Anime & Manga > Food Wars!
Segui la storia  |       
Autore: Erina91    29/01/2016    4 recensioni
“cos'è quel sentimento che provo ogni volta che incrocio lo sguardo di Satoshi? Sento una gran tranquillità quando mi trovo tra le sue braccia e il tocco dolce di Satoshi mi sembra davvero piacevole. Perché provo certe sensazioni?”
Erina stava leggendo per l'ennesima volta il suo manga shoujo preferito che parlava della storia d'amore tra Satoshi e Sumiko. Tutte le volte che lo rileggeva si emozionava come una bambina e le brillava gli occhi nei momenti ricchi di sentimento. Per chi conosceva apparentemente Erina, l'avrebbe descritta come una sedicenne fredda e distaccata, dal temperamento critico e altezzoso, il cui scopo era quello di giudicare solo dal punto di vista esteriere poiché nata in una famiglia d'alta classe sociale. Ma Erina Nakiri era molto più complessa di quel che appariva e questo solamente la sua migliore amica Hisako Arato ne era a conoscenza. Erina era una persona abbastanza fragile dentro, sentimentale.. e celeva un passato che avrebbe voluto dimenticare. Pairing: Soma x Erina (Sorina)
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Welcome in Hokkaido



La settimana prima dell'estate era trascorsa piuttosto rapidamente e Soma era appena atterrato in Hokkaido.
Per trovare la villa del preside ci aveva messo un po', ma grazie ad un mezzo di trasporto e l'altro l'aveva raggiunta.
Un maestoso cancello in acciaio scuro lo sovrastava come se volesse avvolgere totalmente il suo corpo o indurlo ad andarsene, era addirittura più grande di quello che apriva la strada allo Tootsuki.
Soma non si era mai trovato davanti ad una villa gigantesca ed ancestrale e dovette prendere un respiro profondo prima di suonare il campanello incastonato nel muro. Perfino l'architettura di uno stupido campanello sembrava tanto aggraziata in confronto. Decisamente, quel posto era inquietante in tutto il suo misterioso splendore.
Una lunga camminata attraverso un vasto parco imperniato di alberi lo avrebbe aspettato prima di raggiungere il portone principale e poter godere degli interni della residenza.
Suo padre l'aveva chiamato due sere fa per avvisarlo che lo avrebbe raggiunto qualche giorno dopo a causa di imprevisti sul lavoro a Buoenos Aires, la metropoli dove si era spostato per fare da aiuto cuoco a uno dei master Chef più intraprendenti ed eccelsi dell'Argentina. Decise che era il momento di fare la sua entrata e con un piccolo tocco suonò il campanello. La risposta fu immediata e vide in lontananza un maggiordomo sulla quarantina che si dirigeva a passo svelto per accoglierlo, aprendo l'immensi cancelli. L'uomo fu muto per tutto il tragitto fino al portone principale, che parve più lungo di quello che si aspettava, mantenendo una formale distanza da lui.
Fu facile immaginare che il maggiordomo pensasse di rispettare la sua privacy adottando un simile atteggiamento, Soma invece si sentì a disagio e incapace di porre domande.
Quando arrivarono al portone, esso si aprì meccanicamente e finalmente il maggiordomo decise di interrompere il suo vigile silenzio. -benvenuto nella residenza Nakiri, sig.Yukihira!-
-la ringrazio, ma qui vi date tutti del “lei”?- domandò divertito.
-io sono un maggiordomo signorino, è il mio compito rivolgermi a lei in maniera formale.-
-capisco. Il sig.Nakiri e sua nipote? Non vedo nessuno a giro.- chiese esplorando con attenzione l'intero e sfarzoso salone d'accoglienza, incuriosito dagli arredamenti di antiquariato dai colori caldi e luminosi grazie anche al grande lampadario dorato sopra la sua testa che li illuminava. Il pavimento in piastrelle di lusso a sfondo limpido che portava verso delle scale in marmo pregiato per raggiungere i piani alti, sembrava quasi riflettere la sua immagine da quanto fosse lucido e deglutì appena chiedendosi dove fosse finito e per quale assurdo motivo suo padre l'aveva spedito in un luogo così raffinato.
Ovviamente.. non che fosse spaventato dalla sfida che gli era stata “lanciata”, ma neanche si aspettava un luogo tanto fragile ed elagante, quasi cristallino, per come era curato.
-la signorina è a lezione d'equitazione. Possediamo un maneggio che si trova poco più avanti. Se vuole, quando le ho mostrato la stanza, può andare a seguirla.- gli propose. -mentre il sig.Nakiri si trova a un congresso di lavoro, per discutere dei banchetti che organizzerà nei prossimi giorni e a cui lei, se ho capito bene, parteciperà come cuoco.-
Soma cercò di trattenere una risata immaginando Nakiri mentre cavalcava un cavallo.
Non finiva mai stupirlo quella ragazza, non si sarebbe aspettato che andasse a cavallo, soprattutto conoscendo il suo atteggiamento da regina a capo del suo reame, nel suo caso la Tootsuki. Inoltre, non l'aveva mai vista in abiti tradizionali e di certo non indossava la divisa scolastica per cavalcare. Forse sarebbe andato a dare un'occhiata.
-la vedo molto divertito, signorino. Ho detto qualcosa di strano?-
-oh no, non si preoccupi. Stavo solo pensando ad una cosa divertente.-
-d'accordo.. allora mi segua.-
Detto questo, l'uomo iniziò a salire le scale e lo accompagnò davanti ad una porta inserendo la chiava nella serratura.
Quando la porta fu spalancata, Soma si trovò di fronte un'ampia stanza illuminata da immense vetrate che circondavano la camera e facevano filtrare attraverso i caldi raggi estivi. Le finestre davano sul parco anteriore, ricoperto da un vasto prato, una larga e rettangolare piscina clorata, adesso vuota e calma, e pieno di aiuole di una varietà infinita di fiori che, grazie alla stagione estiva, erano spuntati e coloravano il giardino. I suoi occhi continuarono a seguire la lunghezza del parco raggiungendo un terreno sterroso, circordato da un recinto di legno e riempito da ostacoli, dove notò una figura in sella ad un cavallo, un bellissimo purosangue inglese, dalla criniera e il pelo marrone.
Non fu difficile ricollegare quella figura, anche se in lontanza, ad Erina. Non poteva essere altrimenti.
Se la cavava con l'equitazione e aveva una meritevole grinta nel saltare gli ostacoli che le si parevano davanti.
Non si sarebbe aspettato di meno da lei.
-come può ben vedere con i suoi occhi, quello che sta guardando è il maneggio dove la signorina svolge le sue lezioni d'equitazione estive.- spiegò il maggiordomo, interrompendo la sua contemplazione del paesaggio.
-è tanto che va a cavallo?- domandò Soma sorridendo.
-oh sì, da quando ha 6 anni. O meglio.. da quando suo nonno l'ha presa in affidamento.
Il mare, l'equitazione e soprattutto la cucina sono gli unici passatempi della signorina quando viene ad Hokkaido, visto che è sempre da sola.- raccontò quasi dispiaciuto.
-e prima dove stava? Insomma.. non ha sempre abitato con il preside?-
-prima..- fece una pausa, indeciso se continuare. -è una lunga storia Sig.Yukihira. Io sono solo un maggiordomo, conosco la signorina da quando è piccola, ma penso sia giusto che sia lei stessa a raccontarle la sua storia.-
Si avvicinò alla porta per andarsene. -le auguro una bella permanenza estiva. Si accomodi pure.-
Chiuse la porta e lo lasciò solo e pensieroso.
Nakiri conitinuava ad essere piena di misteri ed enigmi e questo non faceva altro che accrescere la sua “voglia di sapere” e specialmente.. di mostrarle le sue capacità culinarie.
Lanciò bruscamente la sua valigia sul letto già accuratamente rimboccato, spalancò le ante dell'armadio infilando a “casaccio” i pochi indumenti che aveva portato con sé o meglio.. il suo repertorio migliore di vestiti in maniera da non risultare proprio un vagabondo davanti alla famiglia Nakiri e decise di indossare immediamente gli abiti estivi perché stava morendo di caldo. Prese un paio di pantaloncini di Jeans scuri, che aderivano perfettamente alle sue gambe muscolose, una canottiera rossa e un paio di scarpe da ginnastica, indossando tutto velocemente. 
Perché non godersi la permanenza a villa Nakiri finché ne aveva la possibilità?
Ridacchiò e uscì dalla stanza pronto a raggiungere Erina.


 
****
 


Saltò anche l'ostacolo più alto con estrema agilità carezzando la morbida criniera di “Sally”_ così aveva chiamato la sua giovane cavalla_ in modo da premiarla. Era da sola, come al solito.
Le sue uniche compagnie erano la passione per la cucina, il bel mare di Hokkaido e chiaramente la sua cavalla Sally, con la quale svolgeva le sue estive lezioni d'equitazione e salto ad ostacoli.
-davvero complimenti signorina.- applaudì il suo insegnante, Jess, di origine anglossassone.
Giusto.. anche Jess Carter faceva parte delle sue compagnie estive.
Era un ragazzo poco più grande di lei, aveva all'incirca vent'anni, le insegnava equitazione come lavoro part-time estivo. Durante il periodo invernale e primaverile, invece, studiava all'università di Agraria in Inghilterra.
Jess ed Erina si conoscevano fin da piccoli perché era diventato ormai un amico di famiglia.
Suo nonno aveva contatti anche all'estero, infatti alla Tootsuki c'erano molti studenti stranieri.
Jess era il nipote di un conoscente che selezionava gli studenti per Senzaemon e spesso d'estate veniva in Hokkaido, portando il nipote, per aggiornare suo nonno sui nuovi talenti scoperti. Erina era andata a vivere con suo nonno dopo aver compiuto 6 anni e già allora Jess aveva la passione per i cavalli e li cavalcava fin da piccolo, così Senzaemon gli aveva proposto di lavorare al maneggio per lui, d'estate, ed insegnarle a cavalcare.
Il ragazzino aveva accettato di buongrado: non avrebbe mai rifiutato un'offerta di lavoro da un uomo così ricco e rinomato, anche se questo l'avrebbe costretto a prendere un aereo per il Giappone ogni estate e andare oltreoceano.
Erina sapeva già perché suo nonno le aveva affiancato Jess per i suoi allenamenti: perché ci stringesse amicizia e avesse una compagnia giovane, con cui passare il tempo, almeno durante l'estate. Però lei aveva sempre mantenuto le distanze dal ragazzo, benché da qualche anno ci parlava di più, ma solo perché ormai si conoscevano da tanto.
Erina poteva definirlo l'unico essere maschile (a parte Joichiro, il suo idolo) con cui aveva un rapporto che non fosse burrascoso. Il resto erano solo degli idioti, ed era colpa di suo padre se aveva sviluppato una forte ostilità verso il genere maschile. A quel pensiero strinse i denti cercando di evitare di paralizzarsi e tremare, come spesso succedeva quando rivolgeva il pensiero a quella “sottospecie” d'uomo che era Azami Nakiri.
-come c'era d'aspettarsi da me, Jess.- commentò altezzosa, scendendo fluidamente e con eleganza dalla sua splendida cavalla. -sempre molto sicura di te, vedo, signorina Nakiri.- sorrise divertito Jess.
-la lezione non è ancora finita, le ricordo.-
-lo so, lasciami almeno bere un attimo.- ribatté seccata.
-certo.- acconsentì il bel moro.
-dunque, ho sentito che il Sig.Nakiri ha in mente dei banchetti coi fiocchi quest'estate e che avremo più ospiti del solito.-
-quel è il problema? Nella villa c'è spazio per tutti.- replicò lei, distogliendo gli occhi da lui.
-anche se il via vai continuo di gente sarà abbastanza fastidioso.-
-chi saranno i fortunati ospiti?-
-cerca di tenere a freno la lingua, Jess.- lo rimbeccò lei.
Jess non ci fece molto caso e proseguì con le sue insinuazioni:
-ho sentito che verrà qui anche il sig.Joichiro. Tuo nonno lo conosce molto bene e anche lei signorina.
Sbaglio o è stato ospite una delle prime estati che anche lei era qui?-
Erina rimase in silenzio, calando la mano con la quale reggeva la bottoglia di plastica e portando lo sguardo verso Jess, cercando di controllare le sue emozioni:
-ti ricordi piuttosto bene di lui. Vedo che non sono l'unica a ricordarsene.- recitò nostalgica.
-dalla sua espressione immagino di aver indovinato. E sì, di certo è un'ospite che rimane impresso.-
Erina non negò ne confermò, appoggiò la bottiglia a terra pronta a rimontare in sella.
-hai altre domande?- chiese sferzante.
-che mi dice di sua cugina Alice e la sua assistente Hisako? Arriveranno anche loro?
Di solito vengono solo per poco tempo.-
-sì, ci saranno. Alice e Kurokiba, il suo assistente, verranno per più tempo quest'anno.- spiegò Erina. -e, al contrario di altri anni, verrà anche mia zia. Hisako viene sempre per qualche giorno, specialmente per darmi una mano nelle cucine.-
Tra le chiacchiere, Erina era già rimotata in sella a Sally e le accarezzava la criniera.
-ho soddisfatto la sua ingorda curiosità, Jess?- ironizzò annoiata.
-direi abbastanza. Adesso possiamo ricominciare l'allenamento, signorina.-

Mentre Erina era concentrata a cavalcare e Jess dava le spalle alla scuderia, Soma li aveva finalmente raggiunti.
Nessuno dei due si era accorto della sua presenza, poiché il terreno era ricoperto di pagliume ed erba secca, e i suoi passi erano stati velati e silenziosi. -Yo Nakiri! non mi sarei mai aspettato di vederti cavalcare!- esclamò accostandosi a Jess e poggiando le mani sul recinto di legno, le labbra arricciate in un sorriso.
Jess sussultò sorpreso e Erina, dallo stupore, perse il controllo di Sally che alzò gli zoccoli all'aria ribaltandola e facendola cadere a terra. Il tutto si concluse con una dolorosa “culata” di Erina.
Fortunamente non stava cavalcando rapidamente e la caduta non era stata pericolosa; tuttavia, dopo essersi rimessa in piedi e calmato Sally, si girò rabbiosa verso Yukihira:
-dico, Yukihira, ti sembra il modo di apparire così all'improvviso?- tuonò impreparata, come ogni volta lui la coglieva.
Poi continuò:
-non so se lo sai, ma i cavalli sono molto cauti con gli sconosciuti e se li spaventi in questo modo, possono perdere il controllo. È già un miracolo che non sia finita all'ospedale per colpa tua, in caso contrario avresti fatto una brutta fine.- brontolò irritata. -quando sei arrivato? Mio nonno non mi aveva avvisato del tuo arrivo.-
-sono arrivato stamani mattina. Tuo nonno già non c'era.-
-chi ti ha dato il permesso di entrare nel maneggio?- intervenne Jess, finora rimasto in silenzio e impegnato a studiare il nuovo arrivato, per lo più sconosciuto.
-il maggiordomo.- rispose con semplicità, Yukihira, sorridendo amichevolmente.
-Jess.. lui è Soma Yukihira.- lo presentò Erina.
Soma portò la mano verso il ragazzo moro e con due iridi azzurre, per completare la presentazione.
-Jess Carter, piacere. Sono l'insegnante d'equitazione di Erina.-
-l'avevo immaginato.- affermò brevemente, Yukihira.
-e come vi conoscete?- chiese Carter guardando Erina.
-frequento la Tootsuki come Nakiri.- rispose prontamente, Soma.
-non sembri esattamente un cuoco d'Elité.- notò Jess, squadrando gli abiti sportivi e non totalmente idonei alla famiglia Nakiri. Non era abituato a vedere persone semplici nella villa di Senzaemon, soprattutto attorno alla sua allieva.
Soma scoppiò a ridere. -in effetti non sono un cuoco d'elité, ma ciò non vuol dire che non lo diventerò.-
Strizzò l'occhio verso Nakiri, per ribadirle che non aveva dimenticato la loro sfida.
In fondo aveva accettato l'invito del preside sole per mostrarle le sue capacità.
Lei comprese subito il messaggio e a un tratto si sentì accaldata, avvertendo le guance andarle a fuoco.
Non si spiegava quell'insolita reazione per uno stupido occhiolino, pensò addirittura di star accusando una febbre fulminante. Erina sapeva perfettamente che la “frecciatina” di Jess non avrebbe scomposto di un millimetro l'autocontrollo e la solarità di Yukihira ed era proprio uno dei tanti aspetti del ragazzo che la incuriosivano fortemente.
Yukihira si mostrava gentile con tutti, sempre e comunque, che tu gli facessi un torto o gli voltassi le spalle, non portava rancore verso nessuno. Era un pacifista e, nonostante le sue dubbie origini, era una persona che si faceva in quattro per chiunque. Era corretto. Erina non lo conosceva bene, perché si erano incrociati così poche volte nei corridoi infiniti della Toostuki per poter giudicare; ma l'altruismo di Soma, da lui sfoggiato in varie occasioni, non l'aveva dimenticato e sicuramente era una caretteristica che saltava immediatamente all'occhio.
Per quanto lo ritenesse presuntuoso e troppo disinvolto per i suoi gusti, la bontà di Yukihira era innegabile e perfino lei riusciva doveva riconoscerla. -sei un tipo davvero interessante.- sorrise Jess.

 
****


Soma tornò a seguire la leggiadra camminata di Erina mentre si allontanava, dando loro le spalle, per accompagnare la sua cavalla alle stalle. Con una mano trascinava le redini del cavallo e con l'altra salì lungo il collo, in un gesto lento, intenzionata a raggiungere il nastro che avvolgeva i lunghi capelli biondi in un chignon raccolto e ritoccato con qualche forcina. In un naturale movimento li sciolse e la cascata di ciocche scese delicatamente lungo la schiena superando il fondoschiena: il riflesso dei raggi mattutini illuminava il biondo platino dei ciuffi regalandole una luce quasi miracolosa.
In quel millesimo di secondo, le parve davvero una dea irraggiungibile.
Per un attimo dimenticò che accanto a lui c'era anche il suo amico Jess.
Fu proprio quest'ultimo a farlo tornare alla realtà:
-dimmi un po', Yukihira, che rapporto hai con la signorina Nakiri?-
Domanda complessa, decisamente: nemmeno lui sapeva che legame avevano.
-da quel che so di lei, non è molto socievole e tanto meno amichevole. Erina è scostante, introversa, poco incrine a parlare delle sue emozioni e soprattutto della sua vita al di fuori dalla Tootsuki. Non ha molti amici, a parte me e Hisako.
La conosco meglio di chiunque altro e so per certo che il vostro non è un normale rapporto.- proseguì Jess, in tono sospettoso. Più parlava, più Soma non sapeva cosa rispondere.
-cosa ti fa credere che non abbiamo un rapporto normale? Semplicemente.. non abbiamo un rapporto.- decretò tranquillo, -conosco poco Nakiri e al momento la vedo come un obiettivo da raggiungere, come una rivale che ammiro, e specialmente.. come una persona a cui voglio far dire “delizioso” quando assaggerà i miei piatti.-
-delizioso?- alzò un sopracciaglio scettico, Jess.
-seriamente, Yukihira, solo questo vuoi da lei? Non credi che sia ridicolo? Insomma.. non direi da come la guardi.-
-solo questo.- confermò Soma sorridendo senza incontrare lo sguardo curioso di Jess.
-d'accordo, se la metti così.- sogghignò l'altro, -dunque, continuo ad avere campo libero con lei.-
Fu in quel momento che Soma tornò a guardare Jess negli occhi. -campo libero in che senso?-
-penso tu abbia compreso benissimo a cosa mi riferisco.-
Yukihira però, al contrario di quello che Jess pensava, non aveva veramente capito.
Jess fu divertito da quella domanda, ma decise di non insistere con le provocazioni.
-Yukihira!- gridò Erina, uscendo frettolosa dalle stalle -mi ha chiamato il Sig.Onda per dirmi di tornare subito alla villa perché mio nonno è tornato dal congresso ed è quasi ora di pranzo.-
Soma la vide affrettarsi verso di loro con i capelli un po' arruffati, la maglietta bianca aderente sporca di terra a causa della caduta di prima, i pataloncini che da beage erano diventati neri. Trattenne un sorriso: era veramente un evento vedere la regina della Toostuki ridotta in quello stato, ma alla fine così sembrava più genuina.
-chi è il sig.Onda, Carter?- chiese in un bisbiglio.
-il maggiordomo, Yukihira.- rispose sconsolato, l'altro.
Soma annuì, rispondendo a Nakiri:
-d'accordo. Allora andiamo.- fece un cenno di saluto a Jess e si avviò verso l'uscita del maneggio, accorgendosi poco dopo che Erina non lo stava seguendo: la vide in lontanaza di fronte a Jess, lui qualche centimetro più alto di lei, le stava dicendo qualcosa di incomprensibile da quella distanza.
Erina sosteneva lo sguardo di Jess senza esitazione e i loro volti erano davvero troppo vicini. Scosse la testa perplesso.
Perfino per lui quella distanza poteva risultare pericolosa, ma perché Erina non si allontanava come faceva con lui?
Era la prima volta che la vedeva in buoni rapporti con un uomo.
La conosceva poco, ma l'aveva vista sempre in allerta quando un ragazzo le si avvicinava.
Pensava di essere l'unico ad essere riuscito ad accorciare un po' le distanze con lei e invece c'era qualcun altro più in vantaggio di lui. Ma poi.. perché la stava prendendo come una sfida?
Insomma.. quella situazione non aveva niente a che fare con la cucina, era un semplice legame tra due amici stretti. Perché si sentiva infastidito? Lui voleva conoscere Erina solo per motivi professionali, giusto?
Così credeva quando era arrivato alla villa del preside.
Giusto. Il motivo per il quale si trovava lì era solo per questo.
Dunque, continuo ad avere campo libero con lei”.
Sussultò quando la frase di Jess attraversò nuovamente la sua mente.
Inizialmente non aveva compreso quell'enigmatica frase e aveva risposto di conseguenza, però guardando adesso la vicinanza che Jess cercava di ottenere, cominciò a capirla.
Per un attimo perse un battito davanti a quella realizzazione, ma reagì come se non fosse nulla di importante.
I suoi pensieri furono interrotti da Erina che finalmente l'aveva raggiunto.
-smettila di stare qui imbambolato, Yukihira, mio nonno ci aspetta.-
Soma si riscosse. -stavo aspettando te, Nakiri.-
-dovevo fissare la prossima lezione con Jess.- affermò sbrigativa.
-lo conosci da tanto?- proseguì lui.
Perché era tanto interassato a decifrare il loro rapporto?
Erina lanciò un'occhiata incredula verso Yukihira, stupita dal suo improvviso interesse.
-non credo siano affari tuoi, Yukihira.- borbottò impacciata.
-volevo solo conoscerti meglio, visto che dobbiamo collaborare e convivere per i prossimi tre mesi in cucina e nella villa:
se non lo facciamo sarà un problema.-
-e chi ti dice che collaborerò con te? Tra la mia eccelsa cucina e i tuoi mediocri piatti casalinghi non possiamo trovare un compromesso o una tecnica che li unisca entrambi.-
-tu dici, Nakiri? Io invece credo che riusciremo a trovare la giusta omogeneità.- sorrise convinto.
-Yukihira.. non pensi di essere un po' troppo sicuro di te per uno chef alle prime armi?-
-te l'ho detto, Nakiri, riuscirai a capire la complessità dei miei piatti in questi tre mesi.-
-ma se non sai nemmeno che razza di banchetti ha in progetto mio nonno!-
-perché.. tu lo sai?- replicò lui, guardandola con un'espressione impertinente e facendola imbestialire; pur essendo tale, però, c'era un cipiglio di dolcezza mentre la guardava, tanto che Erina sentì un'altra volta quella fastidiosa sensazione di “febbre fulminante”. Distolse gli occhi da lui, rapidamente.
Si sentì mozzare il respiro e il cuore aveva cominciato ad accellerare senza alcuna spiegazione.
Cosa le stava succedendo?
Doveva darsi subito una calmata. Cavolo, era solamente quell'idiota di Yukihira.
-no che non lo so. Non l'ha detto neanche a me.- cominciò alla fine.
-presumo che ci darà delle spiegazioni appena il resto degli ospiti, tra cui gli aiutanti, saranno arrivati.-
-chi manca?- domandò Soma.
Erina gli rispose con un'occhiataccia:
-Yukihira.. penso sia ora che tu smetta di ficcanasare negli affari di mio nonno.-
Soma sospirò e stiracchiandosi si portò le braccia dietro la schiena facendole scricchiolare.
-sei tu a parlarmi dei presunti piani di tuo nonno, non sono io che ti chiedo di dirmeli.-
-dico, Yukihira: ti trovi in una villa sconosciuta e gigantesca, lontano dai tuoi parenti, con persone che conosci praticamente solo di nome e con la consapevolezza che dovrai restarci per tre mesi interi. Non hai idea di quello che mio nonno ha in mente, nessuno ce l'ha, e non puoi avere la certezza che andrà tutto per il verso giusto.. come fai ad essere così dannatamente tranquillo? Lo sai che, se dovesse andare male, mio nonno potrebbe perfino decidere di espellerti dalla Tootsuki? E invece di essere in preda al panico, sembri quasi divertirti. Io veramente non ti capisco.-
-infatti è così.- iniziò Yukihira -io mi sto divertendo! Sono elettrizzato all'idea di mettere in pratica le mie capacità per qualcosa di importante, fuori dalla Tootsuki. Sarà un altro tassello da aggiungere alla mia breve esperienza culinaria.-
Erina era scioccata. Non sapeva più cosa dire.
-a me piace scoprire cose nuove, spaziarmi in tecniche diverse di cucina, sperimentare piatti nuovi usando conoscenze già acquisite nelle mie vecchie esperienze. Tuo nonno conosce un'infinità di cuochi d'Elité, è il preside della Tootsuki, e ha contatti in tutto il resto del mondo per la scoperta di nuovi talenti. Per i suoi banchetti, per quello che ha in mente, potrebbero arrivare chef da ogni paese del mondo. Da loro posso imparare nuovi stili di cucina, abbinamenti con ingredienti misteriosi, conoscere innovativi tipi di guarnizioni per i piatti. Per me è un'occasione unica. Ecco perché sono eccitato e cerco di essere rilassato: se non lo sono rischio di sprecare l'occasione che ho avuto grazie al preside.-
Incontrò intensamente gli occhi lilla di Erina specchiandosi in essi.
Sembrava molto sorpresa del suo discorso, eppure lui non aveva detto niente di ché.
-tu ami molto la cucina, Yukihira.- constatò Erina sovrappensiero.
-anche tu.- sorrise lui, -almeno in questo ci troviamo d'accordo.-
-In ogni caso, che tu abbia dei motivi seri o meno per aver accettato l'invito di mio nonno, sappi che dovrai arrangiarti!- Erina riprese la sua compostezza. -non ti aiuterò.-
-anche tu sei parte di quei motivi, Nakiri.- sostenne lui, prima di vederla entrare in camera che_guarda caso_era poco più distante dalla sua. Si trovavano pure sullo stesso piano.
Presto sarebbero andati a pranzo e Senzaemon aveva detto che li aspettava in sala da pranzo.
Decise di cambiarsi velocemente, dato che andando al maneggio aveva sudato.

 

****


Si poggiò stancamente contro la stipite della porta, lasciandosi andare ad un sospiro liberatorio, e osservando con noncuranza il letto a baldacchino ricoperto dai lenzuali con motivi floreali composti da colori chiari e femminili come il bianco panna e il rosa. Yukihira le aveva nuovamente fatto salire quell'ispiegabile "febbre fulminante".
Anche tu sei parte di quei motivi, Nakiri”.
Quella frase continuava a ripetersi a “macchinetta” nella sua testa. Ogni volta era un colpo al cuore e conseguente alzamento della sua temperatura corporea: stava iniziando a pensare di dover andare da un dottore per farsi curare o trovare una spiegazione a quelle reazioni incontrollate e improvvise, di durata assai rapida.
Veramente non riusciva a capire quel ragazzo. Non comprendeva come potesse sorridere così tranquillamente in una situazione per lui sfavorevole e complessa, in mezzo a pezzi grossi della società, di cui magari non conosceva neppure il nome. Era una continua sorpresa. Era imprevedibile. Era incredibile Yukihira.
Ancora con la testa appoggiata alla porta, proseguì a studiare la sua camera da letto nella speranza di allontanare dalla sua mente quel ragazzo e avvertendo poco dopo la solita sensazione di solitudine: quell'immensa stanza, vuota, arredata con l'essenziale, non la aiutava di certo a sentirsi meno sola quando si ritirava nelle sue stanze.
Sapeva che quell'anno in Hokkaido sarebbe stato diverso: la residenza si sarebbe popolata di clienti e collaboratori di suo nonno, chef d'alta classe, creando così un costante andi e rivieni.
Oltre a loro anche Hisako e sua cugina Alice sarebbero stati ospiti per più di un mese.
Si sentiva quasi sollevata, a quel pensiero, e in realtà non vedeva l'ora che anche Joichiro arrivasse.
Si sarebbe ricordato di lei appena l'avrebbe vista?
Forse quell'estate sarebbe risultata meno noiosa e piatta del solito, in tutti i sensi.

Bussarono alla sua porta ed Erina fu costretta ad allontanarsi per aprire: il maggiordomo della famiglia Nakiri, il Sig.Onda, era di fronte a lei. -signorina, mi scusi se la disturbo ancora, ma è ora di pranzo e suo nonno l'aspetta in sala da pranzo con il signorino Yukihira tra mezz'ora.- l'avvisò in tono formale.
-grazie. Mi sistemo un attimo e arrivo.-
Si beò di una veloce doccia per levare il sudore dopo l'equitazione e tirò fuori dall'armadio uno dei suoi eleganti vestiti da Brunch_così lo chiamavano il pranzo a villa Nakiri_di un colore celestino, che arrivava poco sopra le sue ginocchia, e godeva di un scollo dietro la schiena scoprendo la pelle delicata e pallida: lo coprì con un coprispalle bianco poggiato con grazia dietro la schiena e indossò un paio di ballerine con un leggero tacco, che la rialzavano leggermente, slanciando le sue gambe lunghe e snelle.
I capelli, appena lavati e acconciati in una liscia piega, li lasciò cadere dolcemente lungo la schiena.
Si truccò minimamente, con un leggero tocco di mascara e matita, decidendo di lasciare il resto del volto al naturale, poiché sarebbe stato un semplice pranzo con suo nonno_e Yukihira_e non una cena d'affari alla quale era solita partecipare.

 
 
****


Yukihira era già compostamente seduto a capo tavola, ben di fronte a Senzaemon.
L'uomo l'aveva scaltramente fatto accompodare a capo tavola in modo da renderlo al centro dell'attenzione e forse, in una logica contorta, farlo sentire più coinvolto nella famiglia. Non che a Yukihira importasse molto dove sedere, ma avere di fronte il preside della Tootsuki, sedersi al suo stesso tavolo, solo con lui e sua nipote, non era cosa da poco.
-è andato tutto bene il viaggio, Soma?- domandò subito, l'uomo, in maniera da rompere quel silenzio imbarazzante appena creatosi. Si stupì persino che lo avesse chiamato per nome, fu strano ma anche piacevole.
Per ora era stato l'unico a chiamarlo con il nome di nascita da quando era arrivato alla villa e gli aveva fatto piacere.
-direi di sì, anche se ci ho messo un po' per trovare la strada. La villa non è proprio in città.-
A Yukihira parve di vedere nel preside un accenno di sorriso divertito.
-è un piacere averti qui. Tuo padre mi ha detto che ci raggiungerà fra qualche giorno.-
-sì, ha avuto un contrattempo a Buenos Aires.-
La loro conversazione fu interrotta dall'arrivo di Erina.
-nonno, eccomi. Yukihira.- lanciò una vaga occhiata verso quest'ultimo.
-finalmente Erina. Siediti pure accanto a me.- la invitò il nonno.
-deduco che prima di inziare a mangiare, tu abbia intenzione di dare qualche spiegazione a Yukihira.- suppose risoluta, scrutando suo nonno.
-sì, esatto. Aspettavo te. Le spiegazioni complete, però, ve le darò quando nei prossimi giorni saranno arrivati anche il resto degli invitati.-
-immaginavo.- acconsetì lei.
-inanzi tutto, fra un paio di giorni ci sarà una festa di benvenuto per tutti.
Tu e Yukihira non dovrete lavorare in cucina per quel giorno, ci pensano i miei cuochi.-
-oltre ad Alice, il suo assistente, Hisako e Yukihira, chi hai invitato di studenti della Tootsuki?- chiese Erina.
-i fratelli Aldini e Akira Hayama.
Tutte e tre i miei studenti saranno molto utili nei banchetti e negli eventi che organizzerò alla villa.-
-mi fa piacere che anche i fratelli Aldini siano stati scelti.- si intromise Soma.
-conosco il loro padre da molto tempo. Ci tenevo ad invitarli.- raccontò con voce profonda Senzaemon.
-..e Hayama ha un vero talento per la preparazione delle spezie.
Mi sarà utile nel creare dei piatti particolari che ho scelto nei menù che intendo preparare.-
Soma si ricordava bene quanto Hayama fosse in gamba e non era sorpreso che il Sig.Nakiri lo avesse invitato alla villa.
Quanto ai fratelli Aldini, sarebbe stata un'ottima occasione per scontrarsi ancora con loro e collaborare insieme.
-hai altre spiegazioni da darci?- riprese Erina, mentre un cameriere appoggiò su ogni piatto segna posto la zuppa che sarebbe stata il loro pranzo.
-no, per ora ho finito. Buon appetito.- li incoraggiò a mangiare e i due non se lo fecero ripetere due volte prima di affondare il cucchiaio in ora bianco all'interno di quella zuppa verde e probabilmente condita con verdure di ogni tipo.
Bastò un solo sorso per far comprendere a Soma la potente e scioccante qualità del piatto servito, sebbene fosse solo una semplice zuppa, aveva un sapore instancabile ma tacito: non era stucchevole, non annoiava, stuzzicava le papille gustative come non mai, portandole alla ricerca di ingredienti che ancora non riusciva a riconoscere bene ma che inducevano a volerne sempre di più, a mangiarne porzioni infinite.
Cos'era quella forte spezia che amalgamava l'intera pietanza, creando un gusto intenso?
-riesci a capire quel è il trucco di questo piatto, Soma?- lo interrogò Senzaemon.
Inizialmente non rispose, ma lo riassaggiò e ancora riassaggiò finché una luce consapevole attraversò i suoi occhi:
-è per caso noce moscata?- tentò.
Il preside si aprì in un ghigno d'approvazione e gli occhi di Soma raggiunsero quelli di Erina, che lo fissò sorpresa: non riusciva a credere che con una sola “cucchiaiata”, Yukihira avesse riconosciuto il misterioso ingrediente aggiunto, giacché ce n'era una quantità davvero minima e non era facile indovinare subito.
Cercò di occultare lo stupore finché poteva e tornò composta:
-non era difficile da capire, Yukihira.- lo provocò mentendo.
-cerco che tu non ti “sprechi” mai a fare complimenti, eh Nakiri?- stette al gioco, lui, sorridendo.
Lei incrociò le braccia offesa e tornò a raccogliere la zuppa con il cucchiaio, quasi ingozzandosi.
Voleva finire alla svelta il suo piatto prima di prendere a pugni Yukihira e fargli abbassare la cresta.
Senzaemon se la rideva di soppiatto e un pensiero attraversò la sua mente: sarebbe stata un'estate davvero divertente.




******************************************
Spazio autrice. Ecco qua con il nuovo e veramente primo capitolo di "My Sweet Chef".
So che è due mesi che non aggiorno, ma non avevo veramente tempo con le mille cose da fare.
Ho già in mente come far andare le cose, ma non sono mai riuscita a trovare il tempo di scrivere il capitolo. Spero possiate perdonarmi.
Il cap è abbastanza lungo, per cui spero di essere perdonata per la mancanza dell'aggiornamento :P.
I personaggi non sono totalmente IC (chiaramente, essendo una fanfic, c'è libera scelta. Però è giusto riconoscerlo ;D)
Mi sono permessa di crearne uno di mia invenzione, Jess Carter, che avrà un ruolo abbastanza significativo nella storia e, involtariamente, aiuterà Soma con Erina. Per concludere, ringrazio chi ha recensito il vecchio capitolo e ha messo la storia tra preferite/ricordate/seguite. Spero di ricevere qualcge recensione, così capisco se la fanfic piace veramente e se vale la pena continuarla.
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Food Wars! / Vai alla pagina dell'autore: Erina91