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Autore: TwoNamesForS    29/01/2016    0 recensioni
"Lei" è la raccolta di sfoghi di una ragazza che si trova a pensare spesso a tutto quello che sente, e che in questo modo matura un pensiero che però non vuole accettare, ovvero che lei...
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Vi capita mai di pensare al futuro? Io evito, io odio pensare al futuro, ma è arrivata l'ora di dire la verità, a me e a voi che leggerete. Io ho paura, ho una paura folle del futuro, per questo lo evito come la morte. Cosa mi aspetta in futuro? Riuscirò mai a realizzare i miei sogni? Riuscirò a non essere più sola? Riuscirò ad agire? Ci sarà ancora qualcuno che mi illuderà dicendomi falsità, dichiarandole vere, per poi andarsene bruciando tutto quello che avevamo dietro? Avrò la possibilità di iniziare a parlare con quelle persone? Non ho alcuna certezza del futuro, se non una: Lui e L'altra, ora mia carissima amica, non ci saranno più, se ne andranno, ed io sarò qui da sola. Sola... Di nuovo sola... Sola come... Cazzo, ho perso pure le parole. La paura mi divora, non mi fa ragionare, mi fa muovere a scatti, come un automa, balbetto, non sento più il peso del mio corpo, tutto intorno mi sembra estraneo, pure il mio caro letto sembra essermi nemico. Oh, la paura è tutto ciò su cui il mondo si basa, un mondo senza paura di certo sarebbe un mondo di selvaggi. Ma cosa succede se la paura si spinge troppo oltre? Se tutto quello in cui credi viene distrutto? Va sempre così: un giorno la tua vita ti sembra perfetta, ma il giorno dopo il mondo ti crolla addosso, e noti tutta la merda di cui è fatto il mondo. Una luce sola ti può salvare: gli amici. Ma loro sono solo una cura temporanea... Quando se ne andranno che farai? Loro non rimarranno sempre, non ti appartengono, loro si allontaneranno, e, proprio in quel momento, ti renderai conto di come tutto sia vuoto senza la loro luce, per quanto debole che sia. Io sono sfortunata, gli unici amici ho sono luci fortissime, accecanti, ammirate e maledette dagli occhi, che lacrimano di gioia per tale bellezza ma anche di dolore per l'eccessiva luminosità... Ma ora, quando loro andranno, non mi rimarrà più luce, eccetto una luce lontana, che adoro alla follia, ma che pur sempre rimane irraggiungibile e inafferrabile. Sapete perchè ho scelto proprio la luce? Perchè si sa, la luce non si può trattenere, mettere in un barattolo per conservarla, allo stesso modo gli amici, loro ci sono, ma prima o poi arriverà la notte e non li vedrai più. Sapete cosa? Vorrei saper parlare, vorrei dire loro quanto gli voglio bene, vorrei abbracciarli anche se odio il contatto fisico, vorrei piangere e dirgli quanto loro sono importanti, darei la vita per loro. So di essere ripetitiva, monotona, una rottura di palle, insomma, ma ho scoperto una cosa: io voglio vivere, io voglio dire quello che penso, io voglio parlare, io voglio agire... Agire... Sì, certo, so benissimo che non lo farò, che anche volendo non farò nulla del genere, e sapete perchè? Per paura. La paura è capace di eliminare ogni minimo accenno di volontà. La paura squarta brutalmente la mente e stupra ogni desiderio, rendendo inutilizzabile il corpo, e dunque impossibile agire. La paura è anche quella che nega molte cose nell'amicizia, rendendo impossibile che due persone si confrontino e si apprezzino pienamente, per ciò che sono. Nessuno è sé stesso, se non con alcune persone in particolare. Tutti indossano una maschera, sotto cui si nascondono per paura, ma il peso della maschera varia di persona in persona, inoltre esiste anche chi riesce a toglierla se serve. Il caos decide, il caos genera tutto, in fondo, ma non è il caos a rovinarci e a donarci le nostre paure. Siamo noi a creare le nostre fobie, siamo noi a limitarci, siamo noi ad aver creato i nostri mondi immaginari, siamo noi ad aver cancellato la certezza da noi, per fare posto al terrore. Ora ho capito un'altra cosa: è colpa mia. Tutto quello che mi accade e mi è accaduto è colpa mia... Sono io ad aver allontanato tutti da me anche se non lo volevo, sono io che ho creato questo carattere di merda, sono io ad essermi resa inutile, sono io ad aver bruciato la speranza in tutti coloro che credevano e credono in me... Scusatemi... Scusatemi davvero, tutti voi che avete creduto in me e avete visto la vostra speranza distrutta dal mio essere una stupida, scusatemi. Mentre scrivo questo vorrei piangere, lacrime atroci, pesanti, che racchiudono tutto il dolore che ho procurato. Ma a che servirebbe piangere? Io non so più farlo, ma se anche sapessi farlo a che mi servirebbe? Dolce pioggia che percorre il viso, scendendo inesorabilmente come noi nell'abisso che è la nostra mente, ecco cos'è un pianto. Ma il pianto non risolve nulla, anzi crea solo tristezza e sconforto in chi aveva creduto in noi e, improvvisamente, ci vede cadere di nuovo preda di noi stessi. Il vero nemico non è il mondo, siamo noi. “Homo homini lupus”, diceva Hobbes, ma in realtà, prima degli altri uomini, il nostro vero nemico siamo noi stessi. Ebbene, non riuscirò a fare quello che ho scritto in precedenza, già lo so, ma c'è una cosa che voglio fare e vorrei che voi lettori, se leggendo avete sentito qualcosa, mi seguiate. Vorrei parlare, qui, alla fine, ai miei amici, io lo farò per scusarmi, ognuno di voi lo faccia per quello che vuole dire loro. Amici miei, se state leggendo, sappiate che mi mancherete, nulla sarà lo stesso senza di voi, e sappiate anche che vi voglio bene, citando un libro che conosco, “più delle stelle”.

  
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