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Autore: BambolinaMou    01/02/2016    1 recensioni
Per tutte le volte che Nishinoya se ne va e Asahi trattiene il respiro fin quando non torna.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Asahi Azumane, Yuu Nishinoya
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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WARNING : angst, slight reference to antidepressants, unhealthy relationship and maybe OOC.


 


 

Over


 


 

Si è innamorato di una persona così diversa da lei, siete due pianeti lontani anni luce, ma come è successo?”

Le persone davanti a lui pendevano dalla sue labbra aspettandosi una risposta magnifica che facesse battere forte il cuore. Asahi però non era bravo con le parole, il che era un paradosso assurdo visto che lui scriveva di tutto e ovunque, ma quando c'era da parlare non faceva altro che balbettare cose senza senso. Fortunatamente arrivava sempre qualcuno dei suoi amici a salvarlo e a spostare il nocciolo dell'argomento altrove, togliendolo dall'imbarazzo, dandogli poi delle leggere pacche sulla schiena per fargli capire che andava tutto bene. Quella sera però non andava come al solito : era ad una mostra fotografica, non conosceva davvero nessuno, eppure moltissima gente continuava a fermarlo, gli mettevano una mano sulla spalla mentre con l'altra reggevano il loro flute di champagne. Non sapeva perché fosse lì, voleva solo uscire di casa, prendere una boccata d'aria perché persino i muri del suo appartamento sembravano guardarlo male, come se avessero gli occhi, si prese in giro da solo. Sapeva di sbagliare ma non voleva sentirselo dire, non con quel tono preoccupato, tirato fino allo stremo dall'ansia, non voleva sentirsi addosso gli sguardi delle persone a cui teneva di più.

Compativa se stesso per essersi fidato di due mani lisce, di aver lasciato scivolare il suo cuore in quei palmi senza la minima esitazione. Che persona miserabile era, le persone come lui non hanno risposte, hanno solo un cuore rotto. Come ha potuto innamorarsi del ragazzo che non vede da più da una settimana, che se n'è andato facendo in qualche modo uno zaino riempiendolo di tutte le cose a portata di mano, che gli ha detto "Non sto andando ad ammazzarmi, tranquillo, se è questo che stai pensando" e che sulla porta di casa l'ha baciato di sfuggita. Asahi era rimasto sulla soglia, guardando la figura minuta allontanarsi finché non era sparita nell'ascensore infondo al corridoio. L'altro non si era mai girato.

Asahi non ha risposto alle domande di quella signora, ha riso nervosamente ed è uscito il prima possibile da lì, lasciandosi schiaffeggiare dal vento gelido notturno. Gli bruciavano gli occhi, la colpa era sicuramente del vento, non di certo perché stava pensando a lui e a Nishinoya come due pianeti distanti, anche perché la signora si sbagliava. Magari fosse stato così, ma no, la realtà non è mai così dolce, noi siamo il Sole e la Luna, pensò.

Loro due non si sarebbero mai dovuti incontrare eppure era successo, era stato come iniziare a vivere una seconda volta. Erano così opposti, così diversi però si incontravano a metà strada anche ad occhi chiusi, sapevano come arrivare l'uno all'altro con quella smania soffocante di doversi toccare. Non la smettevano mai di toccarsi : Nishinoya amava il contatto fisico, Asahi no ma aveva imparato ad apprezzarlo e poi a bramarlo. Quando Asahi parlava con qualcun altro, Nishinoya si assicurava di avere la mano sul ginocchio dell'altro, rilasciando una lieve pressione o accarezzandola piano, oppure quando l'altro lavorava al computer, sbattendo le dita freneticamente sulla tastiera, lui poggiava una mano sui suoi capelli, non la muoveva, rimaneva lì immobile per una decina di minuti e poi la toglieva. Asahi lo abbracciava raramente solo perché era parecchio goffo e a Noya non piaceva, diceva che era qualcosa di stupido, di inutile. Era così piccolo rispetto ad Asahi, non solo di statura ma attorno a sé sembrava esserci un'aura di fragilità per cui le sue mani tremavano ogni volta che percorrevano quel corpo che minacciava di rompersi, di creparsi in mille pezzi di porcellana. Capì di essere realmente fregato quando si ritrovò a pensare che di qualsiasi quantità fossero stati i pezzi che componevano Noya lui li avrebbe rimessi insieme, avrebbe perso la testa pur di farli combaciare e riaverlo indietro.

Stavano insieme ma a volte non sembrava così, a volte Noya fuggiva dove Asahi non poteva trovarlo. Scappava da persone che il suo ragazzo non conosceva, da sconosciuti che erano il suo passato. Asahi era il presente. Noya deve prendersi una pausa, ripeteva questa nenia ai suoi amici quando lo guardavano preoccupati, la bocca piena di domande che avevano smesso di fare nel momento in cui Asahi era scoppiato a piangere, singhiozzando forte come un bambino. Avevano avuto pietà, c'erano già abbastanza coltelli nella sua pelle che sprofondavano sempre più nella carne ogni volta che qualcuno parlava di lui.

Il suo cuore si era quasi fermato quando si era reso conto che le medicine del suo ragazzo erano rimaste nell'armadietto del bagno. Non le aveva prese, in qualsiasi posto fosse, lui non ce le aveva. Asahi era sicuro che non fosse una dimenticanza, sapeva che lui non aveva voluto prenderle. Era così triste rendersi conto solo in quel momento che forse le cose avevano iniziato ad andare storte da un bel po', forse avrebbe dovuto smetterla di scrivere di Noya come se non esistesse davvero, come se fosse solo frutto della sua immaginazione e capire che affianco a lui c'era una persona, in carne ed ossa, che stava scomparendo dietro pacchetti di sigarette e lividi sulle nocche.

È l'ennesima notte in cui Asahi si ritrova a dormire da solo e non riesce a prendere sonno. Si è girato nel letto talmente tante di quelle volte che il lenzuolo gli si è attorcigliato attorno alle gambe. Forse dovrebbe trasferirsi, forse dovrebbe cancellare tutto ciò che ha scritto fino ad adesso, non sembra nemmeno così buono, anzi, è una minestra fredda di parole. Forse e altri cinquemila forse. C'è un'unica certezza che gli continua a martellare le tempie : gli manca il corpo di Noya, averlo addosso completamente, quel corpo con le clavicole fini e sporgenti, la pancia soffice sporcata qua e là di inchiostro e le gambe lunghe e toniche, gli manca averle attorcigliate attorno alla sua vita. Avrebbe voluto fotografare ogni tatuaggio, scrivere una poesia per ognuno ma sa che non sarà possibile. Non sono altro che due sconosciuti che giocano all'amore.


 

NOTE : Ormai il mio cervello funziona come la piattaforma ao3 e cataloga tutto a tag, c'è da dire che mi sono limitata alla più assoluta sintesi ma passiamo alle cose importanti : era da un secolo che non pubblicavo qualcosa di anche solo vagamente angst quindi potrei essermi dimenticata come si fa. Le mie intenzioni erano innocenti e buone, talmente buone che ho pensato di cancellarla perché ho patito delle pene atroci per correggerla, ci potrebbero essere errori qua e là quindi perdonatemi! Ringrazio A per tutto l'amore che mi da e Chiara per la gentile rilettura!

Se con l'inserimento implicito di una tematica delicata ho urtato la sensibilità di qualcuno, chiedo scusa. Se volete insultarmi potete anche farlo su twitter, sono @parkhiu, alla prossima!

 


 


 

  
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