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Autore: Bardos96    28/01/2016    0 recensioni
Un ospedale a China Town a Milano, diretto da Kim WooBin e con un personale composto da medici che farebbero battere il cuore a qualunque fangirl?! Potrebbe mai esistere?
Genere: Comico, Demenziale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! Prima di scaraventarvi in questo mare di demenzialità volevo solamente puntualizzare che quest'original è stata ideata da me e due mie amiche. Una di loro (Mikchan qui su Efp) ha scritto come me una fanfiction su questo argomento, che avrà ovviamente la stessa base ma uno stile totalmente diverso, quindi tranquilli, nessuno ha plagiato nessuno!
Un'altra cosa che vorrei dire (poi vi lascio liberi giuro) è che tutti i personaggi di questa storia, come anche i vari nomi e soprannomi (ps: mi scuso con GDragon e Kim WooBin per averli nominati invano) sono reali, ma non vogliamo assolutamente e in alcun modo offendere nessuno. Questa storia è letteralmente saltata fuori da una conversazione tra fangirl senza un motivo o un obiettivo preciso! Ora penserete che siamo pazze... beh avete ragione!
Detto questo vi lascio alla lettura! Spero vi piaccia!
xx Bardos96

H. 12.45 - Dall'aula mensa usciva un allegro e compiaciuto suono di chiacchiericcio accompagnato, di tanto in tanto, da rumorose risate generali. Era l'orario di pausa anche per i medici del Saint GD Hospital di China Town, a Milano; un nome strano, certo, da attribuire ad un ospedale. Ma non vi era alcuna coincidenza tra il nome dell'edificio e il luogo dove esso era posto; tutto era stato programmato minuziosamente dalla squadra che aveva lanciato il progetto alla provincia di Milano. Kim Woo Bin, il dirigente dell'ospedale nonchè l'ideatore del progetto stesso (il grande boss insomma), era divenuto famoso come "l' attore-dottore", appellativo che gli calzava a pennello vista la sua precedente carriera di attore e modello in Korea. Dopo aver dato tutti i suoi sforzi per  le sue fan oltre lo schermo, il signor Kim aveva scoperto in sè una grandissima passione per la medicina, la quale divenne anche piuttosto redditizia visto l'enorme talento di cui questo giovane modello era dotato. Lo si vide infatti dopo soli cinque anni di studio e alla giovanissima età di 25 anni diventare uno dei più rinomati medici di tutta Seul. Proprio in quel periodo, dopo essere stato nominato nei Baeksang Arts Awards del 2014 come uomo più popolare della televisione, attore più popolare in un film e migliore attore esordiente in un film, ma non essere riuscito ad accalappiarsi la vittoria per un soffio (come Di Caprio con gli Oscar), aveva deciso di ritirarsi dalla scena cinematografica per un po', al fine di potersi invece concentrare su una piccola idea che gli era nata e pian piano cresciuta nell'antro più segreto della sua testa. Ebbene si. Quell'idea era proprio il Saint GD Hospital.

"Ma perchè a Milano?" si chiederanno i miei cari lettori. Ordunque, proprio in quell'anno il nostro affascinante modello aveva conosciuto e si era innamorato di una giovane turista italiana in vacanza a Seul con due sue amiche, le quali, stranamente per la loro età, eccellevano in anatomopatologia e neurologia. Il giorno in cui poi ella aveva detto il fatidico si per il loro giovane e romantico matrimonio, che si era tenuto su una famosa spiaggia della Thailandia, gli era balenato in mente il pensiero di creare un ospedale che avrebbe ospitato i migliori medici spiecialistici dell'università frequentata da sua moglie e le sue compagne di avventura. Il progetto venne sostenuto in modo forse esagerato dalla moglie Michela e dalle amiche e questo quartetto si ritrovò dunque a lavorare faticosamente a questa strampalata e improvvisa idea.

Quando però il progetto dovette essere messo in pratica, si sa, ci furono mille scartoffie da compilare, firmare, timbrare, spedire, e pinzare. Il problema più grande fu proprio trovare un nome al complesso di edifici che pian piano sorgevano nella periferia di China Town (Insomma... un asiatico  che crea un ospedale a Milano dove altro potrebbe metterlo?!).

I  quattro avevano speso almeno tre pomeriggi inventando nomi assurdi come "Il sacro dragone rosso" o "il Cuore di giada Hospital", ma senza trovarne uno adatto. Alla fine era stata proprio Michela che, vedendo una fan art mal riuscita di una delle due ragazze, aveva proposto il nome di Saint GD  Hospital, in onore del famosissimo cantante koreano           G-Dragon che tutti e quattro idolatravano come santo o come Dio.

Sotto questo nome era quindi stato costruito un ampio complesso di tre edifici posti a ferro di cavallo su cinque piani ciascuno e comprendente un seminterrato, un parcheggio sotterraneo e un ampio giardino con i parcheggi privati dei medici e la mensa al coperto.

Proprio in quest'ultima verso le 12.30 di tutti i giorni si riunivano i migliori medici asiatici (Si, un'ospedale a China Town diretto da un asiatico con per lo più medici asiatici. Il sogno di migliaia di fangirl) di Milano e , cosa ancora più sconvolgente, l'angolo nord est della stanza, quello vicino alle macchinette e all'uscita , era riservato ad un gruppo particolare dell'ospedale ormai denominato come "Gruppo Vip dei Giovanissimi". Questo gruppo vip  era proprio formato da 9 ragazzi giovanissimi e molto talentuosi, tutti minori di 21 anni, che erano abbastanza bravi da essere considerati al pari dei loro colleghi, se non a livelli superiori e che già dal primo giorno avevano instaurato una gerarchia, una supremazia che si era dilagata in fretta e partiva proprio dai posti in mensa. 

Il giorno in cui comincia la nostra storia, tre dei nostri ragazzi, piuttosto allegri  visto che non avevano subito alcuna morte nei loro reparti, erano già seduti al tavolo aspettando i loro amici.

- ... e poi la sutura che ricollegava l'aorta si è rotta! Figuratevi il macello! C'era sangue che schizzava da tutte le parti, la pressione sanguigna che pian piano scendeva sempre più, e tutte le specializzande terrorizzate all'idea di perdere il paziente. A quel punto senza alcuna esitazione ho messo direttamente la mano nel torace dell'uomo per fermare l'emorragia e con l'altra ho applicato la sutura. Di solito non mi vanto, ma oggi devo ammetterlo.. Sono stato davvero figo.-

Il direttore di cardiochirurgia era fatto così. Si vantava sempre delle sue imprese sui cuori della gente, per non parlare di quelli delle infermiere, e ormai gli altri si erano abituati. Era un ragazzo piuttosto bello (in quel gruppo, chi non lo era?!), ma soprattutto, era effettivamente un gran figo. Aveva un modo di fare quasi sprezzante e una capigliatura da samurai che lo faceva sembrare un membro della mafia cinese più che un medico ma che enfatizzava i suoi splendidi capelli e che lo aveva portato al soprannome di "Belli Capelli".

- Ah quindi di solito non ti vanti? Mr. modestia deve avere una strana concezione dell'espressione "di solito"- disse Ilaria, l'anatomopatologa amica del grande capo che si distingueva per la sua famigerata cattiveria. Non che fosse davvero cattiva, piuttosto molto schietta, diretta, esageratamente sincera oserei dire.

- Beh ... a te in fondo non dispiace no? Ammettilo! - disse Belli Capelli guardandola dritta negli occhi verdi.

- Oltretutto sei tu che vuoi sempre mostrare le tue abilità allenandoti sul povero cibo della mensa- Aggiunse spostando il suo sguardo verso una povera banana la cui buccia era stata suturata più e più volte dalla ragazza. Ilaria guardò il frutto e poi Belli Capelli, infine arrossendo in viso tornò al suo ricamo facendo così cadere sulle spalle alcune ciocche ricce e di un castano scuro come la notte.

- Lo sai? Sei un idiota.- disse il medico seduto di fianco a Ilaria1, Capelli Rossi, famoso ovviamente per lo splendido ciuffo morbido che gli ricadeva sulla fronte e sul quale la luce risplendeva di un caldo rosso ramato. Era il direttore del pronto soccorso, estremamente gentile, affabile e carino, motivo per cui non passava inosservato e per cui molte delle sue pazienti finivano in cardiologia.

-Hey... Scusa, ricordami chi continua a mandarmi le pazienti perchè non riesce a prendersene cura!- rispose aspramente Belli Capelli.

Capelli Rossi lo guardò con un occhiataccia e lo avrebbe sicuramente insultato, se l'anatomopatologa non lo avesse fermato a suon di bananate sulla nuca.

-Hey asilo Mariuccia, smettetela. Non mi sembra il caso.-

-Tsk, samurai di basso borgo - borbottò Capelli Rossi tutto imbronciato. No. Tra i due proprio non correva buon sangue. Specialmente da parte di Capelli Rossi. Proprio non sopportava il fatto che Belli Capelli potesse essere così ottuso. Era ormai risaputo persino dai neonati ricoverati in chirurgia neonatale che Ilaria aveva un debole per Belli Capelli, ma ovviamente quest'ultimo non se ne sarebbe accorto nemmeno se la ragazza se lo fosse tatuato in fronte, e questo irritava in modo quasi esasperato Capelli Rossi che ormai si reputava il miglior amico di lei.

- Hey colleghi che diavolo avete da urlare?!

- Mhh si respira tensione nell'aria.

La prima cosa che i tre al tavolo notarono, ancora prima del viso dei loro visitatori, fu un'orribile camicia gialla a fiori viola chiusa fino all'ultimo bottone alla quale era abbinata una cravatta rossa e verde tutta sgualcita; non per niente il direttore di psichiatria era ormai stato ufficialmente denominato da tutte le forme di vita esitenti nell'area di 5 km dall'ospedale "Brutta Camicia". Diciamo che però questa sua fissa di portare camicie di gusti discutibili gli giovava, non era infatti raro che le ragazze tentassero di togliergliele. Subito dietro di lui spuntò il medico di base che aveva l'ufficio privato sullo stesso piano del pronto soccorso e che passava le sue giornate ad inividiare la rossa chioma del collega. Ma nonostante la sua sfortunata esperienza coi capelli, Piazzetta aveva comunque qualcosa di magnetico, che stregava tutte le sue numerose (e ripeto numerose) assistenti.

- Oh guarda, i tuoi seguaci!- Ilaria si voltò verso Belli Capelli, che sogghignò. Quei tre insieme erano inseparabili, sembravano una vera e propria gang (l'ho già detto che Belli Capelli sembrava un mafioso, no?). Si muovevano quasi sempre in branco, proprio come dei gangster e ovviamente riscuotevano un gran successo, tanto che c'era una faida tra il fanclub dei "Tre moschettieri" e quello della "Gang di Belli Capelli".

- E se non mi sbaglio arriva anche l'idol! Non mi sembra un granchè felice stamattina però- Osservò Capelli Rossi mentre lanciava di nascosto briciole di pane tra gli splendidi capelli del nemico.

L'idol, meglio conosciuto come "Cappotto Nero", o più semplicemente Lin, era il direttore di ginecologia, dall'aspetto dolce, gentile, affascinante e bello, bello come il sole, come un vero idol, e secondo alcune infermiere, persino come un angelo sceso in terra. Ma se fosse davvero stato un angelo sicuramente più che sceso dal cielo, sarebbe stato spedito giù a suon di calci, visto che dietro il viso angelico si nascondeva invece un maniaco di dimensioni colossali, che amava le donne quanto il suo lavoro (chissà perchè). Il giovane si passò una mano tra i capelli castano scuro e con un lungo sospiro si accasciò sulle seggiole grigiastre della mensa.

- Qualcosa non va?- chiese Brutta Camicia curioso.

- Guarda lascia stare. Oggi va tutto storto. Non una delle mie pazienti era carina o giovane, sigh.

- Io ti capisco fin troppo, per me è così tutti i giorni ma non ne faccio un problema di stato - sentenziò Piazzetta perplesso.

- Voi non capite! - Disse Lin quasi sull'orlo del pianto - ERANO TUTTE DEGLI AEROPORTI.

Tutti rimasero alquanto confusi da quest'espressione, tranne Ilaria la quale, non riuscendo a trattenersi, scoppiò a ridere di gusto nel bel mezzo del silenzio più assoluto richiamando a sè l'attenzione dell'intera mensa, nonchè l'invidia delle altre colleghe. Di tutta risposta Lin cominciò a sbattere i pugni sul tavolo e a fare i capricci come quando un bambino vuole a tutti i costi il giocattolo che i genitori si rifiutano di comprare.

- Hey cos'è tutto sto baccano?! - Si intromise la seconda voce femminile del gruppo.

- Hey ciao Ele! - Ilaria salutò Elettra una ragazza alta, dai folti capelli ricci color pel di carota e lo sguardo dolce e premuroso che si occupava di dirigere Neurochirurgia.

-Vedo che non sei sola - disse l'amica indicando il ragazzo che stava in piedi alle sue spalle. Un ragazzo alto. Molto alto. Gigantesco. Insomma questo Watussi dagli occhi a mandorla, Gambe Lunghe per l'intero ospedale, non era altro che il direttore di osteopatia nonchè il ragazzo di Elettra. Mentre la chirurga si sedeva, Gambe Lunghe guardò con diffidenza il tavolo della mensa, con gesto di sfida si spinse bene gli occhiali sul naso e infine cercò di sedersi infilando le gambe sotto il tavolo senza far notare il suo immenso sforzo per far stare quelle lunghe zampe da giraffa sotto il tavolino dei Puffi. Gli altri lo guardarono per un po' con sguardo divertito, e scoppiarono tutti in una grassa risata quando Gambe Lunghe si rese conto che i rimasugli di una cicca che prima era attaccata al tavolo, gli si erano invece appiccicati al ginocchio.

- Giuro che domani mi licenzio.

- Ma dai per così poco? - Gli disse Elettra offrendogli un fazzoletto.

- Ragazzi dobbiamo consolare questa povera anima, essere alti non ha sempre i suoi vantaggi - disse Lin scherzoso - Insomma... la regola della L!-

- Lin... non vorrei dirtelo ma.... anche tu sei abbastanza alto. - Sghignazzò Ilaria1 divertita.

- Oddio no. Ecco perchè erano tutte aeroporti!!! - Lin si prese la testa tra le mani e ricominciò il suo pianto isterico.

- Prima o poi giuro che lo porto in psichiatria con me - Aggiunse divertito Brutta Camicia

- Per quello bastano le tue camicie orribili - Aggiunse la terza e ultima voce femminile del gruppo. Michela, che come già sappiamo era la moglie del grande capo, era anche la dirigente dell'accettazione, conosceva tutto e tutti nell'ospedale e nessuna voce riusciva a schivare le sue orecchie.

- Ragazzi ma.. dov'è quello carino? Insomma.. Bel Viso?

Questo ignoto Bel Viso, o Asiatico Carino di cui ancora non si era certi del soprannome visto che la faida tra il fanclub della Gang di Belli Capelli e quello dei Tre Moschettieri era in guerra anche su questo versante, era il direttore di pediatria, e si, ci sapeva proprio fare coi bambini tanto che riceveva sempre lettere e disegni d'ammirazione da parte dei bambini e spesso anche dalle mamme.

- Beh sarà ancora incastrato al gioco dell'oca della Pimpa, oggi ha quella bambina che lo tartassa. - disse Gambe Lunghe ancora intento a staccarsi la gomma da masticare dai pantaloni.

- Ecco che arriva il nostro eroe dei bambini - Esclamò Michela facendo un gesto di presentazione.

- Ragazzi che stanchezza, più che la bambina, oggi era la mamma che non mi lasciava più, credo volesse violentarmi.-

- Embè? che c'è di male? - Disse Lin con gli occhi praticamente a cuoricino, ma subito dopo tutti i suoi ormoni vennero raffreddati da un pezzo di purèe che Ilaria gli lanciò in faccia. Lin di tutta risposta e con l'intenzione di aiutare l'amica nella sua caccia seduttiva, così la chiamava lui, le lanciò a sua volta un po' di purèe, centrando per bene l'angolo della bocca.

- Ops, scuuuusa

Ilaria preparò i muscolì facciali per una terribile occhiataccia ma non riusci a voltare il viso verso il ginecologo perchè Belli Capelli, con un fazzolettino in mano e tutto concentrato, iniziò con pazienza a pulirle la bocca.

In un attimo tutta la stanza si fermò, per assistere a quell'evento così strano, surreale, di natura quasi angelica. Questa magnifica sensazione di pace e speranza venne però incrinata dal samurai che a voce alta e decisa esclamò:

- Cavolo sembra davvero sperma!

Un enorme crack rieccheggiò per tutta China Town rompendo completamente l'atmosfera e provocando una reazione furiosa di tutto il tavolo che si espresse in un boato, un facepalm da parte di Michela, un pat sulla spalla di Ilaria da parte di Elettra  e Lin e un sonoro schiaffo sul collo liscio e candido di Belli Capelli da parte di Capelli Rossi.

- Ho bisogno di caffè, di alcool e caffè - disse Ilaria circondata da un'aura nera-violacea che non presagiva niente di buono ma che Michela da buona amica sapeva come gestire.

- Per il caffè ci posso pensare io, ma per l'alcool dovrai aspettare la prossima serata. -

La ragazza si diresse al bancone della mensa per prendere i soliti nove Caffè, tutti normali tranne un ristretto per Bel Viso, e un macchiato con tanto zucchero per la ragazza ancora sporca di cibo in faccia.

- Appunto, amici, qui manca alcool, muoviamoci a organizzare, che magari si ri..- Belli Capelli stava per dire rimorchia, ma Piazzetta e Brutta Camicia lo fermarono in tempo, essendo al corrente del grande uragano che avrebbe scatenato con quella parola ormai diventata tabù.

- Non lo so.. però tra poco è Natale, e visto che voi è da poco che siete in Italia e non sapete come festeggiarlo, perchè non lo passiamo assieme? Li si che ci sarà da bere - Propose Elettra con gli occhi che già brillavano al sol pensiero.

- Mhh ottima idea, maaa, direi che ne parliamo dopo ragazzi -  disse Ilaria dopo essersi ripresa dal trauma di qualche minuto prima e alzandosi di scatto dalla sedia.

- Mi aspettano tante autopsie oggi, e visto che gli stagisti di non mi ricordo quale università sono degli idioti che il cervello l'hanno lasciato nel cordone ombelicale, prima scappo meglio è! Ci vediamo all'uscita al solito posto! E pregate che non mi arrabbi troppo con quei pischelli che altrimenti devo sezionare pure loro! -

Al primo saluto dato da Ilaria tutti i ragazzi si alzarono pian piano dal tavolo benedetto, la tavola rotonda dei medici, e silenziosamente ripresero ognuno a fare il proprio lavoro, con una serietà che non ci si sarebbe mai aspettata da dei ragazzi così giovani, e che li faceva sembrare tutt'altre persone rispetto a quelle che poco prima erano sedute a mangiare.

In poche parole, tutti nella sala mensa si resero conto, come ogni giorno dall'inizio della loro avventura al Saint GD Hospital, che la gerarchia esisteva e si basava sul talento e sulla professionalità.

Così si concluse la prima pausa pranzo del nostro viaggio, e in una gelida giornata d'inverno mentre il sole splendeva al di sopra della nebbiosa e fredda Milano e il vento trascinava svogliatamente delle foglie secche, nella periferia di China Town si ergeva imponenente, maestoso e fiero il Saint GD Hospital.

   
 
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