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Autore: Sognatrice_2000    31/01/2016    2 recensioni
Due cuori uniti, costretti a separarsi per sempre.
Due cuori che insieme, hanno svelato il vero significato dell'amore.
Due cuori che continuano a battere all'unisono, anche se divisi.
Due cuori hanno saputo dirsi "ti amo" quando ormai era troppo tardi.
La storia partecipa al contest I still haven't kept my promise indetto da E u c h a r i s sul forum di Efp".
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Heiji Hattori, Kazuha Toyama, Shinichi Kudo/Conan Edogawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quello strano mistero chiamato amore

 

 

Sospiri, stanco, passandoti una mano tra i capelli e scompigliandoli leggermente. Ne hai abbastanza di quella situazione, di reprimere costantemente i tuoi sentimenti in pubblico, delle bugie, delle scuse inventate con i tuoi genitori e con la tua migliore amica, a cui vuoi bene come una sorella, anche se non lo ammetteresti mai. Ma non puoi nemmeno rinunciare a quei brevi momenti di pura felicità in cui potete stare insieme.

Istintivamente il tuo sguardo si posa su quel bambino che sta dormendo nel tuo letto a pancia in su, con un'espressione serena stampata sul volto, illuminato da un raggio dorato di sole che filtra obliquamente dalla finestra.

Gli adorabili ciuffetti corivini che ricadono disordinatamente sulla fronte, il respiro calmo e regolare, le labbra dischiuse in un leggero sorriso. E' adorabile mentre dorme, anche più tenero del solito.

Vorresti allungare una mano per accarezzarlo, ma all'ultimo momento cambi idea, vedendo che sta lentamente aprendo gli occhi. Sorridi, sentendoti improvvisamente più coraggioso, e ti sporgi verso di lui, sfiorandogli le piccole e morbide labbra con un bacio.

Conan Edogawa, o meglio Shinichi Kudo, sgrana gli occhi sorpreso, ma non ti allontana, e dopo un attimo di incertezza le sue mani ti si posano sulla nuca, attirandoti ancora di più contro il suo corpo.

Gli circondi le guance con le mani, approfondendo il bacio con passione, impaziente. Per un momento anche lui sembra rispondere con lo stesso desiderio, ma dopo pochi secondi ti posa le mani sulle spalle, spingendoti all'indietro con un gesto secco.

"Heiji, ma sei impazzito? E se fosse entrato qualcuno?" Conan, con le guance in fiamme e il respiro affannato, cerca di ricomporsi rimproverandoti aspramente, ma in fondo sai che gli è dispiaciuto interrompere quel contatto.

"Ho chiuso la porta a chiave ieri sera."Spieghi non potendo trattenere un sorrisetto trionfante, e lui sbuffa, fingendo di essere seccato e incrocia le braccia al petto, assumendo la sua inconfondibile posizione di rimprovero.

"Come facevo a saperlo? Per quanto mi riguarda, sarebbero potuti entrare i tuoi genitori, o peggio ancora Kazuha!"

"E allora?" Cominci a sentirti infastidito da tutta l'importanza che Shinichi sta dando all'accaduto. E' mai possibile che per lui sia così facile reprimere i suoi sentimenti?

"Come sarebbe allora?" Sbotta indignato Shinichi, guardandoti come se fossi impazzito. "Allora spiegalo tu alla tua famiglia e alla tua amica il motivo per cui stavi baciando un bambino di sette anni!"

Le sue parole concitate si smorzano subito, appena le tue braccia circondano il suo esile corpicino, e il suo viso affonda nel tuo petto.

"Hai ragione, scusa."Mormori, posando un bacio tra i suoi capelli, e lo senti rilassarsi un poco contro il tuo corpo. "Ma adesso sai come stanno le cose, quindi..." Gli sollevi dolcemente il mento, e le vostre labbra si scontrano in un tenero bacio, senza fretta.

Quando vi staccate per respirare, sorridete entrambi. Shinichi non sembra più arrabbiato, e si stringe a te, lasciandosi cullare tra le tue braccia.

Per tutta la notte avete dormito abbracciati, stretti l'uno all'altro nello stesso letto nonostante vi fossero due futon nella stanza che la madre di Heiji aveva preparato per voi due.

Non potevate andare oltre, almeno non finchè Shinichi era intrappolato in quel corpo da bambino, ma non ti importa, anzi, ti sei sentito appagato come non mai per aver potuto trascorrere quelle ore di infinito amore insieme.

Qualche volta sei persino grato all'Organizzazione che lo ha rimpicciolito. E' un pensiero egoista, lo sai, ma probabilmente, se vi foste conosciuti in circostanze normali, probabilmente adesso non sareste mai potuti diventare più che semplici amici.

Invece quel segreto che tu hai condiviso con lui ha rafforzato il vostro legame e la vostra complicità, giorno dopo giorno, finchè una notte vi siete avvicinati troppo, vi siete spinti ad un punto di non ritorno, mettendo a nudo i vsotri reali sentimenti.

Non ti sei mai pentito di questo, ma giorno dopo giorno ti stai rendendo conto di quanto quel legame possa essere precario e costantemente appeso ad un filo.

Fingere, dissimulare, nascondere, mentire: siete obbligati a farlo, per poter vivere appieno quell'amore tanto proibito quanto puro, che mai nessuno approverebbe. Fingere di trovarvi vicini per caso, nascondere gli sguardi un po' troppo lunghi che vi scambiate. Mentire a tutti, specialmente a quelli che notano quanto sia forte il vostro legame e se ne stupiscono. La classica frase che risuona sempre come una banale scusa: siete solo amici, migliori amici, niente di più. E magari gli altri potrebbero crederci, ma la vostra complicità è troppo profonda per due normali amici.

Senti costantemente un peso che ti opprime il cuore, all'ennesima bugia, all'ennesima maschera che davanti agli altri costruisci per paura di lasciar intuire cosa provi per quel bambino dai grandi occhi azzurri e gli occhiali troppo spessi.

Ma queste sensazioni svaniscono appena sei insieme a lui, e la pace torna a regnare nel tuo cuore. Ti senti tranquillo, ottimista, allegro, felice, come se ogni cosa fosse proprio come deve essere.

E non hai più dubbi: lo ami, lo ami più di te stesso, e faresti qualsiasi cosa, affronteresti qualsiasi ostacolo e qualsiasi dolore pur di restargli accanto per tutta la vita.

Non gliel'hai mai detto questo, almeno non così esplicitamente, ma sai che ci sarà tempo per farlo, tutto il tempo che volete.

Avrete tempo per fondare la vostra agenzia, litigare per l'ordine dei nomi sull'insegna, discutere fino a notte fonda di casi complicati, indagare fianco a fianco, svegliarsi l'uno vicino all'altro con un bacio e un sorriso. Avrete tempo, per vivere il vostro amore. E non è un'illusione, ci credi davvero.

Forse sei solo un ingenuo, ma sei convinto che, una volta che avrà riacquistato la sua identità e vinto la battaglia decisiva, niente e nessuno potrà più ostacolarvi.

Shinichi ha riso ascoltando i tuoi progetti, ma poi, facendo combaciare le vostre dita, nel buio della stanza e con le guance forse rosse di imbarazzo, aveva ammesso che le tue idee non erano affatto male.

Gli passi delicatamente una mano tra i capelli, sapendo che tra poco dovrete separarvi. L'aereo per Los Angeles parte a mezzogiorno, ma Shinichi dovrà arrivare in aeroporto con almeno due ore di anticipo.

Non vorresti separarti da lui per nulla al mondo, non adesso che sta per affrontare una missione così pericolosa.

La battaglia, forse quella decisiva, con l'Organizzazione, a fianco degli agenti dell'FBI, di Ai Haibara, e dei suoi genitori.

Shinichi, come al solito, aveva voluto lasciare tutti fuori da quella faccenda, assicurandosi che l'FBI si prendesse cura di loro ma lasciando che restassero in Giappone. Lui e Haibara erano i più coinvolti, perciò era inveitabile che dovessero partecipare in prima persona allo scontro finale, mentre per quanto riguardava i genitori di Shinichi, niente era riuscito a dissuaderli, dopotutto avevano il diritto di restare vicino al figlio, senza contare l'abilità di truccatrice di Yukiko che poteva rivelarsi molto utile.

Anche tu avresti voluto seguirlo, ma Shinichi è stato irremovibile. Hai cercato in ogni modo e con ogni mezzo di fargli cambiare idea, ma alla fine ti sei dovuto arrendere. Hai piena fiducia in lui, dopotutto, e sai che, con la sua mente geniale e l'aiuto dei migliori agenti federali degli Stati Uniti, non potrà correre alcun pericolo.

La tua unica pretesa è stata quella di poter trascorrere alcuni giorni con lui, prima che partisse per l'America, e l'hai invitato ad Osaka, nella tua casa. Però, purtroppo, il tempo è passato più in fretta del previsto, e il giorno fatidico della partenza è arrivato.

"Qualcosa non va?"Lo senti sussultare ale tue carezze, e quando solleva lo sguardo, incroci i suoi occhi, incerti e preoccupati.

"Mi aspetterai, non è vero?"Ti sciogli al suono di quelle parole, pronunciate con voce imbarazzata e tremendamente insicura. Sai benissimo cosa significano: potrebbero volerci mesi, forse anche anni, per assicurare alla giustizia tutti i membri dell' organizzazione criminale, e altrettanto tempo perchè Ai riesca a trovare l'antidoto definitivo per l'apotoxina.

Ma il sentimento che provi per lui è talmente profondo che non rischierà di incrinarsi per così poco. Anzi, sei certo che non smetterà mai di mancarti, ogni giorno come il primo.

"Che ti prende? Oggi sei più melodrammatico del solito." Lo stuzzichi, ma lui resta serio, e allora anche tu smetti di ridere.

"Sì, ti aspetterò."La tua voce è decisa, sicura, senza la minima esitazione, anche se l'emozione ti fa tremare un poco le corde vocali, mentre gli circondi la schiena con un braccio e l'altro lo allunghi in cerca della sua mano, così piccola nella tua. La stringi con forza, facendo intrecciare le vostre dita.

"Ti aspetterò, Shinichi."Ripeti con convinzione, e sorridi. "Ma devi promettermi che, quando tornerai, apriremo un' agenzia solo nostra. Insieme diventeremo i detective più famosi del Giappone." Aggiungi sorridendo e con uno sguardo complice.

Shinichi ti sorride, ma puoi scorgere un'ombra di amarezza nel suo sguardo.

Forse non ci crede nemmeno, a quelle parole, forse lui, decisamente più realista di te, sa i rischi che potrebbe correre, sa che c'è quella piccola possibilità, a cui si rifiuta di pensare, la possibilità di non riuscire a tornare indietro.

Non risponde, e si alza dalle tue ginocchia, senza guardarti.

"Sarà meglio prepararsi, altrimenti rischio di perdere l'aereo."

Corre in bagno, lasciandoti lì, da solo, e senza il calore delle sue braccia che ti circondano, hai incredibilmente freddo.

Forse non vuole illuderti, forse non vuole ferirti, ma più tardi, mentre il suo piccolo corpicino scompare in mezzo alla moltitudine di persone che si dirigono ai cancelli di imbarco, con il borsone azzurro sulla spalla, mentre lo saluti con occhi lucidi e un gesto della mano, sforzandoti a tutti i costi di sorridere, lo vedi tornare indietro di corsa.

Stupito, spalanchi gli occhi, ma non hai neanche il tempo di muovere un passo che Shinichi, con un salto si è fiondato tra le tue braccia, schiacciando il viso contro il tuo petto e stringendo con forza il tuo giubbotto di pelle.

"Shinichi, che ti prende?" Ti bacia, cogliendoti di sorpresa, e si stringe a te con forza e disperazione.

"Te lo prometto, Heiji."Sussurra al tuo orecchio, prima di posare i piedi per terra e correre via, con un ingenuo sorriso.

Mentre si allontana, ti senti il cuore scoppiare di felicità. E' la prima volta che Shinichi dimostra così apertamente il suo affetto per te, e non puoi fare a meno di sentirti fluttuare.

Ma da una parte, hai paura. Vorresti lasciar perdere tutto e corrergli dietro, soffocarlo di nuovo nel tuo abbraccio, dirgli che non lo abbandonerai mai.

Eppure qualcosa ti frena. Scuoti la testa, sorridendo. Lui ha promesso, ha promesso che ritornerà.

E insieme, fonderete l'agenzia investigativa più famosa del Giappone.

 

 

**

 

 

"Heiji, c'è una telefonata per te." Sussulti, rendendoti conto solo adesso che ti è sembrato di sentire la sua voce, mentre in realtà era soltanto il timbro dolce e timido di Kazuha, comparsa proprio in quel momento davanti a te. Sono passati due anni, ma lei non è cambiata per niente. I capelli mori legati con un morbido fiocco rosso in una cosa di cavallo, il sorriso gentile ma deciso ad ornarle il volto dalla pelle chiarissima.

Tra le mani stringe un piccolo cordless, e ti fissa incerta. Sa bene che in questo momento non hai voglia di parlare con nessuno, ma lei ritiene che tu ne abbia bisogno. E' ancora innamorata di te, nonostante tutto, ma tu non puoi accettare quell'amore. L'unica persona da cui lo avresti voluto era Shinichi.

Solo pensarlo, ti provoca una dolorosa fitta al cuore. Con un gesto noncurante della mano le fai segno di lasciarlo solo, ma lei non demorde, avanzando verso il divano su cui sei malamente seduto.

"E' Miyano."Dice ancora, la voce bassa ma sicura. "Dice che ha bisogno di parlarti."

Per un momento la guardi seccato, pensando che potrebbe anche immischiarsi un po' meno nei suoi problemi, ma si pente subito di quel pensiero. Come una vera amica, Kazuha ti ha aiutato moltissimo in quei lunghi mesi senza Shinichi.

Dopo esserti trasferito in un piccolo appartamento in centro, lei aveva insistito per seguirti e occuparsi di te.

Forse in passato non ne avresti avuto bisogno, ma adesso Kazuha è maturata molto ed era lei ad essere il tuo sostegno, la tua roccia nei momenti più bui. Aveva accettato il legame tra te e Shinichi, sorprendentemente, e aveva chiesto solo di poterti stare vicino come amica.

Le hai sempre voluto bene, nonostante tutto, e non avevi avuto alcuna ragione per rifiutare. E così, anche se poteva sembrare paradossale, era lei a consolarti quando eri preoccupato per Shinichi, quando per settimane intere non chiamava, ed era sempre lei a sorridere quando i tuoi occhi brillavano di gioia perchè Shinichi, al telefono, ti aveva detto che sentiva la tua mancanza.

Lei era accanto a te, quando hai ricevuto quella notizia talmente terribile che ancora non era stata inventata una parola adatta per descriverla.

Soltanto una settimana prima, Shinichi era al settimo cielo.

"E' tutto finito, Heiji." Aveva detto, la voce colma di entusiasmo.

"Presto sarò di nuovo in Giappone." E ricordavi di esserti sentito felice come un bambino, talmente tanto che non eri riuscito a trattenere un largo sorriso, nell'udire quelle parole.

Avresti dovuto dirgli qualcosa di dolce, quella volta, ma non potevi certo sapere che non l'avresti rivisto mai più. Sembra pazzesco, ma non gli hai mai detto che lo amavi. E questo è il tuo più grande rimpianto. Shinichi lo sapeva, gliel'avevi dimostrato in tante occasioni. Ma l'orgoglio, maledetto orgoglio, ti aveva impedito di essere sincero fino in fondo.

Quando l'agente Jodie Starling ti aveva chiamato, subito, dal suo tono serio, avevi intuito che ci fosse qualcosa che non andava. Ma mai, mai e poi, avresti pensato una cosa simile. Shinichi non ce l'aveva fatta.

Shinichi era morto.

La cornetta ti era caduta di mano, il respiro affannoso. Gli occhi sbarrati e colmi di lacrime che fissavano il vuoto.

Era stata Kazuha a raccogliere il telefono, continuando a parlare con Jodie, e spiegandogli in seguito che a quanto pareva alcuni membri della banda che loro si erano fatti sfuggire gli avevano teso un'imboscata, e Shinichi era stato colpito da un proitettile nel tentativo di difendere Haibara.

Ma tu non l'ascoltavi, continuando a fissare il vuoto. In preda ad un dolore cieco e opprimente, ti eri messo a urlare il suo nome, sferrando pugni sul pavimento con tutta la forza che avevi, fino a farti sanguinare le mani, piangendo e singhiozzando.

Kazuha ti aveva fermato con dolcezza, abbracciandoti, e tu avevi pianto con il capo poggiato sulla sua spalla per tutta la notte, senza riuscire ad esaurire le lacrime. E mentre piangevi, sentivi la rabbia crescerti dentro. Nei tuoi confronti, che avresti potuto fermarlo e non l'hai fatto, nei confronti del mondo, che nonostante il tuo dolore sarebbe andato avanti indifferente.

Era un vero insulto pensare che il sole avrebbe continuato a splendere, e i petali dei fiori a schiudersi, dopo che una persona buona e senza alcuna colpa se n'era andata così in fretta, troppo in fretta, in quel modo così tragico.

Da quel giorno, eri morto dentro. Niente più sogni, niente più felicità per te. Solo un immenso vuoto nel cuore e freddo, tanto freddo che ti attanagliava l'anima sempre di più, ogni maledetto secondo che passavi senza di lui.

Come potevi vivere, d'altronde, se l'unica persona che avrebbe potuto dare un senso alla tua esistenza se n'era andata per sempre?

"Heiji." Kazuha posa una mano sulla tua spalla, delicatamente, per riscuoterti dal tuo torpore. Alzi gli occhi su di lei, che ti porge la cornetta. "Non potrai ignorarla per sempre."

"Shinichi è morto per salvarla, dannazione! Come posso essere indifferente e non pensare che sia colpa sua, che sarebbe dovuto toccare a lei? Che è lei che ha inventato quel veleno, è lei che apparteneva a quella banda di criminali, è lei che doveva prendersi quel proitettile, non lui! Lui non c'entrava niente! Lei ha ripreso il suo corpo, la sua vita come se nulla fosse, mentre lui non c'è più!" Vorresti urlarle questo, con tutta la tua disperazione e il tuo dolore. Ma non puoi, sai che non puoi farlo. In quel momento si ritrovi ad odiare l'animo altruista di quel detective che tanto ammiravi, ma soprattutto, che tanto amavi.

Afferri il telefono quasi con rabbia, schiacciandotelo contro l'orecchio. "Miyano?" Pronunci il suo cognome con voce incredibilmente fredda, colma di rancore, ma la scienziata non si lascia impressionare.

"Ho provato mille volte a chiamarti, ma c'era sempre la segreteria. Devo dirti una cosa importante."

"Parla."Sputi fuori secco, diretto, malcelando l'irritazione e la rabbia che provi nei suoi confronti.

"Ho una lettera per te."Dice lei all'improvviso, altrettanto coincisa. "Una lettera di Kudo. Mi pregò di consegnartela... se non fosse riuscito a tornare."

Il tuo cuore accellera improvvisamente i battiti. Devi aver capito male, Shinichi Kudo non era certo un tipo che scriveva facilmente lettere d'amore. Ma deve essere per forza la verità, sarebbe troppo crudele come scherzo.

Vorresti dire qualcosa, qualsiasi cosa, ma le parole le hai bloccate in gola, dove il tuo cuore continua a pulsare fastidiosamente.

"E' già nella cassetta della posta, ce l'ho messa io personalmente."Continua lei, prima che tu possa aggiungere qualcosa. "Ho chiamato solo per avvertirti. Potevo immaginare benissimo che tu non volessi vedermi, dopo quello che è successo." Rimani in silenzio. Sai che è la verità. "Ma Shinichi ti voleva bene sul serio."

"Cosa te lo fa credere?"La tua domanda sarcastica riecheggia nel ricevitore. Ti penti subito di averla pronunciata, ma non sei riuscito a trattenerti. Shiho non aveva il diritto di nominare Shinichi.

"Me lo ha detto lui." Risponde la giovane scienziata con tono calmo. "Mi ha detto che, al suo ritorno, avreste aperto un'agenzia tutta vostra. E che..." Esita un attimo, prima di concludere. "Non importa, lo capirai leggendo la lettera. Mi dispiace sul serio, Hattori. Shinichi Kudo era una persona straordinaria, la più importante della mia vita. Mi manca."

"Anche a me."Concludi tristemente, avvertendo un groppo in gola. "Anche a me."

"Non è andata come pensi tu."Alle sue parole, pronunciate in fretta e all'improvviso, sgrani gli occhi, confuso.

"Cosa stai cercando di dire?"

Un attimo di esitazione, ma poi la sua voce risuona di nuovo chiara e decisa. "Kudo non avrebbe voluto che te lo dicessi, ma io ritengo che la cosa più giusta. Forse voleva proteggerti da eventuali sofferenze, forse è per questo che ha chiesto all'agente Jodie di mentire e a me di concordare la sua versione dei fatti. La verità... è che Shinichi non poteva tornare, neanche se lo avesse voluto."

Il tuo cuore perde un battito, mentre cerchi di dare un senso a quelle parole. Ma se fosse vero, sarebbe tutto troppo orribile... No, non puoi, non vuoi crederci...

"Kudo era malato. Non è morto per un proiettile."Poche, semplici parole che fanno crollare il tuo mondo ancora una volta e ti gettano in un abisso buio e senza fine.

"Avevo scoperto che l'azoto, che ha la capacità di rallentare la pressione sanguigna, poteva essere inserito nell'antidoto per l'apotoxina. Sono riuscita a rallentare i processi intermolecolari e a fare sì che l'apotoxina perdesse efficacia, restituendogli il suo corpo originale per un lasso di tempo più lungo del solito. Sulla base di questo, sono riuscita a realizzare un antidoto definitivo. Ma l'azoto, come risaputo, ha un'alta capacità di formazione delle nitrosammine, che sono note... come una delle cause più comuni di cancro. Ho cercato di spiegare i rischi a Shinichi, ho tentato di farlo ragionare, di spiegargli che avrebbe potuto crescere e riacquistare comunque il suo corpo, ma lui mi sorrise, e mi disse che significava arrendersi. Invece lui non aveva paura, avrebbe continuato a lottare."

"Quindi, in tutto questo tempo..."Non riesci a completare la frase, e Shiho la finisce per te.

"Kudo lo sapeva, ma non ha voluto crearti sofferenze. E' stato coraggioso, non si è mai lamentato, non si è mai autocommiserato.

Continuava a ripetermi che sarebbe tornato, che te l'aveva promesso..."La sua voce si incrina, mentre tu non riesci nemmeno a pronunciare una parola.

Non puoi immaginare che Shinichi ti abbia tenuto all'oscuro di tutto per mesi, non puoi immaginare di sapere che lo ha fatto solo per proteggerti. Non puoi immaginarlo costretto in un letto, provato dalla malattia, così lontano da te.

Una lacrima ti riga la guancia, e tu non fai niente per fermarla. Ti senti incredibilmente stupido. Non hai capito cosa stesse succedendo, puoi dare la colpa solamente a te stesso. "Grazie."Sussurri, sincero.

"Hattori." Shiho ti richiama. "Kudo non ti ha mentito, l'ultima volta che vi siete parlati. Stava meglio, ed era convinto che sarebbe riuscito a partire. Ma poi sono sopraggiunte delle complicazioni..."La sua voce si spezza, e annuisci, anche se lei non ti può vedere.

"Capisco." Hai capito davvero, hai capito perchè Shinichi lo ha fatto. Perchè amore vuol dire pensare al bene dell'altro prima che al proprio. E Shinichi ti amava così tanto che ha voluto condividere quel peso da solo.

Corri fuori senza neanche indossare la giacca per proteggerti dal freddo, e apri la cassetta delle lettere, alla ricerca di quella che ha messo Shiho.

Appena riconosci la grafia di Shinichi, ordinata ed elegante, il tuo cuore compie un balzo. Delicatamente estrai il foglio di carta dalla busta, sapendo che sono state le sue dita a sfiorarlo.

E' passato tanto tempo, ma puoi ancora sentire il suo profumo sulla carta, quel profumo dolce e rassicurante che portava la pace nella tua mente e nel tuo cuore.

E non puoi impedire alle lacrime di bagnarti gli occhi e di scivolare rapidamente sulle guance, mentre leggi le ultime parole di Shinichi per te.

 

 

"Sai, ci ho pensato parecchio. Secondo me il mio nome dovrebbe venire prima del tuo, sull'insegna che metteremo per la nostra agenzia. Insomma, Shinichi&Heiji suona meglio, non ti sembra? Sempre che tu non stia pensando di metterci i nostri cognomi, ma secondo me i nomi sarebbero perfetti, con un tocco di calore in più. S e H sono persino le iniziali di Sherlock Holmes, non possiamo assolutamente fare in modo diverso!

Magari potrei occuparmi io delle scartoffie, e tu di accogliere i clienti, sei molto più espansivo e cordiale di me...

Ma chi prendo in giro? Heiji, non sono sicuro che riuscirò a mantenere la promessa che ti ho fatto. Non so quando e se tornerò. Il motivo? Perdonami per non avertelo detto, non volevo che soffrissi. Ma la verità è che sono malato.Non ti annoierò con i dettagli, ma è una cosa abbastanza seria da farmi pensare che, forse, questa volta non me la caverò.

Ma di una cosa sono sicuro. Voglio passare tutta la mia vita al tuo fianco, non voglio separarmi mai più da te. Voglio riabbracciarti, voglio mantenere quella promessa, per te, ma soprattutto per noi.

Probabilmente riderai leggendo queste parole, ma tu non scherzi in quanto a sdolcinatezze. Ieri, al telefono, mi hai chiesto se mi mancavi, ricordi?

Beh, nel caso non dovessi avere l'opportunità di parlarti ancora, devo darti una risposta. Anzi, non credo ce ne sia bisogno.

Elementare, Watson."

 

 

 

Stringi la lettera al petto, mentre le lacrime continuano a bagnare la carta e le tue mani.

Ora sai che Shinichi ti amava quanto tu amavi lui, con tutto il cuore.

Anche tu avresti voluto passare la vita al suo fianco, ma il destino, crudele e impietoso, ha deciso che non poteva essere possibile.

Sorridi timidamente, mentre il calore si espande di nuovo su per il tuo petto, lì dove è posata la lettera di Shinichi.

Adesso sai cosa devi fare.

L'agenzia d'investigazione Shinichi&Heiji verrà inaugurata presto, ne sei sicuro. Con il nome di Shinichi per primo, come avrebbe voluto lui.

Perchè in fondo, anche se non lo ammetteresti mai, è sempre stato lui il migliore tra voi due.

Perciò gli chiedi scusa, se adesso ti prenderai questa piccola rivincita e manderai avanti l'agenzia da solo.

Non doveva andare così.

Perdonami, Shinichi.

Alzi al cielo gli occhi annebbiati di lacrime, e in quell'istante, ti pare di scorgere, incagliato tra le nuvole, il volto di Shinichi, con quel sorriso un po' saccente e un po' beffardo, che sembra prendersi gioco di te anche da lassù.

Le tue sopracciglia si aggrottano in una finta espressione minacciosa, come faceva sempre lui quando fingeva di essere arrabbiato, mentre in realtà avrebbe solo voluto abbracciarti.

 

 

Un momento, sei stato tu a lasciarmi qui da solo, mi hai tenuto nascosta la verità, non hai neanche mantenuto la promessa... non pensi di dovermi chiedere scusa tu per primo?

  
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