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Autore: Meramadia94    01/02/2016    1 recensioni
Viene commesso un omicidio e non è una cosa insolita per il piccolo Conan, ma stavolta è diverso, in quanto ogni prova ed ogni indizio da come colpevole una persona molto importante per il detective Takagi.
Il piccolo detective dovrà dimostrare la sua innocenza, malgrado tutto converga contro di lei e nulla pare riuscire a scagionarla.
Genere: Angst, Generale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Miwako Sato, Nuovo personaggio, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Wataru Takagi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~Takagi ci mise circa mezz'ora per riuscire a metabolizzare il fatto che sulla lavagna dove in genere segnavano le informazioni di rilievo per un omicidio, ci fosse la foto di sua sorella Sakura sotto la scritta '' SOSPETTATO'', ed in quella mezz'ora non aveva fatto altro che telefonare alla ragazza per avere una qualche notizia.
Sperava che gli rispondesse e gli dicesse che aveva una spiegazione, che non era stata lei... ma il telefono della ragazza sembrava morto.
Parola inappropriata dato il guaio in cui sua sorella si trovava al momento, ma era l'unica che rendesse bene la situazione.
'' E' inutile...''- fece l'ispettore Megure dandogli una pacca sulla spalla, mentre Takagi si accingeva a fare il sesto tentativo -'' non risponderà.''
Takagi sospirò, rassegnato.
Purtroppo era così.
'' Takagi...''- intervenne Sato con aria addolorata in viso -'' Tu... avevi idea del fatto che Sakura fosse a Tokyo e da quanto tempo, in quel caso?''
L'interpellato scosse la testa in un cenno di diniego.
'' Non lo sapevo. Non avevo idea che fosse a Tokyo...''- perchè non glielo aveva detto, benedetta figliola?
Le aveva parlato due giorni prima, le aveva chiesto se stava bene e cosa stava facendo e l'unica cosa che gli aveva fatto sapere era di star preparandosi per i test di ammissione all'università.
Non gli aveva detto che sarebbe venuta a Tokyo... in quel caso, indipendentemente dal motivo, avrebbe fatto in modo che stesse da lui ed impedito che si trovasse in questo pasticcio.
Eppure c'era qualcosa che non gli quadrava... sua sorella era stata sempre un tipo molto prudente, stava ben attenta a non cacciarsi nei guai, com'era possibile che fosse coinvolta in un omicidio?
La sua testa gli diceva che c'era senz'altro un modo per spiegare tutto, ma troppi elementi convergevano contro di lei. La sua presenza sul luogo del delitto nell'orario in cui la vittima spirava, lei che veniva ripresa con l'arma del delitto in mano mentre tentava di nasconderla, il fatto che malgrado avesse un braccio ferito non si fosse recata in ospedale per ricevere cure mediche adeguate... ed il fatto che anche se si fosse trovata in quel posto come testimone non si era ancora messa in contatto con la polizia, o quanto meno con lui...
Conan fissava un attimo la lavagna, un attimo l'amico poliziotto.
Avrebbe voluto dire che sua sorella era innocente e che era tutto un gigantesco equivoco, ma prima di dirlo avrebbe dovuto avere a sua disposizione almeno un indizio che potesse giustificare tale affermazione.
Cosa che al momento non aveva in mano.
C'era tutto quel che serviva alla polizia per formulare un' accusa.
In quel momento arrivò l'agente Chiba, che era stato precedentemente inviato dall'ispettore Megure all'hotel dove la vittima aveva alloggiato nel suo ultimo giorno di vita alla ricerca di informazioni.
Quando gli era stato riferito che stavano indagando sul coinvolgimento della sorella del suo collega ed amico gli era venuto quasi da chiedere se per caso non lo stessero prendendo in giro, ma alla fine...
Lo guardò con aria addolorata.
L'idea di dover riferire ciò che aveva scoperto non lo riempiva certo d'orgoglio, soprattutto per il fatto che non l'avrebbe scagionata.
'' Sakura è stata vista per l'ultima volta in albergo circa una mezz'ora prima dell'orario in cui è stato commesso l'omicidio. Poi è uscita a passo svelto e da quel momento l'unica volta che la si vede è quando la telecamera la immortala mentre si allontana dalla scena del crimine.''- fece Chiba abbassando gli occhi, tristemente -'' Mi dispiace, Takagi.''
Malgrado la paura, anzi il terrore e la preoccupazione, che albergavano nel suo cuore il poliziotto trovò la forza di sorridere per rincuorare l'amico.
Non era colpa sua se gli eventi avevano preso questa piega... non era mai colpa loro. Loro si limitavano a scoprire quali dinamiche umane avevano portato ad un omicidio.
'' Però...'' tentò Ran -'' non è detto che sia lei la responsabile del delitto... magari ha solo trovato il corpo...''
'' Ma se davvero è andata così...''- intervenne Goro -'' perchè non ha chiamato i soccorsi e non si è messa in contatto nemmeno con suo fratello? Perchè è scappata e non si fa vedere ne sentire?''
Conan dovette convenire con ogni sua parola.
Ammettendo anche che la sorella di Takagi avesse avuto la sfortuna di trovarsi sulla scena di un delitto, il minimo da fare sarebbe stato avvertire la polizia o chiamare un'ambulanza... invece erano quasi sedici ore che di lei non si avevano notizie ed il corpo era stato trovato da un lavapiatti che andava a gettare la spazzatura quel mattino presto ed era lui che aveva chiamato la polizia.
'' Scusa Takagi, ti risulta che Sakura e la vittima si conoscessero?''- chiese il piccolo detective.
Il poliziotto parve riscuotersi dai suoi pensieri e fece mente locale per ricordare se per caso tra le amiche della sorella ci fosse la vittima.
'' Non credo a dire il vero...''- rispose il poliziotto -'' Sakura non faceva molta vita sociale, anzi. Eravamo io ed un paio di sue compagne di scuola a trascinarla fuori casa.''
A quel punto Chiba s'intromise.
'' A dire il vero, io penso proprio che si conoscessero ed anche bene.''- fece il poliziotto -'' Alla reception hanno detto che hanno preso una camera doppia  insieme e che sono arrivate nel pomeriggio di ieri.
E pare anche che abbiano avuto una lite, la sera stessa, poco prima che Yuky fosse assassinata.''
Takagi si alzò lentamente dalla poltrona come se fosse in trance.
'' Come sarebbe a dire una lite...?''
Chiba annuì.
'' Sì. Yuky ha chiamato al loro tavolo, mentre cenavano, il concierge dell'albergo e gli ha chiesto se per caso conoscesse un locale o una discoteca  dove poter andare dopo aver finito di cenare... gliene aveva consigliato uno, ma tua sorella ha detto che avrebbe preferito astenersi.''
'' E come mai?''- chiese l'agente Sato.
'' Se volete posso spiegarvelo io...''- commentò l'agente Takagi -'' Sakura non ha mai amato le discoteche. C'è andata un paio di volte per delle feste di compleanno, ma dopo quasi dieci minuti dice di dover uscire per un po' perchè il volume della musica, le luci ed il fumo le fanno venire il mal di testa... francamente io dubito che sia venuta sino a  Tokyo per un concerto.''
'' Può darsi...''- fece Chiba -'' ma non è l'unico motivo per cui voleva disertare la serata... Yuky le ha chiesto come mai non volesse andare, e come motiviazione ha detto di avere un fratello maggiore che lavorava a Tokyo e che non l'aveva avvertito del suo arrivo, perchè voleva fargli una sorpresa e che probabilmente, dato che abitava lontano dal loro albergo gli avrebbe chiesto di lasciarla dormire da lui.''
I presenti non poterono evitare di pensare che la sorpresa era perfettamente riuscita sebbene non fosse quello il modo in cui Sakura intendeva metterla in atto.
'' E a quel punto le due ragazza hanno litigato?''- chiese l'ispettore Megure.
'' Esatto.''- fece Chiba -'' La vittima si è messa ad insistere di voler andare a quel locale, di essere venuta per divertirsi e per un evento musicale, che avrebbe avuto un'altra occasione per vedere suo fratello... Sakura allora ha abbandonato la sala da pranzo dicendole di essere venuta per farle compagnia, ma che non ne poteva più di assecondare i capricci di una una bambina viziata. Da allora nessuno l'ha più vista.''
Conan aveva iniziato a rimuginare.
Da quel che era emerso finora Sakura sembrava essere coinvolta nell'omicidio sino alla punta dei capelli, eppure qualcosa gli diceva che era innocente.
'' Se avesse programmato di uccidere la vittima questo spiegherebbe perchè ha detto davanti al concierge e ad altri testimoni che quella sera aveva in programma di passare da suo fratello e di trattenersi lì per la notte... ma Takagi ha detto che non sapeva niente del fatto che Sakura fosse in città... perchè non ha portato il suo alibi fino in fondo?''
'' A questo punto è chiara la dinamica dei fatti, no?''- fece l'ispettore Shirtori attirando su di sè l'attenzione dei colleghi e dei visitatori presenti.
'' Con tutta probabilità, non era la prima volta che la vittima cercava di imporsi su Sakura costringendola a rivedere i piani per assecondare i suoi, ma magari stavolta Sakura ha perso le staffe e...''
Takagi scattò in piedi battendo le mani sul tavolo.
'' Spero che tu stia scherzando!!! Mia sorella non farebbe del male ad una mosca!!!''
Takagi aveva assunto un'espressione così aggressiva che Shiratori stesso si mise sulla difensiva.
'' Mi dispiace Takagi, ma è la cosa che più si avvicina alla verità... lo hai detto tu: a tua sorella non piaceva andare in discoteca o in posti in cui il volume della musica era troppo alto, però è venuta in città in occasione di un concerto.
Quasi certamente non era la prima volta che a Sakura saltava la mosca al naso a causa del carattere della vittima, non è così stupido pensare che in raptus di rabbia Sakura abbia perso la testa. E come se non bastasse, è dall'ora dell'omicidio che nessuno l'ha più vista nè sentita... tu puoi confermarlo, non è vero?''
Takagi trattenne un ringhio di disperazione e poi confermò l'ultima affermazione di Shiratori -'' Confermo quanto affermato in precedenza. Ho saputo della presenza di Sakura in città solo questa mattina.''
'' Scusate''- fece il piccolo detective -'' ma qualcosa non torna. Anche ammettendo che Sakura sia colpevole, e che abbia agito in preda ad un raptus, perchè non ha sfruttato l'alibi che si era creata?''
I presenti si voltarono a guardarlo.
'' Sakura poco prima del litigio aveva detto davanti a dei testimoni che sarebbe andata a trovare il fratello e che avrebbe passato la notte da lui, quindi un alibi ce l'aveva.
Perchè non l'ha sfruttato? E' la sorella di un poliziotto, avrebbe dovuto sapere che dato che aveva litigato con la vittima, avremmo indagato nei loro rapporti e che avremmo scoperto che non erano sempre rose e fiori, e quindi avrebbe cercato di costruirsi un alibi. E soprattutto sarebbe stata più attenta a non farsi vedere mentre fuggiva.''
'' Ha senso in effetti...''- borbottò Sato prendendo in esame ogni parola pronunciata dal bambino, ma questo non spiegava come mai non avesse ancora avvertito la polizia o come minimo suo fratello.
'' Magari non era il suo intento ucciderla...''- propose Shiratori -'' Magari voleva solo farle male, e quando si è trovata davanti alla consapevolezza di averla uccisa è andata nel panico, dimenticando di avere la possibilità di salvarsi con un alibi confermato dalla polizia e che probabilmente qualcuno poteva vederla... non è raro che un assassino commetta un errore soprattutto se la cosa non era programmata...''
'' SAKURA NON E' UN'ASSASSINA!!!''- Takagi gridò così forte che tutti gli occupanti della stanza si voltarono per vedere cosa fosse successo.
Shiratori capì di aver leggermente esagerato usando il termine '' assassino'' per rivolgersi alla sorella del collega.
Wataru Takagi era conosciuto da tutti come una persona di indole mite e tranquilla, e per questo la maggior parte delle volte veniva preso a benvolere dai colleghi ( eccetto quando questi ritenevano si prendesse un po' troppa confidenza con l'agente Sato), ma l'espressione che aveva sul volto in quel momento tradiva il ritratto che lo aveva sempre distinto tra tutti.
'' E comunque, questo è il momento in cui ci focalizziamo sulla vittima, su chi era, chi poteva avere dei motivi per odiarla e cosa l'ha portata a morire proprio in quel posto.''- sbottò l'agente.
Per un breve attimo, Chiba ebbe il timore che il collega avrebbe azzannato alla gola l'ispettore Shiratori e si frappose fra i due per tentare di calmare l'amico.
'' Takagi, capisco il tuo punto di vista...''- fece Megure -'' ma anche tua sorella, purtroppo rientra nella lista dei sospetti.''
'' Ma...''
'' Indagheremo in ogni direzione, fosse una pista che porta a dei problemi di denaro e droga o ad un pretendente respinto, ma anche le ostilità tra amiche devono essere prese in seria considerazione. Con il tuo permesso, vorrei mettere il tuo cellulare e la linea fissa sotto controllo. E se per caso prova a contattarti, te ne prego... avvertici.''
Dopo quell'ultima imposizione, che pareva più un consiglio, Takagi non disse più nulla e senza nemmeno chiedere il permesso si allontanò dall'ufficio con il passo tipico di una marcia funebre.
Megure non disse nulla ne tentò di fermarlo, capendo perfettamente come il detective si sentisse in quel momento, ma anche se avesse provato a fermarlo Takagi avrebbe ignorato ogni parola e continuato per la sua strada.
Non riusciva davvero a credere a quello che era accaduto... sua sorella era il sogno di ogni PM in quel momento. Iin possesso dell'arma del delitto, ripresa all'orario del delitto mentre si allontanava dalla scena del crimine, il suo DNA sotto le unghie della vittima, non andava sempre d'accordo con la vittima, avevano litigato poco prima della disgrazia ed in capo a due ore, quasi sicuramente, sarebeb stata dichiarata fuggitiva.
Avrebbe dovuto chiamare sua madre ed avvertirla di quanto era accaduto... ma avrebbe significato metterla in allarme e provacarle un infarto, quasi certamente.
Possibile che la sua sorellina fosse capace di uccidere per uno sgarbo?
Impossibile, se così fosse stato allora con tutti i dispetti che le avevano fatto da piccola a scuola, a quest'ora sarebbe stata in carcere per pluriomicidio.
Si era cacciata senza volerlo e soprattutto senza accorgersene in qualcosa di troppo grande per lei ed aveva paura di chiedere aiuto... doveva trovarla, ascoltare la sua versione e convincerla a dirlo ai suoi superiori.
Era l'unico modo per aiutarla.
 
  
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