Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: ChiaraBJ    01/02/2016    3 recensioni
“Sono qui su incarico del capo della polizia. E’ venuto a conoscenza dell’incidente autostradale, tra l’altro mortale di cui lei è stato la causa. A suo carico verrà avviato un procedimento da parte del comando generale di polizia, questo significa che lei è stato sospeso dal servizio, appena potrà consegnerà al suo superiore, il commissario Kruger, il tesserino, l’arma d’ordinanza e la patente di guida” (…) Ben restò per un attimo come paralizzato. Non credeva alle sue orecchie. La Schrankmann lo aveva sospeso dal servizio…e per quanto tempo? E perché? Allibito cercò con lo sguardo il suo capo, come in cerca di un aiuto che però non arrivò.
Consigliata, ma non indispensabile la lettura de ‘il poliziotto e la bambina’.
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Jager, Nuovo personaggio, Semir Gerkan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Legami speciali ed indissolubili'
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Ben & Livyana
 
Erano le sette di mattina, Ben stava preparando la colazione, quando pochi istanti dopo aver messo la caffettiera sul fuoco, sentì per la casa diffondersi le note di ‘The longing’ di Tom Beck.
Questa canzone era una delle preferite di Livyana, la bambina di undici anni che il giovane ispettore dell’ autostradale aveva avuto in affido dopo la morte dei genitori, avvenuta durante una delicatissima operazione di polizia in cui lui era stato personalmente coinvolto.
Ben le aveva regalato un cellulare e lei lo aveva personalizzato.
E la suoneria della sveglia era una delle sue personalizzazioni.
Pochi minuti dopo, a far capolino in cucina arrivò la bambina.
“Buon giorno, piccola. Dormito bene?” le chiese sfoderando uno dei suoi soliti magnifici sorrisi.
“Sì certo, e tu?” rispose lei stropicciandosi gli occhi con le mani.
“Come un ghiro ” rispose il ragazzo.
I due si sedettero al tavolo e fecero colazione: caffelatte, cereali, succo d’arancia…Livyana alla mattina si svegliava sempre con una fame mostruosa e Ben non le faceva mancare nulla.
La piccola distese il tovagliolo sulle ginocchia, riempì la tazza con i fiocchi di mais, si versò il latte e aspettò che il ragazzo vi aggiungesse un po’ di caffè.
Anche Ben aveva iniziato a far colazione a casa, anche perché quello era diventato un momento tutto loro per organizzare la giornata.
Mentre la guardava nella mente di Ben riaffiorarono alcuni ricordi legati alla sua infanzia.
Si rivedeva quando, dopo aver perso la madre all’età di otto anni, si svegliava alla mattina presto, scendeva in cucina e faceva colazione assieme ad Helga,  la governante di casa Jager.
Qualche volta si univano a loro il resto del personale di servizio, persone che per lui erano diventati una sorta di zii.
Ovviamente il padre non approvava, ma Ben o meglio il suo spirito ribelle di quello che pensava il  genitore poco importava, e la cosa continuò fino a che il ragazzo non lasciò la casa paterna per entrare all’accademia di polizia.
Dopo la colazione la piccola si alzò e dopo aver aiutato Ben a riporre le tazze e le posate nella lavastoviglie si avviò in bagno per lavarsi.
“Livyana”
“Sì?” la sentì cinguettare Ben attraverso la porta.
“Ti accompagno io oggi a scuola , ho il giorno libero, così ne approfitto per fare alcune commissioni…devo incontrare anche la dottoressa Kladden”
Elise Kladden era la giovane psicologa che seguiva Livyana dopo l’affidamento a Ben.
La bimba l’aveva presa subito in simpatia e questo era  un bel punto di partenza.
Con lei si ritrovava a parlare di tutto e una volta Ben venne a conoscenza che tra lei e la dottoressa c’erano dei segreti.
Quando il giovane ispettore, curioso chiese a Livyana che tipo di segreti ci fossero tra loro due, la piccola lo ‘stroncò’ con un lapidario ‘segreti tra donne’.
“Perfetto Ben” gli rispose di rimando la piccola aggiungendo “Terrei però anche a ricordarti che oggi è martedì ho il corso di nuoto, mi accompagni tu o Irina?”
Irina Markovic era una signora di mezz’età originaria della Russia, era stata assunta come colf da Ben alcuni anni addietro, ed ora all’occorrenza era anche diventata una specie di babysitter per Livyana.
“Ti accompagno io, vengo a prenderti a scuola e ti porto in piscina, anzi potrei approfittarne per fare un po’ di nuoto libero, qualche vasca…” ma fu interrotto da Livyana che uscendo dal bagno si dirigeva in camera per togliersi il pigiama e vestirsi.
“Sì come no e poi la mia istruttrice non ci segue più per guardare te…” replicò secca.
“Che vorresti dire?” rispose divertito il ragazzo “Noto una punta di sarcasmo”
“Dico solo che ‘zio Semir’ ha ragione quando dice che tu attrai le donne come fossi una calamita”
“Veramente ‘zio Semir’ usa un’espressione un po’ diversa...” sogghignò Ben.
“Certo” disse lei uscendo dalla sua cameretta vestita di tutto punto “Ma io sono una bambina e pure educata e certe espressioni non le uso”
“Dai andiamo, altrimenti faremo tardi…” troncò il discorso prendendo le chiavi della Mercedes.
I due salirono sull’auto, Ben mise in moto e dopo aver controllato che la piccola avesse allacciato bene la cintura partì.
“Ben mi fai ascoltare le mie canzoni preferite…dai sai quali…quelle che ho inserito nella chiavetta USB”
Ben l’accontentò e così per l’abitacolo della Mercedes si diffusero le note dell’ennesima canzone di Tom Beck.
“Uff…” sbuffò alzando gli occhi al cielo il poliziotto “Me lo farai andare in disgrazia…”
“Facciamo così” propose la ragazzina “Quando verrai a prendermi e mi porterai in piscina ascolteremo i Nickelback ok?”
Ben lasciò la bambina davanti all’ingresso della scuola, poi quando la vide entrare nel cortile, cambiò subito musica, nell’abitacolo si diffuse la potente voce di Chad Kroeger.
Picchiettando con le dita il volante il ragazzo ripartì alla volta del distretto sanitario, là avrebbe avuto il colloquio con Elise Kladden.

Per impiegare meno tempo decise di prendere l’autostrada, imboccando il raccordo.
Stava per inserire la marcia per aumentare la velocità, quando la sua attenzione cadde su una persona che camminava a zig zag lungo la corsia d’emergenza a un centinaio di metri davanti a lui.
Anche se non era in servizio, Ben accostò, azionò i lampeggianti della Mercedes e scendendo andò incontro alla persona che stava camminando ora davanti a lui.
Vista di spalle il poliziotto ebbe l’impressione che si trattasse di una donna , quindi mentre la raggiungeva la chiamò.
“Signora…signora…polizia autost…” ma Ben si bloccò.
La donna richiamata dalla voce si era voltata, indossava solo una camicia da notte, era scalza e al giovane sembrò in evidente stato confusionale.
Ben la raggiunse subito, faceva molto freddo e la donna tremava vistosamente.
Senza pensarci su il poliziotto si tolse immediatamente la giacca mettendogliela sulle spalle.
“Signora” cercò di rassicurarla Ben con calma, ma lei lo precedette.
“Mi lasci…mi lasci andare…devo andare dalla polizia…subito…mi lasci andare…” e cercò di allontanarsi da lui accelerando il passo.
“Signora, mi chiamo Ben Jager, sono un ispettore di polizia…” si affrettò a dire il giovane, raggiungendola  afferrandola di nuovo delicatamente per le spalle “Posso aiutarla…come si chiama…da dove viene…”
“Mi chiamo Charlotte…Charlotte Wolfgang…” si affrettò a dire lei prendendolo per le spalle e puntandogli gli occhi contro.
Ben ebbe come la sensazione che la donna gli piantasse quasi le unghie nella pelle, nel volto un’espressione allucinata che il ragazzo non seppe dire se dipendesse dalla paura o da qualcosa altro, sicuramente era sconvolta e non tremava solo a causa del freddo pungente.
“La prego, mi aiuti…devo denunciare un omicidio…” farfugliò la donna.
“Come scusi?” chiese quasi sconvolto Ben.
“Sì, sì…devo denunciare un omicidio…anzi no…non uno solo…più omicidi…”
 
 
Angolino musicale & nota dell’autrice: Ladies & gentlemen rieccomi… la coppia d’oro della CID è tornata, ma come avete letto, anche la piccola Livyana.  Non sarà ‘protagonista’ come nella scorsa storia, ma darà lo stesso ‘filo da torcere’ al suo ‘angelo custode terreno’ e a Semir. Semir che come sempre sarà l’infaticabile amico, consigliere, socio e ‘padre’ di quel scapestrato, quanto complessato ‘figlio’ che è Ben.
Ringrazio fin da ora chi vorrà lasciare una recensione e la mia beta MATY (qui in veste anche di ‘super esperta /consulente’).Buona lettura. CBJ.
Eugenio Finardi mio cucciolo d’uomo https://www.youtube.com/watch?v=0mgkPBJLuhE
Mio cucciolo d'uomo, così simile a me di quello che sono vorrei dare a te solo le cose migliori e tutto quello che ho imparato dai miei errori, dai timori che ho dentro di me
Ma c'è una cosa sola che ti vorrei insegnare è di far crescere i tuoi sogni e come riuscirli a realizzare ma anche che certe volte non si può proprio evitare se diventano incubi li devi sapere affrontare E se ci riuscirò un giorno sarai pronto a volare aprirai le ali al vento e salirai nel sole e quando verrà il momento spero solo di ricordare ch'è ora di farmi da parte e di lasciarti andare Mio piccolo uomo, così diverso da me ti chiedo perdono per tutto quello che a volte io non sono e non so nemmeno capire perché non vorrei che le mie insicurezze si riflettessero in te e c'è una sola cosa che io posso fare è di nutrire i tuoi sogni e poi lasciarteli realizzare ma se le tue illusioni si trasformassero in delusioni io cercherò di darti la forza per continuare a sperare, lottare…




 
  
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