Lallallero
lallallà, dovrei concentrarmi su altro e invece scrivo
fyccine sempre uguali
su fagiani scemi ed innamorati. La colpa, stavolta, è di Yummy Yummy (prima parte: https://www.youtube.com/watch?v=39PdYy0TfOc).
Mannaggia agli show cinesi! In attesa che uscisse la seconda parte
sottotitolata, io ho fatto le tre di notte a plottare questa cosa. Non
è niente
di che, perciò vi esorto a godervi senza rimorso alcuno il
quarto episodio (https://www.youtube.com/watch?v=Tp1jy-8fcFc).
Se invece ci tenete proprio a leggere quanto segue, grazie di cuore sin
da ora.
“Vi
frequentate?”
La domanda
coglie entrambi impreparati. Non c’era sul copione che un
assistente di
produzione di Yummy Yummy ha
consegnato loro poche ore prima l’inizio delle riprese.
“E’
solo un
canovaccio, non dovete imparare nulla a memoria” li aveva
rassicurati.
“Vogliamo che le vostre reazioni siano il più
spontanee possibile, è il punto
di forza dello show. Ma questo”, aveva indicato il plico di
fogli stampati,
“servirà a darvi un’idea di cosa
aspettarvi dai conduttori. Tao Zi, in
particolare, è una signora molto arguta e diretta, vi
conviene cercare di
assecondarla e stare allo scherzo”.
Jongin e
l’improvvisazione, a meno che non si tratti di ballo e
affini, non vanno
granché d’accordo. Deve sforzarsi non poco per
diventare -o anche solo
sembrare- Kai, esprimere sicurezza e disinvoltura. Nella vita reale,
anzi, è vittima
di attacchi di timidezza castrante, al limite del patologico, che
però i fan trovano
assolutamente adorabile.
Sehun regge
la tensione meglio di lui, benché la maggior parte delle
volte dimostri di
possedere la maturità emotiva di un broccolo acerbo.
Chanyeol è solito
prenderlo in giro dicendo, senza peli sulla lingua né
formalità, che ha la
faccia come il culo.
“Vuoi
scherzare, il suo culetto è molto più carino di
quel muso da pesce lesso che
Madre Natura gli ha fornito in dotazione!” è
l’immancabile replica di Baekhyun,
salvo poi subire una scarica di pizzicotti accompagnati da grugniti
metà
indignati e metà scazzati. Con i pesci lessi non si scherza.
“State
insieme?” ripete Tao Zi, e Jongin torna alla
realtà in una frazione di secondo.
Legge nelle iridi vispe e color onice della donna una genuina
curiosità.
Conosce quella scintilla birichina; simili insinuazioni non gli
giungono
affatto nuove.
“No,
no” si
affretta a sorridere. “Stavamo riposando”.
“Sì”,
lo
segue a ruota Sehun, “riposando”. Distoglie lo
sguardo come uno scolaretto
vergognoso, mentre un velo di rosa che non può
essere fard gli tinge le guance.
Jongin
inizia a sudare freddo: se anche l’amico soccombe
all’imbarazzo, sono
spacciati. Prega che in fase di montaggio taglino la scena, o almeno
che il
pubblico a casa sia cinico a sufficienza da scambiarlo per fanservice
studiato
a tavolino.
“Ah,
quindi
è così che vi riposate?” insiste Tao
Zi. “Lui si stende con la testa sulle tue
gambe?” fissa Sehun dritto negli occhi, quasi volesse
sfidarlo a smentire tutto.
Ma forse non vi è reale malizia nelle sue domande
incalzanti, chi può dirlo.
“Già”
Sehun
risponde dopo un attimo di esitazione, suscitando
l’ilarità generale.
Jongin si
unisce alle risate, le ciglia che sbattono contro il vetro delle lenti;
non è
abituato a indossare gli occhiali. Negare l’evidenza sarebbe
inutile oltre che
patetico. L’arrivo degli ospiti in dormitorio proprio nel bel
mezzo del loro
momento di relax tra best bros ever (come un tempo li chiamava,
sornione,
Yifan) li ha colti di sorpresa. Un minimo di preavviso sarebbe stato
gradito.
Uno degli
altri conduttori si impietosisce e cambia discorso. Il battito cardiaco
di
Jongin si regolarizza. Non saprebbe spiegare, senza ritrovarsi i palmi
delle
mani umidi, che in effetti lui e Sehun hanno questo rituale, risalente
a poco
dopo il debutto, di occupare il divano e restarci ore ed ore, impegni
permettendo. Sehun si siede, sprimaccia un cuscino sulle ginocchia e
Jongin ci
appoggia la testa sopra, steso sulla schiena a braccia conserte.
E’ la parte
migliore della giornata. Chiacchierano, si confidano, spettegolano un
po’.
Talvolta si dividono un paio di auricolari e ascoltano musica in
perfetto
silenzio fino a che Jongin cede al sonno e si assopisce. Spesso la mano
di
Sehun scivola a sfiorare una delle sue. E’ tutto molto
platonico e fraterno.
Cameratesco, ecco.
Via via che
le riprese proseguono, però, Jongin non riesce a rilassarsi
completamente. Avverte
un’elettricità strana nell’aria, una
specie di tensione sotterranea,
impalpabile. Sehun si allontana da lui solo per andare in bagno, il
resto del
tempo lo trascorre appiccicato a lui. Quando si addentrano in cucina
per
mostrare il contenuto della loro dispensa alle telecamere,
l’amico gli sta alle
spalle, col fiato -letteralmente- sul collo. Lo affianca mentre si
avvicendano
ai fornelli; tornati in salotto per le sfide di assaggio, gli sta
attaccato
come una cozza allo scoglio. Durante la partita a ping pong contro Tao
Zi e
Xiao Yu [1], ogni occasione
è buona per toccarlo. Di fronte al fotografo
incaricato di scattare le immagini che verranno in seguito postate su
Weibo,
Sehun lo arpiona a sé con un braccio e le sue dita, non si
sa come, gli
atterrano dritte dritte su un capezzolo [2]. Jongin finge
allegria ed
inconsapevolezza, ma vorrebbe scavare una fossa nel pavimento e
sprofondarci
dentro.
Jongin se lo
è chiesto di frequente negli ultimi anni, eppure ancora
adesso la risposta
tarda ad arrivare: non sa cosa, esattamente, gli piaccia di Sehun.
L’amico ha
sempre riscosso un notevole successo tra il gentil sesso, persino
all’epoca delle
scuole superiori, con quell’infelice casco di capelli
spioventi sulla fronte.
Jongin non ne ha mai compreso il motivo, benché sia lui
stesso innamorato come
una pera cotta.
Certo, Sehun
è alto. Sottile e forte, la muscolatura ben definita grazie
alla palestra. Ha
un arnese di tutto rispetto, su questo nulla da obiettare; Jongin lo ha
intuito
già prima di ritrovarsi a farci la doccia insieme. Ma sono
caratteristiche
sufficienti per venire considerato sexy e desiderabile da un branco,
invero
alquanto nutrito, di adolescenti e giovani donne (più
qualche maschietto)?
Personalmente non ritiene che Sehun abbia lineamenti particolarmente
belli o cesellati
come Lu Han. Quando ride gli viene un enorme naso a patata e gli occhi
si
assottigliano sino a scomparire. E quel sedere sporgente, mioddio,
è
impressionante. Non sfigurerebbe addosso ad una ragazza, ma sul suo
fisico
asciutto all’inverosimile risulta grottesco. Jongin
è seriamente inquietato dal
Sebooty. Tuttavia…
E’
frustrante scoprirsi attratti da qualcuno che non si stima o, peggio,
che ci
sta cordialmente sul cazzo. Non è quello il caso: Jongin
vuole bene all’amico,
al di là del culone e dell’anaconda che minaccia
di sformargli i pantaloni in
modo irrimediabile, tanto è ingombrante. Ammira la sua
dedizione al lavoro, la
lealtà. Si fida di lui. Ne rispetta l’idiozia
cronica e l’espressione da
broccolo assente di default, ride ai suoi scherzi anche quando sono
tremendi e
nel profondo del proprio cuore sa che, se mai dovesse sbarazzarsi di un
cadavere, è a Sehun che chiederebbe aiuto (sebbene Kyungsoo
gli sembri un
complice più adatto).
Sehun
è
così, prendere o lasciare. Bisogna mettere in conto qualche
palpatina fugace e
di troppo sul fondoschiena, sguardi in tralice che metterebbero i
brividi ad un
maniaco sessuale, mani raminghe che sembrano voler rivendicare la
proprietà di
capezzoli o glutei o avambracci o spalle che non gli appartengono.
E’ una
persona fisica e territoriale, che c’è e non ci
fa. E’ più forte di lui, è il
suo modo di vivere la loro amicizia. Non vi è alcun secondo
fine in tutti i
suoi sfioramenti casuali.
Infatti
Sehun è etero. Jongin no, ed è un bel problema.
Sehun ha un
metodo di approccio collaudato di cui va molto fiero. Quando desidera
stringere
amicizia, punta il povero malcapitato come un falco la sua preda, ma ci
aggiunge un pizzico di seduzione. All’inizio procede piano,
gentilmente. Gli
gira attorno, lo circonda. Poi si tira indietro e aspetta. Lascia che
l’altro
se ne domandi il perché, lo cerchi. E al momento giusto
colpisce. Lo accarezza.
Lo accerchia. L’altro non si rende conto di cosa stia
accadendo; non fa in
tempo a realizzarlo che si è già impigliato nella
rete, è coinvolto. E Sehun sa
di possederlo.
Si aspettava
che con Jongin sarebbe avvenuto lo stesso. Era un ragazzino allora,
fresco di
diploma, e a breve avrebbe debuttato sotto contratto con la SM
Entertainment.
Aveva notato Jongin già al liceo, ma poiché erano
in anni diversi non aveva
osato avvicinarglisi prima. Lo intimidiva. Ritrovarlo tra i suoi futuri
colleghi e compagni di band era stata un’occasione troppo
ghiotta per
lasciarsela sfuggire. Tuttavia qualcosa è andato storto nel
procedimento.
E’
stato
Jongin a ghermirlo, non viceversa. Jongin con il suo candore e i
fianchi
stretti, le lunghe gambe e una tenera forma di narcolessia, la passione
per la
lettura, le labbra da mordere, la flessibilità del giunco
che si piega ai
capricci del tempo e mai si spezza, i cani che ama come dei figli.
Jongin lo ha
sedotto senza nemmeno capirlo; lo ha aiutato, gli è stato
vicino nei momenti
più bui ed in cambio non ha chiesto nulla. E’
naturale che Sehun in sua
presenza fatichi a controllare i propri istinti, che gli orbiti intorno
sperando di catturare la sua attenzione. Quando pensa che
l’amico non se ne
accorga lo guarda e basta, si lascia assorbire da ciò che
vede. Jongin è un
duca, un duca nel suo dominio. E’ un conquistatore delicato,
incantevole, destinato
a vincere e ad annientare. A volte l’amore che prova per lui
e il terrore del
rifiuto, inevitabile, lo sovrastano e si sente male. La nausea si
insedia in
gola, aspra, e brucia. Lo stomaco si chiude. Il respiro si spezza.
Perché
Jongin è etero (e innocente). Sehun no, ed è un
bel problema.
[1] Chi ha
realizzato i sottotitoli è un po’ confuso
riguardo al nome di quest’uomo, perché non si
è capito bene se si chiami Xiao
Yu o Xiao Liu.
[2] Sehun, vecchio
marpione. (https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/hphotos-xtp1/v/t1.0-9/12541066_1046239442106456_6884323807363190440_n.jpg?oh=7cd4bef22fbc674bdaa267f96b32c757&oe=57318EC2)
Non
ringrazierò mai abbastanza la straordinaria intervista di
Truman Capote a
Marlon Brando del 1957, alla quale mi sono ispirata per il titolo e un
paio di idee.
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pagina-sclero: https://www.facebook.com/Il-Genio-del-Male-EFP-152349598213950/.