elena, che si è innamorata di Paride, che ha fatto scoppiare la guerra...-
-Che c’entro io? Io ho solo sparso le gioie dell’amore!- si giustificò la bella.
Zeus e Era si guardarono in cagnesco, entrambi sul punto di attaccare di nuovo l’altro, ma Afrodite, con sua grande gioia (infatti si era arrabbiata molto perché gli altri due avevano preso il suo posto sotto i riflettori), ricevette un segno da uno degli operatori che il loro tempo stava per scadere e che dovevano mettere fine a qual litigio. Perciò, prima che i due ospiti cominciassero a tirarsi sedie e quant’altro, espose il suo più bel sorriso e s’infilò tra loro, esclamando: -Bene! Penso che sia abbastanza per permettere a Diche di darci la sentenza finale. Giusto, cara?- disse Afrodite, spostandosi dal giudice e permettendo agli altri due dei di sedersi di nuovo tranquilli.
-Esatto, Afrodite. Dopo aver esaminato tutta la loro vicenda- rispose, mostrando i fogli dei suoi appunti, il computer e il tablet aperti sulle pagine della Gazzetta di Ermes che parlavano dei nuovi scandali di Zeus e della gelosia di Era, - posso giungere ad una conclusione-
Tutto lo studio trattenne il fiato, consapevole che, se il divorzio fosse stato accettato, come sembrava chiaro, ci avrebbe rimesso tutto l’Olimpo.
Diche si voltò verso Era. –Mi dispiace,- annunciò –ma non posso accettare la tua richiesta. Tu e Zeus siete il simbolo dell’amore e della pazienza coniugale e far divorziare voi due sarebbe come vanificare la solennità del matrimonio. Eppure, non si possono lasciare impunite la azioni vergognose che ha compiuto Zeus, nonostante sia il re degli dei, nei tuoi confronti. Pertanto, mi sembra giusto che stia un po’ anche con te, la sua legittima moglie e perciò d’ora in avanti Era sarà la segretaria personale di Zeus,- in quel momento si rivorse al dio –così potrà prendersi cura di lui come moglie e consigliarlo sulle sue decisioni lavorative senza che sia costretto a fare cene per incontrare i suoi colleghi. Così, sarete obbligati entrambi a riflettere sul vostro rapporto e apportare delle modifiche. La seduta è sciolta.- concluse la dea della giustizia.
Dichiarato ciò, partì la pubblicità, non prima che Afrodite riuscisse ad ammiccare maliziosamente alla telecamera.


 
  
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