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Autore: mjay    29/01/2016    5 recensioni
« Verrà il tempo
in cui il figlio combatterà il padre,
fratello combatterà fratello,
sangue verrà versato,
arriverà il caos e poi il nulla,
ed il mondo finirà nel ghiaccio e nel fuoco ».

Duecento anni sono passati dalla caduta di Galbatorix, ma ad Est l' ombra di una nuova minaccia sta crescendo.
Alagaesia è chiamata alle armi, nuove e vecchie conoscenze dovranno stringere un' alleanza per proteggere ancora una volta la pace e la stabilità duramente conquistate secoli prima.
***
Anche il capitolo 05 è stato corretto, presto arriverà il capitolo 06, il tempo di decidere come affrontare determinati passaggi e sarà online!
Genere: Fantasy, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Castigo, Murtagh, Nuovo Personaggio | Coppie: Eragon/Arya
Note: AU, Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO IV La caduta
NdA: Il capitolo è stato riscritto e ricaricato. Nei prossimi giorni toccherà al prossimo!
Auguro a tutti buona lettura!
Che la vostra spada possa essere sempre affilata!


NOTE INTRODUTTIVE

GENERE
 

Introspettivo, Romantico, Avventura, Fantasy, Guerra. 
RATING 
Generalmente Giallo e Verde, in alcuni capitoli sarà Arancione per le scene e gli argomenti più violenti o più "hot".
PERSONAGGI 
Murtagh Morzanson, Castigo, Arya, Angela, Eragon, Orrin, gli abitanti di Ostagar ed il popolo di Alagaesia.
DESCRIZIONE 
Ambientata 200 anni dopo la caduta di Galbatorix, ad Ostagar, un lontano regno ad Est del continente conosciuto, un improvviso e misterioso attacco alla Regina  annuncia l' arrivo di una nuova minaccia. Ancora una volta il popolo di Alagaesia è chiamato alle armi per proteggere la pace tanto agognata. Un Cavaliere errante e una Regina spodestata dovranno raccogliere le proprie forze per affrontare i demoni interiori e combattere la nuova oscurità, affrontando prove che metteranno a dura prova la loro forza e il loro coraggio.
Riusciranno a far fronte alla nuova minaccia? O soccomberanno contro il nuovo e antico potere che è stato risvegliato?
NOTE 
  • Per rimanere aggiornati su "Du Sùndavar freohr - La Morte delle Ombre" o altre storie posso rimandarvi al mio blog, contattatemi in privato per inviarvi il link.
  • Ringrazio tutti coloro che hanno seguito questa storia dal primo capitolo, chi ha commentato e aggiunto ai preferiti questa piccola storia, ed un' altro ringraziamento va a chi lo farà. "Amo chi legge. E leggo chi amo".
  • In fondo al capitolo troverete un piccolo glossario per aiutarvi a ricordare meglio tutti i nuovi nomi che verranno citati.
  • Un grazie particolare va alla gentilissima Clara (micia95), che ha revisionato questo testo con molta attenzione, correggendo i miei errori!
  • Prestavolto: Garret Hedlund as Murtagh Morzanson e Katheryn Winnick as Sigrid La Benedetta.
  • Mail 
DISCLAIMER
I personaggi della saga originale appartengono a Christopher Paolini. Gli abitanti di Ostagar, coloro che non appaiono nei libri e le loro vicende sono frutto della mia fantasia. La storia è scritta al solo scopo ricreativo e senza fini di lucro.
 

Creative Commons LicenseThis work by mjay is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial 4.0 International License.


titolo



CAPITOLO IV

La caduta




Su Darnek, quel giorno, incombeva una cappa di minacciose nuvole grigie.
L'aria era statica, di un freddo pungente anche sotto le pellicce ed i tessuti imbottiti, segno che presto sarebbe arrivata la neve.
Sigrid aveva già disposto precauzioni al riguardo. Se la tempesta si fosse rivelata più violenta del previsto, Dragonsearch avrebbe fornito rifugio a chiunque non fosse riuscito a raggiungere la propria abitazione in tempo. La legna per alimentare i camini e i focolari per la notte era già stata ampiamente divisa fra chi non era stato così previdente da raccoglierne abbastanza.
Nei magazzini il cibo abbondava, in caso di emergenza, se lo avessero diviso equamente e con giudizio, avrebbero potuto resistere per almeno un mese.
Non credeva che si sarebbero rese necessarie certe precauzioni, ma se aveva imparato qualcosa osservando suo padre regnare su Ostagar era che quella terra regalava sorprese inaspettate e non sempre si rivelavano buone per chi vi abitava.
Re Bothvar era partito sul dorso di Celtor, il suo drago argentato, verso l'Isola di Munin per unirsi ai suoi avi ancora in vita, gli Anziani, il giorno dopo la sua incoronazione.
Come da tradizione, i regnanti che avevano lasciato il trono ai propri eredi erano liberi di dirigersi a Est, sull'isola più grande del continente, per continuare la loro vita o errare per Ostagar liberi dai vincoli della Corona e da ogni titolo.
Munin era stata creata dal Primo Re, Asbjorn, per ospitare i futuri eredi in ritiro ed i loro draghi.
Nonostante Sigrid fosse libera di chiedere un loro consulto, qualora si fosse rivelato necessario, già sentiva la mancanza del padre. Nonostante i suoi nuovi impegni come Regina le occupassero la maggior parte della giornata, la notte, da sola nelle sue stanze, si domandava se lui sarebbe mai stato orgoglioso del lavoro che stava facendo.
Sebbene occupasse il trono da un solo mese si erano già presentati alcuni problemi che avevano richiesto la sua attenzione: a Sud, alcune incursioni dei pirati che, probabilmente stanchi di razziare Estos e divenuti più coraggiosi -o stupidi-, avevano creato scompiglio a Waterford.
Quel giorno i pirati avevano imparato a proprie spese che Ostagar non era il regno di contadini e ricchi commercianti a cui erano abituati. Gli abitanti della città erano riusciti a respingerli, ma Sigrid era sicura che quei banditi sarebbero tornati, stavolta ben preparati. Uomini come loro, reietti dei continenti a Nord-Est, non avevano metro di giudizio né tanto meno abbastanza intelligenza da saper scegliere i propri avversari. Semmai avessero fatto ritorno, avrebbe fatto rimpiangere la loro sconsideratezza. Nessuno poteva sfidarli e rimanere impunito. La loro sconfitta sarebbe servita come monito anche per gli altri.
Come se le nuove incursioni piratesche non fossero abbastanza, alcune uova al Tempio del Drago si erano rivelate poco più di gusci vuoti. Una nidiata poco fertile era considerata un presagio funesto, ma non si era lasciata scoraggiare, come prima cosa aveva mandato un emissario all'Isola di Munin per cercarne altre e ripristinare l'equilibrio nella covata.
A detta di alcuni membri del Consiglio, era riuscita a superare brillantemente questi piccoli screzi, ma Sigrid non si sentiva così sicura al riguardo. Perfino Bard, suo Scudo Giurato e fratello, non si era mai sbilanciato sulla sua condotta.
Seduta sul trono di ferro grezzo nell'ampio salone di Dragonsearch, Sigrid guardò a destra, dove suo fratello avrebbe dovuto attendere che lei terminasse di presenziare alle richieste di chi le chiedeva udienza. Al suo posto, invece, c'era solo uno spazio vuoto.
Lo aveva inviato a Sud e poi ad Est, a Hedeby, per dirigere le nuove missive in preparazione ad altri eventuali saccheggi per via mare alle città portuali.
Nonostante da piccoli avessero avuto le loro divergenze e tuttora Bard fosse più cupo e di poche parole di quanto non fosse mai stato prima, Sigrid si fidava di lui più di chiunque altro in quelle sale. Condividevano lo stesso sangue, e chiunque tradisce un simile legame viene maledetto in questa vita e nella prossima dalla Dea Hamlen.
In quel momento, fra le fredde mura di pietra e legno di Dragonsearch, Sigrid si sentiva più che mai sola e senza alleati. Sebbene la maggior parte del popolo avesse accolto la nuova regina a braccia aperte, una parte di loro l'aveva guardata con diffidenza conoscendo la storia legata alla morte della Regina Brunilde.
Suo padre, prima di lasciarla, non era sembrato così preoccupato al riguardo.
« Lascia che ti conoscano e che vedano il tuo valore, figliola. A volte si può essere spaventati dai cambiamenti finché essi non si rivelano migliori » le aveva detto Bothvar prima di baciarle la fronte e salire sul dorso di Celtor, diretto verso Munin.
Parole che riuscivano a infonderle coraggio quando la fiducia vacillava, ma di fronte al suo popolo non aveva mai lasciato che certi pensieri trasparissero né sul suo volto né tanto meno nelle sue azioni.
Perfino in quel momento, seduta in mezzo alla corte in attesa del suo giudizio, Sigrid appariva come la Regina che era e sarebbe dovuta essere, sicura di sé e decisa.
Con un cenno della testa avvertì il ciambellano che era pronta a dare attenzione al prossimo caso.
Fra la folla di persone si fece largo un signorotto la cui pancia premeva contro il farsetto in velluto e con un vistoso doppio mento che traballava fuori dallo stretto colletto bianco della blusa, era evidentemente fuori posto fra loro, un elegante rospo in mezzo a dei lupi selvaggi.
Sigrid alzò un sopracciglio, lo aveva visto altre volte, era un emissario di Estos. Dentro di lei qualcosa si mosse infastidito dalla sua presenza, colui che le era di fronte era un ometto viscido e presuntuoso. Avrebbe preferito avere a che fare con lui il meno possibile.
« Mia signora... » l'uomo si esibì in un teatrale inchino che mise a dura prova i bottoni dei suoi vestiti, dietro di lei qualcuno rise sommessamente, ma Sigrid lo quietò con un gesto della mano « Sono Uther di Caldron, delegato di Re Judas di Estos, mi ricordo di lei di quando era poco più di una bambina al fianco di suo pa- »
« Quale richiesta del Re ti ha portato qui, Uther di Caldron?» lo interruppe lei duramente, decisa a non lasciarsi incantare dalla lingua di melassa di quel piccolo rospo e dai modi ricchi di fronzoli inutili del suo continente « Da Estos è un lungo viaggio per venire a chiedere altri scambi commerciali »
Uther parve spiazzato dalla sua affermazione, Sigrid sorrise interiormente, quello fra i regni era un gioco in cui chi aveva la presa più forte sull'altro comandava, e non avrebbe mai dato a vedere a Uther o al suo Re che il loro regno era in realtà per loro indispensabile.
Difatti, essendo Ostagar poco adatta alle coltivazioni, l'intero raccolto di grano e verdure chiuso nei magazzini proveniva da Estos in cambio della loro protezione e dell'avorio degli Olifant da cui ricavavano gioielli e beni di lusso. Senza il loro cibo, Sigrid non avrebbe mai potuto sfamare il suo popolo di sola carne, quando molti secoli addietro vi avevano provato, la gotta aveva reso i loro uomini deboli e lenti.
L'emissario si inumidì le labbra, evidentemente innervosito dalla sua indifferenza, ma subito dopo un sinistro sorriso si dipinse sulle labbra strette « La mia signora è molto perspicace, difatti ci sono questioni più delicate in ballo »
« Quali sarebbero? Sentiamo » Sigrid ne aveva fiutato la puzza non appena era entrato e sapeva di marcio.
Uther infilò una mano sotto al farsetto nello spazio fra i bottoni, e si impettì, dondolandosi sui talloni « Il mio Re è molto amareggiato per quanto riguarda i saccheggi, mia signora, i pirati si fanno sempre più numerosi e più arditi. I loro attacchi aumentano e i tuoi uomini sono troppo pochi, non riescono a proteggerci » il grasso uomo iniziò a camminare avanti e indietro di fronte a lei elencando quali spiacevoli conseguenze erano legate a tale contrattempo. Una di queste era la completa cessazione degli scambi commerciali qualora gli Ostgariani non fossero riusciti ad assicurargli nuovamente protezione.
Sigrid serrò le dita sui manici del suo scranno, le unghie grattarono sul legno laddove era lasciato scoperto dalle pellicce.
Ma la sua voce risuonò dura e fredda quando annunciò « Non vedo quale sia il problema, se avete bisogno di più uomini non sono certo i guerrieri che ci mancano » la cosa parve soddisfare Uther, che sembrò crogiolarsi nella sua stessa vittoria, ma Sigrid voleva rendergli quel boccone molto amaro « Proprio qualche giorno fa ho finito di allenare una guarnigione di Fanciulle dello Scudo, faranno ritorno ad Estos con voi. Ovviamente, visto che vi forniremo nuovi guerrieri, immagino che la metà del loro peso in cibo si aggiungerà agli accordi precedentemente presi con mio padre »
Il sorriso si spense sul volto tondo dell'emissario, il cui labbro iniziò a tremare, se di rabbia o di offesa, Sigrid non seppe dirlo « Donne? DONNE? » urlò Uther con gli occhi fuori dalle orbite « Il mio Re vuole dei guerrieri, non delle donne! Se questa è la sua proposta mi vedo costretto a rinunciare a qualsiasi contatto con il vostro regno! »
Un lieve mormorio si alzò nella sala, mentre il pubblico attendeva il verdetto finale della Regina e Sigrid era decisa a non mostrarsi spaventata dalle sue minacce.
« Siete liberissimo di farlo, Uther di Caldron » concordò mantenendo la calma, ma con il cuore che le palpitava: una parte di lei avrebbe voluto scendere gli scalini solo per avere la soddisfazione di colpirlo « Immagino che potremo prendere ciò di cui abbiamo bisogno una volta che avremo riconquistato Estos dai pirati. In fondo, vi abbiamo provato più volte che siamo gli unici in grado di respingerli, ma siete liberi di chiedere a qualcun altro, sempre che lo troviate ».
Quando le guance di Uther divennero paonazze, Sigrid seppe di avere la vittoria in pugno.
« Il mio Re non sarà contento... » l'emissario iniziò a torturarsi le mani mormorando frasi sconclusionate e senza senso, soppesando la sua offerta, finché alla fine non accettò e lasciò la sala a grandi e goffi passi.
Sigrid sospirò sollevata, abbandonando la schiena contro lo scranno, mentre faceva cenno con la mano al ciambellano.
« La seduta è conclusa, le consulenze riprenderanno domani! » annunciò a gran voce l'uomo, dando il segnale alle guardie di accompagnare la gente fuori.
Sigrid si sentiva incredibilmente stanca dopo quella mattina, quella per lei era la parte più pesante delle sue incombenze. Essere la voce della giustizia era estenuante, se non decideva o sceglieva bene le sue parole avrebbe potuto creare danni irreparabili.
Da dietro lo scranno si fecero avanti due uomini, entrambi membri del Consiglio.
Fu Vegard il primo a parlare, a capo dell'esercito, era un uomo duro e poco incline ai complimenti -almeno nei suoi confronti- e sembrava particolarmente contrariato « La tua è stata una mossa rischiosa » aveva la stessa età di suo fratello Bard ed era stato proprio quest'ultimo a consigliarlo fra i tanti candidati che erano pronti a prendere il posto lasciato vacante dalla morte del vecchio Oris.
« Non sono d'accordo » dichiarò Stigg, era il più anziano, ma nonostante i suoi sessanta anni riusciva ancora a sollevare più ceppi di legna della maggior parte dei ragazzi più giovani. Con una mano, alla quale mancavano il mignolo e l'anulare, si accarezzò i folti baffi grigi e sorrise soddisfatto « Quei boriosi signorotti di Estos si stanno facendo di anno in anno più stupidi, è bene che Sigrid abbia fatto capire loro chi comanda! Se solo volessimo potremmo schiacciarli come acini d'uva tra le dita! » la guardò, nei suoi occhi azzurri vide un orgoglio simile a quello che prova un padre per la figlia.
Lei sorrise a quelle parole, Stigg, ex Scudo giurato di suo padre, era stato come uno zio per lei sin da quando era piccola.
« La nostra Regina ci rispecchia, se fosse stata debole ci avrebbe dipinti tutti come dei poveri zoticoni che tremano alla prima minaccia! Invece ha mostrato loro che siamo un popolo con cui non possono scherzare » continuò il vecchio, battendo un pugno sull'ampio petto ricoperto dalla corazza di cuoio e ferro.
« Se avessi potuto gli avrei mostrato di cosa sono capaci le donne che tanto disprezza » sospirò lei alzandosi in piedi, si stropicciò gli occhi tentando di scordarsi quell'orribile uomo.
« Un giorno la tua sfrontatezza potrebbe costarci cara » la rimproverò Vegard, ma Stigg lo ignorò.
« Bjorn mi ha chiesto di te, vuole che tu vada a controllare le nuove leve e che magari tu faccia loro un discorsetto per motivarle. Posso dirgli che andrai domani se vuoi riposarti »
Sigrid scosse la testa « No, vado oggi. Ho bisogno di distrarmi un po'. Il tempo di indossare qualcosa di più comodo e sarò da lui »
Finalmente libera? Le chiese fremente Heidael e Sigrid rise avvertendo la sua impazienza, dopo essere stata pazientemente ad aspettarla tutta la mattina, l'impetuosità del suo drago iniziava a farsi gravosa.
Ci vediamo ai campi di addestramento.
Fu con un sospiro di sollievo che uscì dal grande salone, la corona, un cerchio di pesante metallo nero lucente con punte acuminate simili a spade, le parve un macigno sopra alla testa.
Vegard si era rivelato una spina nel fianco sin dalla prima adunanza del Consiglio: con le sue parole aveva intaccato la fiducia di molti altri seduti attorno al tavolo. Sigrid lo sapeva, la maggior parte di loro diffidavano di lei. La trovavano debole, inesperta, inadeguata. Avrebbero preferito suo fratello Bard che fino alla Cerimonia della Schiusa si era da sempre guadagnato il favore di tutti ed era sempre stato l'erede perfetto.
Ma non era stato scelto, nessun uovo per lui si era schiuso, né quel giorno né in quelli seguenti. La sua pretesa era caduta. Era rimasta solo lei, la bambina scarna che sarebbe dovuta morire pochi giorni dopo la nascita, ma che invece, fiera e in salute, era ancora lì. Respirava ancora. Potevano pensare quello che volevano, a qualche maledizione o a chissà quale strano antico maleficio, ma lei li avrebbe fatti ricredere tutti: dal primo all'ultimo uomo o donna che non credeva in lei.
Percorse i lunghi corridoi del castello verso le sue stanze, salendo le scale vide una giovane donna, bassa e dalle forme morbide e piene, scendere nella sua direzione.
Indossava una tunica di pesante lana grezza e grigia  stretta da una cintura di cuoio ed un corpetto di pelle. Sulle spalle portava un pesante mantello di lana imbottito di pelliccia, anch'esso grigio. La spilla a forma di drago appuntata sul suo petto indicava la sua appartenenza all'Ordine del Drago, Sigrid la riconobbe, era Freya, la giovane sacerdotessa apprendista della Vecchia Nan.
Quando anche Freya la vide, sul suo viso tondo si allargò un gran sorriso « Mia regina... » la salutò con un breve inchino.
« Cosa ti porta qui? Altri problemi al Tempio? » le domandò Sigrid sperando che così non fosse:  era appena riuscita a risolvere il problema legato alle uova e di certo non era preparata ad una nuova crisi così presto.
La sacerdotessa mosse la mano di fronte al viso, sbuffando « Oh no, mi aspettano faccende molto più noiose e ordinarie a Dragonsearch »
Sigrid ne fu sollevata, il Tempio del Drago custodiva tutte le uova di drago di cui erano in possesso se si escludevano quelle nell'Isola di Munin, dove i draghi dei vecchi Re e Regine continuavano ad accoppiarsi e a farne di nuove. Ma la maggior parte erano a qualche miglio a Nord-Est di Darnek, sotto il controllo delle sacerdotesse dell'Ordine.
La loro vita si concentrava sul benessere delle uova, esse difatti vivevano ai piedi della grande caverna da cui era stato scavato e costruito il Tempio.
Non prendevano marito e non avevano figli, erano guidate dalla Grande Sacerdotessa, il cui posto ora era occupato dalla Vecchia Nan alla veneranda età di novantacinque anni, e se quest'ultima fosse mancata, una novizia scelta da lei ne avrebbe preso il posto.
Freya era stata scelta dalla Grande Sacerdotessa in persona come sua apprendista e quindi, prossima a succederla.
« Sono venuta a controllare le Sterjel ed assicurarmi che non si sentano sole, poverette, in fondo si annoiano a morte » mormorò Freya con aria imbronciata e sinceramente dispiaciuta « Un tempo fieri e potenti draghi, ed ora poco più di belle pietre parlanti »
« Ti sono molto grata del servizio che svolgete ad Ostagar »
La novizia rise « Qualcuno lo dovrà pur fare, è un lavoro duro, ma quando la Dea ti chiama è saggio rispondere! Come sta Heidael? »
« Bene, anche se molto amareggiata » ammise, stropicciandosi gli occhi « I miei impegni mi tengono lontana da lei più di quanto entrambe non volessimo » ripensandoci si sentì incredibilmente stanca. Da quanto tempo non si prendeva una giornata solo per lei e Heidael? Prima erano solite volare intorno a Darnek e sulle pendici dei monti Ulvfjell, cacciando o esplorando gli antri sulle pareti di roccia, in cerca di avventure e, più spesso, guai. Quei tempi le sembravano incredibilmente lontani, anche se in realtà non risalivano che a qualche mese prima.
« Mia regina, penso che non spetti a me dirle che il Consiglio può benissimo incaricarsi di alcuni dei compiti più gravosi » le disse Freya ammiccando.
Sigrid rispose con un sorriso incerto, normalmente sarebbe stato così, ma ora come ora doveva dimostrare alla maggior parte di loro che lei quella Corona se la meritava.
« Mi dispiace congedarmi così presto, ma devo far ritorno al Tempio entro sera e mi sto dilungando in chiacchiere con chiunque incontri, come ben sa i piani sotterranei sono ancora molto lontani, con il vostro permesso » la Sacerdotessa fece un altro piccolo inchino e continuò a scendere le scale, in una camminata fin troppo lasciva per il suo ruolo.
A Sigrid, però, Freya piaceva: la donna era solita dire ciò che le passava per la testa e la sensazione di onestà e simpatia che emanava la sua persona era come una boccata di aria fresca fra le pareti di quel maniero.
Quando arrivò alle sue stanze, nei piani più alti di Dragonsearch, Sigrid fu quasi sollevata di potersi togliere il pesante abito che doveva indossare a corte e sostituirlo con la sua tenuta da battaglia e la cotta di maglia.
Prima di andare da Bjorn, spalancò l'ampia vetrata che si affacciava sul grande terrazzo dove era solita rannicchiarsi Heidael durante la notte. Da lì era possibile vedere l'intera Darnek arrampicarsi sui fianchi delle montagne, ed in lontananza, a dividere il grande valico, poté scorgere lo scuro ed ostile profilo dei Cancelli Neri nascosti dietro una lieve coltre grigia. Questi erano stati costruiti nei tempi antichi, creati dalla fusione del Metallo Nero, uno dei minerali più resistenti in natura. Quest'ultimo veniva estratto dalle miniere sugli Ulvfjell.  A dispetto del nome, il colore di quel particolare metallo era, se lavorato, argenteo con venature e sfumature bianche. Se preso grezzo, appariva nero come il carbone. Lavorarlo richiedeva grandi capacità e pazienza, motivo per cui si usava solo per spade, scudi e cotte di maglia che venivano dati in dono ai migliori guerrieri e alla famiglia reale. Allo stato grezzo era usato per erigere stabili, come i Cancelli, per le fondamenta degli edifici che avrebbero dovuto ospitare draghi o per strumenti di uso comune come picconi e lame di minor qualità.
I Cancelli Neri bloccavano l'unico passaggio via terra che permetteva di arrivare a Darnek, altrimenti circondata dai monti Ulvfjell. Era, perciò, un'importante linea di difesa. In tutti quei secoli, da quando furono costruiti, nessuno era mai riuscito ad oltrepassarli se non a dorso di drago. Nemmeno durante le invasioni dei barbari provenienti Nord-Est o nella Battaglia dei Giganti qualcuno era riuscito a varcarli.
Tra le collinette spoglie e gli aridi pendii delle montagne, Darnek era sopravvissuta per secoli senza aver mai subito danni. Dapprima era nata come uno dei primi insediamenti del Popolo Grigio, con il tempo era cresciuta, divenendo la grande città che era oggi. A differenza delle altre cittadine di Ostagar, Darnek non aveva mura di cinta perché ne possedeva di naturali. Piccole vie si diramavano dalla strada principale fra le case di pietra e legno, disegnando curiosi motivi simili ad una ragnatela. Più ci si allontanava da Dragonsearch più le case erano isolate fra loro, fino alle piccole fattorie e alle stalle, piccoli quadrati scuri in mezzo all'erba. Nere volute di fumo si alzavano dai caminetti, sparendo nella coltre di pesanti nubi.
Nella piazza, il mercato era aperto, piccole bancarelle ricolme dei più curiosi oggetti e di cibi esotici attiravano le persone in strada in un continuo via vai.
Sopra di essi, troneggiava il castello, ultimo edificio prima delle montagne. Aveva ampi saloni e rinforzi in Metallo Nero per sopportare il peso dei draghi. Ogni salone, terrazzo o corridoio era ampio e con alti soffitti in pietra, pensati per i draghi ed i loro Cavalieri.
Sigrid amava Ostagar, dal suo clima rigido e instabile, alla sua gente fino anche ai paesaggi, così aspri e selvaggi. Quella terra le parlava e le sembrava che rispecchiasse la sua anima indomita e difficile da ammansire.
Fu con un sorriso che lasciò il terrazzo, ricordandosi perché fosse diventata la loro Regina.



Il campo di addestramento era stato costruito alla base della collina su cui era stata eretta Dragonsearch: era una struttura circolare senza il tetto al cui centro erano raccolti svariati quadrati di terra. Lei stessa e suo fratello erano stati battezzati alla spada e allo scudo su quegli stessi terreni.
Ricordò la prima volta in cui venne buttata a terra da una sua coetanea, solo per riservarle lo stesso trattamento poco dopo. In quegli stessi campi si era battuta per la prima volta con suo fratello, il ricordo di quell'episodio era confuso e frammentato, ma Stigg le aveva sempre detto che aveva combattuto come una furia per non lasciarlo vincere. Era stato allora che Bard l'aveva colpita con lo scudo, facendole perdere i sensi e un dente da latte. Non ce l'aveva con lui per quell'episodio, stavano combattendo, gli incidenti potevano capitare. Ma da allora, suo padre aveva sempre vigilato con più attenzione su di lui. Sigrid non ne aveva mai capito il motivo, forse suo padre era stato solo troppo apprensivo nei confronti di entrambi, perché da allora Bard non l'aveva più ferita.
Quando arrivò, Bjorn era in piedi di fronte ad una rastrelliera delle armi vuota ed un manichino di paglia, dietro di lui, le sue reclute lo stavano ascoltando con attenzione. Quando il gruppo di bambini la vide, trattennero il fiato.
« Guardate chi ha avuto tempo per noi » la salutò Bjorn, egli aveva la sua stessa età ed insegnava ai più piccoli le basi del combattimento corpo a corpo e con le armi.
Non era difficile capire perché a Darnek avesse fascino con il gentil sesso: alto, slanciato e muscoloso era da sempre stato un giovane promettente. Si era offerto lui stesso di insegnare ai più giovani, rivelandosi un ottimo maestro di spada.
« Era da un po' che non tornavo qui » ammise Sigrid guardandosi attorno con un sorriso soddisfatto, poi si rivolse ai piccoli, piegandosi sulle ginocchia « E qui vedo dei giovani guerrieri pronti a dare battaglia »
In tutta risposta i bambini ruggirono, alzando le spade di legno per aria, il risultato più che minaccioso fu tenero e goffo.
Bjorn si portò indietro con una mano i lunghi riccioli neri « Sono ancora agli inizi, ma promettono bene, hanno molta voglia di imparare »
Sigrid annuì compiaciuta, tirandosi in piedi « Questa è la cosa importante. Per il resto c'è ancora tempo, devono crescere »
Il ragazzo le porse una spada da allenamento « Che ne diresti di una dimostrazione pratica? Da quanto tempo non ci alleniamo un po'? »
Sigrid rise, inclinando la testa « Io contro di te? Sarebbe impari »
« Potrei lasciarti un vantaggio » la stuzzicò Bjorn.
« Sarebbe impari per te, quante volte ancora vuoi finire con la faccia nel fango? »
I bambini risero e il ragazzo fu costretto ad incassare la sconfitta « Non datele retta bambini, prima che fosse scelta da Heidael le davo filo da torcere » ripose la spada, e batté le mani insieme « Che ne dite di ascoltare cosa vuole dirvi la Regina? »
Sigrid sorrise « Voi siete il nostro futuro » iniziò guardandoli uno per uno « Il nostro è un popolo guerriero, non c'è spazio per la debolezza. Siamo temprati dalla stessa terra in cui viviamo, giorno dopo giorno, ci conquistiamo il diritto di stare qui.
Nessuno ci porterà mai via le nostre case, le nostre terre o la nostra libertà senza combattere. Se le nostre spade si spunteranno ci opporremmo con le mani, se le nostre dita si spezzeranno, morderemo finché avremo denti.
Perché è questo ciò che siamo: guerrieri. Ciò che ci aspetta è la vittoria o il Valhalla »
I bambini l'ascoltarono rapiti, per poi esplodere in un boato di approvazione.
Bjorn le batté una mano sulla spalla, sorridendole, Sigrid rispose con una risata di rimando.
Eske sono qui.
La Regina si voltò di nuovo verso i bambini « Ho una sorpresa per voi » annunciò e poco dopo l' ombra di Heidael saettò sopra ai campi, la dragonessa atterrò volando in ampi cerchi. Il suo arrivo fu accolto da urletti eccitati, ed un attimo dopo che le sue zampe ebbero toccato terra fu circondata da una schiera di bambini entusiasti.
Oh! esclamò Heidael sorpresa mentre uno dei più piccoli tentava di arrampicarsi sulla sua schiena, ed altri due le toccavano la coda, curiosi ed affascinati.
Sigrid si ritrovò a ridere di fronte alla scena,
Ti hanno circondato, non si può dire che non abbiano l'istinto da cacciatore.
Eske, dammi una mano... sono così piccoli e così tanti... non voglio schiacciarli!

Una bambina si avvicinò tentando di alzarle le ali per vedervi attraverso, per aiutarla ed evitare di finire contro un' altro bambino, Heidael si sbilanciò cadendo su un fianco.
Sconfitta da un gruppo di bambini, penso che tu sia la vergogna della tua razza, la schernì Sigrid con le lacrime agli occhi dal ridere.
Non farne parola con nessuno, la minacciò il drago con un ringhio, ritirandosi in piedi e scrollandosi di dosso la polvere ed i bambini. Ma loro un attimo dopo le furono di nuovo addosso, accarezzandola come se fosse un grasso gatto di casa.
« Fate attenzione! » si raccomandò Bjorn, per poi rivolgersi a Sigrid « I loro genitori si aspettano di ritrovarli ammaccati, non di certo sbranati »
Sigrid lo guardò, corrucciando le sopracciglia, sentendosi offesa per l'affermazione « Heidael non lo farebbe mai »
Il ragazzo non ne sembrava convinto « Sono pur sempre bestie » ribatté, la sfumatura di disprezzo che gli colorò la voce non sfuggì alle sue orecchie.
L'avversione di Bjorn per i draghi non le era sconosciuta, ma pensava che col tempo si fosse attenuata. Per quanto le piacesse la sua compagnia trovava che questa fosse una grave mancanza, in fondo, Heidael faceva parte di lei.
Se non riusciva ad accettare il drago, allora non poteva comprenderla completamente.
Mentre i bambini continuavano il loro assalto, Bjorn continuò « I tuoi impegni da Regina sono gravosi, non è vero? »
« Alcuni giorni più di altri » ammise Sigrid stringendosi nelle spalle « Sembra quasi che alcuni aspettino solo un mio sbaglio » si ricordò le parole dure che Vegard le aveva rivolto quella mattina.
Vide Bjorn esitare, mentre il ragazzo faceva roteare la spada da una mano all'altra sovrappensiero, per poi alla fine riporla nella rastrelliera e sospirare « Ascolta, la verità è che ti ho chiamata qui anche per un altro motivo » lo vide guardarsi attorno, schivo. Sigrid non lo aveva mai visto così serio, guardò i bambini, ancora troppo presi da Heidael per far loro attenzione prima di tornare al loro discorso.
« Che cosa devi dirmi di così segreto da non poterne parlare a palazzo? »
« Non sai mai chi potrebbe ascoltare, là perfino i muri di pietra hanno orecchie » mormorò serrando la mascella « Mi sono giunte strane voci... »
Ma Sigrid lo fermò con un gesto della mano, mentre tendeva l'orecchio in ascolto di qualcosa che solo lei poteva percepire.
L'aria intorno a loro era cambiata e come lei se ne era accorta anche Heidael, che aveva alzato la testa verso il cielo, snudando le zanne bianche verso un nemico invisibile.
Non seppe se fu con le sue narici o con quelle della dragonessa che percepì l' odore acre e nauseabondo di decomposizione, puzza di morte e di sangue. Era così vivido da poterne quasi assaggiare il sapore acre e sgradevole in bocca.
Uno strano silenzio era calato fra le montagne. Nessun richiamo degli stormi di uccelli o i lontani latrati dei lupi scendevano su di loro dalle montagne. Una quiete irreale che non prometteva nulla di buono. La sua mente colse in lontananza il riverbero di una coscienza, in un eco lontano, ma non era come quelle a cui era abituata. Non riusciva ad attribuirla ad alcuna creatura conosciuta, sebbene ricordasse quella di un drago, essa era qualcosa di più antico e spaventoso a cui lei non riusciva a dar volto.
Un lungo brivido le percorse la schiena per arrivare alle gambe, una terribile sensazione si impadronì di lei, ma la sua mente stava già scandagliando le possibilità.
Sigrid...
Lo so.
La sua espressione era grave quando ordinò « Bjorn porta al sicuro i bambini e proteggili »
Heidael si alzò, con grande rammarico dei piccoli guerrieri che si raccolsero intorno al maestro, lui la guardò confuso « Sigrid che sta succedendo? »
La Regina corse ad una rastrelliera poco distante dal campo, lì erano esposte le spade, le asce e gli scudi veri per i guerrieri più grandi ed esperti.
Raccolse una spada e uno scudo, sistemandoli sulle braccia e si avvicinò ad Heidael « Non lo so, ma niente di buono » rispose aggrappandosi alla sella del drago per montarvi sopra.
« Portali a Dragonsearch, nei piani sotterranei, e fai in modo che non sia fatto loro del male. Appena puoi lancia l'allarme e che tutti rientrino nelle proprie case » Heidael sotto di lei si mosse, nervosa e in fremito « Sistemerò tutto, non temete » rassicurò i presenti lanciando un sorriso ai bambini che in tutta risposta alzarono i pugni al cielo, dimostrando la loro ammirazione e la loro fiducia.
Bjorn, al contrario, sembrava preoccupato, si fece largo tra le piccole reclute afferrando le scaglie della dragonessa « Se è qualcosa di pericoloso non posso lasciarti andare da sola, non mi perdonerei mai se ti accadesse qualcosa » le confessò, ed il suo sguardo era grave quando scandì quelle parole.
Sigrid si sporse dalla cavalcatura, stringendogli la mano per incoraggiarlo « Non mi accadrà nulla, ricordi? Era la tua la faccia nel fango »
Vai Heidael, con quelle parole il drago allargò le ali costringendo il ragazzo ad arretrare se non voleva essere investito dalla corrente d'aria sollevata da Heidael. La dragonessa prese velocemente quota e sorvolò Darnek in ampi cerchi.
Sembrerebbe tutto tranquillo, mormorò Heidael volando sopra al mercato, dove gli abitanti stavano continuando a consumare i propri affari, ignari del pericolo, ma io lo sento ancora, quella strana presenza... è qui.
La testa del drago si mosse nervosa, a destra e a sinistra, ma intorno a loro non vi era che roccia inanimata e la città sotto di loro.
Un fiocco di neve cadde dal cielo, seguito da un altro ed un altro ancora, stava iniziando la tempesta di neve. Se fosse stata violenta, avrebbe oscurato la visibilità e chiunque avrebbe potuto colpirle di sorpresa. Dovevano risolvere la faccenda prima.
Avanza, non voglio che avvengano danni a Darnek, qualunque cosa essa sia non è venuta con buone intenzioni.
Sorvolarono le fattorie fino ad arrivare ad una prateria, Heidael continuò a guardarsi attorno, circospetta.
L'aria sembrava stranamente rarefatta, come se su di essa si fossero riversati fumi venefici, quell'odore acre e pungente di putrefazione era particolarmente acuto e più tempo passava più cresceva d' intensità.
Sigrid serrò la presa sull'elsa, il suo sguardo scrutava in ogni direzione, in attesa. Intorno a loro tutto era immobile, come preda di una strana maledizione. L' unico rumore era il battito accelerato del suo cuore che le premeva contro i timpani.
È già qui... mormorò ad Heidael, quasi avesse il timore che quella presenza potesse udirla, stai attenta, non dobbiamo farci cogliere di sorpresa.
Il rumore delle campane di Darnek risuonò per la valle infrangendo il silenzio e dando l'allarme ai cittadini per poi ripercuotersi contro i pendii delle montagne scomparendo in un eco lontano.
Fu allora che Sigrid la vide.
Quella che aveva scambiato per un ombra sul crinale di una montagna ad Est si mosse facendo cadere qualche masso oltre il precipizio.
Cosa diavolo è quello?, la domanda di Heidael si riversò nei suoi pensieri, riflettendo il suo stesso discernimento.
Quell'essere si mosse, allungando dapprima una zampa, seguì una coda che guizzò per aria ed infine due ali si sollevarono in alto verso il cielo. Sotto ai loro occhi increduli, aggrappato alla montagna, vi era quello che sembrava un drago.
Era più grande di Celtor, Sigrid non ne aveva mai visti di così immensi. Le squame nere e triangolari erano abbozzi appena accennati sul corpo massiccio. C'era qualcosa di grottesco nella sua figura, la sua stessa carne sembrava sciogliersi sullo scheletro, mostrando le articolazioni e le ossa. Perfino la testa, triangolare e spigolosa, sormontata da quattro corni acuminati, iniziò a liquefarsi in dense gocce scure. Una di esse cadde sul terreno ed esso divenne marrone, l' erba morì, rattrappendosi in neri steli. L'odore di morte arrivava proprio da lui.
Le due orbite vuote che quell'essere aveva al posto degli occhi si posarono su di lei, ed un rumore sordo e contorto simile ad una risata le arrivò alle orecchie. Un bagliore, sopra alla sua schiena, catturò la sua attenzione. Sopra quel drago vi era un cavaliere avvolto in pesanti pellicce col volto coperto da un elmo.
« Eccoci qua, dunque » la voce bassa, lenta e cadenzata proveniva da quella bestia fetida. Non la sentì nella sua mente, bensì essa risuonò per la valle, perfino la terra parve ritrarsi in silenzio « Tu devi essere la Regina di questa fredda macchia di terra. Possiamo convenire che ho sentito molto parlare di te »
Heidael... lui...
Non so come faccia... non è un normale drago, non può esserlo...

Erano confuse, forse anche spaventate, ma non potevano mostrarlo al loro nemico.
« Tu e il tuo Cavaliere... cosa volete? »
« Oh, lo vedrai » un'altra bassa risata e il drago si staccò con un colpo d'ali dalla montagna, volando nella loro direzione. La violenza dell'onda d'urto provocò una lieve frana lungo il crinale.
Sigrid si preparò, pronta all'assalto.
Il drago nero le superò. Era veloce, e prima che riuscissero ad accorgersi di quello che era successo era già arrivato alle porte di Darnek.
Heidael! Inseguilo!
Sono già su di lui
, ringhiò la dragonessa in direzione del nemico, lanciando un ruggito di sfida.
Heidael affondò gli artigli delle zampe posteriori sul fianco del drago, serrandoli nella carne molle, ma le fiamme del drago lambirono la Torre dei Corvi prima che potessero impedirglielo.
« NO! » Sigrid affondò la lama nella zampa del mostro, il drago emise un verso acuto e virò colpendo con la coda il tetto di una casa. Heidael perse la presa su di lui. La dragonessa allargò le ali, riprendendo quota prima di finire contro la montagna, Sigrid era furente.
Sotto di loro le fiamme lambivano la torre orientale di Dragonsearch come mille lingue cremisi, non un corvo lasciò l'edificio per avvertire dell'attacco l'Isola di Munin o le altre città. La Regina pregò che riuscissero a contenere le fiamme prima che si diramassero per l' intero castello o per la città.
Dobbiamo cercare di spingerlo fuori città, suggerì Sigrid.
« Se è me che vuoi, vienimi a prendere » lo sfidò battendo la spada sui rinforzi d'acciaio dello scudo.
Il Cavaliere sopra di lui, le puntò contro il lungo spadone a due mani, ed il grosso drago nero partì di nuovo all'attacco. Ma stavolta, si scaraventò su di loro.
Heidael evitò una lunga fiammata virando a destra, si arrampicò su di un crinale, spingendo sulle zampe anteriori e caricò il drago. Sebbene la dragonessa fosse più piccola di lui, la forza dello scontro fece sbilanciare il drago quel tanto che bastava per permettere a Sigrid di tentare un affondo sul Cavaliere. Quest'ultimo però lo parò e la respinse indietro, aveva spalle e petto ampi, le sue braccia nonostante la mole furono veloci a reagire e stavolta fu lui a calare per primo la lama su di lei. La ragazza alzò lo scudo ed il colpo le fece vibrare i denti, Heidael si separò appena in tempo per evitare un secondo attacco.
Sigrid provò a farsi inseguire, verso la parte di valle disabitata, ma quel drago fu più veloce e tagliò loro la strada. Quest'ultimo morse la dragonessa sul dorso, mirando a Sigrid, ma lei riuscì a scartare di lato all'ultimo momento.
La Regina allungò il braccio, ma non riuscì a colpirlo, era già sopra di loro. Era dannatamente scaltro e rapido. Le zampe del drago nero si chiusero sul corpo di Heidael, graffiandole l'addome fino alla schiena. Le scaglie si dilaniarono sotto quei rostri appuntiti. La dragonessa emise un ruggito di dolore, le sue fauci scattarono verso l'alto sputando fuoco ma le fiamme non lambirono mai il bersaglio. Si dissolsero contro uno scudo invisibile .
La Regina ed il suo drago si allontanarono tentando di riprendere fiato, le ferite di Heidael perdevano sangue copiosamente « Waìse Heill » mormorò Sigrid piegandosi su di lei, l'energia fluì dal suo corpo per riversarsi sugli ampi squarci, lentamente il flusso si fermò.
Grazie, sospirò la dragonessa.
Non le ho guarite del tutto, ma questo dovrebbe bastare... temo che avremo bisogno di tutte le energie di cui disponiamo per batterlo.
Quell'essere immondo era di nuovo pronto a saltare loro addosso, qualunque ferita che gli avessero inflitto sembrava essere già guarita. Lui ed il suo Cavaliere erano più potenti di quanto Sigrid si fosse immaginata.
Devo arrivare al suo Cavaliere, se muore lui, possiamo approfittare dell'attimo di debolezza per far fuori quello scherzo della natura!
Proverò ad avvicinarmi Sigrid, ma devi essere veloce, lui è più grosso di me e potrebbe sopraffarmi.

Con un grido, si lanciarono contro i nemici, pronte a dar battaglia. Mentre Heidael lottava con denti ed artigli, Sigrid si sporse sulla sella per affrontare il suo misterioso avversario. Scintille scaturirono dalle loro spade quando si scontrarono, mentre sotto di loro i draghi tentavano di mordersi la gola.
Sigrid era più veloce, sebbene quell'uomo avesse più forza bruta di lei, decise allora di giocare d'astuzia. Aspettò che stesse per caricare il colpo, ma invece di pararlo, lo colpì alla tempia con la lamina di metallo dello scudo.
La violenza dello scontro fece scivolare via l'elmo dell'avversario. Il volto glabro e squadrato del Cavaliere era contorto in una smorfia di furia cieca, i capelli erano rasati sui lati, mentre quello che rimaneva della chioma bionda era raccolto in una treccia che finiva sulle spalle.
Due occhi verdi la scrutarono con rabbia.
La spada le scivolò di mano in un attimo di tetra sorpresa « Bard... » sussurrò la Regina con un filo di voce.
L'acciaio le trafisse il fianco all'improvviso, nel suo attimo di debolezza, in una morsa gelida e dolorosa. Sigrid serrò la mascella, in un lamento strozzato.
ESKE!
Heidael, condividendo il suo stesso dolore, era rimasta comunque abbastanza lucida per decidere di separarsi da quella lotta mortale.
Sopra al drago Bard ruggì la sua rabbia, con la spada ancora macchiata del sangue della sorella stretta nel pugno « Ecco, è proprio per questo che non sei adatta a regnare »
Sigrid premette sulla ferita, la confusione lasciò presto spazio alla rabbia ed alla sofferenza « IO MI FIDAVO DI TE! » gridò, la voce incrinata, mentre una fitta la piegava su se stessa.
« Non avresti dovuto. Questo è ciò che sono, Sigrid. Io sono nato per regnare su Ostagar. Io, io solamente, non tu. Sei troppo fragile per il compito che ti è stato dato » Bard accarezzò il collo della bestia, le labbra si curvarono in un sorriso crudele « Ed ora che ho un drago, la mia pretesa è valida quanto la tua. O forse anche di più »
Che cosa ha fatto quel pazzo?, mormorò Heidael angosciata, ed il suo cuore era a pezzi come quello del suo Cavaliere, poiché aveva tradito entrambe.
« Bard... dove hai preso quel drago? »
Un barlume di follia brillò negli occhi verdi « Io l'ho evocato. È stato lungo e dispendioso, ma ho studiato le antiche leggende da quando avevo dieci anni... se nessun uovo di drago voleva schiudersi per me, allora avrei dimostrato la mia forza come Cavaliere dell'Unico. Il Drago Originale. Jörmungandr! »
No, non può essere possibile... , Heidael era sconvolta.
Quel nome turbò Sigrid, ed il suo sguardo cadde su quell'abominio che suo fratello stava cavalcando. Una bestia orribile, uscita dai suoi peggiori incubi da bambina.
Suo fratello si era macchiato di un crimine che non sarebbe mai stato cancellato. Aveva rinnegato il suo stesso sangue e risvegliato una creatura antica e malvagia.
« Lui ti consumerà Bard... » lo pregò la ragazza con la voce spenta, il sangue continuava a riversarsi sulle sue dita, viscido e caldo. L'aria attorno a loro divenne gelida.
Sigrid si sentiva sempre più stanca e spenta, in mezzo a quella confusione di pensieri ed emozioni, perfino le parole dell'Antica Lingua venivano meno.
« Ti sbagli, non mi sono mai sentito così bene e così potente » Bard allungò una mano verso di lei, sul palmo un cerchio rosso cremisi brillò opalescente « Ed ora, sorellina, è giunto il momento di dirci addio » una forte corrente d'aria si alzò all'improvviso, Heidael virò, ma fu inutile. Le colpì in pieno.
Sigrid scivolò dalla sella, quello forse fu la sua fortuna, quando venne scaraventata contro la montagna fu lontano da Heidael e dalla sua mole. Con l'ultimo briciolo di vigore rimasto riuscì a richiamare alla mente un incantesimo base e a proteggersi da gran parte dell'energia dello schianto grazie ad un debole scudo. Il colpo la lasciò senza fiato, fitte di dolore iniziarono a farle tremare il braccio sinistro e il torace, mentre si accasciava sul pavimento di roccia senza più forza.
Dove era atterrata la dragonessa si era alzata una nuvola di polvere grigia.
Ciò che accadde dopo, Sigrid lo ricordava a malapena. Ricordò la pesante coltre di neve che aveva iniziato a cadere, impedendole di vedere chiaramente ciò che stava avvenendo poco sotto di loro. Lampi rossi illuminavano le nubi, mentre delle grida giungevano ovattate alle sue orecchie.
Qualcosa di caldo le rigò le guance, se fossero sangue o lacrime, non seppe dirlo. La testa pulsava e bruciava, impedendole di formulare qualsiasi pensiero razionale.
Intorno a lei, il mondo iniziò ad oscurarsi, l'unica cosa che vide prima di cedere all'oscurità fu la sua mano, che tremante, tentava di raggiungere i pezzi infranti dello scudo sparsi di fronte a lei.




Quei ricordi colpirono Sigrid con una violenza tale da farla cadere bocconi sull'erba alta, per un momento si ritrovò smarrita, chiedendosi dove fosse, ma era di nuovo a Storskog.
« No... no... non può essere » steli di erba verde rimasero intrappolati fra le sue dita, mentre serrava i pugni.
La tempesta ci ha salvate, ha coperto la nostra fuga... tu eri svenuta e ferita, saresti morta se non ti avessi portato via di là, Heidael avvicinò il muso, sfiorandole la testa, ma Sigrid si ritrasse con un gesto rabbioso e sprezzante, cadendo all'indietro.
Murtagh fu da lei. Le posò una mano sulla spalla mentre veniva scossa da violenti singhiozzi e ciò che rimaneva di lei si accucciò contro di lui.

Non vi fu più nulla da dire. Solo silenzio.



GLOSSARIO E CURIOSITA':

Anziani: Antenati e parenti di Sigrid ritirati dal Trono, possono vivere a Munin o vagabondare per Ostagar privi di titoli.

Bard: Fratello maggiore di Sigrid.

Bjorn: Amico di infanzia di Sigrid, ora maestro d'armi.

Caldron: Capitale di Estos

Cancelli Neri: cancelli che proteggono Darnek da attacchi via terra

Celtor: Drago di Re Bothvar, il padre di Sigrid.

Cerimonia della Schiusa: Rito attraverso il quale la famiglia reale di Ostagar determina il prossimo erede al trono. L'uovo di un drago deve schiudersi per uno dei figli o nipoti dell'attuale Re perché essi possano regnare in futuro, colui che alla fine della cerimonia non possiede un drago non può più divenire re o regina. Se c'é più di un contendente che ha superato il rito, allora si segue l'ordine di nascita.

Darnek: Capitale di Ostagar.

Dragonsearch: Palazzo Reale di Darnek.

Dvergfjell: o Montagne Nane, in realtà sono i Monti Beor.

Eske: Amore mio, inteso come tesoro o cara.

Estos: Continente ad est, conosciuto per i suoi mercati, commerci e la sua ricchezza. 

Freya: Novizia della Grande Sacerdotessa dell' Ordine del drago.

Gamsted: Antico nome con cui gli antenati di Sigrid chiamavano Alagaësia

Giganti: Creature umanoidi alte diversi piedi dotati di una forza mostruosa, ma sono anche stupidi e grossi.  Popolano le caverne dei monti che circondano Ostagar, ma si possono spingere fino alle steppe per cacciare. 

Hamlen: Dea minore figlia di Ymvir e Jormungandr, da lei presero vita i primi uomini.

Hedeby: città marittima di Ostagar a sud-est.

Mare stretto: Mare che bagna le coste ad Est di Ostagar.

Metallo Nero: metallo molto resistente ricavato dai monti Ulvfjell.

Montagne del lupo: o Ulvfjell, catena montuosa che circonda i confini di Ostagar isolandola da Alagaësia.

Munin: Isola ad est in cui si raccolgono i re e le regine ritirati dalla loro carica assieme ai loro draghi

Olifant: Bestie simili ad elefanti che popolano le steppe di Ostagar

Ordine del Drago: antico ordine di sacerdotesse devote alla Dea Hamlen che hanno dedicato la propria vita a vegliare sulle uova di drago e sugli Eldunarì.

Ostagar: Regno ad Est di Alagaësia.

Re Asbjorn: Il primo Re, colui che giurò nell'Antica Lingua che né lui né qualcuno della sua stirpe avrebbe regnato su Ostagar più del necessario

Re Bothvar l'Ammazzagiganti: Padre di Sigrid e Bard.

Re Judas: Re di Estos

Regina Brunilde la Vergine: Madre di Bard e Sigrid, deceduta dopo la nascita di quest'ultima.

Scudo Giurato: Membro della famiglia reale -non salito al trono- o persona di fiducia del regnante che ricopre la carica di consigliere e guardia del Re o della Regina.

Sorresen il Re Colosso: Padre di Re Bothvar e nonno di Sigrid e Bard.

Sterjell: come gli abitanti di Ostagar chiamano gli Eldunarì

Stigg: membro del Consiglio, ex Scudo Giurato e migliore amico di Re Bothvar, ora consiglia la figlia, Sigrid.

Storskog: o Grande Foresta, è in realtà la Du Wendelwarden.

Syrax: Drago argentato della Regina Brunilde, muore con lei per il dolore.

Tempio del Drago: luogo in cui vengono custodite e covate le uova di drago, a nord-est di Darnek.

Torre del Corvo: torre in cui sono rinchiusi i corvi messaggeri, ne è stata costruita una per ogni città.

Ymvir: Dea Maggiore, madre di Hamlen e dalla sua ombra si generò Jormungandr, suo amante e fratello.

Jormungandr: Dio Maggiore, padre di Hamlen, amante e fratello si Ymvir. Fu lui a creare i primi draghi.

Valhalla: Mondo dei Morti nella religione di Ostagar

Vecchia Nan: Grande Sacerdotessa ancora in carica.

Vegard: membro del Consiglio, capo dell'esercito, amico di infanzia e coetaneo di Bard.

Vergini dello Scudo: Ordine militare formato solo da donne, combattono con spada e scudo. Sigrid ha il loro stesso addestramento.

Waterford: città marittima di Ostagar, a sud.

Ulvfjell: vedi Montagne del Lupo.

Uther: Emissario di Estos.

   
 
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