Seconda guerra mondiale. Astrid, una ragazza tedesca, nasconde in casa sua un ragazzo ebreo, Hiccup. Un giorno, però, Hiccup scappa e Astrid va a cercarlo...
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astrid, Hiccup Horrendous Haddock III
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
"Sapevo di poterti trovare qui...".
E' questo ciò che gli dico quando, dopo averlo inutilmente
cercato per ore, lo ritrovo nascosto nella sua specie di nascondiglio
segreto, un bunker abbandonato.
Lui è seduto a terra in un angolo e si abbraccia
le ginocchia, fissando tutto, tranne me.
"Hiccup..."
Mi siedo di fianco a lui e gli metto una mano sulla spalla.
"Perchè non mi parli?"
All'improvviso Hiccup inizia a piangere, sussurrando: "Mi dispiace
Astrid, mi dispiace tanto".
"Perchè, che è successo?" gli chiedo,
prendendogli il viso e girandolo verso di me. Calde lacrime scendono
sulle sue guance.
Vederlo così con quello sguardo affranto, mentre piange
lacrime di dolore, mi spezza letteralmente il cuore.
"Astrid non mi potrai nascondere per sempre, lo sai" mi dice lui "Se
faranno del male ai tuoi zii o a te, non me lo potrei mai perdonare".
E' vero quello che ha detto, è solo una questione di tempo
prima che lo scoprano.
Hiccup è un ragazzo come gli altri e l'unica "colpa" che ha
è quella di essere di famiglia ebrea.
Io e i miei zii lo stiamo nascondendo in casa nostra, ma so che non
durerà ancora per molto. Prima o poi i soldati lo troveranno
e lui verrà deportato ad Auschwitz.
Quei campi di concentramento... una tortura per molte persone innocenti.
Tutte loro sono là ingiustamente, senza un vero motivo,
senza una ragione. La maggior parte di loro non sopravvive ai lavori
forzati, ai crematori, alle camere a gas.
E' orribile anche solo da pensare... ma in questo momento non mi
importa più di nulla.
Ora mi importa solo di lui, di Hiccup, quel ragazzo che ora sta
piangendo disperato a causa dell'inferno che è la sua vita.
Lo abbraccio, tenendolo stretto a me.
Hiccup non ricambia subito, come se pensasse che anche solo rivolgermi
la parola sia un peccato mortale, poi si decide e contraccambia, seppur
debolmente.
In effetti non dovrebbe, dato che io sono tedesca e lui è
uno di quelli che, secondo Hitler, meritano solo la morte.
Ma Hitler e tutte le SS passano in secondo piano quando sono con
Hiccup, come tutto il resto del mondo.
So che i miei sentimenti verso di lui sono sbagliati, ma neppure il
nazismo può comandare il mio cuore, perchè il
cuore indica sempre la giusta via.
E il mio dice che devo stare accanto ad Hiccup, sempre e per sempre.
Aspetto che smetta di piangere, poi gli dico: "Hiccup, non ti
preoccupare. Io sarò sempre con te".
"No, Astrid" mi risponde lui, con la voce ancora un po' rotta dal
pianto "Se ti sorprendessero con me finiresti nei guai, grossi guai. E
io non voglio questo".
Tenta di sciogliere il nostro abbraccio, ma io non lo lascio andare
subito.
Prima mi prendo il tempo di dargli un bacio sulla fronte.
"Astrid, lo sai che non dovresti..." mi dice lui, arrossendo.
"Posso fare anche di meglio, se vuoi" gli sussurro.
Quindi lo tiro verso di me e gli do un bacio vero, sulle labbra.
In un primo momento lo sento irrigidirsi, poi pian piano si rilassa e
ricambia il bacio.
Ci baciamo per molto tempo, però ad un certo punto dobbiamo
dividerci per riprendere fiato.
Non volevo separare le nostre labbra, e so che per Hiccup è
lo stesso, glielo leggo negli occhi.
"Perchè, Astrid?" mi chiede lui "Perchè?".
"Perchè ti amo, Hiccup, ti basta come motivo?" gli rispondo,
quasi minacciandolo di non contraddirmi.
Vedo che cerca di dire qualcosa, ma dalla sua bocca non esce nessun
suono. Abbassa la testa.
"Astrid, io..."
Non dico nulla, aspettando che lui finisca la frase.
"Lo sai bene che non si può...".
Il mio cuore si spezza a metà e gli occhi mi si
inumidiscono: "Hiccup...".
"Ma per stavolta farò un'eccezione" conclude Hiccup,
sorridendomi e spostandomi un ciuffo di capelli che mi cadono sugli
occhi.
Stavolta è lui a prendere l'iniziativa e mi trascina in un
altro bacio, più passionale del primo.
Lo ricambio subito, passandogli le braccia attorno al collo.
Ci dividiamo per un secondo e Hiccup mi sussurra: "Ti amo anche io,
Astrid, non sai quanto...".
Ricominciamo a baciarci, ma veniamo interrotti da un fragore assordante
proveniente da fuori: un altro bombardamento. Il terzo in questa
settimana.
Sono certa che i miei zii e gli altri cittadini si sono già
rintanati negli altri bunker tranne questo, perchè
è fuori città.
Ora mi sento al sicuro, tra le braccia di Hiccup, che mi bacia la
fronte e mi abbraccia.
Ormai nessuno, neppure Hitler, potrà separarmi da lui.
ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti.
Ho deciso di scrivere questa storia in onore del Giorno della memoria,
in ricordo delle vittime della Shoah.
L'ho fatta finire sostanzialmente bene, non sono capace di scrivere
cose tristi.
Ditemi cosa ne pensate, se è venuta bene o male, se vi
è piaciuta o no, eccetera.
Poi ovviamente ho qualcosa da raccontarvi, anche se non è
molto piacevole: sono ridotta a cibarmi (anzi, dissetarmi) solo di
tè zuccherato.
Ora vi spiego: da ieri sera mi sento poco bene, tipo nausea. Sono
andata dal dottore e mi ha detto che è una roba che succede
molto ultimamente e che dovevo bere solo il tè.
E poi si chiedono perchè Leopardi fosse depresso.
Ok, questa cosa forse non centra molto, ma vabbè!
Unica cosa positiva: non vado a scuola.
Ora vado, le recensioni sono gradite. Ciaooooo