Auguro a tutti buona lettura!
Che la vostra spada possa essere sempre affilata!
GENERE
Introspettivo, Romantico, Avventura, Fantasy, Guerra.
RATING
Generalmente Giallo e Verde, in alcuni capitoli sarà Arancione per le scene e gli argomenti più violenti o più "hot".
PERSONAGGI
Murtagh Morzanson, Castigo, Arya, Angela, Eragon, Orrin, gli abitanti di Ostagar ed il popolo di Alagaesia.
DESCRIZIONE
Ambientata 200 anni dopo la caduta di Galbatorix, ad Ostagar, un lontano regno ad Est del continente conosciuto, un improvviso e misterioso attacco alla Regina annuncia l' arrivo di una nuova minaccia. Ancora una volta il popolo di Alagaesia è chiamato alle armi per proteggere la pace tanto agognata. Un Cavaliere errante e una Regina spodestata dovranno raccogliere le proprie forze per affrontare i demoni interiori e combattere la nuova oscurità, affrontando prove che metteranno a dura prova la loro forza e il loro coraggio.
Riusciranno a far fronte alla nuova minaccia? O soccomberanno contro il nuovo e antico potere che è stato risvegliato?
NOTE
- Per rimanere aggiornati su "Du Sùndavar freohr - La Morte delle Ombre" o altre storie posso rimandarvi al mio blog, contattatemi in privato per inviarvi il link.
- Ringrazio tutti coloro che hanno seguito questa storia dal primo capitolo, chi ha commentato e aggiunto ai preferiti questa piccola storia, ed un' altro ringraziamento va a chi lo farà. "Amo chi legge. E leggo chi amo".
- In fondo al capitolo troverete un piccolo glossario per aiutarvi a ricordare meglio tutti i nuovi nomi che verranno citati.
- Un grazie particolare va alla gentilissima Clara (micia95), che ha revisionato questo testo con molta attenzione, correggendo i miei errori!
- Prestavolto:
Garret Hedlund as Murtagh Morzanson e Katheryn Winnick as Sigrid La
Benedetta.
- Mail
I personaggi della saga originale appartengono a Christopher Paolini. Gli abitanti di Ostagar, coloro che non appaiono nei libri e le loro vicende sono frutto della mia fantasia. La storia è scritta al solo scopo ricreativo e senza fini di lucro.
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CAPITOLO IV
La caduta
Su Darnek, quel giorno,
incombeva una cappa di minacciose nuvole grigie.
L'aria era statica, di un
freddo pungente anche sotto le pellicce ed i tessuti imbottiti, segno
che presto sarebbe arrivata la neve.
Sigrid aveva già disposto
precauzioni al riguardo. Se la tempesta si fosse rivelata più
violenta del previsto, Dragonsearch avrebbe fornito rifugio a
chiunque non fosse riuscito a raggiungere la propria abitazione in
tempo. La legna per alimentare i camini e i focolari per la notte era
già stata ampiamente divisa fra chi non era stato così previdente
da raccoglierne abbastanza.
Nei magazzini il cibo
abbondava, in caso di emergenza, se lo avessero diviso equamente e con
giudizio, avrebbero potuto resistere per almeno un mese.
Non credeva che si
sarebbero rese necessarie certe precauzioni, ma se aveva imparato
qualcosa osservando suo padre regnare su Ostagar era che quella terra
regalava sorprese inaspettate e non sempre si rivelavano buone per
chi vi abitava.
Re Bothvar era partito sul
dorso di Celtor, il suo drago argentato, verso l'Isola di Munin per unirsi ai
suoi avi ancora in vita, gli Anziani, il giorno dopo la sua
incoronazione.
Come da tradizione, i
regnanti che avevano lasciato il trono ai propri eredi erano liberi
di dirigersi a Est, sull'isola più grande del continente, per
continuare la loro vita o errare per Ostagar liberi dai vincoli della
Corona e da ogni titolo.
Munin era stata creata dal
Primo Re, Asbjorn, per ospitare i futuri eredi in ritiro ed i loro
draghi.
Nonostante Sigrid fosse
libera di chiedere un loro consulto, qualora si fosse rivelato
necessario, già sentiva la mancanza del padre. Nonostante i suoi
nuovi impegni come Regina le occupassero la maggior parte della
giornata, la notte, da sola nelle sue stanze, si domandava se lui
sarebbe mai stato orgoglioso del lavoro che stava facendo.
Sebbene occupasse il trono
da un solo mese si erano già presentati alcuni problemi che avevano
richiesto la sua attenzione: a Sud, alcune incursioni dei pirati che,
probabilmente stanchi di razziare Estos e divenuti più coraggiosi -o
stupidi-, avevano creato scompiglio a Waterford.
Quel giorno i pirati
avevano imparato a proprie spese che Ostagar non era il regno di
contadini e ricchi commercianti a cui erano abituati. Gli abitanti della città
erano riusciti a respingerli, ma Sigrid era sicura che quei banditi
sarebbero tornati, stavolta ben preparati. Uomini come loro, reietti
dei continenti a Nord-Est, non avevano metro di giudizio né tanto
meno abbastanza intelligenza da saper scegliere i propri avversari. Semmai avessero fatto
ritorno, avrebbe fatto rimpiangere la loro sconsideratezza. Nessuno
poteva sfidarli e rimanere impunito. La loro sconfitta sarebbe
servita come monito anche per gli altri.
Come se le nuove incursioni
piratesche non fossero abbastanza, alcune uova al Tempio del Drago si
erano rivelate poco più di gusci vuoti. Una nidiata poco fertile
era considerata un presagio funesto, ma non si era lasciata
scoraggiare, come prima cosa aveva mandato un emissario all'Isola di
Munin per cercarne altre e ripristinare l'equilibrio nella covata.
A detta di alcuni membri
del Consiglio, era riuscita a superare brillantemente questi piccoli
screzi, ma Sigrid non si sentiva così sicura al riguardo. Perfino Bard, suo Scudo
Giurato e fratello, non si era mai sbilanciato sulla sua condotta.
Seduta sul trono di ferro
grezzo nell'ampio salone di Dragonsearch, Sigrid guardò a
destra, dove suo fratello avrebbe dovuto attendere che lei
terminasse di
presenziare alle richieste di chi le chiedeva udienza. Al suo posto,
invece, c'era solo uno spazio vuoto.
Lo aveva inviato a Sud e
poi ad Est, a Hedeby, per dirigere le nuove missive in preparazione
ad altri eventuali saccheggi per via mare alle città portuali.
Nonostante da piccoli
avessero avuto le loro divergenze e tuttora Bard fosse più cupo e di
poche parole di quanto non fosse mai stato prima, Sigrid si fidava di
lui più di chiunque altro in quelle sale. Condividevano lo stesso
sangue, e chiunque tradisce un simile legame viene maledetto in
questa vita e nella prossima dalla Dea Hamlen.
In quel momento, fra le fredde
mura di pietra e legno di Dragonsearch, Sigrid si sentiva più che
mai sola e senza alleati. Sebbene la maggior parte del popolo avesse
accolto la nuova regina a braccia aperte, una parte di loro l'aveva
guardata con diffidenza conoscendo la storia legata alla morte della
Regina Brunilde.
Suo padre, prima di
lasciarla, non era sembrato così preoccupato al riguardo.
«
Lascia che ti conoscano e che vedano il tuo valore, figliola. A volte
si può essere spaventati dai cambiamenti finché essi non si
rivelano migliori » le aveva
detto Bothvar prima di baciarle la fronte e salire sul dorso di
Celtor, diretto verso Munin.
Parole che riuscivano a
infonderle coraggio quando la fiducia vacillava, ma di fronte al suo
popolo non aveva mai lasciato che certi pensieri trasparissero né
sul suo volto né tanto meno nelle sue azioni.
Perfino in quel momento, seduta in
mezzo alla corte in attesa del suo giudizio, Sigrid appariva come la
Regina che era e sarebbe dovuta essere, sicura di sé e decisa.
Con un cenno della testa
avvertì il ciambellano che era pronta a dare attenzione al prossimo
caso.
Fra la folla di persone si
fece largo un signorotto la cui pancia premeva contro il farsetto in
velluto e con un vistoso doppio mento che traballava fuori dallo
stretto colletto bianco della blusa, era evidentemente fuori posto
fra loro, un elegante rospo in mezzo a dei lupi selvaggi.
Sigrid alzò un
sopracciglio, lo aveva visto altre volte, era un emissario di Estos.
Dentro di lei qualcosa si mosse infastidito dalla sua presenza, colui
che le era di fronte era un ometto viscido e presuntuoso. Avrebbe
preferito avere a che fare con lui il meno possibile.
« Mia signora... » l'uomo si esibì in un teatrale inchino che mise a dura prova i bottoni
dei suoi vestiti, dietro di lei qualcuno rise sommessamente, ma
Sigrid lo quietò con un gesto della mano « Sono Uther di Caldron,
delegato di Re Judas di Estos, mi ricordo di lei di quando era poco
più di una bambina al fianco di suo pa- »
« Quale richiesta del Re
ti ha portato qui, Uther di Caldron?» lo interruppe lei duramente,
decisa a non lasciarsi incantare dalla lingua di melassa di quel
piccolo rospo e dai modi ricchi di fronzoli inutili del suo
continente « Da Estos è un lungo viaggio per venire a chiedere
altri scambi commerciali »
Uther parve spiazzato dalla
sua affermazione, Sigrid sorrise interiormente, quello fra i regni
era un gioco in cui chi aveva la presa più forte sull'altro
comandava, e non avrebbe mai dato a vedere a Uther o al suo Re che il
loro regno era in realtà per loro indispensabile.
Difatti, essendo Ostagar
poco adatta alle coltivazioni, l'intero raccolto di grano e verdure
chiuso nei magazzini proveniva da Estos in cambio della loro
protezione e dell'avorio degli Olifant da cui ricavavano gioielli e
beni di lusso. Senza il loro cibo, Sigrid
non avrebbe mai potuto sfamare il suo popolo di sola carne, quando
molti secoli addietro vi avevano provato, la gotta aveva reso i loro
uomini deboli e lenti.
L'emissario si inumidì le
labbra, evidentemente innervosito dalla sua indifferenza, ma subito
dopo un sinistro sorriso si dipinse sulle labbra strette « La mia
signora è molto perspicace, difatti ci sono questioni più delicate
in ballo »
« Quali sarebbero?
Sentiamo » Sigrid ne aveva fiutato la puzza non appena era entrato
e sapeva di marcio.
Uther infilò una mano
sotto al farsetto nello spazio fra i bottoni, e si impettì,
dondolandosi sui talloni « Il mio Re è molto amareggiato per quanto
riguarda i saccheggi, mia signora, i pirati si fanno sempre più
numerosi e più arditi. I loro attacchi aumentano e i tuoi uomini
sono troppo pochi, non riescono a proteggerci » il grasso uomo
iniziò a camminare avanti e indietro di fronte a lei elencando quali
spiacevoli conseguenze erano legate a tale contrattempo. Una di
queste era la completa cessazione degli scambi commerciali qualora
gli Ostgariani non fossero riusciti ad assicurargli nuovamente
protezione.
Sigrid serrò le dita sui
manici del suo scranno, le unghie grattarono sul legno laddove era
lasciato scoperto dalle pellicce.
Ma la sua voce risuonò
dura e fredda quando annunciò « Non vedo quale sia il problema, se
avete bisogno di più uomini non sono certo i guerrieri che ci
mancano » la cosa parve soddisfare Uther, che sembrò crogiolarsi
nella sua stessa vittoria, ma Sigrid voleva rendergli quel boccone
molto amaro « Proprio qualche giorno fa ho finito di allenare una
guarnigione di Fanciulle dello Scudo, faranno ritorno ad Estos con
voi. Ovviamente, visto che vi forniremo nuovi guerrieri, immagino che
la metà del loro peso in cibo si aggiungerà agli accordi
precedentemente presi con mio padre »
Il sorriso si spense sul
volto tondo dell'emissario, il cui labbro iniziò a tremare, se di
rabbia o di offesa, Sigrid non seppe dirlo « Donne? DONNE? » urlò
Uther con gli occhi fuori dalle orbite « Il mio Re vuole dei
guerrieri, non delle donne! Se questa è la sua proposta mi vedo
costretto a rinunciare a qualsiasi contatto con il vostro regno! »
Un lieve mormorio si alzò
nella sala, mentre il pubblico attendeva il verdetto finale della
Regina e Sigrid era decisa a non mostrarsi spaventata dalle sue
minacce.
« Siete liberissimo di
farlo, Uther di Caldron » concordò mantenendo la calma, ma con il
cuore che le palpitava: una parte di lei avrebbe voluto scendere gli
scalini solo per avere la soddisfazione di colpirlo « Immagino che
potremo prendere ciò di cui abbiamo bisogno una volta che avremo
riconquistato Estos dai pirati. In fondo, vi abbiamo provato più
volte che siamo gli unici in grado di respingerli, ma siete liberi di
chiedere a qualcun altro, sempre che lo troviate ».
Quando le guance di Uther
divennero paonazze, Sigrid seppe di avere la vittoria in pugno.
« Il mio Re non sarà
contento... » l'emissario iniziò a torturarsi le mani mormorando
frasi sconclusionate e senza senso, soppesando la sua offerta, finché
alla fine non accettò e lasciò la sala a grandi e goffi passi.
Sigrid sospirò sollevata,
abbandonando la schiena contro lo scranno, mentre faceva cenno con la
mano al ciambellano.
« La seduta è conclusa,
le consulenze riprenderanno domani! » annunciò a gran voce l'uomo,
dando il segnale alle guardie di accompagnare la gente fuori.
Sigrid si sentiva
incredibilmente stanca dopo quella mattina, quella per lei era la
parte più pesante delle sue incombenze. Essere la voce della
giustizia era estenuante, se non decideva o sceglieva bene le sue
parole avrebbe potuto creare danni irreparabili.
Da dietro lo scranno si
fecero avanti due uomini, entrambi membri del Consiglio.
Fu Vegard il primo a
parlare, a capo dell'esercito, era un uomo duro e poco incline ai
complimenti -almeno nei suoi confronti- e sembrava particolarmente
contrariato « La tua è stata una mossa rischiosa » aveva la stessa
età di suo fratello Bard ed era stato proprio quest'ultimo a consigliarlo fra
i tanti candidati che erano pronti a prendere il posto lasciato
vacante dalla morte del vecchio Oris.
« Non sono d'accordo »
dichiarò Stigg, era il più anziano, ma nonostante i suoi
sessanta
anni riusciva ancora a sollevare più ceppi di legna della
maggior
parte dei ragazzi più giovani. Con una mano, alla quale
mancavano il
mignolo e l'anulare, si accarezzò i folti baffi grigi e
sorrise
soddisfatto « Quei boriosi signorotti di Estos si stanno facendo
di
anno in anno più stupidi, è bene che Sigrid abbia fatto
capire loro
chi comanda! Se solo volessimo potremmo schiacciarli come acini
d'uva tra le dita! » la guardò, nei suoi occhi azzurri
vide un
orgoglio simile a quello che prova un padre per la figlia.
Lei sorrise a quelle
parole, Stigg, ex Scudo giurato di suo padre, era stato come uno zio
per lei sin da quando era piccola.
« La nostra Regina ci
rispecchia, se fosse stata debole ci avrebbe dipinti tutti come dei
poveri zoticoni che tremano alla prima minaccia! Invece ha mostrato
loro che siamo un popolo con cui non possono scherzare » continuò
il vecchio, battendo un pugno sull'ampio petto ricoperto dalla
corazza di cuoio e ferro.
« Se avessi potuto gli
avrei mostrato di cosa sono capaci le donne che tanto disprezza »
sospirò lei alzandosi in piedi, si stropicciò gli occhi tentando
di scordarsi quell'orribile uomo.
« Un giorno la tua
sfrontatezza potrebbe costarci cara » la rimproverò Vegard, ma
Stigg lo ignorò.
« Bjorn mi ha chiesto di
te, vuole che tu vada a controllare le nuove leve e che magari tu
faccia loro un discorsetto per motivarle. Posso dirgli che andrai
domani se vuoi riposarti »
Sigrid scosse la testa «
No, vado oggi. Ho bisogno di distrarmi un po'. Il tempo di indossare
qualcosa di più comodo e sarò da lui »
Finalmente
libera? Le chiese fremente
Heidael e Sigrid rise avvertendo la sua impazienza, dopo essere stata
pazientemente ad aspettarla tutta la mattina, l'impetuosità del suo
drago iniziava a farsi gravosa.
Ci
vediamo ai campi di addestramento.
Fu con un sospiro di
sollievo che uscì dal grande salone, la corona, un cerchio di
pesante metallo nero lucente con punte acuminate simili a spade, le
parve un macigno sopra alla testa.
Vegard si era rivelato una
spina nel fianco sin dalla prima adunanza del Consiglio: con le sue
parole aveva intaccato la fiducia di molti altri seduti attorno al
tavolo. Sigrid lo sapeva, la maggior parte di loro diffidavano di
lei. La trovavano debole, inesperta, inadeguata. Avrebbero preferito suo
fratello Bard che fino alla Cerimonia della Schiusa si era da sempre
guadagnato il favore di tutti ed era sempre stato l'erede perfetto.
Ma non era stato scelto,
nessun uovo per lui si era schiuso, né quel giorno né in quelli
seguenti. La sua pretesa era caduta.
Era rimasta solo lei, la bambina scarna che sarebbe dovuta morire
pochi giorni dopo la nascita, ma che invece, fiera e in salute, era
ancora lì. Respirava ancora. Potevano pensare quello che
volevano, a qualche maledizione o a chissà quale strano antico
maleficio, ma lei li avrebbe fatti ricredere tutti: dal primo
all'ultimo uomo o donna che non credeva in lei.
Percorse i lunghi corridoi
del castello verso le sue stanze, salendo le scale vide una giovane
donna, bassa e dalle forme morbide e piene, scendere nella sua
direzione.
Indossava una tunica di
pesante lana grezza e grigia stretta da una cintura di cuoio ed un
corpetto di pelle. Sulle spalle portava un pesante mantello di lana
imbottito di pelliccia, anch'esso grigio. La spilla a forma di drago
appuntata sul suo petto indicava la sua appartenenza all'Ordine del
Drago, Sigrid la riconobbe, era Freya, la giovane sacerdotessa
apprendista della Vecchia Nan.
Quando anche Freya la vide,
sul suo viso tondo si allargò un gran sorriso « Mia regina... » la
salutò con un breve inchino.
« Cosa ti porta qui? Altri
problemi al Tempio? » le domandò Sigrid sperando che così non
fosse: era appena riuscita a risolvere il problema legato alle uova e
di certo non era preparata ad una nuova crisi così presto.
La sacerdotessa mosse la
mano di fronte al viso, sbuffando « Oh no, mi aspettano faccende
molto più noiose e ordinarie a Dragonsearch »
Sigrid ne fu sollevata, il
Tempio del Drago custodiva tutte le uova di drago di cui erano in
possesso se si escludevano quelle nell'Isola di Munin, dove i draghi
dei vecchi Re e Regine continuavano ad accoppiarsi e a farne di
nuove. Ma la maggior parte erano a qualche miglio a Nord-Est di
Darnek, sotto il controllo delle sacerdotesse dell'Ordine.
La loro vita si concentrava
sul benessere delle uova, esse difatti vivevano ai piedi della grande
caverna da cui era stato scavato e costruito il Tempio.
Non prendevano marito e non
avevano figli, erano guidate dalla Grande Sacerdotessa, il cui
posto ora era occupato dalla Vecchia Nan alla veneranda età di
novantacinque anni, e se quest'ultima fosse mancata, una novizia
scelta da lei ne avrebbe preso il posto.
Freya era stata scelta
dalla Grande Sacerdotessa in persona come sua apprendista e quindi,
prossima a succederla.
« Sono venuta a
controllare le Sterjel ed assicurarmi che non si sentano sole,
poverette, in fondo si annoiano a morte » mormorò Freya con aria
imbronciata e sinceramente dispiaciuta « Un tempo fieri e potenti
draghi, ed ora poco più di belle pietre parlanti »
« Ti sono molto grata del
servizio che svolgete ad Ostagar »
La novizia rise « Qualcuno
lo dovrà pur fare, è un lavoro duro, ma quando la Dea ti chiama è
saggio rispondere! Come sta Heidael? »
« Bene, anche se molto
amareggiata » ammise, stropicciandosi gli occhi « I miei impegni mi
tengono lontana da lei più di quanto entrambe non volessimo »
ripensandoci si sentì incredibilmente stanca. Da quanto tempo non si
prendeva una giornata solo per lei e Heidael? Prima erano solite volare
intorno a Darnek e sulle pendici dei monti Ulvfjell, cacciando o
esplorando gli antri sulle pareti di roccia, in cerca di avventure e,
più spesso, guai. Quei tempi le sembravano
incredibilmente lontani, anche se in realtà non risalivano che a
qualche mese prima.
« Mia regina, penso che
non spetti a me dirle che il Consiglio può benissimo incaricarsi di
alcuni dei compiti più gravosi » le disse Freya ammiccando.
Sigrid rispose con un
sorriso incerto, normalmente sarebbe stato così, ma ora come ora
doveva dimostrare alla maggior parte di loro che lei quella Corona se
la meritava.
« Mi dispiace congedarmi
così presto, ma devo far ritorno al Tempio entro sera e mi sto
dilungando in chiacchiere con chiunque incontri, come ben sa i piani
sotterranei sono ancora molto lontani, con il vostro permesso » la
Sacerdotessa fece un altro piccolo inchino e continuò a scendere le
scale, in una camminata fin troppo lasciva per il suo ruolo.
A Sigrid, però, Freya
piaceva: la donna era solita dire ciò che le passava per la testa e la
sensazione di onestà e simpatia che emanava la sua persona era come
una boccata di aria fresca fra le pareti di quel maniero.
Quando arrivò alle sue
stanze, nei piani più alti di Dragonsearch, Sigrid fu quasi
sollevata di potersi togliere il pesante abito che doveva indossare a
corte e sostituirlo con la sua tenuta da battaglia e la cotta di
maglia.
Prima di andare da Bjorn,
spalancò l'ampia vetrata che si affacciava sul grande terrazzo dove
era solita rannicchiarsi Heidael durante la notte. Da lì era
possibile vedere l'intera Darnek arrampicarsi sui fianchi delle
montagne, ed in lontananza, a dividere il grande valico, poté
scorgere lo scuro ed ostile profilo dei Cancelli Neri nascosti dietro
una lieve coltre grigia. Questi erano stati costruiti
nei tempi antichi, creati dalla fusione del Metallo Nero, uno dei
minerali più resistenti in natura. Quest'ultimo veniva estratto
dalle miniere sugli Ulvfjell. A dispetto del nome, il colore di
quel particolare metallo era, se lavorato, argenteo con venature e
sfumature bianche. Se preso grezzo, appariva nero come il carbone. Lavorarlo richiedeva grandi
capacità e pazienza, motivo per cui si usava solo per spade,
scudi e cotte di maglia che venivano dati in dono ai migliori
guerrieri e alla famiglia reale. Allo stato grezzo era usato per
erigere stabili, come i Cancelli, per le fondamenta degli edifici che
avrebbero dovuto ospitare draghi o per strumenti di uso comune come
picconi e lame di minor qualità.
I Cancelli Neri bloccavano
l'unico passaggio via terra che permetteva di arrivare a Darnek,
altrimenti circondata dai monti Ulvfjell. Era, perciò, un'importante
linea di difesa. In tutti quei secoli, da
quando furono costruiti, nessuno era mai riuscito ad oltrepassarli se
non a dorso di drago. Nemmeno durante le invasioni dei barbari
provenienti Nord-Est o nella Battaglia dei Giganti qualcuno era riuscito a varcarli.
Tra le collinette spoglie e
gli aridi pendii delle montagne, Darnek era sopravvissuta per secoli
senza aver mai subito danni. Dapprima era nata come uno
dei primi insediamenti del Popolo Grigio, con il tempo era cresciuta,
divenendo la grande città che era oggi. A differenza delle altre
cittadine di Ostagar, Darnek non aveva mura di cinta perché ne
possedeva di naturali. Piccole vie si diramavano dalla strada
principale fra le case di pietra e legno, disegnando curiosi motivi
simili ad una ragnatela. Più ci si allontanava da Dragonsearch
più le case erano isolate fra loro, fino alle piccole fattorie e
alle
stalle, piccoli quadrati scuri in mezzo all'erba. Nere volute di fumo
si alzavano dai caminetti, sparendo nella coltre di pesanti nubi.
Nella piazza, il mercato
era aperto, piccole bancarelle ricolme dei più curiosi oggetti e di
cibi esotici attiravano le persone in strada in un continuo via vai.
Sopra di essi, troneggiava
il castello, ultimo edificio prima delle montagne. Aveva ampi saloni
e rinforzi in Metallo Nero per sopportare il peso dei draghi. Ogni
salone, terrazzo o corridoio era ampio e con alti soffitti in pietra,
pensati per i draghi ed i loro Cavalieri.
Sigrid amava Ostagar, dal
suo clima rigido e instabile, alla sua gente fino anche ai paesaggi,
così aspri e selvaggi. Quella terra le parlava e le sembrava che
rispecchiasse la sua anima indomita e difficile da ammansire.
Fu con un sorriso che
lasciò il terrazzo, ricordandosi perché fosse diventata la loro
Regina.
Il campo di addestramento
era stato costruito alla base della collina su cui era stata eretta
Dragonsearch: era una struttura circolare senza il tetto al cui
centro erano raccolti svariati quadrati di terra. Lei stessa e suo fratello
erano stati battezzati alla spada e allo scudo su quegli stessi
terreni.
Ricordò la prima volta in
cui venne buttata a terra da una sua coetanea, solo per riservarle lo
stesso trattamento poco dopo. In quegli stessi campi si era battuta
per la prima volta con suo fratello, il ricordo di quell'episodio era
confuso e frammentato, ma Stigg le aveva sempre detto che aveva
combattuto come una furia per non lasciarlo vincere. Era stato allora
che Bard l'aveva colpita con lo scudo, facendole perdere i sensi e
un dente da latte. Non ce l'aveva con lui per
quell'episodio, stavano combattendo, gli incidenti potevano capitare.
Ma da allora, suo padre aveva sempre vigilato con più attenzione su di
lui. Sigrid non ne aveva mai
capito il motivo, forse suo padre era stato solo troppo apprensivo
nei confronti di entrambi, perché da allora Bard non l'aveva più
ferita.
Quando arrivò, Bjorn era
in piedi di fronte ad una rastrelliera delle armi vuota ed un
manichino di paglia, dietro di lui, le sue reclute lo stavano
ascoltando con attenzione. Quando il gruppo di bambini la vide,
trattennero il fiato.
« Guardate chi ha avuto
tempo per noi » la salutò Bjorn, egli aveva la sua stessa età ed
insegnava ai più piccoli le basi del combattimento corpo a corpo e
con le armi.
Non era difficile capire
perché a Darnek avesse fascino con il gentil sesso: alto, slanciato
e muscoloso era da sempre stato un giovane promettente. Si era
offerto lui stesso di insegnare ai più giovani, rivelandosi un
ottimo maestro di spada.
« Era da un po' che non
tornavo qui » ammise Sigrid guardandosi attorno con un sorriso
soddisfatto, poi si rivolse ai piccoli, piegandosi sulle ginocchia «
E qui vedo dei giovani guerrieri pronti a dare battaglia »
In tutta risposta i bambini
ruggirono, alzando le spade di legno per aria, il risultato più che minaccioso fu tenero e goffo.
Bjorn si portò indietro
con una mano i lunghi riccioli neri « Sono ancora agli inizi, ma
promettono bene, hanno molta voglia di imparare »
Sigrid annuì compiaciuta,
tirandosi in piedi « Questa è la cosa importante. Per il resto c'è
ancora tempo, devono crescere »
Il ragazzo le porse una
spada da allenamento « Che ne diresti di una dimostrazione pratica?
Da quanto tempo non ci alleniamo un po'? »
Sigrid rise, inclinando la
testa « Io contro di te? Sarebbe impari »
« Potrei lasciarti un
vantaggio » la stuzzicò Bjorn.
« Sarebbe impari per te,
quante volte ancora vuoi finire con la faccia nel fango? »
I bambini risero e il
ragazzo fu costretto ad incassare la sconfitta « Non datele retta
bambini, prima che fosse scelta da Heidael le davo filo da torcere »
ripose la spada, e batté le mani insieme « Che ne dite di ascoltare
cosa vuole dirvi la Regina? »
Sigrid sorrise « Voi siete
il nostro futuro » iniziò guardandoli uno per uno « Il nostro è
un popolo guerriero, non c'è spazio per la debolezza. Siamo temprati
dalla stessa terra in cui viviamo, giorno dopo giorno, ci
conquistiamo il diritto di stare qui.
Nessuno ci porterà mai via
le nostre case, le nostre terre o la nostra libertà senza
combattere. Se le nostre spade si spunteranno ci opporremmo con le
mani, se le nostre dita si spezzeranno, morderemo finché avremo
denti.
Perché è questo ciò che
siamo: guerrieri. Ciò che ci aspetta è la vittoria o il Valhalla »
I bambini l'ascoltarono
rapiti, per poi esplodere in un boato di approvazione.
Bjorn le batté una mano
sulla spalla, sorridendole, Sigrid rispose con una risata di rimando.
Eske
sono qui.
La Regina si voltò di
nuovo verso i bambini « Ho una sorpresa per voi » annunciò e poco
dopo l' ombra di Heidael saettò sopra ai campi, la dragonessa
atterrò volando in ampi cerchi. Il suo arrivo fu accolto da urletti
eccitati, ed un attimo dopo che le sue zampe ebbero toccato terra fu
circondata da una schiera di bambini entusiasti.
Oh!
esclamò Heidael sorpresa mentre uno dei più piccoli tentava di
arrampicarsi sulla sua schiena, ed altri due le toccavano la coda,
curiosi ed affascinati.
Sigrid
si ritrovò a ridere di fronte alla scena, Ti hanno
circondato, non si può dire che non abbiano l'istinto da
cacciatore.
Eske,
dammi una mano... sono così piccoli e così tanti... non voglio
schiacciarli!
Una bambina si avvicinò
tentando di alzarle le ali per vedervi attraverso, per aiutarla ed
evitare di finire contro un' altro bambino, Heidael si sbilanciò
cadendo su un fianco.
Sconfitta
da un gruppo di bambini, penso che tu sia la vergogna della tua
razza, la schernì Sigrid con le
lacrime agli occhi dal ridere.
Non
farne parola con nessuno, la
minacciò il drago con un ringhio, ritirandosi in piedi e
scrollandosi di dosso la polvere ed i bambini. Ma loro un attimo
dopo le furono di nuovo addosso, accarezzandola come se fosse un
grasso gatto di casa.
« Fate attenzione! » si
raccomandò Bjorn, per poi rivolgersi a Sigrid « I loro genitori si
aspettano di ritrovarli ammaccati, non di certo sbranati »
Sigrid lo guardò,
corrucciando le sopracciglia, sentendosi offesa per l'affermazione «
Heidael non lo farebbe mai »
Il ragazzo non ne sembrava
convinto « Sono pur sempre bestie » ribatté, la sfumatura di
disprezzo che gli colorò la voce non sfuggì alle sue orecchie.
L'avversione di Bjorn per
i draghi non le era sconosciuta, ma pensava che col tempo si fosse
attenuata. Per quanto le piacesse la sua compagnia trovava che questa
fosse una grave mancanza, in fondo, Heidael faceva parte di lei.
Se
non riusciva ad accettare il drago, allora non poteva comprenderla
completamente.
Mentre i bambini
continuavano il loro assalto, Bjorn continuò « I tuoi impegni da
Regina sono gravosi, non è vero? »
« Alcuni giorni più di
altri » ammise Sigrid stringendosi nelle spalle « Sembra quasi che
alcuni aspettino solo un mio sbaglio » si ricordò le parole dure
che Vegard le aveva rivolto quella mattina.
Vide Bjorn esitare, mentre
il ragazzo faceva roteare la spada da una mano all'altra
sovrappensiero, per poi alla fine riporla nella rastrelliera e
sospirare « Ascolta, la verità è che ti ho chiamata qui anche per
un altro motivo » lo vide guardarsi attorno, schivo. Sigrid non lo
aveva mai visto così serio, guardò i bambini, ancora troppo presi
da Heidael per far loro attenzione prima di tornare al loro discorso.
« Che cosa devi dirmi di
così segreto da non poterne parlare a palazzo? »
« Non sai mai chi potrebbe
ascoltare, là perfino i muri di pietra hanno orecchie » mormorò
serrando la mascella « Mi sono giunte strane voci... »
Ma Sigrid lo fermò con un
gesto della mano, mentre tendeva l'orecchio in ascolto di qualcosa
che solo lei poteva percepire.
L'aria intorno a loro era
cambiata e come lei se ne era accorta anche Heidael, che aveva
alzato la testa verso il cielo, snudando le zanne bianche verso un
nemico invisibile.
Non
seppe se fu con le sue narici o con quelle della dragonessa che
percepì l' odore acre e nauseabondo di decomposizione, puzza di
morte e di
sangue. Era così vivido da
poterne quasi assaggiare il sapore acre e sgradevole in bocca.
Uno strano silenzio era
calato fra le montagne. Nessun richiamo degli stormi di uccelli o i
lontani latrati dei lupi scendevano su di loro dalle montagne. Una
quiete irreale che non prometteva nulla di buono. La sua mente
colse in lontananza il riverbero di una coscienza, in un eco lontano,
ma non era come quelle a cui era abituata. Non riusciva ad attribuirla
ad alcuna creatura conosciuta, sebbene ricordasse quella di un drago,
essa era qualcosa di più antico e spaventoso a cui lei non riusciva
a dar volto.
Un lungo brivido le
percorse la schiena per arrivare alle gambe, una terribile sensazione
si impadronì di lei, ma la sua mente stava già scandagliando le
possibilità.
Sigrid...
Lo
so. La sua espressione era grave
quando ordinò « Bjorn porta al sicuro i bambini e proteggili »
Heidael si alzò, con
grande rammarico dei piccoli guerrieri che si raccolsero intorno al
maestro, lui la guardò confuso « Sigrid che sta succedendo? »
La Regina corse ad una
rastrelliera poco distante dal campo, lì erano esposte le spade, le
asce e gli scudi veri per i guerrieri più grandi ed esperti.
Raccolse una spada e uno
scudo, sistemandoli sulle braccia e si avvicinò ad Heidael « Non lo
so, ma niente di buono » rispose aggrappandosi alla sella del drago
per montarvi sopra.
« Portali a Dragonsearch,
nei piani sotterranei, e fai in modo che non sia fatto loro del male.
Appena puoi lancia l'allarme e che tutti rientrino nelle proprie
case » Heidael sotto di lei si mosse, nervosa e in fremito «
Sistemerò tutto, non temete » rassicurò i presenti lanciando un
sorriso ai bambini che in tutta risposta alzarono i pugni al cielo,
dimostrando la loro ammirazione e la loro fiducia.
Bjorn, al contrario,
sembrava preoccupato, si fece largo tra le piccole reclute afferrando
le scaglie della dragonessa « Se è qualcosa di pericoloso non posso
lasciarti andare da sola, non mi perdonerei mai se ti accadesse
qualcosa » le confessò, ed il suo sguardo era grave quando scandì
quelle parole.
Sigrid si sporse dalla
cavalcatura, stringendogli la mano per incoraggiarlo « Non mi
accadrà nulla, ricordi? Era la tua la faccia nel fango »
Vai
Heidael, con quelle parole il
drago allargò le ali costringendo il ragazzo ad arretrare se non
voleva essere investito dalla corrente d'aria sollevata da Heidael.
La dragonessa prese velocemente quota e sorvolò Darnek in ampi
cerchi.
Sembrerebbe
tutto tranquillo, mormorò
Heidael volando sopra al mercato, dove gli abitanti stavano
continuando a consumare i propri affari, ignari del pericolo, ma
io lo sento ancora, quella strana presenza... è qui.
La testa del drago si mosse
nervosa, a destra e a sinistra, ma intorno a loro non vi era che
roccia inanimata e la città sotto di loro.
Un fiocco di neve cadde dal
cielo, seguito da un altro ed un altro ancora, stava iniziando la
tempesta di neve. Se fosse stata violenta, avrebbe oscurato la
visibilità e chiunque avrebbe potuto colpirle di sorpresa. Dovevano
risolvere la faccenda prima.
Avanza,
non voglio che avvengano danni a Darnek, qualunque cosa essa sia non
è venuta con buone intenzioni.
Sorvolarono le fattorie
fino ad arrivare ad una prateria, Heidael continuò a guardarsi
attorno, circospetta.
L'aria sembrava
stranamente rarefatta, come se su di essa si fossero riversati fumi
venefici, quell'odore acre e pungente di putrefazione era
particolarmente acuto e più tempo passava più cresceva d'
intensità.
Sigrid serrò la presa
sull'elsa, il suo sguardo scrutava in ogni direzione, in attesa.
Intorno a loro tutto era immobile, come preda di una strana
maledizione. L' unico rumore era il battito accelerato del suo cuore
che le premeva contro i timpani.
È
già qui... mormorò ad Heidael,
quasi avesse il timore che quella presenza potesse udirla, stai
attenta, non dobbiamo farci cogliere di sorpresa.
Il rumore delle campane di
Darnek risuonò per la valle infrangendo il silenzio e dando
l'allarme ai cittadini per poi ripercuotersi contro i pendii delle
montagne scomparendo in un eco lontano.
Fu allora che Sigrid la
vide.
Quella che aveva scambiato
per un ombra sul crinale di una montagna ad Est si mosse facendo
cadere qualche masso oltre il precipizio.
Cosa
diavolo è quello?, la domanda
di Heidael si riversò nei suoi pensieri, riflettendo il suo stesso
discernimento.
Quell'essere si mosse,
allungando dapprima una zampa, seguì una coda che guizzò per aria
ed infine due ali si sollevarono in alto verso il cielo. Sotto ai
loro occhi increduli, aggrappato alla montagna, vi era quello che
sembrava un drago.
Era
più grande di Celtor, Sigrid non ne aveva mai visti di così
immensi. Le squame nere e triangolari erano abbozzi appena accennati
sul corpo massiccio. C'era qualcosa di grottesco nella sua figura,
la sua stessa carne sembrava sciogliersi sullo scheletro, mostrando
le articolazioni e le ossa. Perfino la testa, triangolare e
spigolosa, sormontata da quattro corni acuminati, iniziò a
liquefarsi in dense gocce scure. Una di esse cadde sul terreno ed
esso divenne marrone, l' erba morì, rattrappendosi in neri steli.
L'odore di morte arrivava proprio da lui.
Le due orbite vuote che
quell'essere aveva al posto degli occhi si posarono su di lei, ed un
rumore sordo e contorto simile ad una risata le arrivò alle
orecchie. Un bagliore, sopra alla sua schiena, catturò la sua
attenzione. Sopra quel drago vi era un cavaliere avvolto in pesanti
pellicce col volto coperto da un elmo.
« Eccoci qua, dunque » la
voce bassa, lenta e cadenzata proveniva da quella bestia fetida. Non
la sentì nella sua mente, bensì essa risuonò per la valle, perfino
la terra parve ritrarsi in silenzio « Tu devi essere la Regina di
questa fredda macchia di terra. Possiamo convenire che ho sentito
molto parlare di te »
Heidael...
lui...
Non
so come faccia... non è un normale drago, non può esserlo...
Erano confuse, forse anche
spaventate, ma non potevano mostrarlo al loro nemico.
« Tu e il tuo Cavaliere...
cosa volete? »
« Oh, lo vedrai » un'altra bassa risata e il drago si staccò con un colpo d'ali dalla
montagna, volando nella loro direzione. La violenza dell'onda d'urto
provocò una lieve frana lungo il crinale.
Sigrid si preparò,
pronta all'assalto.
Il drago nero le superò.
Era veloce, e prima che riuscissero ad accorgersi di quello che era
successo era già arrivato alle porte di Darnek.
Heidael!
Inseguilo!
Sono
già su di lui, ringhiò la
dragonessa in direzione del nemico, lanciando un ruggito di sfida.
Heidael affondò gli
artigli delle zampe posteriori sul fianco del drago, serrandoli nella
carne molle, ma le fiamme del drago lambirono la Torre dei Corvi
prima che potessero impedirglielo.
« NO! » Sigrid affondò
la lama nella zampa del mostro, il drago emise un verso acuto e virò
colpendo con la coda il tetto di una casa. Heidael perse la presa su
di lui. La dragonessa allargò le
ali, riprendendo quota prima di finire contro la montagna, Sigrid era
furente.
Sotto di loro le fiamme
lambivano la torre orientale di Dragonsearch come mille lingue
cremisi, non un corvo lasciò l'edificio per avvertire dell'attacco
l'Isola di Munin o le altre città. La Regina pregò che riuscissero
a contenere le fiamme prima che si diramassero per l' intero castello
o per la città.
Dobbiamo
cercare di spingerlo fuori città, suggerì
Sigrid.
« Se è me che vuoi,
vienimi a prendere » lo sfidò battendo la spada sui rinforzi
d'acciaio dello scudo.
Il Cavaliere sopra di lui,
le puntò contro il lungo spadone a due mani, ed il grosso drago nero
partì di nuovo all'attacco. Ma stavolta, si scaraventò su di loro.
Heidael evitò una lunga
fiammata virando a destra, si arrampicò su di un crinale, spingendo
sulle zampe anteriori e caricò il drago. Sebbene la dragonessa fosse
più piccola di lui, la forza dello scontro fece sbilanciare il drago
quel tanto che bastava per permettere a Sigrid di tentare un affondo
sul Cavaliere. Quest'ultimo però lo parò
e la respinse indietro, aveva spalle e petto ampi, le sue braccia
nonostante la mole furono veloci a reagire e stavolta fu lui a calare
per primo la lama su di lei. La ragazza alzò lo scudo
ed il colpo le fece vibrare i denti, Heidael si separò appena in
tempo per evitare un secondo attacco.
Sigrid provò a farsi
inseguire, verso la parte di valle disabitata, ma quel drago fu più
veloce e tagliò loro la strada. Quest'ultimo morse la dragonessa sul
dorso, mirando a Sigrid, ma lei riuscì a scartare di lato all'ultimo
momento.
La Regina allungò il
braccio, ma non riuscì a colpirlo, era già sopra di loro. Era
dannatamente scaltro e rapido. Le zampe del drago nero si
chiusero sul corpo di Heidael, graffiandole l'addome fino alla
schiena. Le scaglie si dilaniarono sotto quei rostri appuntiti. La dragonessa emise un
ruggito di dolore, le sue fauci scattarono verso l'alto sputando
fuoco ma le fiamme non lambirono mai il bersaglio. Si dissolsero
contro uno scudo invisibile .
La
Regina ed il suo drago si allontanarono tentando di riprendere fiato,
le ferite di Heidael perdevano sangue copiosamente « Waìse
Heill »
mormorò Sigrid piegandosi su di lei, l'energia fluì dal suo corpo
per riversarsi sugli ampi squarci, lentamente il flusso si fermò.
Grazie,
sospirò la dragonessa.
Non
le ho guarite del tutto, ma questo dovrebbe bastare... temo che
avremo bisogno di tutte le energie di cui disponiamo per batterlo.
Quell'essere immondo era di
nuovo pronto a saltare loro addosso, qualunque ferita che gli avessero
inflitto sembrava essere già guarita. Lui ed il suo Cavaliere
erano
più potenti di quanto Sigrid si fosse immaginata.
Devo
arrivare al suo Cavaliere, se muore lui, possiamo approfittare
dell'attimo di debolezza per far fuori quello scherzo della natura!
Proverò
ad avvicinarmi Sigrid, ma devi essere veloce, lui è più grosso di
me e potrebbe sopraffarmi.
Con un grido, si lanciarono
contro i nemici, pronte a dar battaglia. Mentre Heidael lottava con
denti ed artigli, Sigrid si sporse sulla sella per affrontare il suo
misterioso avversario. Scintille scaturirono dalle loro spade quando
si scontrarono, mentre sotto di loro i draghi tentavano di mordersi
la gola.
Sigrid era più veloce,
sebbene quell'uomo avesse più forza bruta di lei, decise allora di
giocare d'astuzia. Aspettò che stesse per caricare il colpo, ma
invece di pararlo, lo colpì alla tempia con la lamina di metallo dello scudo.
La violenza dello scontro
fece scivolare via l'elmo dell'avversario. Il volto glabro e squadrato
del Cavaliere era contorto in una smorfia di furia cieca, i capelli
erano rasati sui lati, mentre quello che rimaneva della chioma bionda
era raccolto in una treccia che finiva sulle spalle.
Due occhi verdi la
scrutarono con rabbia.
La spada le scivolò di
mano in un attimo di tetra sorpresa « Bard... » sussurrò la Regina
con un filo di voce.
L'acciaio le trafisse il
fianco all'improvviso, nel suo attimo di debolezza, in una morsa
gelida e dolorosa. Sigrid serrò la mascella, in un lamento
strozzato.
ESKE!
Heidael, condividendo il
suo stesso dolore, era rimasta comunque abbastanza lucida per
decidere di separarsi da quella lotta mortale.
Sopra al drago Bard ruggì
la sua rabbia, con la spada ancora macchiata del sangue della sorella
stretta nel pugno « Ecco, è proprio per questo che non sei adatta a
regnare »
Sigrid premette sulla
ferita, la confusione lasciò presto spazio alla rabbia ed alla
sofferenza « IO MI FIDAVO DI TE! » gridò, la voce incrinata,
mentre una fitta la piegava su se stessa.
«
Non avresti dovuto. Questo è ciò che sono, Sigrid. Io sono nato per
regnare su Ostagar. Io, io
solamente,
non tu. Sei troppo fragile per il compito che ti è stato dato »
Bard accarezzò il collo della bestia, le labbra si curvarono in un
sorriso crudele « Ed ora che ho un drago, la mia pretesa è valida
quanto la tua. O forse anche di più »
Che
cosa ha fatto quel pazzo?, mormorò
Heidael angosciata, ed il suo cuore era a pezzi come quello del suo
Cavaliere, poiché aveva tradito entrambe.
« Bard... dove hai preso
quel drago? »
Un
barlume di follia brillò negli occhi verdi « Io l'ho evocato.
È stato lungo e dispendioso, ma ho studiato le antiche leggende da
quando avevo dieci anni... se nessun uovo di drago voleva schiudersi
per me, allora avrei dimostrato la mia forza come Cavaliere
dell'Unico. Il Drago Originale. Jörmungandr!
»
No,
non può essere possibile... ,
Heidael era sconvolta.
Quel nome turbò Sigrid, ed
il suo sguardo cadde su quell'abominio che suo fratello stava
cavalcando. Una bestia orribile, uscita dai suoi peggiori incubi da
bambina.
Suo fratello si era
macchiato di un crimine che non sarebbe mai stato cancellato. Aveva
rinnegato il suo stesso sangue e risvegliato una creatura antica e
malvagia.
« Lui ti consumerà
Bard... » lo pregò la ragazza con la voce spenta, il sangue
continuava a riversarsi sulle sue dita, viscido e caldo. L'aria
attorno a loro divenne gelida.
Sigrid si sentiva sempre
più stanca e spenta, in mezzo a quella confusione di pensieri ed
emozioni, perfino le parole dell'Antica Lingua venivano meno.
« Ti sbagli, non mi sono
mai sentito così bene e così potente » Bard allungò una mano
verso di lei, sul palmo un cerchio rosso cremisi brillò opalescente
« Ed ora, sorellina, è giunto il momento di dirci addio » una
forte corrente d'aria si alzò all'improvviso, Heidael virò, ma fu
inutile. Le colpì in pieno.
Sigrid scivolò dalla
sella, quello forse fu la sua fortuna, quando venne scaraventata
contro la montagna fu lontano da Heidael e dalla sua mole. Con l'ultimo
briciolo di vigore rimasto riuscì a richiamare alla mente un
incantesimo base e a proteggersi da gran parte dell'energia dello
schianto grazie ad un debole scudo. Il colpo la lasciò senza
fiato,
fitte di dolore iniziarono a farle tremare il braccio sinistro e il
torace, mentre si accasciava sul pavimento di roccia senza più
forza.
Dove era atterrata la
dragonessa si era alzata una nuvola di polvere grigia.
Ciò che accadde dopo,
Sigrid lo ricordava a malapena. Ricordò la pesante coltre di neve
che aveva iniziato a cadere, impedendole di vedere chiaramente ciò
che stava avvenendo poco sotto di loro. Lampi rossi illuminavano le
nubi, mentre delle grida giungevano ovattate alle sue orecchie.
Qualcosa di caldo le rigò
le guance, se fossero sangue o lacrime, non seppe dirlo. La testa
pulsava e bruciava, impedendole di formulare qualsiasi pensiero
razionale.
Intorno a lei, il mondo
iniziò ad oscurarsi, l'unica cosa che vide prima di cedere
all'oscurità fu la sua mano, che tremante, tentava di raggiungere i
pezzi infranti dello scudo sparsi di fronte a lei.
Quei ricordi colpirono
Sigrid con una violenza tale da farla cadere bocconi sull'erba alta,
per un momento si ritrovò smarrita, chiedendosi dove fosse, ma era
di nuovo a Storskog.
« No... no... non può
essere » steli di erba verde rimasero intrappolati fra le sue dita,
mentre serrava i pugni.
La
tempesta ci ha salvate, ha coperto la nostra fuga... tu eri svenuta e
ferita, saresti morta se non ti avessi portato via di là,
Heidael avvicinò il muso, sfiorandole la testa, ma Sigrid si
ritrasse con un gesto rabbioso e sprezzante, cadendo all'indietro.
Murtagh
fu da lei. Le posò una mano sulla spalla mentre veniva scossa da
violenti singhiozzi e ciò che rimaneva di lei si accucciò contro
di lui.
Non vi fu più nulla da
dire. Solo silenzio.
GLOSSARIO E CURIOSITA':
Anziani: Antenati e parenti di Sigrid ritirati dal Trono, possono vivere a Munin o vagabondare per Ostagar privi di titoli.
Bard: Fratello maggiore di Sigrid.
Bjorn: Amico di infanzia di Sigrid, ora maestro d'armi.
Caldron: Capitale di Estos
Cancelli Neri: cancelli che proteggono Darnek da attacchi via terra
Celtor: Drago di Re Bothvar, il padre di Sigrid.
Cerimonia della Schiusa: Rito attraverso il quale la famiglia reale di Ostagar determina il prossimo erede al trono. L'uovo di un drago deve schiudersi per uno dei figli o nipoti dell'attuale Re perché essi possano regnare in futuro, colui che alla fine della cerimonia non possiede un drago non può più divenire re o regina. Se c'é più di un contendente che ha superato il rito, allora si segue l'ordine di nascita.
Darnek: Capitale di Ostagar.
Dragonsearch: Palazzo Reale di Darnek.
Dvergfjell: o Montagne Nane, in realtà sono i Monti Beor.
Eske: Amore mio, inteso come tesoro o cara.
Estos: Continente ad est, conosciuto per i suoi mercati, commerci e la sua ricchezza.
Freya: Novizia della Grande Sacerdotessa dell' Ordine del drago.
Gamsted: Antico nome con cui gli antenati di Sigrid chiamavano Alagaësia
Giganti: Creature umanoidi alte diversi piedi dotati di una forza mostruosa, ma sono anche stupidi e grossi. Popolano le caverne dei monti che circondano Ostagar, ma si possono spingere fino alle steppe per cacciare.
Hamlen: Dea minore figlia di Ymvir e Jormungandr, da lei presero vita i primi uomini.
Hedeby: città marittima di Ostagar a sud-est.
Mare stretto: Mare che bagna le coste ad Est di Ostagar.
Metallo Nero: metallo molto resistente ricavato dai monti Ulvfjell.
Montagne del lupo: o Ulvfjell, catena montuosa che circonda i confini di Ostagar isolandola da Alagaësia.
Munin: Isola ad est in cui si raccolgono i re e le regine ritirati dalla loro carica assieme ai loro draghi
Olifant: Bestie simili ad elefanti che popolano le steppe di Ostagar
Ordine del Drago: antico ordine di sacerdotesse devote alla Dea Hamlen che hanno dedicato la propria vita a vegliare sulle uova di drago e sugli Eldunarì.
Ostagar: Regno ad Est di Alagaësia.
Re Asbjorn: Il primo Re, colui che giurò nell'Antica Lingua che né lui né qualcuno della sua stirpe avrebbe regnato su Ostagar più del necessario
Re Bothvar l'Ammazzagiganti: Padre di Sigrid e Bard.
Re Judas: Re di Estos
Regina Brunilde la Vergine: Madre di Bard e Sigrid, deceduta dopo la nascita di quest'ultima.
Scudo Giurato: Membro della famiglia reale -non salito al trono- o persona di fiducia del regnante che ricopre la carica di consigliere e guardia del Re o della Regina.
Sorresen il Re Colosso: Padre di Re Bothvar e nonno di Sigrid e Bard.
Sterjell: come gli abitanti di Ostagar chiamano gli Eldunarì
Stigg: membro del Consiglio, ex Scudo Giurato e migliore amico di Re Bothvar, ora consiglia la figlia, Sigrid.
Storskog: o Grande Foresta, è in realtà la Du Wendelwarden.
Syrax: Drago argentato della Regina Brunilde, muore con lei per il dolore.
Tempio del Drago: luogo in cui vengono custodite e covate le uova di drago, a nord-est di Darnek.
Torre del Corvo: torre in cui sono rinchiusi i corvi messaggeri, ne è stata costruita una per ogni città.
Ymvir: Dea Maggiore, madre di Hamlen e dalla sua ombra si generò Jormungandr, suo amante e fratello.
Jormungandr: Dio Maggiore, padre di Hamlen, amante e fratello si Ymvir. Fu lui a creare i primi draghi.
Valhalla: Mondo dei Morti nella religione di Ostagar
Vecchia Nan: Grande Sacerdotessa ancora in carica.
Vegard: membro del Consiglio, capo dell'esercito, amico di infanzia e coetaneo di Bard.
Vergini dello Scudo: Ordine militare formato solo da donne, combattono con spada e scudo. Sigrid ha il loro stesso addestramento.
Waterford: città marittima di Ostagar, a sud.
Ulvfjell: vedi Montagne del Lupo.
Uther: Emissario di Estos.