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Autore: Skred    27/01/2016    0 recensioni
«Tutto di lui mi ricordava il bianco,
anche per il semplice fatto che la sua solarità mi era avversa.
Alla mia anima, al mio spirito che tutto al contrario,
erano neri.
Come la pece.»
Genere: Avventura, Drammatico, Poesia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

A
quel tempo se la mente non mi inganna,
avevo bisogno che qualcuno mi assistesse nel mio viaggio.
La collina dei gigli, quello era il mio obiettivo,
ma da solo era impossibile, ero un semplice spadaccino.
Le creature che abitavano quelle lande desolate,
soltanto con la magia potevano essere affrontate.
Pochi erano i soldi che avevo,
altrettanto quelli che come ricompensa offrivo.
Eppure con mia grande sorpresa,
qualcuno si fece avanti senza alcuna pretesa.
Con fare trionfante nella sua mano teneva
quella richiesta che mi apparteneva.
Era piccola, minuta, niente in lei mi dava quella sicurezza,
che potesse essere una partner all'altezza.
Decisi di fidarmi, così, per gioco,
considerando che nessun altro voleva aiutarmi nel mio scopo.
Lunghi capelli di un rosso non ben definito
spuntavano fuori dal quel cappello blu poco appuntito.
I suoi occhi erano grandi, di un violaceo rosa,
pensai fosse una bambina, e ci avrei scommesso ogni cosa.
La mia compagna decise di non rivelare il suo nome,
ritenendolo qualcosa che andasse oltre alla nostra missione.
È inutile.
Diceva.
Devo solo aiutarti, non esser tua amica.
Sembrava quasi mi canzonasse,
e quel vano tentativo di stringere amicizia,
era stato completamente declinato, come se non le importasse.
Io mi presentai ma non lo avessi mai fatto,
il mio nome venne storpiato e io rimasi esterrefatto.
È Hiro, non Shiro. Capito?
Per quanto mi sforzassi, la mia richiesta veniva respinta:
quel viaggio sarebbe stato lungo, e parecchio ardito.


Non credevo che mai nessuno avrebbe avuto il mio stesso obiettivo,
raggiungere la collina dei gigli, quel posto tanto decantato da ogni paladino.
Accettai la richiesta che quel foglio riportava,
il supporto di un mago, era l'unica cosa di cui il giovane necessitava.
Capelli argentati, occhi rossi come se il sangue stesso vi scorresse,
il suo stesso aspetto era un controsenso.
Ma non importava, chiunque mi sarebbe andato bene,
e se mi avrebbe intralciato, il suo sangue sarebbe scorso anche fuori dalle vene.
Sin da quando ero nata, avevo utilizzato il mio aspetto per i miei loschi fini,
tutti rimanevano catturati e ipnotizzati dai miei lineamenti quasi divini.
Che patetici.
Non mi importava di essere amata o odiata,
avevo uno solo scopo, compiacere colui che mi aveva salvata.
E proprio per lui dovevo intraprendere quel viaggio,
bé anche per me, quello non potevo negarlo.
Mi chiese il mio nome, con un sorriso,
ma era serio? Lo avrei deriso.
Mi chiamo Hiro.
Continuava a dirmi.
Quel nome non ti s'addice. Meglio Shiro.
Non era da me dare un soprannome,
ma era divertente osservare la sua reazione.
Tutto di lui mi ricordava il bianco,
anche per il semplice fatto che la sua solarità mi era avversa.
Alla mia anima, al mio spirito che tutto al contrario,
erano neri.
Come la pece.




Note: Shiro, in giapponese, significa appunto "bianco".
   
 
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