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Autore: I love chocolate    01/02/2016    1 recensioni
In un mondo dove la magia è proibita e chiunque ne faccia utilizzo rischia il rogo per aver infranto le leggi umane e divine, il destino di un giovane mago, una volta catturato, sembra ormai segnato, ma sarà davvero così? E i suoi quattro carcerieri Athos, Porthos, Aramis e Rochefort lo condurranno davvero alla morte?
E' la prima volta che scrivo in questo fandom ma non per questogli chiedo di essere gentile ,se qualcuno volesse essere così coraggioso da lasciarmi una recensione, anzi...
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aramis, Athos, D'Artagnan, Porthos, Rochefort
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Destino



Ripensandoci adesso, mi sembra quasi impossibile che tutto questo sia nato da una semplice missione, una semplice missione che era stata capace di sconvolgere a tal punto le nostre vite.
Ma forse, è meglio che io racconti dall’inizio, così semmai qualcuno, per puro caso, dovesse leggere questa storia potrà capire di cosa sto parlando.  
Ebbene, tutto cominciò in un pomeriggio d’autunno, quando il caldo dell’estate era ormai lontano e il gelido freddo invernale era prossimo a raggiungerci. Io e i miei fratelli eravamo in una piccola cittadina portuale chiamata Calais, il nostro obbiettivo era di portare un mago, che aveva cercato di scappare in Inghilterra e che invece era stato catturato dalle guardie del cardinale, a Parigi dove sarebbe stato condannato secondo la volontà divina. 
Però, nel momento stesso in cui per la prima volta vedemmo il nostro prigioniero, capimmo che c’era qualcosa di strano: sembrava molto esile, quasi scheletrico; a tal punto senza forze che, legato al cavallo di una guardia, veniva trascinato sul sassoso e irregolare terreno, senza che né lui avesse la forza per alzarsi, né il cavaliere mostrasse un minimo di pietà per quel corpo a terra che trascinava come un qualunque sacco. A tutto questo si aggiungeva che, per quanto esile e debole il prigioniero apparisse, era circondato da sei guardie armate fino ai denti, e quando queste si fermarono di fronte a noi, subito due corsero a slegare il prigioniero dal cavallo mentre altre le due le seguirono tenendo le spade sguainate. L’uomo che aveva trascinato fino a quel momento il mago, nel frattempo scendeva lentamente da cavallo, in un modo che sembrava quasi solenne e con questa stessa aria solenne afferrò la cima della corda che la guardia gli porgeva, e appena l’ebbe in mano la tirò con quanta forza poteva, costringendo il prigioniero ad alzarsi, ma questi che non aveva neppure la forza per restare in piedi se le due guardie prontamente non lo avessero afferrato trascinandolo verso di noi. Solo allora ci rendemmo conto della reale condizione in cui egli si trovava, oltre le corde dalle quali era stato trascinato fino a quel momento, portava due spesse catene ai polsi e alle caviglie, ma ciò che ci sconvolse più di tutto fu il sacco di iuta che gli copriva la testa, al di sotto del quale a giudicare dai versi strozzati, che aveva emesso quando era stato alzato, era stato anche imbavagliato. Solo in un secondo momento notai gli abiti lisi e stracciati in più parti, all’inizio pensai ingenuamente che si trattava di una persona povera, solo più tardi appresi che era il segno più evidente di un lungo periodo di tortura. L’uomo che aveva trascinato il mago si avvicinò a noi senza perdere mai la sua compostezza e l’aria solenne dicendo: << Siete voi Athos, Porthos, Aramis e Rochefort, moschettieri del re incaricati di trasportare il prigioniero accusato di stregoneria a Parigi per essere giudicato? >> << In persona >> rispose Athos non meno solennemente della guardia << Benissimo, lo affido, allora, alla vostra custodia, ma accettate un consiglio da chi già si è occupato di lui a lungo: non lasciatevi ingannare dall’aria innocente, è pericoloso e subdolo, tenterà di scappare; non lo slegate, e per nessun motivo dovete togliere il sacco o il bavaglio nemmeno per nutrirlo, tanto non ne ha bisogno >> detto questo l’uomo affidò ad Athos le chiavi delle catene che prontamente le passò a Porthos ritenendole così più al sicuro data la stazza dell’uomo, e fatto questo rimontò a cavallo mentre le due guardie lasciarono quel corpo martoriato davanti a noi per seguire il proprio capo.  

Il prigioniero non essendo più sorretto da nessuno cadde miseramente a terra e avrebbe anche sbattuto il capo se Aramis impietosito non lo avesse afferrato prima . Come poteva un essere così debole da non riuscire a restare in piedi da solo essere considerato un pericolo?Errore stupido di giudizio, scoprì in seguito, ma allora mai avrei potuto immaginarlo.  

<< Athos non avrai mica intenderai mica trascinarlo da qui a Parigi legato al tuo cavallo come una bestia? Vero? >> chiese uno dei miei fratelli condividendo la mia pietà per quell’uomo ai nostri piedi.
Athos,allora, bloccando Rochefort che stava per opporsi a lui  con un semplice gesto della mano , tanta era la sua autorità da poter essere ubbidito senza bisogno di parole
, rispose semplicemente: 

 << Caricatelo sul mio cavallo, non sopravvivrebbe se lo trascinassimo fino a Parigi >> Porthos e Aramis tirarono un sospiro di sollievo mentre si si affrettavano ad eseguire gli ordini.  

Prima di continuare chiedo scusa all’eventuale lettore che sia arrivato fino a questo punto della storia ma mi sembrava doveroso spiegargli che cercherò d’ora in poi di raccontare sempre ciò che ho vissuto nel modo più oggettivo mi sia possibile, per fare ciò ho deciso di estraniarmi totalmente dal racconto e sempre mi riferirò a questo scopo al mio personaggio in terza persona. Chissà se tu magari dovessi arrivare a leggere la fine delle mie avventure ti potrei anche svelare la mia vera identità, ma prima è giusto che io ti racconti la mia storia come ho promesso. 

 

 

Note dell'autrice 

Ringrazio tutti quelli che sono arrivati fino alla fine del capitolo, spero vi sia piaciuto. Volevo chiarire un paio di cose che forse potrebbero non risultare subito chiare, il narratore è uno dei personaggi principali della storia, ma non svelerà il suo nome fino alla fine di essa. Perciò tende a parlare di se stesso in 3 persona ma alcune volte questo non avverrà sono errori fatti apposta per lasciare qualche indizio sulla sua vera identità...  

Per quanto riguarda  Rochefort nella mia storia è uno dei moschettieri e loro caro amico. 

Volevo aggiungere un'ultima cosa, cercherò di aggiornare ogni settimana, questa storia è solo un esperimento, quindi, se qualcuno volesse recensirla si senta libero di essere il piu cattivo possibile. 

Grazie mille per aver letto questo primo capitolo!  

  
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