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Autore: Nana_EvilRegal    28/01/2016    4 recensioni
Un piccolo frammento di vita della Malec e degli altri Cacciatori dopo gli avvenimenti di Città del Fuoco Celeste.
Solo una loro semplice giornata.
Dal testo:
[...] Voltò di nuovo la testa verso di lui scorgendo i contorni del suo corpo leggermente coperto dal lenzuolo alla luce chiara e leggera della luna.
La pelle della schiena sembrava quasi brillare. La vedeva muoversi seguendo il leggero respiro dello stregone. Alec sentì come l’impulso di sfiorarlo con un dito. Quasi come se non credesse alla sua esistenza, ma non lo fece. Non voleva svegliarlo. [...]
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Clarissa, Jace Lightwood, Magnus Bane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Just One Day

Alec si era svegliato prima del solito. Non aveva la più pallida idea di che ora fosse, ma dalla finestra aperta non entravano raggi di sole per cui doveva essere ancora notte. Si rivoltò nel letto. Non sapeva neanche lui se alzarsi o restare lì cercando di riaddormentarsi. Alzò una mano quasi convinto della scelta finché i suoi occhi si fermarono sulla schiena nuda dell'uomo steso accanto a lui. Dormiva ancora. Era raro che fosse il primo dei due ad aprire gli occhi. In genere quando lui si svegliava si ritrovava in una stanza in cui non si era addormentato o, meglio, nella stessa stanza, ma con mobili diversi. Si ritrovava sempre solo lottando con la luce del sole che gli feriva gli occhi. In quel momento era tutto diverso. Si sedette, con movimenti quasi impercettibili degni di un Cacciatore, sul materasso. Si guardò intorno lasciando che il suo sguardo si soffermasse su ogni singolo mobile. La mattina prima il suo compagno doveva essersi sentito più eccentrico del solito visto ciò con cui era arredata quella stanza. I lustrini sparsi in giro lo fecero sorridere. Scosse leggermente la testa pensando a quanto lui fosse diverso dal proprietario di casa. Voltò di nuovo la testa verso di lui scorgendo i contorni del suo corpo leggermente coperto dal lenzuolo alla luce chiara e leggera della luna.
La pelle della schiena sembrava quasi brillare. La vedeva muoversi seguendo il leggero respiro dello stregone. Alec sentì come l’impulso di sfiorarlo con un dito. Quasi come se non credesse alla sua esistenza, ma non lo fece. Non voleva svegliarlo. Lo spettacolo dei suoi capelli quasi privi di lustrini in disordine sul cuscino erano un raro spettacolo e voleva goderselo fino in fondo.
Lo stregone voltò il viso lasciando la possibilità al ragazzo di vedere quei tratti leggeri che rendevano quel volto quello di cui era innamorato. Era inconfondibile. Alec avrebbe potuto riconoscerlo in mezzo ad una folla e non per via degli occhi da gatto nascosti dietro le palpebre chiuse. L’avrebbe riconosciuto ovunque perché quello era il suo volto.
Il volto di Magnus.
Con i muscoli rilassati come in quel momento era, se possibile, più bello di quanto fosse da sveglio. Il ragazzo notò, non senza una certa punta di divertimento intenerendosi non poco, che lo stregone aveva la bocca leggermente aperta.
Anche quello era uno dei motivi per cui si era innamorato di lui.
Quella sua perenne perfezione anche nell'imperfezione. Perché, era inutile, anche nel sonno, con la bocca aperta, lui lo vedeva come perfetto.
Come l’uomo che amava.
Alec si rese conto di star sorridendo senza un vero motivo.
Chiuse gli occhi pensando a quanto fosse fortunato ad essere lì, con lo stregone al suo fianco. L'uomo che gli aveva davvero cambiato la vita e gli aveva fatto scoprire cosa volesse dire amare. Perché lui prima di Magnus aveva pensato di amare un'altra persona, Jace, ma non era così, o, almeno non ne era innamorato quanto lo era dello stregone. Jace, in fondo, era il suo parabatai e non poteva (e non doveva) esserci nient’altro tra loro se non quell’amicizia assoluta e fraterna.
 
Riaprì gli occhi quando iniziò a percepire i primi raggi solari. Doveva essersi addormentato, alla fine. Guardò accanto a sé. Magnus dormiva ancora. Ne fu felice. Voleva potersi godere per qualche altro istante la sua vista. Voleva rubare più immagini possibili di quel momento per non poterselo più scordare. Si sentiva come un piccolo ladro e, forse, lo era davvero. In fondo stava rubando piccoli momenti d'intimità dello stregone, ma non era forse autorizzato a farlo? Stavano insieme, si amavano. Aveva perfettamente senso che si sentisse pienamente a suo agio in quella situazione.
- Stai forse cercando di consumare la mia immagine?- la voce impastata dal sonno arrivò quasi come un sussurro alle orecchie del ragazzo.
- Io... Stavo solo...- Alec non sapeva cosa rispondergli. Non si aspettava che si svegliasse. Lo guardò negli occhi e gli sorrise. Magnus rispose al sorriso sedendosi anche lui sul materasso poi si avvicinò a lui e gli lasciò un piccolo bacio sulle labbra.
- Tranquillo, ho intenzione di essere favoloso anche in futuro. Avrai altre occasioni per ammirarmi- il Cacciatore scosse la testa e gli appoggiò una mano sul ginocchio.
- Non posso chiedere di meglio- rispose prima di avvicinarsi e lasciarsi andare tra le labbra del suo compagno.
Ogni volta che lo baciava si sentiva come se fosse stata la prima volta. Il cuore accelerava sempre il battito e il suo stomaco faceva le capriole ogni volta che si sfioravano. Quando si separarono Magnus tornò a stendersi lasciando la schiena scoperta. Quasi senza rendersene conto Alec iniziò a sfiorare quella pelle che aveva tanto guardato quella notte sotto. Poteva sentirla le sue dita ruvide. La ricordava meglio di quanto ricordasse la sua. Ne riconosceva ogni centimetro come se fosse stata creata apposta per essere sfiorata dalle sue mani. Lo sentì sussultare leggermente quando passò lungo la spina dorsale. Perso com’era nei suoi pensieri, in realtà, se ne accorse appena.
Si alzò quasi di scatto come se si fosse appena reso conto di dover tornare all’Istituto. Se avesse evitato al’allenamento di Clary anche quella mattina Jace lo avrebbe ucciso. Era una settimana che gli chiedeva un aiuto e che lui fingeva di dimenticarsene. Prese i suoi jeans scuri, consumati al punto da aver quasi finito il tessuto, dal pavimento. In quel momento sentì lo stregone voltarsi sul letto. Poteva quasi sentire lo sguardo di lui sulla pelle. Era come se lo scottasse leggermente, sorrise fermandosi per un secondo. Si rialzò e, mentre cercava di infilarsi i jeans sentì la voce del suo compagno.
- Non capisco perché ti stai vestendo- Alec, con la zip ancora abbassata e il bottone aperto, si voltò verso di lui con un’aria interrogativa. Poi scrollò le spalle.
- Perché? Devo…-
- Perché mettersi i pantaloni se poi adesso li togli di nuovo? Doppia fatica no?- nel dirlo si spostò dalla sua parte del letto all’angolo più vicino ad Alec. Il ragazzo rise poi continuò a vestirsi.
- Devo andare da Jace- Magnus sbuffò spostando i capelli che gli stavano ricadendo sul viso poi si alzò e si vestì anche lui.
- Pensi di tornare oggi?-
- Non lo so, perché?- stavolta fu Magnus a sorridere. Alec conosceva quel sorriso, in genere non portava a nulla di buono.
- Magari do una festa. Quando non ci sei la stanza si riempie. Sei pur sempre un Cacciatore- il ragazzo scosse la testa poi si avviò verso la porta.
- Va bene. Magari faccio un salto con gli altri-
- Non era questo che…- lo stregone non riuscì a finire la frase che il ragazzo aveva già chiuso la porta dietro di sé.
Dannato Nephlim.
Doveva proprio innamorarsi di uno di loro?
 
xxx
 
Alec arrivò di corsa e, comunque, in ritardo per l’addestramento di Clary. Entrò nella sala cogliendo lo sguardo leggermente divertito di Jace. Il suo parabatai stava osservando la sua ragazza lanciare coltelli. Il nuovo arrivato doveva ammettere che on era niente male. Aveva iniziato l’allenamento da poco più di un mese, ma, Alec doveva ammetterlo, era già piuttosto agile. Si spostò vicino al ragazzo biondo e si appoggiò al muro.
- Per cosa avevi bisogno di me?-
- Due cose: l’arco e correggermi come insegnante. Dammi un freno, a volte ho paura di esagerare, sai che dal punto di vista fisico io reggo più di lei-
- Reggi più di chiunque altro- lo corresse Alec.
- Modestamente. Hai ragione, sono decisamente migliore di chiunque altro- il ragazzo moro aprì la bocca per ribattere poi ci ripensò e lasciò perdere.
- Stasera volete andare da Magnus?- a quella frase anche Clary si voltò verso i due parabatai lasciando scivolare un coltello sul pavimento. Da quando lui e Magnus stavano insieme non aveva mai fatto una proposta simile. Non era raro che fossero tutti insieme con Magnus, ma con motivazioni ben diverse da un invito del ragazzo. Jace si schiarì la voce poi tornò a guardare Alec negli occhi.
I suoi occhi dorati trovavano perfettamente posto in quelli azzurri dell’amico. Come se per lui ci fosse sempre tempo e spazio.
Come se non ci fosse nessun rapporto paragonabile a quello che c’era tra loro.
Era davvero così, Clary lo sapeva.
Sapeva di avere lo stesso rapporto con Simon, ma sapeva anche che tra loro sarebbe stato davvero fino alla morte. Simon, invece, non ricordava neanche la sua esistenza. La ragazza si sentì stringere lo stomaco poi tornò a guardare i due Cacciatori ancora appoggiati al muro.
- … vorrei evitare certe scene. Alec ti voglio bene, ma ho già visto abbastanza di quello che succede tra te e Magnus- il ragazzo moro scosse la testa.
- Non è questo… Mi ha detto che se non torno potrebbe pensare di organizzare una festa dato che quando non ci sono io ci sono più Nascosti-
- Se si tratta di una festa allora le cose cambiano- Jace stava sorridendo e Clary sorrideva quasi per riflesso. – Clary tu ci sei?- la voce del suo ragazzo era quasi un sussurro. Aveva imparato a conoscere Jocelyn e non era scontato che la lasciasse andare, anzi.
- Non lo so- rispose la ragazza col viso quasi nascosto dai lunghi capelli rossi.
Alec si stava evidentemente compiacendo dello sviluppo del discorso. Uscì dalla stanza dicendo che avrebbe parlato con sua sorella, ma chiunque in quella stanza sapeva quale sarebbe stata la risposta di Izzy.
 
xxx
 
Fuori era già notte da qualche ora quando si ritrovarono nel cortile dell’Istituto. C’era anche Clary e, nel vederla, Jace aveva sorriso per poi andarle accanto, baciarla e prenderla per mano.
- Giuro che vi faccio bere qualcosa con la forza stasera se non la smettete- era stata Izzy a parlare che, da quando Simon aveva perso i ricordi, odiava vedere i suoi amici felicemente fidanzati. I due risero poi si allontanarono leggermente uno dall’altro. Izzy annuì compiaciuta. Si lisciò la gonna del vestito nero attillato che le cadeva alla perfezione e la fasciava in modo da renderla ancora più perfetta del solito. Clary avrebbe voluto essere come lei, ma sapeva che non sarebbe mai successo.
- Non credi che le rune siano un po’ troppo…- Izzy zittì il fratello con un’occhiata e iniziò a camminare sicura di sé verso la casa di Magnus.
 
Quando arrivarono Alec si rese davvero conto che lo stregone aveva fatto esattamente quello che gli aveva detto. Le moto dei vampiri erano parcheggiate fuori dalla porta e si poteva percepire la quantità di Nascosti dall’esterno. La musica, sicuramente, si sentiva. Prese la chiave che aveva in tasca, aprì la porta e salì fino all’interno del suo compagno. Anche lì gli bastò girare la chiave nella serratura per trovarsi all’interno. Troppi occhi si posarono su di lui che, per un secondo, ebbe voglia di andarsene. Bastarono pochi passi dentro l’appartamento perché Magnus si rendesse conto della loro presenza. Si avvicinò con un’espressione divertita e accigliata allo stesso tempo.
- Mi sembrava di averti detto che vengono tutti quando voi non ci siete-
- Beh, sono arrivati quando non c’eravamo- intervenne Jace.
- Non stavo parlando con te biondino- disse Magnus divertito. Il ragazzo dagli occhi dorati prese per mano la sua fidanzata e si allontanò. Izzy li guardò, sbuffò, e li seguì.
- Tecnicamente Jace ha ragione e poi non ci sono mondani che rischiano di trasformarsi in topi-
- Oh, questi dì che sono progressi- Alec rise e Magnus gli si avvicinò sussurrandogli qualcosa all’orecchio.
- Devi smettere di ridere. Non riesco a rimanere arrabbiato con te se ridi- il Cacciatore gli passò un braccio dietro al collo prima di baciarlo. Magnus non se lo aspettava e sembrò quasi rigido in un primo momento. Era raro coglierlo di sorpresa e Alec se ne compiacque. Lo sentì poi aprire leggermente la bocca lasciando che le loro lingue si intrecciassero. Quel bacio fece sobbalzare lo stomaco di Alec. Come sempre.
Come quando erano soli.
- Allora, possiamo restare?- gli chiese non appena le loro labbra si allontanarono.
- Ora sono tutti gli altri che sono di troppo- disse Magnus prendendolo per mano sorridendo.
 
NdA: buon salve. So che è una vita che non pubblico (chiedo venia), ma ho davvero davvero poco tempo per scrivere con questa cavolo di sessione invernale che mi distrugge (peggio del tizio nella giungla della pubblicità delle Gocciole). Ho scritto questa piccola one shot per due principali motivi:
1. AMO i Malec, ma non avevo mai scritto nulla su di loro per paura di “non esserne all’altezza”.
2. Qualcuno (leggi Flavia) sono mesi che mi dice che devo assolutamente scrivere qualcosa su di loro.
Era tanto che ci pensavo e se avessi continuato così non avrei mai scritto nulla quindi, alla fine, mi sono decisa.
Ringrazio tanto quella secchia di Flavia e le matte del piccolo gruppo “Pulvis et umbra sumus” che mi hanno sostenuta mentre scleravo perché pensavo di star scrivendo tutto male. Grazie ragazze.
Love you,
Nana.
 
Lasciate una recensione per farmi sapere cosa ne pensate. Se posso ancora provare a scrivere su di loro o se è meglio che butto il computer dalla finestra.
 
   
 
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