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Autore: Marilia__88    30/01/2016    5 recensioni
Abbiamo lasciato Sherlock ad affrontare il presunto ritorno di Moriarty. Ecco cosa immagino possa accadere dopo essere sceso dall'aereo.
Dalla storia:
“Sherlock, aspetta, spiegami… Moriarty è vivo allora?” disse John mentre cercava di tenere il passo dell’amico.
“Non ho detto che è vivo, ho detto che è tornato” rispose Sherlock fermandosi e voltandosi verso di lui.
“Quindi è morto?” intervenne Mary per cercare di capirci qualcosa.
“Certo che è morto! Gli è esploso il cervello, nessuno sopravvivrebbe!”
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Watson, Mary Morstan, Mycroft Holmes, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Heart'
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              Ti brucerò il cuore


                                          Il gioco ricomincia




Appena scesi dall’aereo Sherlock, Mary e John si diressero verso l’auto nera che li aspettava e che li avrebbe portati a Baker Street.
“Sherlock, aspetta, spiegami… Moriarty è vivo allora?” disse John mentre cercava di tenere il passo dell’amico.
“Non ho detto che è vivo, ho detto che è tornato” rispose Sherlock, fermandosi e voltandosi verso di lui.
“Quindi è morto?” intervenne Mary per cercare di capirci qualcosa.
“Certo che è morto! Gli è esploso il cervello, nessuno sopravvivrebbe!” esclamò Sherlock con il suo solito tono di chi deve spiegare qualcosa di ovvio. “Mi sono quasi sparato un’overdose per dimostrarlo” aggiunse quasi imbarazzato, abbassando lo sguardo con la scusa di mettersi i guanti. Era troppo difficile guardare John mentre diceva quella frase. Era troppo difficile leggere la delusione nei suoi occhi. “Moriarty si è suicidato, non ci sono dubbi… ma l’importante è che so esattamente che cosa farà dopo” concluse, riprendendo il controllo di sé e mostrando il suo solito sorriso compiaciuto ed eccitato.
Salirono tutti e tre nell’auto, diretti a Baker Street. Per tutto il tragitto si sentirono solo le voci di Mary e John che cercavano di fare congetture e teorie su chi potesse essere coinvolto. Stranamente Sherlock rimase in silenzio. Osservava la strada dal finestrino con una strana espressione sul viso. Mary, a cui non sfuggiva mai niente, smise improvvisamente di parlare e iniziò a guardare il consulente investigativo con uno sguardo indagatore. Si accorse che, oltre a quella strana espressione, aveva non solo il volto più pallido del solito, ma anche il respiro leggermente accelerato.
“Sherlock sei sicuro di stare bene? Io sono sempre dell’idea che dovresti andare in ospedale per un controllo” esclamò Mary all’improvviso, dando un’occhiata al marito.
“Ha ragione Mary, Sherlock. Non hai una bella cera” continuò John che, improvvisamente, si era reso conto delle condizioni del suo amico.
“Sto bene non preoccupatevi” rispose secco il detective non riuscendo, però, a nascondere un leggero tremore di voce.
I coniugi si guardarono tra loro con un’espressione preoccupata, ma decisero di non insistere oltre.
Appena arrivati davanti al 221B, Sherlock scese di corsa dall’auto, ignorando un’entusiasta signora Hudson contenta del suo ritorno e salì di corsa le scale. In un attimo era già nell’appartamento. Si tolse cappotto e sciarpa, lanciandoli sgraziatamente sul divano ed afferrò carte e fascicoli dalla scrivania, cospargendo di fogli l’intero soggiorno. Appena Mary e John entrarono, lo trovarono seduto sul tappeto sommerso da quel caos che aveva creato intorno a lui in quei pochi minuti. Stava cercando freneticamente qualcosa, o almeno così sembrava guardandolo. In un primo momento rimasero ad osservarlo senza proferire parola, sicuri che non avrebbe dato retta a nessuno immerso com’era in quella disperata ricerca. Dopo circa un’ora, Sherlock si destò all’improvviso, alzandosi di scatto e lanciando con rabbia una cartellina verso la mensola del camino, facendo così cadere tutto quello che vi era sopra, teschio compreso. Si mise le mani nei capelli e iniziò a camminare freneticamente per la stanza. Mary e John rimasero turbati da quel comportamento, ma non sapevano se chiedere spiegazioni o meno a riguardo. Inaspettatamente, fu Mary a rompere il silenzio e lo strano clima che si era creato.
“Sherlock che succede? Possiamo esserti di aiuto in qualche modo?” chiese in tono calmo e gentile.
“N-no non… non riesco a trovare il nesso… n-non capisco d-dove ho sbagliato!” rispose il detective balbettando e ansimando leggermente. Se non si fosse trattato di Sherlock Holmes, i due avrebbero visto in quel comportamento un velo di paura e smarrimento.
“Senti Sherlock, se ti calmassi e ci spiegassi cosa stai cercando, potremmo fare qualcosa!” esclamò spazientito John “Hai detto che sai quale sarà la prossima mossa di Moriarty e se ti degnassi gentilmente di illuminarci con le tue brillanti deduzioni, invece di dare sempre tutto per scontato, te ne saremmo davvero grati!” continuò senza rendersi conto di aver quasi urlato le ultime parole. Il consulente investigativo si fermò, sorpreso dal tono usato dall’amico. Si lasciò cadere sulla sua poltrona, sospirò ed iniziò a parlare.
“E’ vero, so quale sarà la sua prossima mossa, o meglio, so che chiunque stia continuando il progetto di Moriarty ha il suo stesso obiettivo: colpire me e ciò che mi sta più a cuore. Nei due anni in cui mi sono finto morto ero sicuro di aver smantellato la sua intera rete criminale, ma a quanto pare mi sbagliavo” disse tutto di un fiato Sherlock, abbassando lo sguardo e mostrando un’espressione sconfitta mentre diceva l’ultima frase. “Devo riuscire a capire cosa possa essermi sfuggito” continuò, alzandosi di scatto dalla poltrona “D-devo farmi trovare pronto… d-devo dedurre… d-devo…” iniziò di nuovo a balbettare, passandosi nervosamente le mani sul viso e ansimando come se fosse sull’orlo di un attacco di panico.
“Sherlock, per favore calmati. Riusciremo a venirne a capo, ma devi cercare di rimanere lucido. Ora siediti, vado a preparare un po’ di tè e, insieme, riprendiamo a lavorare sul caso. Ok?” disse John alzandosi dal divano e avvicinandosi al detective per calmarlo. Vedendo, però, che l’amico continuava a dargli le spalle, non accennando alcuna risposta, lo afferrò delicatamente da un braccio e lo fece voltare verso di lui. Quello che vide sul volto del consulente investigativo lo lasciò senza parole. Aveva un’espressione sofferente, gli occhi lucidi come se stesse per piangere da un momento all’altro e il respiro si era ulteriormente accelerato, in un vano tentativo di prendere aria. Da quando lo conosceva, lo aveva visto così sconvolto solo una volta, a Baskerville e, da quello che ricordava, non ne era uscito niente di buono. “Sherlock mi stai ascoltando?... Stai bene?” continuò allora John con un tono di voce dolce e preoccupato al tempo stesso.
“Sto bene… sto bene” urlò il detective scattando improvvisamente come attraversato da un’improvvisa scarica elettrica, riprendendo a percorrere la stanza nervosamente. Mary, allora, che inizialmente era stata in disparte ad assistere alla scena, si alzò con l’intento di aiutare il marito. Non fece in tempo a parlare che Sherlock si fermò di colpo e collassò sul pavimento privo di sensi.
Al suo risveglio, il detective si ritrovò sdraiato sul divano con un tremendo mal di testa. Cercò subito di alzarsi, ma un forte capogiro lo costrinse a rimettersi giù e a chiudere gli occhi. “Cosa credi di fare razza di idiota! Rimani sdraiato. Non sei in condizione di alzarti!” esclamò John mentre usciva dalla cucina e si dirigeva verso di lui. Il consulente investigativo riaprì di nuovo gli occhi e osservò con aria interrogativa il suo amico.
“Cos’è successo?” chiese confuso.
“Stavi parlando e sei improvvisamente svenuto. Grazie a te, inoltre, alla signora Hudson è quasi preso un colpo vedendoti a terra, mentre portava dei biscotti. Ora Mary è di sotto con lei per tranquillizzarla. Comunque appena ti riprendi, ti porto in ospedale per dei controlli” rispose John con il solito tono da soldato che non ammetteva repliche.
“Oh, per l’amor del cielo, John! Non essere ridicolo! Sto bene, non ho bisogno di nessun ospedale” replicò Sherlock, riuscendo a mettersi seduto.
“Ah, io sarei quello ridicolo? E’ la seconda volta che svieni nell’arco di poche ore a causa di tutte quelle schifezze che hai ingerito e io sarei quello ridicolo?” sbottò il medico, tirando un calcio al tavolino. “Sarai pure un genio, ma sai cosa ti dico? Per me sei un completo idiota!” continuò, andandosi a sedere sulla sua poltrona per riprendere il controllo.
“Non capisco perché te la prendi tanto” rispose Sherlock con un cenno di superiorità.
“Perché me la prendo tanto? Perché, se ancora non ti fosse chiaro, sono il tuo migliore amico e, al contrario di te, tengo alla tua salute, dannazione!” urlò il dottore, scattando nuovamente in piedi. “Tu sei migliore di così, Sherlock! Santo cielo, non hai bisogno di quella robaccia!” continuò, cercando di abbassare leggermente il tono di voce.
“Cosa intendi per migliore, John? Io sono così. Sono sempre stato così. Tu hai idealizzato la mia immagine come quella di un eroe attraverso il tuo blog. Nella tua mente risulto migliore di così, ma la verità è che non lo sono. Te l’ho già detto tanto tempo fa John, gli eroi non esistono e comunque non sarei uno di loro” rispose a tono il detective.
“Invece penso di aver capito più cose io su di te, di quanto ne abbia potute cogliere tu con il tuo geniale cervello” rispose il dottore con amarezza. “Comunque c’è una cosa che devo sapere e voglio che tu mi risponda con sincerità stavolta: quando hai ricominciato?” continuò, mostrando uno sguardo deluso.
“Oh, John! Possibile che ancora non ti è chiaro? Io non ho ricominciato… non ho mai smesso!”




Angolo dell'autrice

Salve a tutti! Mi chiamo Maria e sono pazza di Sherlock! Questa è la prima fanfiction che provo a scrivere, quindi vi prego di essere clementi :) ... Spero che vi piaccia e mi auguro di non uscire troppo dal carattere dei personaggi. Tengo a precisare, comunque, che il personaggio di Sherlock in questa ff tende ad essere più "umano" e sentimentale rispetto a quello che abbiamo visto nel telefilm, questo perchè è così che vorrei vederlo nelle prossime puntate della nuova stagione. Essendo per me una cosa nuova, accetto volentieri commenti, suggerimenti e, perchè no, anche correzioni. Vi ringrazio per aver letto il risultato delle mie deliranti fantasie... A presto con il prossimo capitolo.
   
 
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