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Autore: xjnicodiangelo    28/01/2016    5 recensioni
[Solangelo - post Blood of Olympus]
[...] Tempo di secondi e appurò che no, era impossibile scappare a Will Solace e le sue spietate torture, quando sentì uno sbuffo scocciato, e poi si sentì tirare via le coperte. Il freddo improvviso lo fece rabbrividire e grugnire di dissenso, mentre il biondo si sedeva raggiante –come se niente fosse– accanto a lui: «Auguri raggio di sole!» esclamò entusiasta il dottore.
Nico si mise seduto e lo fulminò con lo sguardo: «Il raggio di sole ti farà davvero male se non lo lasci dormire!»
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Nico/Will, Will Solace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Di compleanni traumatici e dolci interruzioni


Nico era sveglio, sfortunatamente.
Si era svegliato perché la sera prima si era dimenticato di chiudere le tende –colpa di Will che lo aveva rimproverato dicendo che non era così strano che gli avessero messo una bara per letto se stava sempre al buio mentre spalancava le suddette tende– e quella mattina i primi raggi di luce l’avevano accecato impedendogli di riprendere sonno.
Nonostante questo però, era rimasto a raggomitolarsi tra le coperte e a bearsi del calore che riuscivano a donargli. 
La stato di pace interiore in cui si trovava venne però interrotto da qualcuno che bussava incessantemente alla sua porta; ma non un semplice qualcuno: il ritmo incalzante dei tocchi era inconfondibile, Will Solace bussava alla sua porta.
Nico sbuffò interiormente chiedendosi cosa ci facesse il suo medico/fidanzato di prima mattina fuori alla porta della sua cabina, ma rimandò a dopo la questione sentendo ancora una volta il ritmo suonato dalle nocche del biondo dietro la porta.
«Avanti!» urlò, ma non si mosse dal nido di coperte in cui si era avvolto.
Rabbrividì e non seppe mai se per il cigolio sinistro emesso dalla porta appena spalancato o per le parole con cui il biondo esordì: «Dove sei raggio di sole? –Nico s’immagino il figlio di Apollo che faceva vagare lo sguardo luminoso per la stanza– Vogliamo spegnerle o no queste candeline?»
Candeline.
Che significano compleanni.
Era il ventotto gennaio? Era davvero il suo compleanno?
Era da quando aveva scoperto di essere un semidio che non festeggiava il giorno del suo compleanno. Il senso di quella festa per lui aveva perso valore: perché festeggiare un anno di vita quando la persona più importante per lui non era lì a festeggiare con lui?
Per lui era diventato un giorno come tanti, tenerlo a mente non aveva senso: di certo i mostri non lo avrebbero risparmiato perché era il suo compleanno!
Il flusso di pensieri del figlio di Ade venne interrotto nuovamente dalla voce del suo fidanzato biondo: «È palese che tu non stia dormendo, quindi mi faresti il cortese favore di uscire dal tuo … nido?» Nico ebbe l’impressione che il tono di voce del maggiore avrebbe dovuto essere più duro, ma invece si spense sul finire uscendo più che come un ordine, come una domanda.
Nico si chiese se stando zitto sarebbe riuscito a scampare quella tortura: l’ultimo compleanno che aveva festeggiato era quello dei suoi dieci anni, con Bianca che gli aveva regalato un’espansione di Mitomagia, e non voleva portare alla mente spiacevoli ricordi.
Tempo di secondi e appurò che no, era impossibile scappare a Will Solace e le sue spietate torture, quando sentì uno sbuffo scocciato, e poi si sentì tirare via le coperte. Il freddo improvviso lo fece rabbrividire e grugnire di dissenso, mentre il biondo si sedeva raggiante –come se niente fosse– accanto a lui: «Auguri raggio di sole!» esclamò entusiasta il dottore.
Nico si mise seduto e lo fulminò con lo sguardo: «Il raggio di sole ti farà davvero male se non lo lasci dormire!»
Will non perse il sorriso, anzi allungò una mano –troppo velocemente perché il moro potesse anche solo pensare di fermarlo– e gli spostò una ciocca di capelli scuri e scompigliati dietro l’orecchio. Il figlio di Ade avrebbe tanto voluto riuscire a rifilare un’altra delle sue occhiatacce al figlio di Apollo e magari anche rispondergli per le rime, ma quest’ultimo aveva indosso uno di quei sorrisi che erano capaci di disarmare il più piccolo di qualsiasi cosa, dagli sguardi di fuoco al sarcasmo pungente.
«È il tuo compleanno! Ed è mia intenzione farti passare una giornata a dir poco fenomenale!» gli aveva spiegato con tanto di gesti eccitati, e Nico per una frazione di secondo aveva invidiato il suo entusiasmo. Poi si ricordò che l’eccessivo entusiasmo gli faceva venire il voltastomaco: «È un giorno come tanti, è inutile impuntarsi tanto.» sbuffò il moro guardandosi le gambe magre coperte dai pantaloni neri del pigiama con gli scheletri che indossava in quel momento per nascondere al biondo le guance rosse di lusinga e imbarazzo.
«No che non lo è! Oggi compi quattordici anni! Se vivessi tra i mortali, avresti iniziato il liceo!» gli aveva risposto piccato il figlio di Apollo continuando a fare gesti con le braccia … eppure era lui quello italiano.
Il figlio di Ade lo guardò perplesso prima di ribattere: «Veramente sarebbero ottantanove … e anche se fosse non vedo cosa ci sia di bello nell’iniziare il liceo. Ne ho sentito solo parlare male.»
Will lo fissò anche lui perplesso per qualche secondo: «Ottantanove, tesoro? Ero convinto di essere il più grande tra noi! –l’aveva preso in giro– E di bello, nel liceo ci sono le amicizie che si fann-» Will avrebbe volentieri continuato il suo discorso spiegando l’importanza delle amicizie fatte al liceo, se il più piccolo non gli si fosse spiaccicato contro –letteralmente– zittendolo con un bacio che sapeva del caffè che aveva bevuto il biondo a colazione.
Appena staccato, il moro prese parola: «Non voglio nessuna stupidissima lezione sull’amicizia e quelle co-» Will ricambiò il favore al suo ragazzo interrompendolo bruscamente: «Infatti per oggi avevo in mente altro! Ho preparato un programma che ti farà impazzire: facciamo colazione all’italiana per esaltare le tue radici; poi facciamo una passeggiata fino al laghetto delle canoe dove ne prenderemo una; poi ci fermeremo in mezzo al lago e parleremo di tutto; e poi … » 
Will dovette ammettere che essere interrotto così non era poi così male, anche se, diamine, sarebbe stato carino da parte del suo fidanzato lasciargli concludere una sola frase.
Quando il moro si allontanò dalle labbra rosee del biondo e puntò i suoi grandi occhi scuri come il Tartaro in quelli azzurri del biondo che esprimevano malizia, si sentì quasi in dovere di dare delle spiegazioni: «Parlavi a vanvera. Mi irritavi.»
«Ricordami di parlare a vanvera più spesso, allora.» gli rispose il maggiore per le rime, strizzandogli un occhio e facendo imporporare le guance pallide del moro, che gli diede un pugno sulla spalla non intenzionato a fargli male –non più di tanto, almeno–: «Sta zitto; piuttosto, sai che vorrei come regalo di compleanno?» Il biondo alzò un sopracciglio, insospettito dall’improvviso cambiamento di approccio da parte del figlio di Ade, ma gli intimò comunque di continuare. Il moro accolse la richiesta avvicinandosi all’altro tanto da avere l’uno i respiri dell’altro sulle labbra: «Dormire, dormire e dormire, con te magari sarebbe meglio.» 
Will sorrise alzandosi di pochi centimetri, giusto quelli per arrivare ad annullare la distanza tra le sue labbra e quelle del figlio di Ade: «Ogni tuo desiderio è un ordine!»
 


Ehilà!
Salve a tutti i semidei che sono arrivati sani e salvi -e soprattutto svegli- fin qui!
Premetto che è la mia prima storia in questo fandom, e la prima volta che scrivo slash, anche se speravo di poter pubblicare qualcosa in questa sezione al più presto, e quindi eccomi qui.
Questa storia sarebbe dovuta una essere una drabble o flashfic, ma ecco... Nico e Will sono troppi carini e novanta parole non mi bastavano assolutamente; sinceramente non penso sia un granché: non ha una trama elaborata e probabilmente è piena di cliché, ma devo dire che sono soddisfatta anche perché come inizio mi sembra... adatta!
Ora, so che quattordici anni per avere una relazione non sono tanti, ma avevo bisogno come oggetto di questa storia il primo compleanno di Nico al campo e non volevo modificare la sua  'reale' età, quindi eccovi un bel Nico quattordicenne/ottantanovenne (dipende dai punti di vista).
Colgo l'occasione per ringraziare
Giorgia, il mio raggio di sole, che nonostante la distanza è  sempre la prima che legge le mie storie -se così sono degne di essere chiamate-, e che mi incinta sempre a pubblicarle, spesso con tanto di minacce; e anche Erica (se stai leggendo: non sono una babbana) che è stata la seconda a leggere e a supportarmi; e... no nessun altro, non ho molti amici.
Anyway, ringrazio tutte le personcine che hanno letto, quelle che hanno aperto la pagina letto, la prima parola e chiuso, quelli che hanno letto l'anteprima e hanno pensato "che schifo!", insomma tutti! E spero tanto che vogliate essere buoni e lasciarmi una recensione, accetto tutto: complimenti (pft, come se ne possa riceverne), pareri e consigli (che sono sempre ben accetti) e critiche (andateci piano: sono una persona sensibile!).
Allora non mi resta che sperare che ci rivedremo presto -ispirazione permettendo- perché ricordate che tornerò sempre a infestare i vostri incubi -o le sezioni di efp... fa lo stesso, no?-.
Alla prossima adorabili cupcakes!
  
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