Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Shifter_    29/01/2016    2 recensioni
“Mikasa…”
“Eren!”
“Ecco...senti. Argh! Perchè non riesco a parlarti?!”
“Shh...io ho già capito tutto. E la risposta è che non ho bisogno di scuse”
“Cos- ma come hai fatto? Però non volevo solo chiederti scusa”
“Uhm? C-Cosa?”
“Per te chi sono io? Chi è Eren Jaeger?”
La giovane non trovava una risposta e cercò di temporeggiare mordendosi forte il labbro. E se prima la giovane era felice di guardarlo negli occhi ora il suo sguardo cadeva verso il basso.
“Nel senso...tu mi vedi solo come un qualcosa da proteggere, non è vero?”
“Io non...no! Assolutamente...solo che”
“Solo che?”
“Solo che tu potrai essere molto forte ma ti fai prendere troppo dalle emozioni. E se per colpa di questo fattore morissi in battaglia? Oh Eren scusa...solo che io non ho che te”
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Armin, Arlart, Eren, Jaeger, Mikasa, Ackerman
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Mai Debole


Erano le due del pomeriggio nei cieli che sovrastavano il triplo sistema di mura contro i giganti. Erano passati esattamente cinque giorni dopo che Annie si era cristallizzata nel suo bozzolo dopo la devastazione del distretto di Stohess, dove ovviamente le responsabilità di questo disastro ricadettero sul comandante Smith mettendo a rischio le sorti dell’Armata Ricognitiva. Ma grazie alle capacità oratorie del superiore biondo riuscì a trovare un accordo per mantenere l’Armata, facendo grande leva sul fatto che era l’unico organo che riuscisse a contrattaccare i giganti. Alcune cose cambiarono in quei cinque giorni: i piani alti molto probabilmente stavano escogitando una nuova esplorazione fuori dalle mura ma quei cinque giorni furono dedicati a lunghi ed estenuanti allenamenti: specialmente per il ragazzo nocciola Eren che avrebbe dovuto sfruttare al meglio il suo potere nel diventare gigante e per quanto il castano avesse una forza di volontà senza precedenti, i segni evidenti della fatica fisica e psicologica si facevano sentire. E così quel giorno in cui sembrava che Apollo ce l’avesse col genere umano visto che quel giorno l’afa era insopportabile, il giovane brunetto con i capelli scompigliati per il lavoro, le gocce di sudore alla fronte e a petto nudo per il caldo si allenava nel corpo a corpo sotto l’egida del caporale corvino, Rivaille.

“Tch....moccioso, ti muovi troppo lento” commentava il caporale

Ma al giovane non importava, lui continuava ad attaccare Levi con decisione fin quando il caporale non fu scocciato dalla “performance” del castano e gli tirò una ginocchiata nello stomaco. Quel giorno Eren non era molto loquace e si limitò a cadere per terra reggendosi la pancia. Poi vide la figura già bassa del capitano Rivaille, piegarsi su di lui che gli sussurrava

“Evidentemente non sei ancora al mio livello...ora ti farò combattere contro una della tua taglia. Concentrati Eren”

“S-Sì caporale! Non la deluderò”

Dunque Levi tirò su il giovane tendendogli la mano e facendogli riportare i piedi per terra. Quindi il caporale con un gesto chiamò Mikasa in disparte poiché si stava addestrando con gli altri e le fu detto di addestrare il castano. Dunque una presenza leggiadra ma molto forte entrò nel campo di addestramento, aveva i capelli legati in una piccola coda e aveva una canottiera di cotone bianca  che le arrivava al seno lasciando scoperti i suoi inusuali addominali.

“Eren...non accetterò di vederti fuori allenamento” esordì la corvina una volta faccia a faccia con Eren

“Mah...io sono pronto!”

Quindi il bruno interpretò la parte dell’aggressore ed impugnò il coltello di legno e si mise in posizione di attaccò, con le gambe divaricate e le braccia aperte stringendo forte il coltello. Al via di Rivaille, il castano si lanciò a petto in fuori sferrando i primi ganci e diretti e solo alcuni finirono a segno, mentre Mikasa al momento si limitava a schivare aspettando di trovare buchi scoperti. Effettivamente il bruno non stava molto sulla difensiva e al momento giusto Mikasa sferrò un calcio che fece volare via il coltello di legno dalla mano di Eren che nel mentre era distratto a raccoglierlo da terra fu atterrato con una presa al braccio. La ragazza stringeva da sopra la schiena di Eren.

“Ti sto facendo male...Eren?” le sussurrò preoccupata, ma distaccata.

“Ahh! Ma parla per te!” rispose con acidità il ragazzo

Il combattimento durò relativamente poco e a vedere il risultato, il caporale Rivaille, fece una faccia disgustata

“Battuto da una ragazza? Sei proprio un moccioso inutile” queste furono le dure parole del caporale

La rabbia pervadeva ogni angolo del corpo di Eren. Era furente. ma davanti a tutti preferì tenere la rabbia dentro e tornare nella sua stanza da letto, con lo sguardo di Mikasa stupita, come se stesse pensando “avrò fatto qualcosa di sbagliato?”. Per sicurezza andò da Rivaille come per rimproverarlo, se si trattava di Eren era pronta persino a litigare con Levi.

“Caporale! Non mi sembra giusto il modo in cui ha trattato Er-”

Il superiore non l’ascoltò e indifferente si allontanò. Nel frattempo Eren entrò nella sua camera e si buttò sul letto cercando in qualche modo di spegnere il cervello dall’evento successo poco prima per calmare la sua ira. Era proprio un bambino, per un nonnulla si era infuriato, ma quel fatto era solo la goccia che in quell’occasione fece traboccare il vaso, infatti fin dalla missione avvenuta poco dopo l’arrivo del titano Colossale a Trost, quando durò in campo solo un’ ora prima di essere mangiato dal gigante, che stava accumulando frustrazione sul non essere pari agli altri...oppure sul non essere al pari di Mikasa? Immerso nei suoi pensieri, il castano, fu svegliato da qualcuno che dietro la sua porta stava bussando. Dunque il castano che aveva le membra stremate dal duro addestramento e dal caldo si avviò a passò lento ad aprire non prima di essersi accertato chi fosse.

“Chi è la?”

“Eren, sono io Armin!”

“Oh...entra pure”

Il castano aprì la porta e fece entrare il biondo, che notando la brutta cera che aveva il suo amico pensò di disturbare.

“Oh! Non hai una bella cera che ti prende?” esordì il biondino

“Nah...nulla, solo questi intensi allenamenti…” rispose il castano con tono poco credibile

“Ma lo sai bene che questi allenamenti sono necessari su su…” il biondo prese sottobraccio il ragazzo per aiutarlo a camminare. Ma questo infastidì e non poco il bruno che spintonò leggermente Armin

“No! Ce la faccio anche da solo! Non ho bisogno di chi mi sta vicino!!” ringhiò Eren con rabbia repressa

“E-Eren...ora tu mi spieghi cosa è successo veramente! Sei intrattabile!” chiese leggermente irritato e preoccupato Armin

Dunque Eren prese un bel respiro e cominciò pian piano a calmarsi e si sedette sul letto.

“Perchè mi sento inferiore?” strascicò queste parole nell’angoscia interna

Detto ciò il castano cominciò a spiegare cosa fosse successo all’allenamento e nella quiete il biondo diede una pacca sulla spalla del giovane e quando l’amico alzò il viso gli mollò un ceffone.

“P-Perchè?!”

“Perchè sei un idiota! Pensi che Mikasa sia stata contenta a vederti in questo stato eh?!”

“No…?” l’indecisione del moro nel rispondere era palpabile

Mentre i due discutevano, gli allenamenti erano finiti e Mikasa si sentiva in colpa. Ma possibile che il ragazzo che doveva proteggersi doveva fare così il cretino?! Certe volte si stupiva. Ma era pur sempre la persona a cui teneva di più in questa vita e gli avrebbe perdonato tutto, così nel bivio che separava dormitori maschili e femminili restò immobile come fosse paralizzata. Non sapeva se ignorare il problema o andare a discutere da Eren che nello stesso momento stava discutendo apertamente con Armin.

“Questa sarà la milionesima volta che dici che sei debole...sei incorreggibile”

“Lo so Armin...ma io, io voglio solo fare bella figura davanti a lei. Che mi reputi un suo pari. Cavolo, non sai quanto io le voglia bene ma se continua a vedermi come un bambino da proteggere come posso esprimermi?!”

“Wow! Parole come queste non me le sarei mai aspettate da uno come te! S-Senza offesa. Comunque, sai che devi fare tu? Parlarle di persona!! Perchè sei ancora qui?”

Il giovane rimase a bocca spalancata senza proferire parola e lasciò continuare il biondino

“Esatto! Tu devi farti rispettare! Discutendo con me non concluderai nulla!”

E qui il biondo spinse giù dal letto il castano trascinandolo all’uscio

“M-Ma che fai Armin?! Mikasa si troverà di sicuro in camera sua nel dormitorio delle femmine”

“Poco importa, e poi scommetto che anche lei starà venendo da te!”

Preso di coraggio dunque si chiuse la porta di camera sua e percorse il corridoio sicuro di sè ma senza le parole adatte da dirle: avrebbe dovuto improvvisare. Uscito dai dormitori la trovò lì in fondo in un vialetto sola e pensosa e molto probabilmente triste. Le corse in contro e inutile dire che la ragazza si voltò immediatamente verso di lui.

“Mikasa…”

“Eren!”

“Ecco...senti. Argh! Perchè non riesco a parlarti?!”

“Shh...io ho già capito tutto. E la risposta è che non ho bisogno di scuse”

“Cos- ma come hai fatto? Però non volevo solo chiederti scusa”

“Uhm? C-Cosa?”

“Per te chi sono io? Chi è Eren Jaeger?”

La giovane non trovava una risposta e cercò di temporeggiare mordendosi forte il labbro. E se prima la giovane era felice di guardarlo negli occhi ora il suo sguardo cadeva verso il basso.

“Nel senso...tu mi vedi solo come un qualcosa da proteggere, non è vero?”

“Io non...no! Assolutamente...solo che”

“Solo che?”

“Solo che tu potrai essere molto forte ma ti fai prendere troppo dalle emozioni. E se per colpa di questo fattore morissi in battaglia? Oh Eren scusa...solo che io non ho che te”

“Capisco. Mi sono fatto nuovamente prendere dalla frustrazione. D’altronde è naturale che sei più forte di me! Tu sei prima io quinto” E lui abbozzò un sorrisetto che sfociò in una piccola risata quando notò che la paura di rispondere male di Mikasa era tale da averla fatta sprofondare nella sua sciarpa rossa.

“Ahahah...non sono il tipo che dice queste cose, ma sei carina in questo momento!”

E la giovane divenne di un rosso bordeaux sulle gote ma ebbe il coraggio di spiccicare queste parole

“E-Eren ti ringrazio! Però...ci stanno guardando tutti dai!!”

“Permettimi solo una cosa”

Il giovane stampò un bacio sulle guance rosse della corvina e si staccò subito

“Ehm...ok...basta per oggi. Sono successe taaante cose…”

“G-Già…”

Dopo un breve saluto la mora potè finalmente tornare al suo vero stato d’animo e improvvisò un piccolo salto di gioia toccandosi la guancia baciata! Mentre in testa sua pensava

“Il giorno migliore della mia vita!!”

   
 
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