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Autore: Nihal07    31/01/2016    0 recensioni
Dopo continui attacchi a villaggi vicini, il Team Kakashi è costretto ad indagare e soccorrere gli eventuali superstiti. Qui Kakashi incontra una ragazza. Una strana ragazza, tremendamente somigliante a Rin. Che sia lei?
Forse si. Lei conosce la sua storia, le sue emozioni, ma sembra essere tornata per vendicarsi di lui.
In questo momento difficile, il jonin sarà però affiancato dai suoi allievi, in particolare da Sakura...
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Sakura Haruno
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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The End

 
Erano ormai passati mesi da quella brutta storia.
Ogni tanto capitava di ripensarci ma aveva promesso di essere felice, glielo doveva.
Kakashi si voltò verso Hinata, la quale aveva preso la parola.
"Non riesco a capire perchè non siano ancora qui."
Naruto alzò le spalle. "Probabilmente Ino non avrà ancora deciso cosa mettersi."
Asuma rise. "Non credo che questa volta sia quello il problema. è da tre giorni che si prepara per stasera. Il "cosa mettersi" l'ha scelto da una settimana."
Naruto sbuffò. "Persino Kakashi è arrivato in orario."
Kakashi sorrise. "Non essere così irritato Naruto. Avranno le loro buone motivazioni."
"Ragazzi!! Siamo arrivate."
Tutti si girarono verso l'origine di quella voce: una Ino elegante e una Sakura imbarazzata da tutto quel fracasso.
La bionda parlò per prima: "Non date la colpa a me! Mi sono presentata a casa di Sakura super puntuale, ma lei non era ancora pronta. "Ho appena finito di preparare la lezione per domani" ha detto." Si girò subito verso l'amica che alzò le spalle imbarazzata.
"Scusatemi, non ho tenuto d'occhio l'ora." Sakura sorrise. Da poco infatti le avevano affidato una squadra di tre marmocchi da allenare; missione ardua e dalle sfumature imprevedibili. "Abbiate pietà".
Naruto ruppe qualsiasi indugio: "Suvvia, andiamo che sto morendo di fame".
Quella sera avevano infatti deciso di cenare tutti insieme: Asuma, Ino, Hinata, Naruto, Kakashi, Sakura, Kiba e Shino. Ten ten non era potuta venire e Sasuke aveva gentilmente rifiutato l'invito sostenendo di essere sommerso dal lavoro per potersi distrarre in quel modo.
"Sakura, non ti manca un pò fare il medico?" Chiese Kiba una volta sedutosi vicino alla rosa.
"Forse ogni tanto ma... è giusto fare più esperienze possibili nella vita, no? L'avere un Team da addestrare sembra divertente ed interessante per ora. Per fare il medico avrò molto tempo."
Kiba annuì. "Si, probabilmente hai ragione."
Sakura continuò. "E poi... Fare da maestra a tre ragazzini non preclude la possibilità di fare un salto in ospedale ogni tanto."
"E del tempo per te, te lo prendi mai?" Il ragazzo sorrise.
"Ogni tanto ci provo, ma non sempre la cosa mi riesce."
"Un ragazzo dovrebbe trovarsi nel tempo libero, altro che tecniche e missioni." Naruto lanciò un'occhiata maliziosa ai due amici e Kakashi, il quale poco prima stava parlando con Asuma, si focalizzò sulla scenetta che si stava presentando davanti ai suoi occhi, contribuendo con un'espressione contrariata.
"Direi che non c'è alcuna fretta." rispose Sakura, anche se il suo sguardo si posò involontariamente su Kakashi.
Che figuracce le toccava fare!!
Dopo cena, i ninja optarono per un giro in centro a Konoha e mentre camminavano, Ino ne approfittò per avvicinarsi a Sakura. "Kiba si sta impegnando molto stasera."
Sakura arrossì. "Credo sia solo una tua impressione."
Ino alzò le spalle. "Forse... Chi può saperlo?"
La rosa spostò lo sguardo su Kakashi che camminava poco più avanti di lei e sospirò.
Non avevano più parlato della loro ultima missione insieme e tutto era tornato come prima, tranne per quanto riguardava i suoi sentimenti nei confronti dell'uomo. Forse prendere in considerazione l'idea di Ino non le avrebbe fatto così male.
"Sakura." La voce di Kakashi riportò la rosa alla realtà.
"Kakashi" La ragazza sorrise dopo aver notato che l'uomo si era fermato per aspettarla e riprendere a camminare di fianco a lei.
L'Hatake mise le mani in tasca. "Come stai?"
La rosa ci pensò un attimo. "Bene grazie. Non ho nulla di cui lamentarmi ora come ora." O quasi. "E tu?"
Il jonin annuì. "Quindi adesso Tsunade ti ha costretta a badare a tre ragazzini?"
"Esatto." Sakura rise. "Il verbo "badare" però non mi convince molto. Ti sei forse espresso così anche quando ti hanno chiesto di essere il nostro maestro?"
"Certo che no, ho detto molto di peggio. La tua situazione è rose e fiori in confronto alla mia."
"In effetti i miei non sono ragazzini con la vendetta in testa o con una volpe a nove code in corpo."
"Senza togliere la ragazzina innamorata di turno." Ribattè Kakashi che notando l'espressione imbarazzata di Sakura si scusò subito. "Scusa, pessima battuta."
"Oh no, hai perfettamente ragione. Nessun cuore innamorato nel mio Team. E se dovesse succedere, darò a questa sfortunata donzella così tanti compiti e tecniche da imparare, che non avrà più tanto tempo per le storie d'amore." Sakura fece una pausa ma poi riprese. "Anche se molte volte, qualche pena d'amore insegna molto più di una qualsiasi tecnica."
"Ma non ti salva la vita." Ribattè cinico Kakashi.
Sakura negò con la testa. "E questo chi lo dice? L'amore salva da ben altre morti, forse più dolorose e pericolose di quella di cui parli."
Prima che il jonin potesse ribattere, Ino fermò tutti e con un grande sorriso catturò l'attenzione dei presenti: "Ragazzi, si è fatto tardi! Io devo andare."
Uno ad uno trovarono opportuno fare lo stesso. La sveglia il mattino dopo non avrebbe risparmiato nessuno.
Kiba si avvicinò a Sakura. "Se vuoi posso accompagnarti."
La rosa abbassò lo sguardò imbarazzata. "Non mi permetterei mai di darti questo disturbo..."
"Ma non lo è affatto, anzi. Penso che..."
"Io credo che sia giusto per tutti andare a casa propria." Kakashi si intromise. "Sakura, ho bisogno di parlarti di un'attività che potrebbe riguardare i tuoi giovani studenti."
La rosa guardò l'uomo perplessa, ma poi annuì. Così i due si lasciarono un Kiba alle spalle dopo averlo salutato.
La ragazza rise: "Suvvia, parlami di questa attività."
“Non si tratta di nessuna attività.” L’uomo fece una pausa di riflessione.  “Semplicemente non trovavo sensato che ti accompagnasse a casa.”
Sakura lo guardò perplessa. “Dobbiamo dirci qualcosa?”
“Volevo dirti che…” Kakashi si fermò. In realtà non sapeva nemmeno lui cosa voleva dirle. O forse non riusciva a trovare le parole giuste per esprimere quel concetto di cui aveva fin troppa paura. “Io ti…” L’ennesima pausa. “Ringrazio per quello che hai fatto. Non ne abbiamo più parlato e probabilmente non tratteremo più l’argomento ma… Prima di chiuderlo completamente, volevo ringraziarti.”
Sakura abbozzò un’espressione serena, ma un po’ delusa. “Figurati, mi dispiace solo che non sia finita nel modo che avevi sperato.”
Kakashi stette in silenzio e la rosa rispettò quel momento, fino a quando non arrivarono davanti casa di lei.
“Allora, se mai ti servisse una mano per tenere a bada quei tre ragazzini… Non esitare a chiedere.”
Sakura annuì. “Ti ringrazio. Alla prossima.”
La ragazza aprì la porta e Kakashi si girò per allontanarsi di qualche passo, prima di voltarsi di nuovo. “Sakura!”
La rosa si voltò e trattenne il fiato. “Si?”
Il jonin temporeggiò un attimo, poi sospirò. “Buonanotte.”
L’Haruno annuì sorridendo. “Buonanotte a te.”
Quando si chiuse la porta alle spalle, lanciò la borsa sul divano e si sedette accanto a questa passandosi una mano tra i capelli. “Ma per carità, Sakura finiscila di sperarci.”
 
Kakashi si diede dello stupido per la figuraccia appena fatta.
Chissà cosa aveva pensato Sakura di questo suo strano comportamento.
Arrivato a casa, si sentì più irrequieto di prima e dovette aspettare un po’ prima di coricarsi.
Si sedette sul divano e prese un libro, ma nemmeno leggere gli permetteva di pensare ad altro.
C’era qualcosa che provava, qualcosa che sentiva ma che non riusciva a spiegarsi, e Sakura era il cuore del problema.
Si prese la testa tra le mani e chiuse gli occhi.
Gli tornarono in mente Rin e la promessa che le aveva fatto prima di andarsene.
Sì, doveva essere felice, e lo voleva così tanto.
Sospirò. Aveva però paura di fare qualcosa di tremendamente sbagliato.
Si alzò e si diresse in camera con l’intento di andare a letto.
Si, doveva per forza aver perso il senno quella sera.
Lui e Sakura?
Ecco, ci stava ricascando.
Decise che la soluzione migliore era quella di dormirci su. Magari la notte lo avrebbe aiutato a trovare una soluzione.
 
Il giorno dopo Kakashi si svegliò con una strana sensazione addosso, non per niente piacevole.
Dall’altra parte, Sakura era già sveglia da un pezzo.
“Dove diamine ho messo quei maledetti fogli?!” Cercò per tutta la casa senza nessun risultato per cui decise di rinunciare. Al diavolo, avrebbe improvvisato alla grande.
Dopo un paio di secondi di riflessione, alzò gli occhi e fissò per un attimo l’orologio: le 9.00.
Era in ritardo… Fantastico.
Quando arrivò al punto di ritrovo però, trovo solo due dei ragazzi appartenenti al suo Team.
“Scusate il ritardo ragazzi.” Fece una pausa. “Ma Takao?”
“è in ritardo Sensei, come sempre” rispose una ragazzina dai capelli neri e corti: Mizune.
La rosa sospirò, contenta però di non essere l’unica ad aver fatto tardi.
Poco dopo, arrivò di corsa un ragazzo dai capelli rossicci e con un po’ di lentiggini sul viso. “Lo so, ho fatto tardi! Non è stata colpa mia però! Ho dovuto aiutare una nonnetta ad attraversare la strada.”
“Sempre scuse Takao! Io e Mizune non possiamo aspettarti ogni volta.” Ribattè il terzo ragazzino.
“Suvvia Itachi, la prossima volta saremo tutti più puntuali. Vero Takao?” Sakura fece l’occhiolino al povero malcapitato che rispose con un sorriso.
“Quindi è arrivata in ritardo pure lei Sensei? Figo!”
La rosa rise. “Forza, adesso dobbiamo andare al campo d’addestramento.”
 
Kakashi si abbassò per sistemare i fiori freschi al posto di quelli ormai appassiti. Successivamente appoggiò la mano destra sul marmo freddo e ruvido.
“Hey Rin.”
Non arrivò alcuna risposta. Non che Kakashi se l’aspettasse.
“Tu sapresti cosa fare.”
E soprattutto avrebbe saputo cosa dire. Perché forse Kakashi aveva già intuito quale era la decisione giusta da prendere, ma le parole mancavano.
E si sentiva così stupido per essere andato lì quella mattina, come se qualcosa sarebbe potuto cambiare. Come se un qualche incoraggiamento sarebbe potuto cadere dal cielo.
Si alzò mettendo le mani in tasca e sospirò.
Ad un tratto udì degli schiamazzi provenire dalla strada principale che in lontananza, costeggiava il cimitero.
Riuscì a notare le sagome di tre ragazzini che si rincorrevano e una di una donna dai capelli rosa che li osservava, tenendo un passo sostenuto.
Si voltò verso la lapide bianca di Rin e strinse i pugni. “Io ci provo.”
 
La spiegazione di Sakura riguardante l’utilizzo del chackra per arrampicarsi con la punta dei piedi risultò più che convincente. La pratica lasciò un po’ a desiderare a causa di continue cadute e lamentele varie.
“è impossibile.”
“No Takao, un mio compagno di Team aveva le tue stesse difficoltà. Ci ha provato un sacco di volte, ma nonostante le cadute, non ha mai mollato. Ora è uno dei ninja più forti del villaggio.”
Il ragazzino non sembrava molto convinto, ma ci riprovò.
Alla fine della giornata, i tre ninja si ritrovarono a dover prendere in considerazione l’idea di riprovarci il giorno seguente.
“Ragazzi, siete stati bravissimi. Vedrete che tra pochi giorni riuscirete ad arrampicarvi su qualsiasi albero. Ci vuole solo un po’ di allenamento.”
Più facile a dirsi che a farsi.
Sakura li vide prendere la strada per ritornare al villaggio pieni di sogni e speranza.
Quei tre ragazzini le ricordavano molto il suo passato. Bei ricordi, anche se non tutti erano così felici.
Ad un tratto sentì un tocco leggero sulla propria spalla e si voltò di scatto.
“Kakashi?”
“Ciao Sakura.” L’uomo abbassò lo sguardo.
“Da quanto sei qui?”
“Non molto, pochi minuti.” L’uomo mentì.
Sakura sospirò. “Ti serviva qualcosa?”
“Si.” Il jonin aspettò un attimo. “Scusa se posso sembrarti inopportuno…”
La ragazza inclinò la testa perplessa. “Dimmi.”
“Abbiamo passato molti momenti difficili in quest’ultimo periodo e… Si insomma, tu ci sei sempre stata e io…”
La rosa stava per interromperlo quando una voce in lontananza ruppe la tensione.
“Sakura Sensei!! Ho dimenticato la mia borsa.”
La ragazza sorrise. “Takao…”
Il piccolo ninja si fermò davanti i due sbalordito e a bocca aperta. “Tu sei… Il grande Kakashi Hatake??!!”
Sakura scoppiò a ridere e il jonin si passò una mano dietro la testa.
“Io… Credo di si…”
“Ti ho visto passare per il centro l’altro giorno! Io mi chiamo Takao.” Il ragazzino gli allungò la mano e Kakashi la strinse. Prima che potesse rispondere “Piacere”, il bambino ricominciò a parlare. “Non mi laverò più questa mano in vita mia, giuro!!! E tu Sensei, lo conosci e non ci hai detto niente? Dovrò raccontarlo a tutti i miei amici ora! Devo scappare!”
E fu così che Takao alzò i tacchi ed iniziò a correre come non aveva mai fatto in tutta la sua breve vita.
“Sono davvero divertenti. Vero? Grande Kakashi??”
“Non prendermi in giro…”
La rosa prese la borsa da terra e prese la parola. “Bè, è ora di andare. Noi ci vediamo per il prossimo…”
“Aspetta Sakura!”
La ragazza smise di proferire parola e Kakashi continuò. “Sarò diretto e senza troppi giri di parole, spero solo tu non reagisca troppo male.” Fece una pausa. “Ti va di uscire con me e vedere come vanno le cose?”
Lo disse tremendamente veloce che Sakura dovette rifletterci sopra un paio di volte prima di cogliere il senso della frase.
La rosa sorrise cercando di contenere tutta la sua euforia (cosa che avrebbe scaricato una volta arrivata in bagno, saltando per tutta la casa senza controllo). “Mi farebbe molto piacere se…” Si fermò un attimo. “Se tu sei… Pronto.”
Kakashi abbassò lo sguardo. “Lo sono e… Non voglio che tu abbia dubbi su questo.”
Sakura sorrise di nuovo. “Allora per me va bene.” Gli accarezzò il braccio. “Questa sera alle 20.00?”
Il jonin annuì sorridendo. “Questa sera alle 20.00.”

 
  
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